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venerdì 6 marzo 2015

Sai dov'è Porto San Giorgio?


Ho letto la polemica relativa alla pubblicazione di uno spazio pubblicitario di Porto San Giorgio sulla rivista Bell'Italia e vorrei fare alcune considerazioni:

1) Dietro una iniziativa come questa c'è una strategia di promozione turistica relativa all'acquisto di spazi pubblicitari sui periodici italiani oppure si va a comprare pubblicità sulla rivista che leggiamo dal parrucchiere nell'attesa che qualcuno ci ravvivi la capigliatura? 

2) La pubblicità che si è comprata (perché se non è chiaro sono stati spesi dei soldi e nessuno ha pubblicizzato gratis questa cosa) lo si è fatto utilizzando soldi relativi alla promozione editoriale o utilizzando altre risorse? Quanto è costata? Per quante uscite è stata considerata? La scelta del mese rientra in una strategia oppure era perché c’era un posto libero? Il bacino di lettori di quella rivista è sufficiente per coprire l'eventuale investimento pubblicitario oppure no?

3) Visto che in passato l'Assessorato al Turismo non è mai stato in grado di fornire i numeri esatti delle manifestazioni che si svolgevano in città, questa volta sarà in grado di dare i numeri relativi al ritorno turistico dell'investimento fatto per l'acquisizione di quella pagina, con tanto di aumento di prenotazioni derivanti da quella particolare promozione oppure si dirà come al solito "ci stiamo lavorando", salvo poi non fornire mai coperture numeriche?

Chiedo queste cose perché non si fa pubblicità tanto per farla, specialmente se poi in molte persone crea il dubbio che non sia neppure fatta bene, ma lo chiedo per capire qual è l’ effettiva strategia turistica di Porto San Giorgio, se risponde a criteri logici e strategici, oppure se risponde soltanto alle paturnie di qualche amministratore locale alla ricerca di sempre maggiore visibilità elettorale.

Amministratori locali talmente compresi nel ruolo di salvatori della Patria, al punto da non voler neppure riconoscere che solo la legge non ammette ignoranza e non la geografia per cui non bisogna dare per scontato che chiunque sappia dove si trovi Porto San Giorgio, perché altrimenti potremmo anche sentire delle risposte come ne ho ricevuta personalmente una da Milano, a domanda risponde: 
Sai dove è Porto San Giorgio? Sì, è quel villaggio che sta in Provincia di casa Brignocchi.

Laura Gioventù

domenica 30 novembre 2014

Propaganda elettorale al sapore di Brodetto



La recente crisi turistica di Porto San Giorgio portò nei mesi scorsi il Sindaco e l’Assessorato al Turismo alla conclusione che, per dare un segnale di solidarietà verso gli albergatori e i gestori degli stabilimenti balneari - come se fossero solo loro le vittime colpite dalla crisi - occorresse aprire i cordoni della borsa ed elargire un sostanzioso obolo per risollevare le sorti nefaste di questo settore del turismo cittadino colpito dal maltempo.

Si decise, non si sa bene con quali calcoli specifici, di offrire soldi per un totale di 30 mila euro da dividersi fra tutti gli operatori di quello specifico settore. Una cifra che da subito generò il sospetto che fosse solo una mossa propagandistica per fini elettorali da parte della Giunta Comunale, ma ora il Presidente dei balneari di Confcommercio, Romano Montagnoli, tramite un commento pieno di ironica delusione per la scelta diversa operata dal Comune, ossia di deviare questi soldi verso necessità diverse dall’aiutare gli albergatori, esprime il suo autorevole parere sull’inutilità di certe decisioni dell’amministrazione comunale.

Pur riconoscendo al Montagnoli l’onestà di sospettare per  l’assoluta inutilità della somma promessa, dovremmo anche dire che solo ora sembra esprimere il suo autorevole parere e non da subito, per cui alla fine anche lui nutriva una certa speranza che questi soldi potessero arrivare agli albergatori. Ma la cosa più assurda che Montagnoli esprime è proprio l’inutilità di certe decisioni, poi non mantenute. 

Vorremmo ricordare al Montagnoli che nulla di quello che i politici promettono e poi non mantengono sia inutile, ma che ogni promessa che esprimono serve loro per far credere di avere le idee chiare su come si debba amministrare una città in crisi, e che ogni promessa che blandiscono ai quattro venti si traduce sempre in articoli sui giornali e in effetti propagandistici per sostenere i loro partiti e le loro personali candidature, e sappiamo bene che alla base di ogni elezione politica c’è la visibilità popolare, mica l’onestà intellettuale ideologica, e se poi le promesse non si mantengono ci saranno sempre mille scuse da accampare e tante colpe da usare per incolpare altri, sempre gli altri e mai loro stessi, per la presunta inutilità di certe promesse.

