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venerdì 20 febbraio 2015

Nella, e le Altre?





Il primo tentativo di mettere una donna sulla poltrona di sindaco di Fermo è stato interrotto da cose che ognuno, nel silenzio della sua coscienza, deciderà se serie oppure solo artificiose, e di certo non mancheranno ripensamenti e nostalgie, ravvedimenti oppure altre ipocrisie, ma dal frastuono dei commenti espressi, con o senza ispirazione, manca una cosa molto importante e, a questo punto molto decisiva.

Va bene Nella, che è caduta restando ben salda sulle gambe, vanno bene i cospiratori che nel ruolo di Bruto sono stati perfetti, e le cause e le conseguenze delle loro azioni le dovranno spiegare agli elettori a cui andranno ad elemosinare il voto ma….ma le altre dove sono?

Per altre intendiamo le altre donne del PD Fermano, quelle che sono Consigliere Regionali e Provinciali, Sindaci o vice Sindaci di alcune città del territorio, Assessore o semplici Consigliere di quelle stesse città, quelle che avrebbero dovuto esprimere, non dico solidarietà, ma almeno vicinanza in nome di una appartenenza comune alle quote rosa, quelle stesse che sono bravissime a farsi fotografare in ogni circostanza ma poi incidono in nulla se si parla di politica o di strategie partitiche, le stesse che non uscendo allo scoperto stanno legittimando l’indiscusso potere maschile sulla politica Fermana, quelle che a questo punto sono da considerarsi solo tappezzeria o sorrisi pronti per la partenza del carnevale o della maratona.

Nella ha dimostrato di avere stoffa anche per tutte le altre, il fatto è che tutte le altre sembrano non capire che non è stato mandato via un sindaco, ma è stata negata ad una donna la soddisfazione di essere dimessa dopo un confronto, come se non la si considerasse degna di potersi difendere e questo se a molte piace per la solita storia per la quale sono le donne le peggiori nemiche delle donne, di contro fa capire come poco incidano le quote rosa se poi vengono elette persone che non sanno guardare i problemi nella loro essenza vera e non propagandistica.

Ora si andrà alle elezioni anche a Fermo, ma a questo punto mi chiedo a cosa servano le quote rosa se poi la prima donna sindaco di Fermo non riesce neppure ad avere la solidarietà femminile delle altre donne del suo stesso partito, o se le altre donne del suo stesso partito reputino più importante apparire sui giornali o alimentare sterili dibattiti sui social per testimoniare la loro scialba esistenza nella vita politica territoriale?

Nella tornerà alle sue cose private e siamo certi che in molti già la stiano rimpiangendo perché, come diceva qualcuno, si ha spesso la "nostalgia del presente", immaginiamoci di un presente senza le Altre!

Laura Gioventù

mercoledì 3 dicembre 2014

L’identità negata

CA Marche - 2 dicembre 2014 p.2

In tutto l’articolo si da per scontato che non esista la Provincia di Fermo, non la si cita neppure in un passaggio o per includerla, come appendice scomoda e urticante,  nella Provincia di Ascoli Piceno, come è stato per tanti anni, e per confermare che per tante situazioni la Provincia di Fermo non è mai esistita e continua a non esistere nonostante abbia un Presidente, un Vice Presidente ed altre cariche politico amministrative.

Che lo affermi il Sole 24 ore è una cosa, ma che lo sostenga, senza provarne nessuna vergogna o irritazione il giornale del territorio, ossia anche del Fermano con tanto di redazione e di edizione giornaliera  - quello stesso Fermano che viene decisamente negato nei fatti ma non quando si deve consumare giornalismo di bassa lega - fa pensare che non esista l’identità Fermana. E chi la volesse affermare è solo per parlarne in termini di poltrone e di incarichi politici, per il resto, tutto il resto, esiste un problema di identità negata che non sarà mai affermata se gli stessi Fermani lasciano che la cosa sia scontata e il vero problema siano le buche nella strada e semmai qualche granello di sabbia che il mare si è portato via con l’ultima mareggiata.

La gravità della situazione viene ingigantita, accresciuta, aumentata e svilita dalla assoluta mancanza di politici all’altezza, anche di un solo centimetro, che sappiano imporre alle fonti di informazione la presenza della Provincia Fermana non come un fatto incidentale, ma sostanziale. Questa mancanza di strateghi e di politici autorevoli si evidenzia ogni volta che nelle Marche si devono decidere le sorti della Regione, o anche solo che tipo di ricetta scegliere per un brodetto veramente Regionale e non solo territoriale, ovviamente compreso il Fermano.

Ci piacerebbe una trasversalità di intenti riguardo l’identità territoriale, ma sappiamo benissimo che tanti sono i paesi e tanti sono i campanili, e se non si arriva neppure a definire la costa Adriatica che bagna il Fermano - noi avevamo anche proposto un nome - oltre ad una necessità aziendale, immaginiamoci se si riuscirà ad avere l’orgoglio di sentirsi Fermani, di sentirsi parte del territorio e non solo gente anonima che passeggia stancamente sulla spiaggia senza neppure sentire il sapore di sale della famosa canzone.

Gioventù per San Giorgio
gioventupersangiorgio@gmail.com

giovedì 23 maggio 2013

Turismo congressuale, istruzioni per l’uso!




Ogni tanto, e per proporre qualcosa che sembri una cosa praticabile, si avanza l’ipotesi di un “turismo congressuale” come alternativa economica alla crisi che sta costringendo tutti a cercare sempre nuove possibilità di incassi e di mantenimenti occupazionali, ma purtroppo, almeno per il territorio Fermano, prima che il turismo congressuale possa diventare un settore da grandi numeri, di tempo ne dovrà passare, ma non è solo la disponibilità di tempo che serve, servono ben altre cose per poter iniziare a sperare in incassi economici ed occupazionali decenti.

Non basta avere una sala per proporsi come territorio congressualmente disponibile, anzi la sala, o per meglio dire le sale, sono forse la cosa meno determinante per i congressi, ovvio che abbiano la loro importanza ma se oltre le sale non si hanno i servizi collegati, se la città o il territorio non ha quel fascino necessario per convincere le aziende o le imprese, se oltre le sale non ci sono trasporti e strade necessarie, se oltre le sale non ci sono posti letto sufficienti o solo ristoranti aperti, se dopo le sale l’atmosfera non è gradevole e accogliente, si può sognare di tutto meno un turismo congressuale come panacea per tutti i mali, e non sarà il dilettantismo a risollevare le sorti di un territorio poco attrezzato allo scopo come il nostro. Per sviluppare un turismo congressuale degno di un minimo di rispettabilità serve professionismo e serietà di intenti, non bastano alcuni prodotti enogastronimici per diventare sedi richieste per convegnistica e congressistica regionale, nazionale o internazionale.

Di recente a Fermo, zona industriale Girola, si è inaugurato il nuovo “Fermo Forum”, struttura con destinazioni fieristico-congressuali ed ancora in rodaggio, ma ascoltando certe riflessioni degli operatori turistici del Fermano, non si ha la sensazione che possa da sola aprire la strada per un turismo congressuale di una certa ragion d’essere, non tanto per le sue ridotte dimensioni, ma perché intorno non ha le strutture ricettive all'altezza per poter ospitare avvenimenti o eventi superiori a certi numeri, che per ora sono veramente scarsi nel loro non essere interessanti per investimenti economici decisivi.
Per capire meglio si dovrebbe spiegare approfonditamente punto su punto, ma per semplificare stiamo parlando di una ricettività alberghiera risibile, che non ha quel numero di posti letto tali da potersi candidare per congressi che superino i 100/150 ospiti, oppure parliamo di mancanza di strutture operative di contorno che non ci sono proprio, come studi di promozioni aziendali, studi grafici specializzati, service scenotecnica audio-luci, società di interpretariato, accoglienza ospiti, trasporti e parcheggi oltre decine di strutture operative analoghe.

Non si creano le condizioni per un turismo congressuale in due giorni, non basta dire palazzo dei congressi per dare inizio ai convegni, e non è intellettualmente onesto parlarne solo per dire qualcosa che non sia mera propaganda elettorale, e questo vale per tutto il Fermano, Fermo e Porto San Giorgio compresi.

Il turismo congressuale ha un fatturato notevole ma non per tutti, per le grandi città e per i territori di tradizione di certo, per la presenza di figure professionali adeguate o per possibilità di collegare i congressi ad altre tipologie di turismo, non bastano i soliti politici locali senza conoscenza specifica per parlare di turismo congressuale, e prima di poterne parlare sarebbe indispensabile dare vita all'ipotesi organizzando almeno una conferenza dei servizi territoriali, altrimenti sono e resteranno solo belle intenzioni ma senza altra finalità diversa dalla propaganda elettorale.

Laura Gioventù

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LA LUCE E I SENTIERI
Associazione Culturale
info@lucesentieri.com

martedì 14 maggio 2013

Per Paolo Calcinaro...si può dare di più, crisi permettendo...


La politica vista attraverso lo sport del calcio, vittorie e sconfitte, regole del gioco, calci di rigore, Inni Nazionali e tempi supplementari, ritiri, allenamenti e ingaggi. Ne abbiamo parlato con Paolo Calcinaro, assessore allo sport e alle politiche sociali del Comune di Fermo e grande appassionato di sport.




giovedì 9 maggio 2013

Ciak...nel vuoto!


L’iniziativa è interessante anche se non originale, libri e film sono da sempre un binomio collaudato, in questo caso alla gradevolezza del libro si accompagna una presentazione sincera da parte del Prof. Buondonno, e per quello che riguarda il film, un Mastroianni superlativo appaga il bisogno di recitazione e non solo di comparsate cinematografiche, ma nonostante le premesse ed il contesto,qualcosa di questa manifestazione non è riuscita come avrebbe dovuto.

Occorre però fare una premessa “Urbana”, continuiamo a considerare Fermo come una città con un territorio molto esteso, con quartieri periferici e piccole frazioni, ovviamente anche un centro storico, ma nella realtà non è così. Da troppo tempo ormai la città di Fermo è solo quello che chiamiamo Centro Storico, le periferie o le frazioni sono troppo distanti e disperse fra loro, hanno non facili collegamenti con il centro e questo ci sta  convincendo che ormai Fermo non sia quella città grande di cui si parla, ma solo un piccolo borgo sulla collina.

Altra premessa è l’orario e la location di certe iniziative, troppo tardi per chi ha figli piccoli, oppure per gli anziani, i giovani forse non sono interessati al binomio film-libro, e poi è evidente una sorta di rassegnazione culturale che non facilita le persone ad entusiasmarsi per certi eventi, con il risultato che le manifestazioni sono sempre meno affollate e anche se le si organizza nel modo migliore, non raccolgono i partecipanti che dovrebbero, e questo incide sia sulla continuità di certi eventi sia sul loro grado di attrattiva che possono avere per gli sponsor privati, ed alla fine ci viene il dubbio che qualunque cosa si proponga non raccoglierà mai il pubblico,distratto da altre mille cose, che meriterebbe.

Queste due considerazioni sono alla base della nostra riflessione mentre assistevamo stasera alla presentazione di “Ciak, si legge”, perché nonostante Mastoianni, Tabucchi, Faenza, solo dieci, e dico 10 persone erano presenti all’ evento.

Potremmo discutere fino ai titoli di coda di Sostiene Pereira, ma la situazione non cambierebbe, dieci persone sono niente in confronto a quelle che sarebbero dovute arrivare, e se non vogliamo mettere la testa nella sabbia, sarebbe bene riflettere tutti insieme sul rapporto numero-evento, e porci le domande vere e non darci solo le risposte di comodo. La situazione culturale nel Fermano, ma specialmente nella città di Fermo, è spaventosamente drammatica, e non è colpa di Tizio o di Caio, è solo figlia di un atteggiamento che va scalfito, che va demolito prima che lui demolisca tutti noi, e che alla prossima proiezione si arrivi con la sala totalmente vuota.

Soluzioni pronte non credo ci siano, ma manca anche la voglia di affrontare il problema per come si dovrebbe, perché se da una parte è vero che la crisi ci sta abbrutendo tutti, dall’altra per uscire dalla crisi culturale servono tutti e non solo poche persone, magari contente di non avere scocciature nel doversi inventare cose nuove e vincenti, per cui io lancio il sasso nello stagno, sperando che altri lo raccolgano per discuterne tutti insieme….speriamo sia così e non come al solito che dopo due giorni è come se  non fosse successo nulla!

