Riccardo Properzi
41 anni
Operaio
Lega Nord
“Non è vero che vi sia una così grande richiesta di candidature, a volte esse sono forzate, esclusivamente formali (per far numero); altre volte sono serie e credibili, sono preparate e vengono da lontano. A volte vincono i personaggi più strani…” (Renzo Interlenghi – PdCI)
DOMANDA 1
La vostra che tipo di candidatura è?
Io sono nella Lega Nord dal 1993, ho avuto un’esperienza in Umbria e in Piemonte poi essendo la mia famiglia Fermana, dieci anni fa sono rientrato a Fermo. La mia non è una candidatura da riempi lista ma all’interno della lista del partito che rappresento sono quello fra tutti che ha più militanza politica nella Lega Nord per cui sono una specie di “guardiano dell’ortodossia” perché la Lega è un movimento nuovo soprattutto nel centro Italia e da noi vengono persone provenienti da altri partiti, dalla sinistra, dal centro e dalla destra. Il pensiero leghista non è pienamente conosciuto per cui io mi limito a verificare che siano i candidati più vicini al pensiero della Lega stessa perché è normale che chi ha militato in Forza Italia entra ed ha le idee di Forza Italia, chi proviene dalla sinistra ha le idee di sinistra. La Lega essendo un movimento al di sopra delle ideologie, e non a caso abbiamo al nostro interno persone che vanno dall’estrema sinistra all’estrema destra, non c’è possibilità di essere in disaccordo di fronte a concetti come il federalismo. Non ci sono divisioni sul 25 aprile o sul 1° maggio e questo è positivo. La nostra è una specie di lista che definisco in maniera scherzosa “medievale”perché durante il Medio Evo c’era il candidato dei bianchi e il candidato dei neri ma quando si trattava di difendere il bene della città le divisioni si mettevano da parte, si faceva forza comune e si combatteva tutti insieme per raggiungerlo.
“Spesso però succede che ci si candida per avere una visibilità per le proprie professioni anche con la speranza di ottenere un domani dei benefici sul proprio lavoro grazie alle conoscenze ed alla possibilità di allargare il proprio pacchetto clienti.” (Mirko Steca – FLI)
DOMANDA 2
Oltre la spinta ideologica perché ci si butta nell’arena pur sapendo, anche, di non poter essere eletti? Chi e/o che cosa ve lo ha fatto fare? Lo si fa solo per spirito di sacrificio e per poter dare il proprio contributo di idee ad un livello più alto?
Il motivo di base della mia candidatura è una scelta di libertà e di rivoluzione. Io sono figlio di un partigiano qui della zona perciò fin da piccolo sono stato educato a determinati valori. La LEGA sta portando avanti una rivoluzione radicale del sistema politico italiano. In Italia c’è bisogno di una rivoluzione totale e radicale di tutto il sistema politico. Noi ci troviamo di fronte a schieramenti che hanno alleati e non alleati bipartisan e li vediamo. Abbiamo partiti che per esempio militano con una casacca e poi passano dall’altra parte e questo non è più possibile perché stiamo facendo di tutto un gran calderone. L’unica voce che non ha padroni perché dice anche NO alla guerra è la LEGA. Gli altri stanno in posizioni diverse. La LEGA ha detto NO anche all’attacco alla Serbia nel ’99 mentre tutti gli altri hanno detto SI. Noi quando diciamo qualcosa facciamo anche tremare il Governo, ma è questa la nostra idea, non passiamo dall’altra parte. Non crediate che la LEGA sia tenuta sotto scacco da Berlusconi, perché potrebbe anche essere il contrario, che Berlusconi si appoggi alla LEGA. Azzardo un profezia, la LEGA al suo interno già ha visto il dopo Berlusconi e forse già lo sta costruendo. Il PDL litiga tra correnti interne, noi non andiamo al Mugello, non diventiamo senatori e poi facciamo il giro, prima andiamo da una parte poi ripassiamo dall’altra. Chi esce fuori dalla LEGA esce per sempre. È uscita fuori la Pivetti con la secessione, è uscito fuori anche Formentini. Chi esce dalla LEGA non ritorna e chi entra nella LEGA o è leghista oppure resta a casa per cui la mia scelta è soltanto una scelta di libertà e di rivoluzione. Da perdere ho tutto, da guadagnare lo stesso: un solo voto in più preso qui a Fermo per noi della LEGA è una vittoria, anche se abbiamo tre voti in tutto, il quarto voto ci da la possibilità di festeggiare perché non aspiriamo ai grandi livelli, ma a costruire pian piano tutti i giorni. Guardate che l’opinione pubblica si accorge di determinate cose. Io ne sono la prova, figlio di un partigiano, dal 1993 sto nella LEGA NORD tacciata di razzismo e nazismo ed ho amici che stavano in estrema destra ma non c’è nessun problema, io sto qui, questa è la prova che io ci sono.