Insomma, Montagnoli sembra non sapere che è anche attraverso le promesse non mantenute che ci si fa eleggere dagli stessi che vogliono credere alle promesse dei politici come a cose serie e sincere.
La cosa umoristica dell’inutile promessa, la racconta però lo stesso Montagnoli, ossia che la cifra promessa dal Sindaco e dall’Assessore al Turismo, divisa fra tutti gli albergatori scelti sarebbe stata di ben 80 euro a testa…praticamente gli stessi con cui Renzi si è comprato il voto degli Italiani alle recenti elezioni Europee.

Si tratta di una semplice casualità oppure di un calcolo al centesimo per le solite promesse, mai mantenute, per incassare voti anche se in genere non si dovrebbe dare credito a chi non mantenga le promesse?

Gioventù per San Giorgio
gioventupersangiorgio@gmail.com

sabato 11 ottobre 2014

Turismo e trend che cambiano



Aprendo il guardaroba mi sono accorta che negli anni avevo riempito l’armadio di abiti e accessori frutto più di scelte modaiole che di vera necessità vestiaria, ed ora moltissimi di quei vestiti sono ormai fuori moda, ma allo stesso tempo mi sono accorta che a volte gli acquisti erano frutto di un impulso condizionato dalle tendenze che la moda, anno dopo anno, imponeva e impone ancora oggi.
Per cui troppe volte seguiamo con più attenzione il trend piuttosto che la necessità, mentre altre volte ci vogliamo accontentare di ciò che abbiamo, e per pigrizia mentale, non vogliamo aggiornare, e così corriamo il rischio di apparire “datati” oppure solo non attuali e questo condiziona il giudizio che hanno di noi le altre persone, fino al punto da influenzare valutazioni umane ma anche professionali perché, se nel caso dell’abbigliamento, una certa mancanza di aggiornamento potrebbe essere causato della crisi economica, per quello che riguarda l’aspetto professionale, non aggiornarsi o non percepire il cambio epocale o solo non cogliere il trend del momento, potrebbe escluderci da possibili avanzamenti di carriera oppure solo non aumentare il fatturato per avere la possibilità di continuare ad essere presenti con nuove quote sul mercato.

E questo ragionamento calza a pennello per ciò che riguarda il Turismo di Porto San Giorgio e la sua crisi attuale.
Da certi numeri sembra che il settore del turismo sia meno colpito dalla crisi rispetto ad altri settori, ma a leggere meglio le cifre ci si accorge che il settore turistico è cambiato moltissimo negli ultimi anni e il trend parla di un notevole interesse verso zone geografiche intermedie piuttosto che solo costiere o solo montane, ma parla anche di un diverso modo di consumare il tempo delle vacanze, non più tempi lunghi e una volta l’anno, bensì tempi corti ma molte più volte l’anno, e le ragioni di questo cambiamento sono diverse.

A cambiare sono state anche le mete turistiche, o forse sono aumentate negli ultimi decenni le proposte turistiche che prima erano appannaggio solo di ristrette categorie di persone, facoltose principalmente, e parlo di zone una volta elitarie oppure di viaggi una volta troppo costosi per gli stipendi medi, località una volta sogno proibito dei vacanzieri ora, invece, molto più abbordabili per la massa, e questo contribuisce a cambiare i parametri della scelta turistica, offrendo una maggiore possibilità di confrontare e paragonare  fra loro località e offerte turistiche solo pochi anni fa impensabili, al punto da creare vere e proprie classifiche, classifiche dalle quali molte località nostrane hanno perso posizioni di vetta per scivolare verso il basso della classifica in maniera indecorosa e questo è ciò che riguarda la clientela Italiana.

Per quello che riguarda la clientela straniera, assistiamo alla richiesta di località e di sistemazioni che premiano strutture come B&B, Country House ed Agriturismi, soluzioni turistiche molto più gradite al pubblico straniero, che non sceglie più il mare, specialmente il nostro, se con cifre molto minori può accomodarsi su litorali molto meno costosi e spesso molto più belli, mentre ha scoperto che per la parte collinare l’Italia, e le Marche, hanno moltissimo da offrire e spesso di primissima qualità, e con l’aggiunta di maneggi, piscine e Spa, le location che offrono vacanze rurali sopra citate sono ai primi posti delle richieste straniere.

Da ciò si comprende la crisi turistica di Porto San Giorgio, che non è dovuta solo per la mancanza di richieste balneari, ma anche alla mancanza di aggiornamento e di attenzione al trend turistico che è ormai decisamente cambiato, e che sta penalizzando molto la città nel suo insieme, perché abbiamo alberghi vecchi con proprietari che non hanno investito quando dovevano farlo, hotel senza parcheggi privati per i clienti e spesso costosi per i servizi che offrono, strutture vetuste e obsolete che vedono solo nel cambio di destinazione d’uso la speranza per sopravvivere alla crisi, modificandosi da alberghi ad appartamentini "alveare" da vendere o stra-vendere a caro prezzo ai limitati amanti delle seconde o terze case.