Il link dell'iniziativa Ciak, si legge!
http://www.informazione.tv/index.php?action=index&p=305&art=42861#.UYrtgaJHAas


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giovedì 4 ottobre 2012

“La Riviera dei Colli”

La Riviera dei Colli
Comunicato Stampa




Premesse e Scopi
  
La recente imposizione del Governo di ridurre le Province Italiane ha costretto gli amministratori delle tre Province delle Marche meridionali, Ascoli, Fermo e Macerata (rigorosamente in ordine alfabetico) a dover riconsiderare i tre territori come un solo territorio, molto più esteso, con l’accorpamento anche più numeroso in quanto al numero degli abitanti, ma decisamente diverso dal punto di vista degli agglomerati urbani che lo comporranno.
Nell’analizzare l’insieme della nuova mega Provincia, non si può non notare, come la percentuale maggiore dei suoi abitanti viva e produca principalmente a ridosso del litorale marino, sia per le migliori condizioni atmosferiche, sia per un sistema stradale che penalizza moltissimo tutta la parte a monte della Provincia, a causa di strade e collegamenti ferroviari poco funzionali per il movimento, sia delle merci sia delle persone.
La seconda considerazione è che, la grande densità abitativa del litorale, nei confronti di quella collinare - montana, determina un cambiamento degli equilibri urbani, fra i tre capoluoghi di provincia  esistenti, e le nuove realtà cittadine che ne stanno prendendo il posto. Nel prossimo futuro, e non tanto lontano, Ascoli verrà superata, sia per abitanti sia per capacità produttive e turistiche dall’accoppiata San Benedetto del Tronto-Grottammare, che già ora possono vantare insieme una popolazione di ben 63.914 abitanti, contro i soli 51.168 di Ascoli, con un saldo attivo di + 12.746 abitanti.
Stesso discorso vale per Macerata che, con i suoi 43.019 abitanti, è staccata dal duo Civitanova Marche – Porto Potenza Picena che, con i loro 56.897, la superano con un saldo attivo di +13.878.
Per quanto riguarda Fermo la situazione è, se possibile, ancora più squilibrata, perché con i suoi 37.834 abitanti, viene superata dal duo Elpidiense (Porto Sant’Elpidio - Sant’Elpidio a Mare) che insieme hanno 42.869 abitanti, per cui un +5.035. Se poi, a questi numeri, si volessero aggiungere quelli di Porto San Giorgio, il saldo attivo sarebbe ancora più evidente, in quanto Porto San Giorgio ha ben 16.384 abitanti.
Visti i numeri, non sarebbe difficile pronosticare un prepensionamento da capoluogo per le tre città storiche (Ascoli-Fermo-Macerata) e questo porrebbe però dei nuovi problemi di condivisione dei territori fra le nuove città emergenti. Problemi che, per quello che riguardano la costa “Fermana” potrebbero venir risolti da una proposta politico-territoriale nuova e realizzabile, a condizione che le diverse amministrazioni e i diversi “campanili” trovino gli accordi e le scelte comuni condivisibili e applicabili nel breve periodo.
La proposta potrebbe interessare i comuni seguenti: Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a Mare, Montegranaro, Monte Urano, Fermo, Porto San Giorgio e Pedaso, ossia i comuni che vanno dal Chienti all’Aso, un territorio così popolato che per l’insieme dei loro abitanti è da considerarsi una vera super città per quello che riguarda la Regione Marche, visto che stiamo parlando di ben 121.668 abitanti, molti di più della stessa Ancora.

La proposta è semplicemente quella di dare vita ad una “associazione fra comuni rivieraschi” che si potrebbe chiamare

“LA RIVIERA DEI COLLI”,

ossia una denominazione unica che sappia raccogliere, nel nome della migliore caratteristica ambientale delle Marche - i suoi meravigliosi colli - una sola struttura comune che raccolga al suo interno tutti gli attori principali del litorale Fermano. Una struttura comune per ideare, organizzare e realizzare iniziative culturali, turistiche, commerciali e promozionali allo scopo di ottimizzare e migliorare sia la logistica sia il calendario degli eventi, singoli ma anche comuni, fra le città stesse della Riviera dei Colli, usando una immagine collettiva, che possa permettere a tutto questo territorio - per ora unito anche con paesi della montagna che di certo non hanno i loro stessi problemi - di identificarsi attraverso una denominazione geografica significativa grazie alla quale proporsi in maniera più adeguata, più professionale ed innovativa, nel mercato del turismo mondiale, degli eventi fieristici e spettacolari, per i grandi eventi religiosi e sportivi, tramite sinergie e coordinamenti comuni e più adeguati per sfruttare al meglio tutte le risorse esistenti, e quelle che nel prossimo futuro si potrebbero realizzare.

Per cui una “Riviera dei Colli” con un'unica immagine, un’unica strategia turistica comune, un'unica centrale operativa per i grandi eventi o solo per la formazione del personale turistico necessario.
A questo scopo, l’Associazione Culturale “La Luce e i Sentieri” lancia la proposta, e si offre come strumento organizzativo, per una conferenza specifica fra amministratori, operatori culturali e turistici, aziende commerciali e industriali, per stabilire un percorso che porti alla fondazione della Riviera dei Colli.
Conferenza che, partendo proprio da quel nostro intento di andare oltre, possa raggiungere il risultato di associare i sette comuni sopra elencati, che possa essere la risposta migliore ad un accorpamento fra Province non da tutti auspicato, e che possa inoltre generare quelle sinergie economiche che i singoli comuni, agendo in proprio e sempre da soli, non potrebbero mai generare.

Proponiamo agli amministratori dei comuni interessati di farsi promotori in prima persona di questa conferenza programmatica, e non mancando né i luoghi né le buone intenzioni, possano dare vita da subito ad un tavolo di lavoro in quella direzione fornendo almeno un luogo fisico presso il quale svolgere la conferenza stessa.


La Luce e i Sentieri
Associazione Culturale
  ©  tutti i diritti riservati

Rassegna Stampa:
Pubblicato su ... laprimapagina.it e sul Corriere Adriatico Edizione di Fermo del 4/10/2012




martedì 14 giugno 2011

CRONACHE FERMANE

Lettera Aperta a Francesco Trasatti, 
Assessore alla Cultura del Comune di Fermo                              
di Laura Gioventù



Francesco Trasatti scrive: “Io al Comune questa settimana ci sono andato tutti i giorni con la mia macchina e l'unica agevolazione che ho è quella di un permesso per parcheggiare nei posti riservati di fronte al palazzo comunale. Venerdì ho preso la mia macchina per andare a rappresentare il Comune a San Benedetto del Tronto in una iniziativa letteraria e così sto continuando a fare sempre dove serve. Quanto a Broccoli, visto che mi sto interessando della questione come Assessore alla Cultura, vi informo che a carico del Comune la cosa viene a costare più o meno 30.000 Euro. A prescindere dall'aspetto politico della cosa (secondo me non è così che facciamo promozione al territorio e il programma, pur se importante, non si rivolge a quel target giovanile che invece serve per "svecchiare" Fermo), non ci sono proprio i soldi in bilancio e quel poco che c'è stato lasciato dalla precedente amministrazione preferirei darlo alle iniziative che l'associazionismo della nostra città ha messo in campo per l'estate. Comunque se qualcuno di voi ha delle idee migliori sulla questione sarò lieto di prenderle in considerazione e può venirmi a trovare in assessorato o scrivermi qui su FB, in privato o in pubblico. Un saluto.”
Domenica (12 giugno 2011) alle 19.12
http://www.facebook.com/home.php?sk=group_131264140268588


Avendo intervistato l’anno scorso e avendo visto di persona oltre all’assoluta professionalità del Professor Broccoli, sia la trasmissione, sia la grande affluenza del pubblico Fermano in molte puntate, mi è dispiaciuto sapere che la città di Fermo, tramite il suo assessore alla Cultura, non reputi tale trasmissione adatta come veicolo promozionale per il territorio Fermano stesso, ma molto di più mi sorprende come un assessore possa decidere, se una trasmissione radiofonica sia giusta, in via politica, per un ipotetico target giovanile che, a suo dire dovrebbe "svecchiare Fermo", senza dire cosa significhi la sua frase, se in merito ad una possibile invasione di turisti adolescenti oppure come reclusione per ogni cittadino non giovane che circoli per le strade del centro.
Ma a parte le riflessioni personali sulla trasmissione, che non solo a mio giudizio, ma per il giudizio di molti critici radiofonici nazionali, è da ritenersi fra le migliori possibili, sia per il suo scopo storico-didattico sia per la persona che la conduce, la cosa che mi ha fatto riflettere è la “tipologia” delle possibili scelte alternative che l’assessore, di recente nomina, intende fare, e cito testualmente…”preferirei darlo ( il denaro) alle iniziative che l'associazionismo della nostra città ha messo in campo per l'estate.”, a parte che quel …preferirei darlo…suona malissimo e sembra che l’assessore decida per come gli gira a lui singolarmente e non come decisione collegiale se dare o meno del denaro come se fosse il suo personale, e spero non sia così, ma si fa cenno ad un associazionismo della nostra città che sinceramente non riusciamo a vedere, ne come possibile strumento di promozione giovanile, ne come laboratorio culturale in grado di poter attirare l’interesse artistico di eventuali turisti. C’è nella frase una neppure tanto velata “Autarchia Culturale” molto pericolosa, si potrebbero scorgere cenni di protezionismo artistico nemico giurato della Cultura stessa come scambio di pensieri e di idee, sembra l’anticamera di una totale chiusura ad esperienze artistiche e a modelli culturali di altre città o Nazioni che non avremo mai il piacere di vedere a causa dei soldi che mancano, ma anche a causa di una totale mancanza di volontà di cercarne in maniera diversa dal solito. Oltretutto aprirsi all'esterno è vitale anche e specialmente alle associazioni locali che, senza un confronto con le altre esperienze culturali, potrebbero correre il rischio di inaridirsi culturalmente...
Non ci sono i soldi in bilancio, è vero, ma allora come possiamo continuare a garantire i servizi stradali, i servizi scolastici, gli asili anche se non ci sono i soldi? A livello culturale bisogna avere coraggio ed investire, esattamente come si investe negli altri settori pubblici. Come un servizio minimo urbano va garantito al di là dei soldi disponibili…anche un servizio minimo alla cultura dovrebbe essere altrettanto garantito.
 Nel messaggio che lo stesso assessore scrive, egli fa cenno ad ipotetici incontri privati o a invii di idee o di proposte che, semplici cittadini o forse associazioni , sempre della nostra città beninteso, possano avanzare, e su questo vorrei aprire un confronto serio. In genere chi si candida ha delle proprie idee e difficilmente lo si sceglie per idee che non ha, oltre tutto in questo caso la giovane età e l’esperienza maturata ci avevano illuso che il nuovo assessore potesse essere quel “nuovo” che aspettavamo, ma ora davanti a quelle parole ci dovremmo ricredere se, e lo dice lui stesso, dessimo a lui che dovrebbe averne, spunti o idee circa la sua specifica attività politico-amministrativa, ma oltre tutto c’è un aspetto molto delicato che l’assessore non tratta nella sua richiesta…posto che qualcuno abbia una idea brillante che si realizzi e grazie alla quale si riescano anche a farci degli incassi notevoli, alla persona che ha dato l’idea cosa si riconoscerà di materiale per averla data?, e non crediate sia un argomento da sottovalutare visto che le manifestazioni hanno costi e ricavi e sono spesso questi i motivi che stanno alla base della loro realizzazione.
Se da una idea originale ne nasce una manifestazione con ritorni economici, culturali e turistici per tutto il territorio e su cui altri lucrano, vorrei capire a che titolo si dovrebbero spendere le proprie idee senza percepire nulla? Non esiste un volontariato delle idee quando da queste nascono manifestazioni dalle quali altri ci guadagnano in termini economici e di prestigio personale.
Le idee originali sono un prodotto che come tale ha un mercato specifico soggetto alle leggi della domanda e dell’offerta. Per cui l’assessore chiedendo l’aiuto dei cittadini ha presente questa cosa oppure crede che le idee vengano regalate o peggio prese senza riconoscerne i diritti d’autore?
Mi piacerebbe che invece di chiedere singolarmente l’aiuto dei cittadini, l’assessore organizzasse un convegno aperto su questi temi, coinvolgendo tutte le associazioni del luogo, di modo che pubblicamente si possa decidere l’andamento culturale della città prossima a venire, e si riesca a superare quell’individualismo imperante per cui ogni associazione organizza micro iniziative senza una vera e propria programmazione coordinata costringendosi ad una condizione locale deleteria ed insuperabile...ed inoltre restando piccole le associazioni non riescono da sole ad intercettare quei finanziamenti possibili che migliorerebbero la situazione.
Forse in quel caso non sarebbero in pochi a chiedere di mantenere la collaborazione con Broccoli, forse per non ritrovarsi una tavola culturale priva di broccoli ma con tante verdure senza nessun sapore…. 


Post pubblicato su informazione.tv 

mercoledì 18 maggio 2011

CRONACHE DI FINE ELEZIONI



CRONACHE DI FINE ELEZIONI
I muscoli di Nella

di Laura Gioventù
  


Si parte!!!