“..la scelta dei candidati deve avvenire soprattutto attraverso il grado di radicamento che le persone hanno nella loro comunità, quindi nel territorio.” (Giuseppe Buondonno – PD)
DOMANDA 3
A voi come vi hanno scelto, oppure vi siete proposti da soli? Hanno messo dentro solo quelli che voleva il partito in base ad una attenta selezione, in base alle vostre capacità, in base hai voti che portereste portare, oppure si sono accontentati dei primi trentadue nomi che hanno trovato? L’attenta selezione tanto vantata nelle interviste del dossier sui candidati è rimasta soltanto un buon proposito perché si sono accorti che le belle intenzioni non bastavano …????
Perché dovremmo votarvi? Quali sono le caratteristiche che più vi contraddistinguono? Definitevi con tre aggettivi …
Io sono stato scelto, sono il numero venti, non sono capolista e do il mio apporto in base alla mia esperienza. A Fermo c’è molto da fare, io lavoro benissimo e son contento. Tre aggettivi per definirmi? Sono uno del popolo, sono l’operaio, non ho titoli anche se potrei dire altre cose perché ho anche frequentato l’università; il mio amore per la città, perché essere educato fuori da questa Regione da una famiglia Fermana ed essere stato tirato su con l’idea che Fermo ed i marchigiani sono i migliori e gli altri sono i peggiori qualcosa ti lascia. Per lavoro la mia famiglia si è trasferita in Umbria ma io fin da piccolo sono stato educato, forse loro lo hanno fatto in maniera bonaria, con l’idea che le Marche fossero la Terra promessa e gli altri non valevano nulla. Sono tornato nelle Marche e sono felice di essere ritornato a Fermo dal Piemonte perché amo questa città. In ultimo, ma non meno importante, la competenza all’interno della politica perché io partecipo, come molti altri, alla scuola federale della LEGA NORD dal punto di vista amministrativo, per cui dal Comune alla Provincia so quello che bisogna chiedere e dove bisogna andare a toccare…questo è il mio curriculum all’interno del partito stesso.
“Molte volte, ed è questo il bello della democrazia, vince chi ha i consensi e non chi ha le idee. …
La democrazia è questo. Qualcuno mi vorrebbe far credere che questa è un po’ la degenerazione della democrazia, cioè che quando la democrazia degenera valgono solo i numeri e poco le idee. Rispetto i bombardamenti dei media, rispetto a certe armi “scorrette” che vengono utilizzate in politica questo dà da riflettere, ma alla fine contano solo i numeri. Se noi accettiamo questo dato la democrazia è il 50+1% dei voti favorevoli e quindi dobbiamo inchinarci agli elettori. Non vince il più bravo, quello che ha più idee e che farà sicuramente più cose con impegno e capacità. Vince quello più mediatico. Vince quello che è più conosciuto, quello che ha più voti. Ma avere più voti non significa necessariamente avere più capacità: non farei mai l’equazione voti uguale capacità. (Adolfo Marinangeli – IDV)
La democrazia è questo. Qualcuno mi vorrebbe far credere che questa è un po’ la degenerazione della democrazia, cioè che quando la democrazia degenera valgono solo i numeri e poco le idee. Rispetto i bombardamenti dei media, rispetto a certe armi “scorrette” che vengono utilizzate in politica questo dà da riflettere, ma alla fine contano solo i numeri. Se noi accettiamo questo dato la democrazia è il 50+1% dei voti favorevoli e quindi dobbiamo inchinarci agli elettori. Non vince il più bravo, quello che ha più idee e che farà sicuramente più cose con impegno e capacità. Vince quello più mediatico. Vince quello che è più conosciuto, quello che ha più voti. Ma avere più voti non significa necessariamente avere più capacità: non farei mai l’equazione voti uguale capacità. (Adolfo Marinangeli – IDV)
DOMANDA 4
Se visibilità è uguale a possibilità di voto, a prescindere dalle capacità individuali,
quanto conta essere popolari?
Essere candidato significa farsi vedere, dimostrarsi visibile, voi che cosa vi siete inventati per esserlo sempre di più? Quante cene e quanti pranzi organizzate? Partecipate a comizi, dibattiti e incontri pubblici? Vi aiuta qualcuno a contattare la gente?
