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venerdì 30 marzo 2012

Sangiorgesi ad Honorem

Sangiorgesi ad Honorem
di Laura Gioventù




Non si scompare solo quando “Chi l’ha visto” ne decreta l’assenza, ma anche se in un paese non ci sono più persone che sulla carta d’identità possono scrivere “nati a ...Porto San Giorgio”.
Si fa tanto parlare di orgoglio Sangiorgese, ma fra pochi anni di nati a Porto San Giorgio ne resteranno ben pochi se non si pone rimedio adesso e non fra dieci anni.
Parlo della nascita delle persone e di come oggi, a parte quei bambini, rarissimi, che nascono in casa, tutti gli altri nascono a Fermo, oppure a Civitanova Marche o ad Ancona…oppure a Roma, per cui sulla loro carta d’identità la dicitura Porto San Giorgio non ci sarà più.
Eppure sono figli di Porto San Giorgio, ci vivranno e forse ci lavoreranno, ma il fatto che non vi siano nati, di fatto è come se si cancellasse la cittadina dai libri anagrafici per relegarla ai soli cartelli stradali.
Ci sono persone che pur di far nascere i loro figli in una grande città, oppure in una nazione particolare, si predispongono a sacrifici notevoli, poi ci sono luoghi che, solo per il fatto di avere un reparto ospedaliero apposito per le nascite, sembrano pieni di gente e comunque il loro nome gira e se ne mantiene memoria.

Porto San Giorgio non dispone di una struttura apposita per far nascere i suoi figli senza mandarli in trasferta, per cui sarà abitata solamente da “immigrati” e questo non sarà solo un dramma anagrafico ma anche una disfatta turistica. Non potendo più dire “nato a…” si dovrà per forza dire “nato…da un’altra parte” e lentamente si perderà una sorta di appartenenza per lasciare il posto ad una somiglianza, e cioè non poter nominare più la propria città quando ci si sente chiedere la cosa più naturale, e dover citare città diverse come fanno certi immigrati.
Per cui occorre porre rimedio costruendo una struttura dedicata solo alle nascite, con un edificio apposito e magari progettato da valenti architetti - scegliendoli tramite concorso internazionale - che diano vita ad un simbolo della vita che prosegue, (nulla di politico e pieno rispetto per le interruzioni di gravidanza necessarie). Un simbolo adatto sia alle madri ma anche ai figli, al decoro della città ma anche alla sua funzionalità e che sia ubicato a ridosso del mare per simboleggiare l’alba di una nuova vita. Insomma, il luogo ideale per una struttura simbolica e funzionale come questa è solo lo spazio dell’area Ex Grand Hotel.
Immaginiamo una struttura con laboratori di ricerca e ricercatori provenienti da tutto il mondo, un luogo che dopo poco tempo diventi famoso per le sue scoperte e le tante nascite, che sia utilizzabile da tutta la provincia e anzi sia progettato per essere il posto delle nascite di tutto il Fermano, così da poter sviluppare una evoluzione umana, ma anche che tutti questi nuovi cittadini riportino sulla loro carta d’identità la dicitura Porto San Giorgio.

Si potrebbe fare di più? Certo che si potrebbe. Si potrebbe per esempio fare in modo che il comune di Porto San Giorgio dia ospitalità ai genitori a titolo promozionale, che si possano celebrare dei battesimi e ospitare dei rinfreschi a cura del comune, e magari fare come si faceva una volta, regalare cento euro l’anno a questi bambini fino al compimento del 18esimo anno di età, sia come stimolo per migliorare il senso del denaro e del risparmio, sia come aiuto per gli studi superiori. Si potrebbero nominare Cittadini onorari quei bambini nati a Porto San Giorgio ma di altre città, una sorta di Sangiorgesi ad Honorem. Si potrebbe addirittura provare a far nascere a Porto San Giorgio bambini di genitori emigrati in altre parti del mondo, come continuità etnica e regionale. Insomma, si potrebbero fare tante cose basandosi sul fatto di avere tanta gente che possa nascere a Porto San Giorgio.

Cosa ci si guadagna, si chiederanno in tanti…ebbene un guadagno sarà di certo vedere tutte queste vite nascere, poi leggere il nome di una città non su un cartello ma sul documento di identità di tanti individui o sui testi di ricerca medica e sui trattati universitari, e poi vedere questo nome associato ad una struttura per la vita vera o magari a qualche scoperta fatta nei suoi laboratori di ricerca, vedere l’afflusso di tante persone per i controlli e le nascite, per le visite e per gli anniversari, insomma, una proposta viva e non solo ipotetica.

(Proprietà letteraria riservata)

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