Non ce lo aspettavamo ma le luci si sono spente senza neppure il bisogno di un ballottaggio. Neppure il tempo di ambientarci che la musica è finita, gli amici che se ne vanno verso le quotidiane importanze, e per tutti l’appuntamento è fra cinque anni. Non se lo aspettavano i tipografi pronti con altri “santini” da stampare, ne se lo aspettavano gli elettori da qualche settimana viziati per le continue attenzioni che i tanti candidati avevano verso di loro, e non se lo aspettavano neppure gli impiegati del Comune che ora devono sbrigarsi per ricevere il nuovo, la nuova sindaco della città. Confessiamolo, non ce lo aspettavamo e la cosa ci ha lasciati con la fame di parole che da una parte come dall’altra fluivano a torrenti in piena autunnale, e ci siamo rimasti male che non ci siano stati ulteriori giorni per “fare” politica, altri giorni per continuare a parlarsi addosso avendo l’impressione di dire parole importanti, e con la scusa delle riunione serali scoprire la città illuminata dalle stelle camminandoci dentro con una scusa che non era la solita. È come un urlo strozzato in gola, come una dichiarazione senza più innamorati, è come un colle oltre il quale qualcosa è finito e per il prossimo infinito ci toccherà aspettare altri anni, e per quando sarà avremo tutti altre stagioni sulle spalle e altre persone che ci riproveranno senza sapere cosa li aspetterà. E inevitabili le polemiche seguiranno, come schiuma del mare, il piroscafo che finita la crociera salpa per la navigazione amministrativa, e mentre il mare si richiude coprendone la scia si sente l’orchestrina che a bordo della nave sta suonando mentre il capitano, dritto sul cassero fuma la pipa, e stavolta è una capitana che ha muscoli d’acciaio e in questa alba di fine elezioni, mentre tutti noi salutiamo avversari e rivali, amici e compagni, estranei e conoscenti che con noi hanno viaggiato, sognando ed imprecando, guardando o applaudendo, fra le tante promesse elettorali, lei senza scomporsi per l’emozione della partenza, strilla in tono molto silenzioso, Fermani…"c’è un po’ di nebbia che annuncia il sole,  andiamo avanti tranquillamente."

venerdì 6 maggio 2011

TUTTI INSIEME ELETTORALMENTE

Tutti insieme elettoralmente
La carica dei 600
di Laura Gioventù



Da sinistra: 
Bianca M. Brillantini, Riccardo Properzi, Marco Gradassi, Daniele Colò, Luca Petruzzelli e Lucia Interlenghi


Le chiamano Campagne Elettorali, ma a volte sono delle vere e proprie battaglie campali, con tanto di armate e truppe, generali e soldati, strategie ed improvvisazione, intuito e mestiere. Nelle campagne elettorali appaiono sempre i generali, sono i condottieri che rappresentano gli eserciti quelli che parlano, vengono cercati, intervistati e fotografati. Abbiamo per primi formulato le nostre domande ai generali, in alcuni casi generalesse, e le abbiamo anche messe a confronto, ma qualcosa ancora non ci soddisfaceva nel voler spiegare questa campagna elettorale per le elezioni comunali di Fermo. C’era qualcosa che non capivamo, poi scorrendo l’elenco dei tanti candidati abbiamo capito. Mancava la voce di chi rappresenta la truppa, di coloro i quali si devono conquistare anche un solo voto, di chi mantiene la trincea accada quel che accada, e abbiamo capito che era a loro che dovevamo far domande, ai comuni candidati, alle seconde o terze linee delle liste presentate, a chi spesso deve sobbarcarsi l’onere della propaganda porta a porta senza andare in televisione da Vespa, a chi si fa il famoso “mazzo” per ottenere dei consensi. Per trovarli ed invitarli per un caffè collettivo ci abbiamo messo poco, sono stati tutti ben felici di confrontarsi, seduti al bar di Piazza del Popolo a Fermo, davanti ad un registratore e non sul palco e con la folla davanti, e abbiamo scoperto le brave persone che sono, e fra loro c’è stata una sorta di complicità che li accomunava, era la solidarietà del grado, dell’essere truppa anche se sotto bandiere diverse, e per loro, gli altri, non erano nemici ma semplici avversari da rispettare e a cui comunque stringere la mano. E se non ve ne eravate accorti a noi questi candidati sono molto piaciuti, e facciamo volentieri il tifo per tutti loro proprio in virtù di quell’essere normali persone che, con passione e sacrificio, si stanno dedicando al bene pubblico sapendo di non essere quelli del mega manifesto o quelli dalle tante interviste. Grazie ragazze e ragazzi, oltre ad aver fatto con soddisfazione una intervista collettiva ci siamo anche divertiti. Comunque vada sarà un successo diceva anni fa un comico di fama, e questa battuta si adatta perfettamente a queste persone e alla presente situazione. Magari in prossime tornate elettorali uno di loro sarà un assessore o magari anche il sindaco, forse lo meriterebbero fin da adesso per la passione con cui stanno affrontando questa sfida.

Grazie a tutti i candidati che hanno avuto la coscienza civica di presentarsi, è a tutti i 600 che è dedicata questa intervista collettiva!

Di seguito riportiamo i nomi dei candidati che hanno partecipato:

Bianca Maria Brillantini - Popolo della Libertà
Daniele Colò Partito Democratico
Marco GradassiItalia dei Valori  
Lucia InterlenghiSinistra Ecologia Libertà
Luca PetruzzelliFuturo e Libertà
Riccardo Porperzi - Lega Nord


Nota a margine: Prima di ogni domanda abbiamo inserito delle citazioni tratte dal nostro dossier "Candido ergo sum" relativo alle interviste rilasciate dai responsabili organizzativi dei vari partiti e delle liste civiche, prima della compilazione delle liste dei candidati per le elezioni comunali di Fermo 2011.


Pubblicato su Informazione.tv ... Prima parteSeconda parte ; Terza parte

Le risposte di Bianca Maria Brillantini - Popolo della Libertà

 
Bianca Maria Brillantini
38 anni
Libera professionista
Popolo della Libertà



“Non è vero che vi sia una così grande richiesta di candidature, a volte esse sono forzate, esclusivamente formali (per far numero); altre volte sono serie e credibili, sono preparate e vengono da lontano. A volte vincono i personaggi più strani…” (Renzo Interlenghi – PdCI)

DOMANDA 1
La vostra che tipo di candidatura è?

La mia candidatura non è da riempi lista. Probabilmente la mia prima candidatura proveniva da un numero non proprio completo per comporre la lista di appartenenza nelle amministrative del 2006 anche se comunque all’interno del nostro partito cerchiamo sempre di far entrare in lista gente che abbia un certo entusiasmo per il proprio territorio oltre che per la politica. La candidatura attuale invece proviene da una esperienza di cinque anni per cui il partito ritiene opportuno non farsi sfuggire quella che è un’esperienza acquisita, sicuramente da migliorare e da approfondire, perché nessuno è perfetto, ma sicuramente un’esperienza di cinque anni che ha portato dei buoni risultati per il territorio, perlomeno per la mia circoscrizione.


“Spesso però succede che ci si candida per avere una visibilità per le proprie professioni anche con la speranza di ottenere un domani dei benefici sul proprio lavoro grazie alle conoscenze ed alla possibilità di allargare il proprio pacchetto clienti.” (Mirko Steca – FLI)

DOMANDA 2
Oltre la spinta ideologica perché ci si butta nell’arena pur sapendo, anche, di non poter essere eletti? Chi e/o che cosa ve lo ha fatto fare? Lo si fa solo per spirito di sacrificio e per poter dare il proprio contributo di idee ad un livello più alto?
Che cosa crede o spera di guadagnarci e quanto ci perderà?


Credo che alla base di una candidatura ci siano molte motivazioni ma quella preminente, soprattutto per chi come me sono solo cinque anni che milita nella politica. Posso dire che all’inizio è stata la curiosità di vedere anche il tipo di ambiente e il tipo di mondo che ti si apre. Mondo inteso in tanti sensi, personale, civile, e anche mondo politico fine a se stesso. Quindi credo che la prima motivazione sia la curiosità di capire, ovviamente ci deve essere anche una spinta ideologica perché la curiosità vale poco se non hai un idea su cui credere e per cui lavorare a favore del territorio. Certamente ci si guadagna, a livello personale ci si guadagna in stima personale, è una questione di ambizione e di amor proprio perché comunque nella politica ti devi confrontare a tanti livelli, ti devi confrontare con il tuo stesso collega candidato così come ti devi confrontare con un candidato dell’opposizione e sopratutto ti devi confrontare con i cittadini che ti si propongono e che possono far parte della politica ma che sono anche semplici cittadini e che hanno comunemente le idee di chi vive la realtà quotidiana. E’ una sfida anche con se stessi e credo che questa sia una motivazione fortissima per chi si avvicina a questo mondo perché al di là del lavoro che fai ti aiuta ad avere una personalità diversa da quella che ognuno di noi esprime nel lavoro. Io vengo da un lavoro impiegatizio e sei sempre un po’ costretta in un certo ordine di idee, sei stipendiata e non puoi esprimerti liberamente anche per il tipo di lavoro, credo che la parte politica sia anche una parte di personalità e questo è un punto di forza. Cosa ci si possa perdere, credo nulla, perché comunque è una sfida con se stessi e come va va, bisogna accettare il risultato.


“..la scelta dei candidati deve avvenire soprattutto attraverso il grado di radicamento che le persone hanno nella loro comunità, quindi nel territorio.” (Giuseppe Buondonno – PD)

DOMANDA 3
A voi come vi hanno scelto, oppure vi siete proposti da soli? Hanno messo dentro solo quelli che voleva il partito in base ad una attenta selezione,  in base alle vostre capacità, in base hai voti che portereste portare, oppure si sono accontentati dei primi trentadue nomi che hanno trovato? L’attenta selezione tanto vantata nelle interviste del dossier sui candidati è rimasta soltanto un buon proposito perché si sono accorti che le belle intenzioni non bastavano …????
Perché dovremmo votarvi? Quali sono le caratteristiche che più vi contraddistinguono? Definitevi con tre aggettivi …

La candidatura mi è stata proposta dal partito per la semplice ragione che in questo primo mandato ho espresso tutte la mie motivazione nell’espletare l’incarico che mi è stato affidato dal partito con la prima candidatura grazie ai cittadini che mi hanno dato fiducia e che mi hanno chiesto con il loro voto di rappresentarli sul loro territorio. Credo che il partito abbia riconosciuto con la mia candidatura il lavoro svolto sul territorio. I tre aggettivi che mi contraddistinguono sono la trasparenza, la coerenza nell’esprimere le mie idee e i miei progetti per il mio territorio e soprattutto la forte motivazione. Vorrei fare riferimento alla candidata del SEL (Lucia Interlenghi) quando dice che sono ancora troppo poche le donne in politica, perché la motivazione per una donna deve essere tanta soprattutto per restare in politica. Entrare può anche essere facile, per uno spirito di curiosità, questa è una motivazione ovviamente personale che va unita al senso del dovere di poter servire la propria città, ma restare all’interno della politica per una donna non è affatto facile parchè comunque si deve combattere con i diversi ruoli che la donna riveste nella società e spesso la donna viene sottovalutata nelle proprie capacità anche imprenditoriali di se tessa. Secondo me la capacità imprenditoriale nella politica è essenziale e la donna la può esprimere molto bene. Spero che i cittadini capiscano veramente il valore della presenza dell’elemento femminile nell’amministrazione di una città perché la donna ci mette quella stessa sensibilità che ha per la propria famiglia e la città per una candidata donna è una famiglia allargata. Fermo è una famiglia allargata.


“Molte volte, ed è questo il bello della democrazia, vince chi ha i consensi e non chi ha le idee. …
La democrazia è questo. Qualcuno mi vorrebbe far credere che questa è un po’ la degenerazione della democrazia, cioè che quando la democrazia degenera valgono solo i numeri e poco le idee. Rispetto i bombardamenti dei media, rispetto a certe armi “scorrette” che vengono utilizzate in politica questo dà da riflettere, ma alla fine contano solo i numeri. Se noi accettiamo questo dato la democrazia è il 50+1% dei voti favorevoli e quindi dobbiamo inchinarci agli elettori. Non vince il più bravo, quello che ha più idee e che farà sicuramente più cose con impegno e capacità. Vince quello più mediatico. Vince quello che è più conosciuto, quello che ha più voti. Ma avere più voti non significa necessariamente avere più capacità: non farei mai l’equazione voti uguale capacità. (Adolfo Marinangeli – IDV)

DOMANDA 4
Se visibilità è uguale a possibilità di voto, a prescindere dalle capacità individuali,
quanto conta essere popolari?
Essere candidato significa farsi vedere, dimostrarsi visibile, voi che cosa vi siete inventati per esserlo sempre di più? Quante cene e quanti pranzi organizzate? Partecipate a comizi, dibattiti e incontri pubblici? Vi aiuta qualcuno a contattare la gente?