Personalmente io mi sono limitato al minimo sindacale, i santini e qualche manifesto. Non spendiamo tanti soldi, è inutile, io non sono per le campagne elettorali faraoniche, a me non piace tutto questo esibizionismo a tempo. Fino al 16 maggio ce l’abbiamo fin sopra la testa, il 17 le persone si dimenticano pure di quanti partiti hanno concorso. La gente è stufa e il 17 tutti rientrano nell’anonimato e tutti tornano a farsi gli affari propri. Perciò noi facciamo il minimo sindacale e personalmente partecipo ai cosiddetti “gazebo” della LEGA. Nella zona di Fermo abbiamo fatti una ventina ed abbiamo fatto una cernita di tutte le parolacce possibili e immaginabili, perché ce ne hanno dette di tutti i colori, oltre ai complimenti. Ma anche questo rientra nelle umane cose perché nel 1996 stavo con la bandiera della Padania in Umbria e prendevo gli sputi degli avversari politici bipartisan, da Alleanza Nazionale all’estrema sinistra, questa a Fermo in confronto è una passeggiata di salute. Di cene nessuna perché tolto io che ho un buon appetito gli altri mangiano molto poco…nel senso che siamo scesi solo tra la gente, la nostra sede è sempre aperta. Tutto l’anno ed è forse una delle poche sedi di un movimento politico che è sempre aperta, mattina e pomeriggio, il mercoledì sera c’è sempre la riunione ed anche oggi (1° maggio) era aperta. Noi ci ritroviamo lì non per la campagna elettorale ma perché ci sentiamo appartenenti al partito perciò il 5 giugno se passate alla sede la troverete aperta perché, come dice Raffaele Giovannetti, noi siamo in campagna elettorale 365 giorni l’anno e durante la campagna elettorale facciamo sostanzialmente quello che facciamo tutti gli altri giorni dell’anno. Poi i santini e qualche manifesto, il minimo sindacale giusto per…
DOMANDA 5
Per Fermo c’è un alto numero di pretendenti (quasi 600 candidati) e sarà una lotta senza esclusione di colpi. Come in tutte le competizioni, anche in quella elettorale è previsto che alla fine della gara ci saranno concorrenti che saliranno sul podio e altri no.
Quanti voti vi servono per diventare un Consigliere Comunale e quanti voti in più sperate di ricevere?
Questo non ce lo siamo nemmeno chiesti perché francamente non abbiamo queste velleità. Nessuno di noi corre per lo scranno in Consiglio per cui le preferenze ci limitiamo a chiederle agli amici ed io personalmente dico questo “fate la croce sul simbolo e basta” poi se qualcuno dice “…ma tu sei candidato?” rispondo “sì, se vuoi puoi altrimenti basta il voto al simbolo” perché il senso è quello di correre per il simbolo, per l’idea e non per il singolo. Nei partiti può succede di pestarsi i piedi reciprocamente… “guarda tu sei andato a chiedere i voti dove non dovevi ” …e siccome ogn’uno ha il proprio orto da coltivare noi abbiamo deciso di utilizzare il simbolo del partito nella campagna diretta, in quella indiretta chi vuole fa i manifesti però non tutti sono interessati per cui ne staranno solo quattro o cinque di noi. Faremo il minimo sindacale perché l’importante è il voto alla lista.
DOMANDA 6
Come si supera la ritrosia di chiedere i voti agli amici, ai parenti, agli amici degli amici ed ai conoscenti? Sicuramente vi sarà capitato di restare infastiditi da persone che avevate perso di vista e che poi in prossimità della scadenza elettorale si sono fatti di nuovo vivi per chiedervi il voto ma ora che dall’altra parte ci siete voi come vi sentite? E chissà quanti di voi avranno buttato via i santini e cestinato immediatamente i volantini elettorali, ma ora che siete voi che li avete pagati vi dispiacerebbe vederli gettati via, come ci rimanete, che effetto vi fa?
Io personalmente non rompo le scatole a nessuno perché a me dà fastidio. Un amico che non vedi da tempo, magari lo inviti a cena, esce fuori il discorso e ti fa “…ma che mi hai invitato a posta per questo motivo?” allora preferisco evitare, non dico nulla a nessuno e così magari non mi faccio nemici. I santini anche a me dispiace buttarli via perché capisco che la persona ci può rimanere male, allora li tengo tutti in macchina, poi finite le votazioni li butto via perché a quel punto nessuno mi può dir niente.
DOMANDA 7
Quando finisce la “gavetta” in politica?