Infatti, premettendo che indipendentemente dalle proprie capacità, di sicuro una campagna elettorale basata su una buona pubblicità sortisce un effetto migliore perché è fondamentale avere idee e progetti per la propria città ma non riuscire a diffonderli in qualche maniera ti fa escludere a priori dalla competizione. La mia campagna elettorale ho pensato di gestirla all’inizio tramite face book perché comunque  è un canale di massa facilmente raggiungibile in qualsiasi momento ed in qualsiasi posto, poi ovviamente ho fatto i classici santini lasciati porta a porta e negli ultimi giorni ho pensato anche di utilizzare il canale della comunicazione radiofonica con degli spot ed anche il manifesto. Anche se sul manifesto ci sono ovviamente delle difficoltà per il numero di candidati…per cui cercherò di mantenere la correttezza e di non pestare i piedi agli altri. Non mi piace fare una campagna elettorale scorretta nei confronti dei miei colleghi della coalizione. Insomma una buona campagna elettorale gestita su più canali di comunicazione con l’intento di raggiungere tutti i diversi strati sociali della popolazione. Face book è più rivolto a un pubblico giovanile, il manifesto lo legge anche la persona anziana che passa per strana, ben tenendo presente però che se non c’è un lavoro fatto a monte, una tua messa in gioco precedente, una campagna elettorale mediatica poco fa. Se si viene già da una esperienza politica dove poco si è reso credo che il cittadino insomma non abbia gli occhi chiusi per cui potresti essere poco credibile se hai già avuto un’opportunità di lavorare per la città e non l’hai saputa sfruttare bene, nessuna campagna elettorale, per quanto mediatica possa essere, riesce a superare questo limite.


DOMANDA 5
Per Fermo c’è un alto numero di pretendenti (quasi 600 candidati)  e sarà una lotta senza esclusione di colpi. Come in tutte le competizioni, anche in quella elettorale è previsto che alla fine della gara ci saranno concorrenti che saliranno sul podio e altri no.
Quanti voti vi servono per diventare un Consigliere Comunale e quanti voti in più sperate di ricevere?


Onestamente non ne ho proprio idea, non me ne sono mai interessata. Credo che cambino anche in funzione del monte complessivo dei candidati…quest’anno sono diminuiti. Se non sbaglio il nostro ultimo candidato nella scorsa tornata amministrativa è entrato con 100 voti e forse quest’anno ne serviranno anche meno perché siamo meno candidati. Per i voti che spero di ricevere, io non mi fisso l’obiettivo del voto, spero di avere quel monte di voti che io so appartenere alla gente che veramente mi è stata accanto. Non ne sono tantissimi ma neanche pochi ma confermerebbero la stima che sino ad oggi mi hanno dimostrato…è il riconoscimento per le attività concrete svolte per il mio territorio  in questi cinque anni.  Avere quei voti lì, che non sono tantissimi, ripeto, e che forse probabilmente non saranno nemmeno sufficienti per essere eletta, per me sarebbe sufficiente.


DOMANDA 6
Come si supera la ritrosia di chiedere i voti agli amici, ai parenti, agli amici degli amici ed ai conoscenti? Sicuramente vi sarà capitato di restare infastiditi da persone che avevate perso di vista e che poi in prossimità della scadenza elettorale si sono fatti di nuovo vivi per chiedervi il voto ma ora che dall’altra parte ci siete voi come vi sentite? E chissà quanti di voi avranno buttato via i santini e cestinato immediatamente i volantini elettorali, ma ora che siete voi che li avete pagati vi dispiacerebbe vederli gettati via, come ci rimanete, che effetto vi fa?

Io in effetti non ho mai contattato persone che conoscevo ma nel tempo avevo perso di vista perché veramente sarebbe stato solo per la richiesta del voto. Mi avrebbe fatto piacere sentirle sicuramente ma proprio in quell’occasione non le avrei mai chiamate per non dare spunto a questa cosa. Non l’ho fatto la prima volta che mi sono candidata e non l’ho fatto nemmeno quest’anno. Ovviamente mi sono rivolta agli amici e alla famiglia in senso allargato (i parenti), perché non è così scontato che ti votino. La ritrosia credo la si può superare solo con molta ironia perché comunque dall’altra parte ti conoscono e quindi comprendono il tuo imbarazzo nel chiederli e quindi ti anticipano e magari sono loro che ti dicono …”tranquilla, tranquilla!” Per i santini io onestamente non li ho mai buttati, anche quando non ero candidata. Non ho precedenti appartenenze politiche ma onestamente ogni volta che me li davano non li ho mai buttati,  da entrambe le parti. Credo sia veramente la democrazia il fatto di voler conoscere le persone candidate che fanno parte dell’intero schieramento di destra e di sinistra. Il confronto è importantissimo, perché le idee le portano prima di tutto gli uomini e poi i partiti che sono composti di uomini, basta che le idee siano buone! E se buttassero via i miei santini mi dispiacerebbe.


DOMANDA 7
Quando finisce la “gavetta” in politica?

Penso proprio non finisca mai, è un continuo mutamento della società e di conseguenza della politica, ogni atto, ogni progetto, ogni idea è sempre nuova.


 “I partiti non ti vogliono perché se uno come me entra in un qualunque partito fa primo. I partiti ti mandano via, così come nella tua stessa coalizione, quando prendi molti voti e non rispondi a nessuno ti debbono far fuori. Sei scomodo, è normale. Qui c’è la caccia ... come per il prato inglese, a tagliarlo come uno va su … il problema grosso è questo. Più voti si hanno e più si prendono le bastonate. Chiunque vuole gestire il potere, destra e sinistra è indifferente. Gli altri sono solo soldati.” …. ”Se avrei voluto fare il soldatino lo avrei potuto anche fare, bastava che mi mettevo lì e stavo buono e zitto.” (Luciano Romanella Movimento Civico Pro Territorio Romanella e C.)

DOMANDA 8
Cosa ne pensate di questa dichiarazione?

Non credo sia una questione di voti, probabilmente è una questione di coerenza nelle idee. Io ho sempre pensato che non sia una buona norma uniformarsi alle idee perché comunque la società muta quindi, in linea di massima, è giusto essere ”elastici” nella propria visione delle idee per seguire le esigenze di una società mutevole ma a livello partitico la coerenza è assolutamente necessaria nel senso di appartenenza. Se tu hai un tuo senso di appartenenza hai una propria identità e ti puoi riconoscere nella società per cui vai a lavorare. Credo che non sia proprio un problema di voti, credo che sia proprio un problema di coerenza nel seguire le proprie idee probabilmente portate per altri scopi che spesso non coincidono con il bene comune.


"Per restare sempre dello stesso partito bisogna cambiare spesso opinione."
(Jean-Francois Paul Retz)

DOMANDA 9
Durante la campagna elettorale avrete degli input suggeriti dalla coalizione o dal partito…qual è la cosa che stona passando dall’ideologia ai fatti concreti? Un cavallo di battaglia della propaganda elettorale è il lavoro, come anche la questione sanità anche se in realtà né il lavoro né la sanità sono materie di competenza comunale…ma serve spesso solo per ingraziarsi gli elettori…

Il programma della nostra candidata sindaco per il centro destra è un programma che è stato portato avanti come sintesi dei programmi dell’intera coalizione. È un programma che non ha grandi pretese e che non fa grandi promesse per il territorio perché ovviamente ci sono limiti di budget di bilancio quindi è inutile fare una campagna elettorale con grandi sfarzosità quando poi sappiamo benissimo che non potranno essere concretizzate. Il lavoro e la sanità sono argomenti che vengono correlati al programma di base perché nella realizzazione delle opere comuni, se il cittadino vive bene in un territorio che lo fa vivere bene, si sviluppa anche il lavoro e l’economia e di conseguenza si vive bene per cui anche la sanità può avere un risvolto diverso. Benché queste due problematiche, il lavoro e la sanità, sono di competenza di altre istituzioni (provinciali e regionali) la classe politica che andrà a gestire questo territorio si può comunque far portavoce verso queste istituzioni preposte. È inteso solo in questo senso, e comunque no, non c’è nulla che stoni tra l’idea e la concretezza dei fatti. Ripeto, il nostro è un programma molto semplice che si avvicina al cittadino con semplicità.


“La donna…la donna…io sono un cultore delle donne….si dice…si sa...Romanella, le donne e quantaltro…ma in politica ci vuole la testa. Le belle donne non servono. Purtroppo io contesto questo fatto anche a livello nazionale. Capisco che una bella donna può essere più appetibile, ma in politica bisogna guardare la testa delle persone. Per quel che mi riguarda, nel mio movimento ho già tre quattro donne con grandi teste ma di aspetto normale. Non mi fido della bella donna….le belle donne servono in altri settori.” (Luciano Romanella – Movimento Civico PRO TERRITORIO Luciano Romanella e C.)
DOMANDA 10
Le donne e la politica, cosa ne pensate di questa dichiarazione?

Una donna in politica è qualcosa in più, quel quid necessario, quella sensibilità in più nel trattare certe tematiche specifiche come magari il sociale. La donna nella politica può dare molto, come ho già espresso prima, per quella sensibilità che ha nel trattare la propria famiglia e che manifesta nei vari aspetti della vita, lavorativo, di mamma, anche di figlia perché credo che nella politica la donna guardi la società come fosse l’allargamento della propria famiglia. La donna ha una praticità e una determinazione superiore accentuata  anche dal fatto che ci siano poche donne in politica. Quelle poche sono ancora più determinate perché vogliono dimostrare il valore della donna nella politica e nell’amministrazione di una qualsiasi istituzione per cui l’impegno che mettono è doppio.
Cosa dire in merito all’espressione citata? È disarmante, spero e mi auguro che non sia l’equazione “bella donna uguale stupida”. È una dichiarazione assolutamente inqualificabile … non trovo proprio le parole per definirla.


DOMANDA 11
Prima della fine di questa campagna elettorale che cosa potrebbe stravolgere, oltre ogni previsione, in maniera determinante il risultato elettorale, l’arrivo di un marziano, l’arrivo del Presidente della Repubblica oppure del nostro Presidente del Consiglio?

Penso che alla fine non incida. Non credo ci possa essere un ultimo evento in grado di poter condizionare la volontà del cittadino. Sono onesta, non è questo quello che cambia la volontà del cittadino. Il cittadino sa già cosa vuole, vuole la persona che gli è vicino. Sul territorio non si vota il partito, si vota la persona. Io sono fiera di appartenere al PDL e di far quarte di questo partito che ha come Presidente Silvio Berlusconi ma è sciocco dire che una presenza, seppur così importante, possa sviare la volontà di un cittadino. Il cittadino se è per il PDL vota PDL al di là che Silvio possa esserci o meno. Chi non è del PDL lo vota anche se non lo vede ma chi ha già deciso per chi voterà,  se dovesse arrivare il Presidente del Consiglio in persona non cambierebbe nulla perché non muoverebbe altre coscienze.

Le risposte di Daniele Colò - Partito Democratico


Daniele Colò
39 anni
Informatico
Partito Democratico



“Non è vero che vi sia una così grande richiesta di candidature, a volte esse sono forzate, esclusivamente formali (per far numero); altre volte sono serie e credibili, sono preparate e vengono da lontano. A volte vincono i personaggi più strani…” (Renzo Interlenghi – PdCI)

DOMANDA 1
La vostra che tipo di candidatura è?

Non credo di essere un candidato riempi lista. Sono stato designato dal mio circolo, io sono entrato nel Partito Democratico da esponente della società civile e sono stato eletto alle primarie. Come percorso normale di una evoluzione politica poi il circolo ha valutato quali potessero essere i candidati migliori e per questa zona di Fermo ha scelto me ritenendo la mia candidatura abbastanza forte. Sono d’accordo in parte con la frase che ci proponi, qualunque lista ovviamente ha il problema del riempi lista, forse i partiti più grandi non avranno di questi problemi perché hanno una base di iscritti sufficientemente ampia per completare le liste, ma immagino pure che possa essere un problema per i piccoli partiti.


“Spesso però succede che ci si candida per avere una visibilità per le proprie professioni anche con la speranza di ottenere un domani dei benefici sul proprio lavoro grazie alle conoscenze ed alla possibilità di allargare il proprio pacchetto clienti.” (Mirko Steca – FLI)

DOMANDA 2
Oltre la spinta ideologica perché ci si butta nell’arena pur sapendo, anche, di non poter essere eletti? Chi e/o che cosa ve lo ha fatto fare? Lo si fa solo per spirito di sacrificio e per poter dare il proprio contributo di idee ad un livello più alto?
Che cosa crede o spera di guadagnarci e quanto ci perderà?


Sostanzialmente è la passione che ti spinge a dare la disponibilità ad accettare una candidatura. Poi si cerca ovviamente di far si che le proprie idee per la città vangano realizzate, per cui mi batto per l’innovazione, per la trasparenza, per la promozione del merito e per la partecipazione. E poi anche il sostegno di tanti amici che si sono offerti, quando mi è stata proposta la candidatura, di darmi una mano; io ho tanti amici che mi hanno detto “se ci sei ti sosterremo”.Personalmente non ho nulla da guadagnarci, ma soltanto da rimetterci. Spero però che ne abbia qualcosa da guadagnarci la città. Da perderci ho tutto, sicuramente il tempo che sacrifico per la politica e per questa campagna elettorale è tempo sottratto al lavoro, sono un imprenditore, e soprattutto è tempo tolto alla famiglia, ho anche un bimbo piccolo, e spesso faccio fatica…ecco, oggi sono in giro per la campagna elettorale mentre mia moglie è a spasso con nostro figlio da qualche altra parte e francamente la cosa mi pesa!


“..la scelta dei candidati deve avvenire soprattutto attraverso il grado di radicamento che le persone hanno nella loro comunità, quindi nel territorio.” (Giuseppe Buondonno – PD)

DOMANDA 3
A voi come vi hanno scelto, oppure vi siete proposti da soli? Hanno messo dentro solo quelli che voleva il partito in base ad una attenta selezione,  in base alle vostre capacità, in base hai voti che portereste portare, oppure si sono accontentati dei primi trentadue nomi che hanno trovato? L’attenta selezione tanto vantata nelle interviste del dossier sui candidati è rimasta soltanto un buon proposito perché si sono accorti che le belle intenzioni non bastavano …????

Perché dovremmo votarvi? Quali sono le caratteristiche che più vi contraddistinguono? Definitevi con tre aggettivi …

Il Pd è il primo partito a Fermo come consenso e da questo deriva l’aver fatto una lista molto forte. Le candidature non sono lasciate al caso, basta scorrere l’elenco dei nomi dei candidati per capirlo. Ogni  candidatura è stata oggetto di una attenta selezione ed io sono stato scelto per le competenze e soprattutto per quello che ho dimostrato in questi anni nel partito e anche fuori, il mio impegno nella società civile è poi il motivo per cui ho fatto parte della costituente del Partito Democratico. Se devo trovare tre aggettivi per definirmi direi onesto, coerente e competente per quello che riguarda i settori e le idee che voglio portare nel mio Comune nell’ambito dell’innovazione, dell’ambiente e della promozione del merito.


“Molte volte, ed è questo il bello della democrazia, vince chi ha i consensi e non chi ha le idee. …
La democrazia è questo. Qualcuno mi vorrebbe far credere che questa è un po’ la degenerazione della democrazia, cioè che quando la democrazia degenera valgono solo i numeri e poco le idee. Rispetto i bombardamenti dei media, rispetto a certe armi “scorrette” che vengono utilizzate in politica questo dà da riflettere, ma alla fine contano solo i numeri. Se noi accettiamo questo dato la democrazia è il 50+1% dei voti favorevoli e quindi dobbiamo inchinarci agli elettori. Non vince il più bravo, quello che ha più idee e che farà sicuramente più cose con impegno e capacità. Vince quello più mediatico. Vince quello che è più conosciuto, quello che ha più voti. Ma avere più voti non significa necessariamente avere più capacità: non farei mai l’equazione voti uguale capacità. (Adolfo Marinangeli – IDV)

DOMANDA 4
Se visibilità è uguale a possibilità di voto, a prescindere dalle capacità individuali,
quanto conta essere popolari?
Essere candidato significa farsi vedere, dimostrarsi visibile, voi che cosa vi siete inventati per esserlo sempre di più? Quante cene e quanti pranzi organizzate? Partecipate a comizi, dibattiti e incontri pubblici? Vi aiuta qualcuno a contattare la gente?


Le modalità della mia campagna elettorale sono due. La prima è la rete, sono un blogger abbastanza seguito, ho un sito www.danielecolo.it che fa un discreto numero di contatti, i social network dove ho sperimentato banner pubblicitari, e poi mantengo i contatti tramite mail e face book . La seconda, sicuramente importante almeno quanto la prima, è il contatto personale. Gli amici quindi ma anche le iniziative elettorali che il partito organizza, alcune che ho contribuito io stesso ad organizzare. Faccio due esempi, abbiamo fatto una campagna di ascolto trasversale al centro sinistra con modalità abbastanza nuove e con cui abbiamo acquisito le idee dei cittadini e si chiamava “afFermo un’ide”a per cui tramite la rete o semplicemente alle assemblee pubbliche con la consegna di fogli da compilare abbiamo raccolto le proposte dei cittadini e alla fine abbiamo presentato i risultati tramite una assemblea pubblica. Quando il cittadino ti consegna la scheda con l’idea e tu hai modo di parlarci è un’importante occasione di incontro. Poi ho organizzato un’altra iniziativa pubblica con un candidato di SEL e con un candidato dell’IDV e poi c’è anche il passa parola, il porta a porta e gli aperitivi elettorali…le cene no, per questione di budget! Ad aiutarmi è un gruppo di amici, gli amici di sempre che mi danno una mano a gestire la parte del contatto fisico, quella online la faccio da solo e posso dire che al di là di quelli che saranno i risultati elettorali, dal punto di vista umano, è una bella esperienza.


DOMANDA 5
Per Fermo c’è un alto numero di pretendenti (quasi 600 candidati)  e sarà una lotta senza esclusione di colpi. Come in tutte le competizioni, anche in quella elettorale è previsto che alla fine della gara ci saranno concorrenti che saliranno sul podio e altri no.
Quanti voti vi servono per diventare un Consigliere Comunale e quanti voti in più sperate di ricevere?


Fortunatamente nel PD ne servono tanti perché nei partiti più grandi inevitabilmente i consensi sono maggiori e anche il numero di voti necessario per essere eletti è maggiore. Ma è anche vero che è più semplice prendere i voti perché se, facendo un conto, su tre persone che incontro una vota PD nella città di Fermo. Il simbolo tira ed ha un certo seguito, poi quanti voti servano non lo so con precisione comunque indicativamente più di cento. A me continuamente chiedono a quanti voti sono arrivato…come se uno tenesse il conto segnandoseli. Io non ne ho idea, spero stanti, ogni volta che consegno un santino ti dicono tutti che ti voteranno poi però minimo bisogna dividere per quattro il numero di tutti quelli che ti hanno detto sì. Io ne ho fatti parecchi anche se a me dispiace vedere tutta questa carta sprecata ma, nell’ottica delle economie di scala, più ne stampi e meno costa, farne fare mille, duemila o tremila ha sempre lo stesso costo per cui…e sono convinto che non serva a niente farne molti se poi li si lasciano casualmente qua e là nei bar, nei locali oppure nelle cassette della posta. Il santino serve invece come promemoria alle persone con le quali si è parlato e alle quali hai dimostrato di essere una persona credibile altrimenti sono inutili.


DOMANDA 6
Come si supera la ritrosia di chiedere i voti agli amici, ai parenti, agli amici degli amici ed ai conoscenti? Sicuramente vi sarà capitato di restare infastiditi da persone che avevate perso di vista e che poi in prossimità della scadenza elettorale si sono fatti di nuovo vivi per chiedervi il voto ma ora che dall’altra parte ci siete voi come vi sentite? E chissà quanti di voi avranno buttato via i santini e cestinato immediatamente i volantini elettorali, ma ora che siete voi che li avete pagati vi dispiacerebbe vederli gettati via, come ci rimanete, che effetto vi fa?

Come si supera? È difficile, io per natura sono una persona molto timida. Agli amici lo dico molto tranquillamente e pure ai conoscenti, ci parlo e comunico di essermi candidato e che mi farebbe piacere avere il loro sostegno, ma al di là di questo evito di telefonare o di scrivere a gente che magari non sento da molto o che non conosco. È un imbarazzo per me ma anche per loro, fortunatamente ho tanti amici e faccio parte di diverse associazioni per cui sono abbastanza avvantaggiato sotto questo aspetto… i volantini in linea di massima non li ho cestinati, poi la carta in casa si ammucchia, ho il cesto della differenziata che alla fine si riempie e dopo tre o quattro mesi butto tutto, però per curiosità li tengo, anche adesso li tengo, li prendo al bar, me li mettono nella cassetta della posta. Li tengo perché alla fine è una cosa che mi diverte e apprezzo l’impegno anche di gente che non la pensa come me perché comunque c’è la passione. Magari ci sarà pure ma non credo ci sia qualcuno che faccia politica a livello comunale con qualche interesse ed io apprezzo l’impegno di chiunque, qualunque sia lo schieramento.


DOMANDA 7
Quando finisce la “gavetta” in politica?

Spero che non finisca mai, la gavetta intesa come periodo in cui si ha da imparare credo non finisca mai!


 “I partiti non ti vogliono perché se uno come me entra in un qualunque partito fa primo. I partiti ti mandano via, così come nella tua stessa coalizione, quando prendi molti voti e non rispondi a nessuno ti debbono far fuori. Sei scomodo, è normale. Qui c’è la caccia ... come per il prato inglese, a tagliarlo come uno va su … il problema grosso è questo. Più voti si hanno e più si prendono le bastonate. Chiunque vuole gestire il potere, destra e sinistra è indifferente. Gli altri sono solo soldati.” …. ”Se avrei voluto fare il soldatino lo avrei potuto anche fare, bastava che mi mettevo lì e stavo buono e zitto.” (Luciano Romanella Movimento Civico Pro Territorio Romanella e C.)

DOMANDA 8
Cosa ne pensate di questa dichiarazione?

Non sono d’accordo su niente, nemmeno sul congiuntivo. Se ovviamente uno ha idee di fondo coerenti con quelle del partito non è vero che non ti vogliono, anzi, se addirittura porti parecchi voti ti cercano, quindi è esattamente il contrario. Se non ti vogliono un motivo ci sarà, non è nemmeno una questione di essere o meno “scomodi”. A me è capitato non essere d’accordo con la linea generale del mio partito ma il bello dei partiti politici è proprio la discussione poi si fa una sintesi e da quella si da una linea politica. Ed è ovvio che se uno non rappresenta nulla delle idee di quel partito non deve starci dentro…


"Per restare sempre dello stesso partito bisogna cambiare spesso opinione."
(Jean-Francois Paul Retz)

DOMANDA 9
Durante la campagna elettorale avrete degli input suggeriti dalla coalizione o dal partito…qual è la cosa che stona passando dall’ideologia ai fatti concreti? Un cavallo di battaglia della propaganda elettorale è il lavoro, come anche la questione sanità anche se in realtà né il lavoro né la sanità sono materie di competenza comunale…ma serve spesso solo per ingraziarsi gli elettori…

Il centro sinistra avendo trovato presto un candidato ed avendo iniziato a lavorare subito ha avuto modo di preparare un programma, che poi è l’evoluzione del programma del 2006, che rappresentasse tutti e su cui è stata fatta la sintesi delle idee di tutti, anche quelle dei cittadini che abbiamo raccolto tramite una campagna di ascolto. Magari su delle piccole cose si può anche essere in disaccordo, devo però riconoscere che è stato fatto un gran lavoro di grande unità e questo possono confermarlo anche gli altri candidati del centro sinistra presenti stasera, non abbiamo avuto problemi e screzi e se poi magari c’è qualche piccolo disaccordo penso rientri nella natura delle cose, ma in linea di massima è stato fatto un gran bel lavoro!


“La donna…la donna…io sono un cultore delle donne….si dice…si sa...Romanella, le donne e quantaltro…ma in politica ci vuole la testa. Le belle donne non servono. Purtroppo io contesto questo fatto anche a livello nazionale. Capisco che una bella donna può essere più appetibile, ma in politica bisogna guardare la testa delle persone. Per quel che mi riguarda, nel mio movimento ho già tre quattro donne con grandi teste ma di aspetto normale. Non mi fido della bella donna….le belle donne servono in altri settori.” (Luciano Romanella – Movimento Civico PRO TERRITORIO Luciano Romanella e C.)
DOMANDA 10
Le donne e la politica, cosa ne pensate di questa dichiarazione?