La gavetta in politica non finisce mai come l’esperienza non è mai abbastanza. . Mutamenti e rivoluzioni, può succedere di tutto. L’importante è essere sempre coerenti con se stessi, poi alla fine i risultati arrivano. Per esempio l’Italia fra cinquant’anni potrebbe diventare pure una monarchia, cosa ne sappiamo?
“I partiti non ti vogliono perché se uno come me entra in un qualunque partito fa primo. I partiti ti mandano via, così come nella tua stessa coalizione, quando prendi molti voti e non rispondi a nessuno ti debbono far fuori. Sei scomodo, è normale. Qui c’è la caccia ... come per il prato inglese, a tagliarlo come uno va su … il problema grosso è questo. Più voti si hanno e più si prendono le bastonate. Chiunque vuole gestire il potere, destra e sinistra è indifferente. Gli altri sono solo soldati.” …. ”Se avrei voluto fare il soldatino lo avrei potuto anche fare, bastava che mi mettevo lì e stavo buono e zitto.” (Luciano Romanella Movimento Civico Pro Territorio Romanella e C.)
DOMANDA 8
Cosa ne pensate di questa dichiarazione?
Una parola semplicissima, questo è l’esempio di sindrome da prima donna di una lista condominiale.
"Per restare sempre dello stesso partito bisogna cambiare spesso opinione."
(Jean-Francois Paul Retz)
DOMANDA 9(Jean-Francois Paul Retz)
Durante la campagna elettorale avrete degli input suggeriti dalla coalizione o dal partito…qual è la cosa che stona passando dall’ideologia ai fatti concreti? Un cavallo di battaglia della propaganda elettorale è il lavoro, come anche la questione sanità anche se in realtà né il lavoro né la sanità sono materie di competenza comunale…ma serve spesso solo per ingraziarsi gli elettori…
In questa frase io leggo un’altra cosa, la paura del compromesso. Se uno rimane nello stesso partito deve anche essere disposto a scendere a compromessi perciò questo è un rischio che definisco come “la solitudine del prete”. Il sacerdote, parroco di montagna, molto spesso, quando è da solo, viene assalito dai dubbi, i più terribili, cosa che non ha di fronte ai fedeli. La Chiesa spesso dice “mai lasciare un prete da solo perché potrebbe cadere in dubbi o in tentazioni” . Il dubbio della fede è insito nella figura del prete così come nel politico. Il compromesso è sempre dietro l’angolo per cui quello che ci si deve chiedere è “devo difendere una posizione che esclude ogni dubbio o devo essere dubbioso? E se sono dubbioso in quale maniera, nella maniera sempre coerente o dubbioso alla “volemose bene?”, nel senso mi turo il naso e voto UDC? Io non me la sento di dare una risposta a questa domanda come non me la sento di dare una risposta sulla solitudine del prete. Sono cose che esisto, spero solo di non trovarsi mai in queste condizioni. Non posso fare nessuna affermazione perché non si può mai sapere cosa si nasconda dietro l’angolo. Questa per me è una paura terribile…
Per queste elezioni amministrative posso affermare che noi della LEGA avevamo una posizione un po’ sui generis, perché fino all’ultimo giorno il 90% delle persone che abbiamo incontrato ci ha detto “andate da soli” ed a 5 ore dalla presentazione delle liste noi avevamo un candidato sindaco da tirar fuori all’ultimo momento. Questo non perché non abbiamo fiducia nel centro destra ma perché la gente qui a Fermo ci a detto espressamente “andata da soli”. Sono stati momenti davvero particolari e ci siamo riuniti, ma già da tempo che ne parlavamo, e ci siamo chiesti “Che cosa facciamo? Bastoniamo da fuori o da dentro?”. Abbiamo scelto la cosa più difficile perché da fuori puoi sparare su tutti, all’interno di una coalizione invece non spari, dai dei consigli. Le due posizioni sono molto differenti e restare uniti al centro destra ci ha anche danneggiato in qualche modo perché molta gente ci dice “vi facevamo un partito più serio , non così”. Questa è la realtà a Fermo ma non perché il centro destra non sia meritevole, tutt’altro, perché purtroppo il centro destra con dieci anni di Di Ruscio è stato un partito danneggiato dagli stessi componenti. Facciamo un’analisi di questi dieci anni di amministrazione comunale…c’è stata un’opposizione che non è stata una vera e propria opposizione, un Di Ruscio bipartisan, una Provincia che non fa nulla ed ora un PD che vuole ritornare al governo della città e che dice “noi faremo” ma “noi faremo cosa se siete al governo della Provincia ed in tre anni non si capisce che cosa avete fatto? L’alluvione del fiume Ete? Questo è un dato di fatto…se voi leggete su internet le dichiarazioni riguardanti i primi interventi per la messa in sicurezza del fiume Ete dopo la prima alluvione troverete frasi del tipo “abbiamo risolto tutto, abbiamo speso 200 mila euro per risolvere gli argini del fiume” e quest’anno che cosa è successo? Un assessore, per correttezza, il giorno dopo si dimette perché tutto quello che è stato detto per tre anni è stato solo fumo negli occhi. Adesso però pretendono di avere i soldi per coprire i danni dell’alluvione ma quando hanno sbandierato davanti a tutti che non c’era più nessun pericolo, come la mettiamo?