Più la partecipazione femminile nella politica è ampia e più ci guadagniamo tutti quanti. Credo che il motivo fondamentale per cui ci siano ancora così poche donne in politica derivi dal fatto che purtroppo la donna è ancora, perlomeno nel nostro paese, costretta a fare il doppio lavoro, deve pensare alla casa, ai figli, deve lavorare perché con uno stipendio solo non si va avanti per cui capisco come sia molto difficile aggiungere un ulteriore impegno in politica. Purtroppo la politica non aiuta, un comune come  quello di Fermo ha un solo asilo nido comunale, ed anche una certa arretratezza culturale fa si che poche donne si impegnino in politica. Vedo comunque dei segnali positivi, perché in qualunque modo vada credo che avremmo un sindaco donna, nelle liste vedo una grande presenza femminile e quest’anno un’ampia presenza anche di giovani. Sono segnali positivi, poi sinceramente non ho mai guardato la provenienza delle idee, se venivano da un uomo oppure da una donna ma ho sempre badato al fatto che fossero buone idee. La frase citata ovviamente non la commento….


DOMANDA 11
Prima della fine di questa campagna elettorale che cosa potrebbe stravolgere, oltre ogni previsione, in maniera determinante il risultato elettorale, l’arrivo di un marziano, l’arrivo del Presidente della Repubblica oppure del nostro Presidente del Consiglio?

Vista la situazione che c’è a Fermo noi vinceremo sicuramente le elezioni al primo turno pertanto qualunque nome arrivi, con il centro sinistra unito ed il centro destra esploso, a questo punto non cambièrà il corso degli eventi, nemmeno l’arrivo di un marziano. Arriva Renzo Bossi…

Le risposte di Marco Gradassi - Italia dei Valori



Marco Gradassi
33 anni
Avvocato
Italia dei Valori



“Non è vero che vi sia una così grande richiesta di candidature, a volte esse sono forzate, esclusivamente formali (per far numero); altre volte sono serie e credibili, sono preparate e vengono da lontano. A volte vincono i personaggi più strani…” (Renzo Interlenghi – PdCI)

DOMANDA 1
La vostra che tipo di candidatura è?

Io milito da un paio d’anni nell’Italia dei Valori del Fermano e per me è stato un onore potermi candidare a Fermo. Vivo a Fermo da diversi anni, penso sia giunto il momento di fare qualche cosa per la mia città ed ho deciso di candidarmi per dare il mio contributo.


 “Spesso però succede che ci si candida per avere una visibilità per le proprie professioni anche con la speranza di ottenere un domani dei benefici sul proprio lavoro grazie alle conoscenze ed alla possibilità di allargare il proprio pacchetto clienti.” (Mirko Steca – FLI)

DOMANDA 2
Oltre la spinta ideologica perché ci si butta nell’arena pur sapendo, anche, di non poter essere eletti? Chi e/o che cosa ve lo ha fatto fare? Lo si fa solo per spirito di sacrificio e per poter dare il proprio contributo di idee ad un livello più alto?
Che cosa crede o spera di guadagnarci e quanto ci perderà?

Intorno a me vedo ragazzi completamente disillusi che non hanno più speranza nella politica. Questo è il motivo per cui ho voluto fare questo tentativo di candidarmi. Moltissimi pensano “… ma tanto le cose funzionano così, tanto va tutto così” e quindi davanti ad un problema che può essere risolto utilizzando dei valori seri e delle idee nuove si pensa sempre sia impossibile cambiare il sistema. È questo il motivo per cui io sono qui, perché voglio dare una speranza alle persone che mi stanno vicino e che conosco ... mi riferisco alla politica fatta dal PDL e dalla LEGA NORD, una la politica che si basa sulla sottomissione e sulla paura. Io mi voglio battere contro questo sistema. Quello che ho da guadagnarci e da perdere? Poco, è poco sia quello che ci si potrebbe guadagnare sia quello che si potrebbe perdere…ci potrei perdere in popolarità con tutte quelle persone che non la pensano come me come ci potrei guadagnare con tutti quelli che sono della mia stessa idea, ma è un guadagno relativo visto che stiamo parlano di elezioni locali.


 “..la scelta dei candidati deve avvenire soprattutto attraverso il grado di radicamento che le persone hanno nella loro comunità, quindi nel territorio.” (Giuseppe Buondonno – PD)

DOMANDA 3
A voi come vi hanno scelto, oppure vi siete proposti da soli? Hanno messo dentro solo quelli che voleva il partito in base ad una attenta selezione,  in base alle vostre capacità, in base hai voti che portereste portare, oppure si sono accontentati dei primi trentadue nomi che hanno trovato? L’attenta selezione tanto vantata nelle interviste del dossier sui candidati è rimasta soltanto un buon proposito perché si sono accorti che le belle intenzioni non bastavano …????

Perché dovremmo votarvi? Quali sono le caratteristiche che più vi contraddistinguono? Definitevi con tre aggettivi …

La mia candidatura è stata una scelta che non è venuta subito, io sono un indipendente, non sono tesserato con l’Italia dei Valori ma milito nel partito da due anni. Ho un ottimo rapporto con tutte le persone che fanno parte dell’IDV e condivido con loro moltissime cose che vanno dall’energia al NON nucleare, dalla trasparenza e dalla legalità nelle pubbliche amministrazioni. È questo quello che mi lega a loro oltre al rapporto di amicizia che si è creato in questi anni e quindi la candidatura è stata una scelta fatta insieme, fatta in concerto. Io sono una persona molto disponibile con gli altri, se uno mi chiede una cosa cerco di ascoltarlo e seguirlo ed il lavoro che faccio ne è la prova, e poi ho moltissime idee…forse a volte anche troppe ed ho molta voglia di realizzarle, do tutto me stesso per metterle in pratica…poi farsi i complimenti da solo non è bello…


 “Molte volte, ed è questo il bello della democrazia, vince chi ha i consensi e non chi ha le idee. …
La democrazia è questo. Qualcuno mi vorrebbe far credere che questa è un po’ la degenerazione della democrazia, cioè che quando la democrazia degenera valgono solo i numeri e poco le idee. Rispetto i bombardamenti dei media, rispetto a certe armi “scorrette” che vengono utilizzate in politica questo dà da riflettere, ma alla fine contano solo i numeri. Se noi accettiamo questo dato la democrazia è il 50+1% dei voti favorevoli e quindi dobbiamo inchinarci agli elettori. Non vince il più bravo, quello che ha più idee e che farà sicuramente più cose con impegno e capacità. Vince quello più mediatico. Vince quello che è più conosciuto, quello che ha più voti. Ma avere più voti non significa necessariamente avere più capacità: non farei mai l’equazione voti uguale capacità. (Adolfo Marinangeli – IDV)

DOMANDA 4
Se visibilità è uguale a possibilità di voto, a prescindere dalle capacità individuali,
quanto conta essere popolari?
Essere candidato significa farsi vedere, dimostrarsi visibile, voi che cosa vi siete inventati per esserlo sempre di più? Quante cene e quanti pranzi organizzate? Partecipate a comizi, dibattiti e incontri pubblici? Vi aiuta qualcuno a contattare la gente?


Per contattare la gente mi aiutano gli amici e le persone vicine … io non ho una macchiana politica che lavora per me. Internet sinceramente non lo uso anche perché per le campagne comunali alla fine l’elettore vuole parlare fisicamente con te, ti vuole vedere personalmente. La rete potrebbe darmi ulteriore visibilità ma alla fine ho fatto solo i santini e tra l’altro ce li ho ancora tutti in macchina. Per il momento ho solamente parlato con le persone cercando di capire quelle che sono le esigenze della gente e quello che può fare un Comune per loro perché se sono candidato per le comunali non posso risolvere i problemi dell’economia nazionale. Spesso arriva gente che ti chiede cose che non c’entrano nulla ma tu le stai a sentire ugualmente. La cosa che più mi ha colpito in questa mia prima campagna elettorale è che le persone hanno bisogno di essere ascoltate, ti raccontano le loro vicende, quello che succede ai figli e questa è la parte più umana, poi c’è la parte tecnica per cui finito di ascoltare si cerca di rispondere  spiegando che per certi problemi  il comune potrebbe fare questo e quest’altro. Che cos’è che non ha fatto per te fino ad oggi? Nono ha fatto questo e questo. E perché non lo ha fatto? Perché ci sono molte persone incompetenti, perché non ci hanno pensato e così via. Dopo aver ascoltato i problemi cerco di spiegare quello che il comune potrebbe fare per il cittadino. Un po’ si smontano perché effettivamente sperano che gli possa risolvere molte più cose però poi uno cerca sempre di essere concreto e onesto …”guarda questo è quello che possiamo fare noi poi per il resto c’è lo psicologo … questo è il numero!”.  Bisogna essere molti disponibili e cercare di capire… io non ambisco a tantissimi voti …


DOMANDA 5
Per Fermo c’è un alto numero di pretendenti (quasi 600 candidati)  e sarà una lotta senza esclusione di colpi. Come in tutte le competizioni, anche in quella elettorale è previsto che alla fine della gara ci saranno concorrenti che saliranno sul podio e altri no.
Quanti voti vi servono per diventare un Consigliere Comunale e quanti voti in più sperate di ricevere?


Di voti ne servono sicuramente più di cento…figuriamoci poi, io punto all’assessorato quindi spero di riceverne molti ma molti di più. Anzi, ci spero proprio, ne abbiamo parlato…


DOMANDA 6
Come si supera la ritrosia di chiedere i voti agli amici, ai parenti, agli amici degli amici ed ai conoscenti? Sicuramente vi sarà capitato di restare infastiditi da persone che avevate perso di vista e che poi in prossimità della scadenza elettorale si sono fatti di nuovo vivi per chiedervi il voto ma ora che dall’altra parte ci siete voi come vi sentite? E chissà quanti di voi avranno buttato via i santini e cestinato immediatamente i volantini elettorali, ma ora che siete voi che li avete pagati vi dispiacerebbe vederli gettati via, come ci rimanete, che effetto vi fa?

Consegnare il santino a me mette un po’ in imbarazzo, sembra quasi che uno debba andare a promuovere qualcosa, io penso sia meglio una chiacchierata in modo che la persona si avvicini all’argomento con frasi del tipo….” visto che ci stanno le elezioni…sai che sono candidato?” non glielo dici prima, ma lo fai dire alla persona in modo tale da aggirare il problema, faccio in modo da far cascare in discorso l’argomento con frasi del tipo “ …giustappunto volevo dirti che mi sono candidato …”. A parte gli scherzi, la ritrosia si supera con la volontà di diventare Consigliere oppure Assessore, anche Vice Sindaco se vuoi … insomma, uno che ha questi desideri la supera logicamente con la determinazione e poi credo che i santini debbano essere dati all’ultimo momento perché se li consegni troppo presto corri il rischio che li buttino via mentre se vengono consegnati all’ultimo momento l’elettore potrebbe trovarseli in tasca proprio per usarlo mentre vota. Il santino deve essere usato proprio come ultima spiaggia ….


DOMANDA 7
Quando finisce la “gavetta” in politica?

Quando la finisco te lo dico, non lo so!


 “I partiti non ti vogliono perché se uno come me entra in un qualunque partito fa primo. I partiti ti mandano via, così come nella tua stessa coalizione, quando prendi molti voti e non rispondi a nessuno ti debbono far fuori. Sei scomodo, è normale. Qui c’è la caccia ... come per il prato inglese, a tagliarlo come uno va su … il problema grosso è questo. Più voti si hanno e più si prendono le bastonate. Chiunque vuole gestire il potere, destra e sinistra è indifferente. Gli altri sono solo soldati.” …. ”Se avrei voluto fare il soldatino lo avrei potuto anche fare, bastava che mi mettevo lì e stavo buono e zitto.” (Luciano Romanella Movimento Civico Pro Territorio Romanella e C.)

DOMANDA 8
Cosa ne pensate di questa dichiarazione?

Io credo che il lavoro del politico si sviluppi su due fronti, il primo è quello della ricerca dei voti, il secondo  è quello del’attività politica che deve svolgere la persona votata all’interno delle istituzioni. Se una persona che ha molti voti non ha l’autorevolezza per poter rappresentare le persone che l’hanno votata è un problema suo e non delle istituzioni. Il politico deve avere due capacità, quella di prendere i voti e quella di riuscire a rappresentare le persone che lo hanno votato…


"Per restare sempre dello stesso partito bisogna cambiare spesso opinione."
(Jean-Francois Paul Retz)

DOMANDA 9
Durante la campagna elettorale avrete degli input suggeriti dalla coalizione o dal partito…qual è la cosa che stona passando dall’ideologia ai fatti concreti? Un cavallo di battaglia della propaganda elettorale è il lavoro, come anche la questione sanità anche se in realtà né il lavoro né la sanità sono materie di competenza comunale…ma serve spesso solo per ingraziarsi gli elettori…

Il nostro programma che poi è condiviso con il PD e con il SEL è frutto di un’analisi e di uno studio che viene da lontano. Logicamente tutte le idee devono essere messe in relazione con le singole problematiche perché possono essere previste tante cose in un programma poi capita un problema e il programma viene stravolge. Mi sento di condividere la frase della domanda, logicamente i nuovi problemi e le nuove esigenze devono essere messe in relazione con le proposte che uno ha in una sorta di sinergia tra le idee e le problematiche da risolvere.


“La donna…la donna…io sono un cultore delle donne….si dice…si sa...Romanella, le donne e quantaltro…ma in politica ci vuole la testa. Le belle donne non servono. Purtroppo io contesto questo fatto anche a livello nazionale. Capisco che una bella donna può essere più appetibile, ma in politica bisogna guardare la testa delle persone. Per quel che mi riguarda, nel mio movimento ho già tre quattro donne con grandi teste ma di aspetto normale. Non mi fido della bella donna….le belle donne servono in altri settori.” (Luciano Romanella – Movimento Civico PRO TERRITORIO Luciano Romanella e C.)

DOMANDA 10
Le donne e la politica, cosa ne pensate di questa dichiarazione?

… devo riflettere sulla risposta che sto per dare altrimenti non mi votano le donne … (soride) …allora, a livello di propaganda elettorale bisogna per forza dire che la donna deve essere presene nella politica perché è importante e così via … quello che penso invece è che il ruolo della donna è stato completamente distorto. Io sono contro il femminismo anni settanta, credo abbia fatto solo danni perché il ruolo della donna è stato completamente travisato a danno della donna stessa e della società. E per quanto riguarda le donne in politica penso sia giusto che le donne facciano parte della vita politica perché la donna ha gli stessi diritti dell’uomo ma ha diverse attitudini per cui logicamente la donna si deve occupare delle questioni che rientrano nelle predisposizioni che non appartengono all’uomo e l’uomo si deve occupare delle questioni che rientrano nelle attitudini che non ha la donna. Poi penso anche che ci siano donne belle e stupide, donne belle ed intelligenti, donne brutte e stupide e donne brutte ed intelligenti.

DOMANDA 11
Prima della fine di questa campagna elettorale che cosa potrebbe stravolgere, oltre ogni previsione, in maniera determinante il risultato elettorale, l’arrivo di un marziano, l’arrivo del Presidente della Repubblica oppure del nostro Presidente del Consiglio?

Se dovesse venire Berlusconi basta che non si porti Gheddafi … e siamo tutti contenti! (sorride)

Le risposte di Lucia Interlenghi - Sinistra Ecologia Libertà


Lucia Interlenghi
48 anni
Insegnante di L2 (Italiano per stranieri)
Sinistra Ecologia Libertà



“Non è vero che vi sia una così grande richiesta di candidature, a volte esse sono forzate, esclusivamente formali (per far numero); altre volte sono serie e credibili, sono preparate e vengono da lontano. A volte vincono i personaggi più strani…” (Renzo Interlenghi – PdCI)

DOMANDA 1
La vostra che tipo di candidatura è?

Quest’anno con 20 liste e quasi 600 candidati penso che la composizione delle liste sia stata difficile un po’ per tutti e quindi il ruolo del riempi lista o il ruolo del capolista è relativo perché comunque quella che va apprezzata è la grande disponibilità e la grande generosità di tutti i candidati in un momento in cui la disaffezione per la politica è ai massimi livelli. Insomma, Fermo rappresenta comunque un’oasi felice perché entrambe le coalizioni (di centro sinistra e di centro destra) sono riuscite a coinvolgere tantissimi cittadini e speriamo di arginare da entrambe le parti il non voto. L’astensionismo è il fenomeno che dovremmo contrastare tutti quanti. Per quello che mi riguarda io ho una lunga militanza politica, un po’ per l’età, un po’ perché la politica è la mia passione da sempre. Sono cresciuta politicamente nel PC, sono rimasta iscritta fino al 1984 ma poi non ho aderito ai partiti successivi che si sono susseguiti. Dal ‘98 al 2008 sono stata iscritta la Partito dei Comunisti Italiani e da due anni sono approdata al SEL che è il partito di Nichi Vendola, Sinistra Ecologia e Libertà, perché penso possa rappresentare una novità e un’occasione di crescita per tutta la Sinistra Italiana e Fermana. Questa non è la mia prima candidatura, ne ho avute altre candidature, sei anni fa sono stata candidata per le regionali, e sono stata candidata alle provinciale e alle comunali diverse volte però devo dire che questa  è la prima campagna elettorale che  faccio veramente convinta al fianco di una candidata sindaco in cui credo moltissimo.


“Spesso però succede che ci si candida per avere una visibilità per le proprie professioni anche con la speranza di ottenere un domani dei benefici sul proprio lavoro grazie alle conoscenze ed alla possibilità di allargare il proprio pacchetto clienti.” (Mirko Steca – FLI)

DOMANDA 2
Oltre la spinta ideologica perché ci si butta nell’arena pur sapendo, anche, di non poter essere eletti? Chi e/o che cosa ve lo ha fatto fare? Lo si fa solo per spirito di sacrificio e per poter dare il proprio contributo di idee ad un livello più alto?
Che cosa crede o spera di guadagnarci e quanto ci perderà?


Io sono candidata con SEL intanto per spirito di servizio perché il partito l’ha chiesto agli iscritti e nessun candidato si è offerto e questa è già una procedura che io ritengo corretta, siamo tutti alla pari.  E per quanto mi riguarda ho accettato molto volentieri perché intanto penso che la presenza delle donne nelle liste sia un fattore determinante di grande apertura, di grande civiltà e di grande trasparenza e dovremmo essere più numerose anche se nel territorio questo è uno sforzo che richiede ancora un ulteriore impegno. La mia motivazione è quella di poter portare un contributo, quella di poter essere presente al di là del risultato. Comunque una lista formata è sempre una squadra che parte al di là di quanti saranno i candidati eletti. Abbiamo gettato le basi, contattato persone che generosamente sono entrate a far parte e quindi si costruisce giorno per giorno e questo è un grande valore aggiunto in un partito. Si accetta di partecipare ad una campagna elettorale perché c’è una competizione, comunque ci si mette alla prova, perché comunque quando si ha la possibilità di confronti anche come questa sera è sempre positivo. Sottrarsi ad un confronto è un limite e quindi è qualcosa che ci preclude la conoscenza di altri punti di vista. Si cresce sempre, a qualsiasi età. Che cosa ci si guadagna? Io ho sempre militato in partiti poco popolari e non ci ho mai guadagnato nulla, però mi sono candidata sempre e soltanto quando ero assolutamente convita di quello che facevo come in questo caso. Ci ho guadagnato sempre molto in soddisfazione personale e non c’ho rimesso mai niente, assolutamente, e poi è la passione che ti spinge a fare questo e più gente partecipa e più la democrazia è al sicuro, secondo me. I partiti dovrebbero aprirsi, dovrebbero, al di là delle campagne elettorali, essere dei luoghi aperti di incontro, di scontro e di confronto, sempre. Non siamo comitati elettorali anche se in due anni abbiamo già fatto tre campagne elettorali e ogni campagna ci porta ad affrontare nuove questioni. Ben venga, se c’è gente ancora disposta non per motivi personali riferiti in queste dichiarazioni, cioè non ci si candida per se stessi, ci si candida per la cittadinanza, ci si candida per un territorio, ci si candida per un ideale, ci si candida per migliorare una situazione, per apportare un contributo dall’opposizione o dalla maggioranza. Comunque ben venga aggregare gente che porta risorse ad un territorio.


“..la scelta dei candidati deve avvenire soprattutto attraverso il grado di radicamento che le persone hanno nella loro comunità, quindi nel territorio.” (Giuseppe Buondonno – PD)

DOMANDA 3
A voi come vi hanno scelto, oppure vi siete proposti da soli? Hanno messo dentro solo quelli che voleva il partito in base ad una attenta selezione,  in base alle vostre capacità, in base hai voti che portereste portare, oppure si sono accontentati dei primi trentadue nomi che hanno trovato? L’attenta selezione tanto vantata nelle interviste del dossier sui candidati è rimasta soltanto un buon proposito perché si sono accorti che le belle intenzioni non bastavano …????
Perché dovremmo votarvi? Quali sono le caratteristiche che più vi contraddistinguono? Definitevi con tre aggettivi …

Sinistra Ecologia e Libertà ha fatto le candidatura rispettando dei criteri che ci siamo dati ed i criteri erano prevalentemente qualitativi e non quantitativi. Non abbiamo fatto il discorso di chi porterà più voti a prescindere dalla storia personale ma abbiamo privilegiato le qualità delle singole persone ed abbiamo aggregato le persone in base al criterio territoriale, quindi alla rappresentanza del territorio, in base alla professione, in base al genere e in base all’età ed abbiamo cercato di rappresentare la composizione della cittadinanza e mi pare che ci siamo riusciti. La cosa bella nella composizione della lista è che spesso siamo stati noi del partito a chiedere la candidatura ma qualche volta qualcuno ha manifestato il piacere di mettersi a disposizione e lo abbiamo apprezzato,  questo ci gratifica molto. Per quanto mi riguarda ho partecipato a questa lista con molto entusiasmo e molta convinzione. Mi sento molto coinvolta. Posso dire che sono una persona leale, una persona abituata a pensare con la propria testa al di là dei propri convincimenti, nessun confronto mi mette in difficoltà, anzi, qualsiasi confronto con chiunque per me è un’occasione di crescita. Quindi la lealtà, la coerenza e l’onesta, assolutamente, l’onesta prima di qualsiasi altra cosa.


“Molte volte, ed è questo il bello della democrazia, vince chi ha i consensi e non chi ha le idee. …
La democrazia è questo. Qualcuno mi vorrebbe far credere che questa è un po’ la degenerazione della democrazia, cioè che quando la democrazia degenera valgono solo i numeri e poco le idee. Rispetto i bombardamenti dei media, rispetto a certe armi “scorrette” che vengono utilizzate in politica questo dà da riflettere, ma alla fine contano solo i numeri. Se noi accettiamo questo dato la democrazia è il 50+1% dei voti favorevoli e quindi dobbiamo inchinarci agli elettori. Non vince il più bravo, quello che ha più idee e che farà sicuramente più cose con impegno e capacità. Vince quello più mediatico. Vince quello che è più conosciuto, quello che ha più voti. Ma avere più voti non significa necessariamente avere più capacità: non farei mai l’equazione voti uguale capacità. (Adolfo Marinangeli – IDV)

DOMANDA 4
Se visibilità è uguale a possibilità di voto, a prescindere dalle capacità individuali,
quanto conta essere popolari?
Essere candidato significa farsi vedere, dimostrarsi visibile, voi che cosa vi siete inventati per esserlo sempre di più? Quante cene e quanti pranzi organizzate? Partecipate a comizi, dibattiti e incontri pubblici? Vi aiuta qualcuno a contattare la gente?


La campagna elettorale è la sintesi di quello che uno fa durante la propria vita, sempre, ed è quindi un po’ il riscontro dei rapporti personali che si  sono costruiti durante la giornata anche fuori dalle campagne elettorali. Io, per quanto mi riguarda, sono assolutamente minimal, santini quanto basta, face book e qualche sms anche se la metà dei miei amici sono candidati. Quest’anno sarà una prova della prova e quindi sarà molto difficile… il riscontro c’è perché c’è molta aspettativa nei confronti di questa lista e personalmente nel mio piccolo darò il mio contributo e mi spenderò per quello che posso fare contattando le persone che conosco, che ho incontrato e che ho incrociato in vari ambienti ma assolutamente senza strafare perché non mi piace apparire diversa da come sono. Per quanto riguarda i pranzi e le cene, quelli sì, certo, anche le colazioni e le merende, tutti i giorni a casa mia per la mia famiglia!


DOMANDA 5
Per Fermo c’è un alto numero di pretendenti (quasi 600 candidati)  e sarà una lotta senza esclusione di colpi. Come in tutte le competizioni, anche in quella elettorale è previsto che alla fine della gara ci saranno concorrenti che saliranno sul podio e altri no.
Quanti voti vi servono per diventare un Consigliere Comunale e quanti voti in più sperate di ricevere?


Noi non abbiamo riscontri precedenti, siamo un partito nuovo e come partito nuovo non possiamo fare una previsione…è chiaro che noi ci auguriamo di ottenere a Fermo un buon risultato complessivamente come lista e molto dipenderà da come andranno le elezioni in generale ed è per questo che ognuno si impegna al massimo perché l’obiettivo è quello di far raggiungere un buon risultato alla lista e se la lista fa un buon risultato ogni candidato avrà contribuito e far bella figura anche lui. Quanti voti spero di avere? Spero di averne più di uno…perché non sono sicura di riprenderli in famiglia visto che anche mio nipote è candidato; ci stiamo riproducendo e la tradizione continua e questa è una grande soddisfazione. Io sono molto felice di questo, perché comunque lo schieramento è lo stesso… per cui anzi, in bocca al lupo a Francesco!