“La donna…la donna…io sono un cultore delle donne….si dice…si sa...Romanella, le donne e quantaltro…ma in politica ci vuole la testa. Le belle donne non servono. Purtroppo io contesto questo fatto anche a livello nazionale. Capisco che una bella donna può essere più appetibile, ma in politica bisogna guardare la testa delle persone. Per quel che mi riguarda, nel mio movimento ho già tre quattro donne con grandi teste ma di aspetto normale. Non mi fido della bella donna….le belle donne servono in altri settori.” (Luciano Romanella – Moviemento Civico PRO TERRITORIO Luciano Romanella e C.)
DOMANDA 10
Le donne e la politica, cosa ne pensate di questa dichiarazione?
Personalmente parlare di donne in politica lo trovo sempre come la festa dell’otto marzo, ce le ricordiamo solo quel giorno. Adesso ci sono le elezioni e parliamo delle donne in politica, però la condizione della donna in Italia è terribile perché la convinzione dell’Italiano medio è che la donna debba stare zitta, bella o brutta che sia. È così, perché la donna non capisce, la donna rompe le scatole, l’operaia donna vale sempre meno di un operaio uomo, è vero. In politica ce ne ricordiamo con il “contentino”…” guarda adesso vi facciamo pure parlare”…ecco, queste regalie per grazia ricevuta a me non piacciono. Io ringrazio il cielo che ci stanno due candidate donne, ma non perché siano donne, ma perché la presenza femminile ingentilisce la politica stessa. Noi ci dimentichiamo sempre di chi è la donna, succede continuamente, tutti i giorni, anche qua fuori. Perché c’è una barista e non c’è un ragazzo a fare il caffè? Perché la barista è carina! E questa mercificazione della donna porta ad un sistema totalmente disuguale e poi diciamo “adesso è giusto che la donna sia anche in politica” come a dire “ve lo concediamo”! Io sono dello stesso avviso di Daniele (Colò – PD), per me se l’idea viene da un uomo o da una donna è uguale, io non faccio distinzioni perché le idee sono idee, chiaramente una donna ingentilisce, bella o brutta che sia, perché è sensibilità femminile è un passo avanti a quella maschile. Le donne dicono che si prendono per i capelli ma non è così, hanno un’intelligenza più sottile, l’uomo magari è più grossolano, ma la donna comunque viene considerata sempre quella che sta dietro l’uomo, giusto la Regina d’Inghilterra cammina davanti al marito.
DOMANDA 11
Prima della fine di questa campagna elettorale che cosa potrebbe stravolgere, oltre ogni previsione, in maniera determinante il risultato elettorale, l’arrivo di un marziano, l’arrivo del Presidente della Repubblica oppure del nostro Presidente del Consiglio?
Se viene Berlusconi le ricopre tutte e tre.
Secondo me cambierebbe, eccome! Il discorso è molto semplice ed è il risultato di un’equazione che è un filo conduttore che c’è stato in tutte le domande…”ma hai visto il tuo bacino di voti? quanti voti prendi?” Alla base c’è una considerazione…se io mi presento da un amico e dico “io ce la faccio, mi dai il tuo voto? Io ho duecento voti …” l’amico individua in me il vincente e mi voterà. Se viene qui Berlusconi tutti gli indecisi penseranno …”porca miseria Berlusconi è venuto a Fermo! Perché? Perché Fermo gli piace, io sono di Fermo allora pure io mi sento importante e gli do il voto.” La sinistra dice in giro.. “noi vinciamo” , perché lo dicono? Perché gli indecisi puntano sui vincenti. I romani in guerra, la sera prima della battaglia piazzavano fuori dall’accampamento tutti pupazzi facendo credere ai Galli che se c’erano duemila uomini fuori dalle tende ce n’erano diecimila che dormivano pronti ad attaccare per cui il giorno seguente il re Gallo firmava la resa senza nemmeno aver combattuto. Questo è un vecchio trucco, se viene Berlusconi il discorso cambia!!!
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