DOMANDA 6
Come si supera la ritrosia di chiedere i voti agli amici, ai parenti, agli amici degli amici ed ai conoscenti? Sicuramente vi sarà capitato di restare infastiditi da persone che avevate perso di vista e che poi in prossimità della scadenza elettorale si sono fatti di nuovo vivi per chiedervi il voto ma ora che dall’altra parte ci siete voi come vi sentite? E chissà quanti di voi avranno buttato via i santini e cestinato immediatamente i volantini elettorali, ma ora che siete voi che li avete pagati vi dispiacerebbe vederli gettati via, come ci rimanete, che effetto vi fa?

La ritrosia da parte mia ce n’è molta perché io personalmente non amo l’invadenza non amo le persone che ti vengono addosso con la propaganda e quindi adesso che mi trovo dall’altra parte faccio veramente quello che posso con i santini. Li distribuisco con molta discrezione e poi sono soprattutto le amiche e gli amici che mi dicono…”ma forza, ma datti da fare, ma non stai facendo niente, ancora stai a casa, ancora sei con le ciabatte mentre dovresti correre porta porta”. Mi dicono …”sai, dovresti fare i condomini” … i condomini??? Non è per me, per carità, va benissimo chi lo fa, ma non è nella mia natura perché mi infastidisce, perché non lo sopporto, capisco che è una modalità che da risultati e quindi poi in genere le persone che vengono elette sono proprio quelle che magari si sono date più da fare in questo senso e non sempre sono le persone più capaci però è più forte di me, non ce la faccio… quindi l’aiuto delle amiche e delle persone vicine è una bella risorsa. La cosa bella è non chiedo voti agli amici però ultimamente alcuni di loro sono venuti da me e mi hanno detto  “non ti preoccupare perché c’è sempre il voto disgiunto” e questa è una cosa che a me allarga il cuore perché avere l’apprezzamento e la stima i persone che io so essere dello schieramento opposto è un bel riconoscimento. Farò del mio meglio in questi ultimi giorni e comunque i santini io li butto, anche i miei!
E comunque i santini io li butto, anche i miei!


DOMANDA 7
Quando finisce la “gavetta” in politica?

La gavetta come gli esami non finisce mai e chi pensa di essere arrivato perché ha fatto delle cose è solo un presuntuoso che probabilmente non riuscirà nemmeno a fare il bene comune. Rappresentare gli altri pensando di essere già arrivati è un segno di debolezza che non mi attira per niente.


 “I partiti non ti vogliono perché se uno come me entra in un qualunque partito fa primo. I partiti ti mandano via, così come nella tua stessa coalizione, quando prendi molti voti e non rispondi a nessuno ti debbono far fuori. Sei scomodo, è normale. Qui c’è la caccia ... come per il prato inglese, a tagliarlo come uno va su … il problema grosso è questo. Più voti si hanno e più si prendono le bastonate. Chiunque vuole gestire il potere, destra e sinistra è indifferente. Gli altri sono solo soldati.” …. ”Se avrei voluto fare il soldatino lo avrei potuto anche fare, bastava che mi mettevo lì e stavo buono e zitto.” (Luciano Romanella Movimento Civico Pro Territorio Romanella e C.)

DOMANDA 8
Cosa ne pensate di questa dichiarazione?

Io sono preoccupata perché sono quasi sempre d’accordo con Properzi … sarà per via della sua origine partigiana, forse qualche gene …niente, che dire, non condivido questa impostazione del partito e della partecipazione nel partito perché appunto la sindrome della prima donna è proprio questo, il personalismo, il fatto che il candidato che prende più voti riesca a condizionare un partito, poi come li prende li prende. Questa impostazione è esattamente sbagliata come è sbagliata l’impostazione grammaticale, penso che l’analisi logica sia una cosa importante perché saper parlare e scrivere bene aiuta anche a pensare bene e pensare bene aiuta anche a fare bene. 


"Per restare sempre dello stesso partito bisogna cambiare spesso opinione."
(Jean-Francois Paul Retz)

DOMANDA 9
Durante la campagna elettorale avrete degli input suggeriti dalla coalizione o dal partito…qual è la cosa che stona passando dall’ideologia ai fatti concreti? Un cavallo di battaglia della propaganda elettorale è il lavoro, come anche la questione sanità anche se in realtà né il lavoro né la sanità sono materie di competenza comunale…ma serve spesso solo per ingraziarsi gli elettori…

Per quanto riguarda questa citazione, se uno è coerente non deve per forza cambiare opinione, se il partito non rispetta più certi principi si esce dal partito, si cambia. E nei partiti dove c’è una democrazia partecipata, dove si discute, dove le decisioni sono prese nei congressi, il partito cambia dopo che c’è stato un congresso e chi vuole rimanere rimane e chi vuole andarsene se ne va, per cui non necessariamente bisogna adeguarsi sempre al vento che cambia. Questo per un fatto di coerenza, e per quanto riguarda la  mia esperienza personale, io, nel momento in cui non ho più condiviso la linea ufficiale del partito sono uscita senza troppi drammi. Quando potevo mediare e quando potevo contribuire l’ho fatto, questa è una legge nei partiti dove funziona la democrazia. Dove invece non si fanno congressi, dove le decisioni sono prese solo nelle segreterie e nei vertici chi vuole rimanere nel partito segue la corrente e si adatta, ma non è il mio caso. Come conciliare i principi generali alla pratica, faccio riferimento al fatto che uno dei nostri principi è “Think Global, Act Local” ovvero pensare globalmente ed agire localmente. Questa è una regola che dovrebbe essere presa in considerazione per una buona amministrazione perché è vero che noi non abbiamo competenze per quanto riguarda il lavoro, la sanità o altre questioni però qualcosa possiamo fare anche noi. Per la salute, se noi ci facciamo carico di mantenere un ambiente pulito e migliore, controlliamo il livello delle polveri sottili e limitiamo le fonti di avvelenamento e di inquinamento, se manteniamo un territorio pulito ed in ordine facciamo del bene alla salute perchè facciamo opera di prevenzione. Per quanto riguarda il lavoro è chiaro che non possiamo incidere sulle grandi questioni dell’economia perché non possiamo cambiare il sistema economico, però un comune si può far carico di mettere in relazione vari ambienti con le varie agenzie lavorative per risolvere i problemi dell’occupazione e fare la sua parte in tutti i settori.
Il programma della coalizione del centro sinistra è stato condiviso sin da subito ed è stata fata la scelta di non fare subito un programma precotto, preconfezionato e statico ma è stato volutamente lasciato aperto per presentarlo alla cittadinanza durante tutti gli incontri che si sono svolti in tutti i quartieri di Fermo per poterlo poi integrare con i contributi che venivano dai cittadini. È stato un buon lavoro che abbiamo svolto nelle migliori condizioni perché si è creata subito la situazione favorevole di essere stati tutti immediatamente d’accordo sul nome della candidata. Abbiamo guadagnato tempo per cui il programma è stato elaborato, ricamato, rifinito, metabolizzato e quindi lo sentiamo veramente nostro .


“La donna…la donna…io sono un cultore delle donne….si dice…si sa...Romanella, le donne e quantaltro…ma in politica ci vuole la testa. Le belle donne non servono. Purtroppo io contesto questo fatto anche a livello nazionale. Capisco che una bella donna può essere più appetibile, ma in politica bisogna guardare la testa delle persone. Per quel che mi riguarda, nel mio movimento ho già tre quattro donne con grandi teste ma di aspetto normale. Non mi fido della bella donna….le belle donne servono in altri settori.” (Luciano Romanella – Movimento Civico PRO TERRITORIO Luciano Romanella e C.)

DOMANDA 10
Le donne e la politica, cosa ne pensate di questa dichiarazione?

Quanto tempo ho per rispondere? Intanto le donne nel paese rappresentano più del cinquanta per cento e le istituzioni invece non rispettano questa proporzione quindi c’abbiamo un deficit di rappresentanza spaventoso perché i partiti stessi sono molto maschilisti, non sono includenti ma sono escludenti.  E non è vero che le donne non si interessano di meno.
Le donne comunque hanno il diritto il voto, non ce lo dimentichiamo questo e dovrebbero essere rappresentate in maniera proporzionale. Le donne sono capaci, sono brave, sono competenti, hanno grinta e da millenni stanno dimostrando di resistere nonostante il maschilismo che impera, si ripropone e che ritorna. Un maschilismo che proviamo a contrastare ma non è facile tant’è vero che spesso le donne si adeguano ad un modello maschile per poter fare politica mentre la politica non va incontro alle donne perché ha dei tempi, delle modalità e dei contenuti che veramente sono respingenti. Una donna è abituata a fare più cose contemporaneamente e quindi i tempi della politica o le cenette, le sedute che non finiscono mai, gli appuntamenti mancati, la scarsa puntualità, tutte queste cose sono penalizzanti ed una donna ha altro e di meglio da fare  ed in politica abbiamo lasciato il posto a tanti uomini che spesso sono meno competenti di noi. In questo momento a Fermo c’è un’oasi felice, perché entrambe le coalizioni  hanno messo in campo due donne e questo risveglio al femminile di Fermo diventa un valore aggiunto per entrambi gli schieramenti.
Le istituzioni devono aprirsi alle donne, dobbiamo sanare questo deficit di rappresentanza. Il problema  è che le donne sono presenti nelle liste ma quante verranno votate? È questo il problema. Se una donna non ha un partito che la sostiene difficilmente riuscirà da sola a farcela. È questo lo scatto che devono fare tutti i partiti, tutti quanti, non parlo solo per la mia coalizione. Certo mi farebbe molto piacere se i partiti della mia coalizione prendessero atto del fatto che le donne vanno sostenute non perché soggetto debole ma perché c’è una resistenza della società a votare per le donne e quindi le donne sono penalizzate…quindi ben vengano i confronti, ben vengano le occasioni in cui le donne possano dimostrare di essere capaci di parlare non solo di argomenti che sono loro più vicini per natura ma anche di tutte le altre questioni. Portare le modalità delle donne nelle istituzioni, nel fare politica, nel discutere è sicuramente una risorsa della politica e se la politica italiana si trova in impasse, perché questa è la situazione, è  perché ci sono poche donne e quelle che ci sono si sono stupidamente adeguate ad un sistema maschilista. Quindi io auguro per Fermo una grande rappresentanza di donne invitando a votare per le donne.
Proprio ieri c’è stata una manifestazione organizzata con il Movimento delle donne in rete per la rivoluzione gentile ed è venuta a Fermo la responsabile nazionale del movimento delle donne che hanno sostenuto la candidatura di Nichi Vendola in Puglia. L’esperienza pugliese che cosa ha dimostrato? Che di donne nelle liste ce n’erano tantissime ma ne sono state elette solo due su settanta consiglieri. Vendola, nel momento in cui ha composto la Giunta regionale ha scelto la parità di genere nominando sette assessori donne e sette assessori uomini. Il governatore, per sua coerenza, ha fatto questa forzatura. Noi ci troviamo a Fermo, capoluogo di Provincia, in una Provincia dove non c’è neanche un assessore donna, in una Provincia di centro sinistra dove le donne non sono rappresentate!!! E questo io lo denuncio e lo dichiaro e me ne vergogno e mi imbarazza moltissimo perché io sono una elettrice del centro sinistra. Spero che l’amministrazione comunale di Fermo tenga conto della parità di genere perché, come dice Vendola, è un principio che si enuncia la domenica ma si dimentica il lunedì.


DOMANDA 11
Prima della fine di questa campagna elettorale che cosa potrebbe stravolgere, oltre ogni previsione, in maniera determinante il risultato elettorale, l’arrivo di un marziano, l’arrivo del Presidente della Repubblica oppure del nostro Presidente del Consiglio?

Sono abituata a pensare che a ogni azione segue una conseguenza ed un risultato e noi avendo fatto le cose abbastanza bene, in maniera corretta, trasparente e lineare ci aspettiamo un risultato al di là delle suggestioni che potrebbe suscitare un personaggio che arriva a Fermo e magari scompiglia la situazione. Come penso abbia fatto anche l’altra coalizione, noi abbiamo lavorato su territorio e noi che lo conosciamo bene sappiamo cosa abbiamo davanti … forse qualche indeciso che ancora non sa bene chi votare sicuramente c’è …ma non credo che un evento possa veramente sconvolgere un esito elettorale che potrebbe già profilarsi in qualche modo. Per quanto ci riguarda noi siamo tranquilli perché abbiamo veramente fatto un buon lavoro. Se viene un marziano ben venga, se viene il Presidente della Repubblica ci farebbe un grande piacere e se viene Berlusconi … ben vena anche lui, per noi del centro sinistra non cambia nulla.