Unitamente alla mancanza di aggiornamento privato, esiste una mancanza cronica di aggiornamento pubblico, argomento scabroso che farà rizzare i peli agli addetti al settore e da trattare senza false ipocrisie o soluzioni usa e getta, perché l’avere un litorale che non sa più attrarre per mancanza di bellezza e di divertimenti organizzati, lascia campo libero solo alle famiglie monoreddito una volta numerose mentre ora lo sono sempre meno - altro trend poco considerato quello del calo dei componenti le famiglie Italiane - e si continua a permettere di affittare al nero le seconde case a Porto San Giorgio senza creare una lista o una gestione meno caotica di questo patrimonio immobiliare non all’altezza del costo esoso dell’affitto stesso.

La città non ha parcheggi sufficienti e neppure piste ciclabili adeguate, è la città con il più alto tasso di popolazione per kq delle Marche e in alcuni scorci tale è il degrado che sembra una città in abbandono dando ai turisti la brutta sensazione di essere capitati nel posto sbagliato e non, in quella che una volta si definiva la Perla dell'Adriatico , la vita sociale e culturale è sempre meno creativa e le iniziative pubbliche contano molto solo sui mercatini ormai di scarso valore commerciale, non ci sono grandi locali notturni nè spazi collettivi per il consumo intelligente del tempo libero, non c’è nessuna iniziativa che la faccia ricordare o solo citare nelle cronache turistiche o culturali nazionali relegandola fra le curiosità piuttosto che fra le mete preferite, insomma Porto San Giorgio dal punto di vista turistico ha moltissimo da migliorare e da cambiare, iniziando con l’atteggiamento meno altezzoso dei suoi cittadini verso il turista e lo sviluppo di una vocazione al turismo che ora come ora è inesistente, anche fra gli addetti al settore.

Date queste premesse la cosa da chiedersi è come incrementare il flusso turistico con queste poche cose che rimangono, come e quando iniziare l’ormai irrinunciabile aggiornamento strategico per non rischiare di scivolare in classifica oltre la linea negativa di non ritorno, come è accaduto a tutte quelle località turistiche che credevano sufficiente ed eterno il solo essere sulla cartina geografica, non volendo comprendere per tempo che nulla resta tale per sempre, anche il più bel vestito del mondo dopo qualche anno perde di fascino e va cambiato, anche se ne siamo molto affezionati.

Laura Gioventù

martedì 22 ottobre 2013

I numeri vanno bene, ma i criteri per giudicarli?

"Guerra di numeri a PSG", olio su tela, 2013. by Petrax Puntoit















Si sta combattendo una spaventosa tempesta in un bicchiere d’acqua fra amministrazione comunale e opposizione, ma sarebbe molto meglio dire fra tre personaggi della Giunta Comunale di Porto San Giorgio e l’unico oppositore interessato ad opporsi, ed i nomi sono pubblici, da una parte Loira, Ciabattoni e Bisonni, e dall’altra il solo Agostini, e fra loro si contendono cifre, numeri e bilanci. 

L’opposizione chiede di sapere come si sono distribuiti i soldi dei contribuenti, perché a suo dire, ci sono conti che non tornano, la Giunta parla solo attraverso l’assessore Bisonni e ribatte con altri numeri presi fra i molti a disposizione ma che evidentemente non bastano per far terminare la disputa. 

Nella diatriba si è infilata la consigliera Daniela Minnetti, la quale, da commercialista quale è, risponde con altri numeri e con statistiche abbastanza opinabili, ma dice anche altro, e ciò che dice è molto importante:
"…gli eventi, le manifestazioni i tentativi di rendere attrattiva Porto San Giorgio sono apprezzati o no dai commercianti? in questi mesi ho avuto la sensazione che ci sia stata una continua richiesta da parte di questi affinché il comune si attivasse per "animare" la città e richiamare gente .... Ora sembra che questo non vada più bene!!"
La consigliera apre un altro filone di polemica, che non sono solo i numeri ma il rapporto fra numeri e risultati la cosa importante, ma guarda caso è proprio la stessa cosa che sembra invece non interessare nessuno degli altri contendenti. 

Per cui si potrebbe concludere che nel Comune di Porto San Giorgio ci sono Sindaci che non rispondono, ex sindaci che si oppongono ma solo sui numeri, evidentemente non sapendo come giudicare il valore creativo e artistico di molte delle manifestazioni pagate con i soldi dei contribuenti, un assessore al bilancio che da i numeri non potendo dare nessun parametro oggettivo per giudicare il suo intervento come assessore alla cultura, visto che ha fatto decisamente pochissimo, un assessore al turismo e al commercio che tace aspettando evidentemente che i tempi maturino per spiegazioni diverse dai numeri, magari spiegazioni nel merito artistico o di ritorni economici per il turismo del suo operato estivo, e una consigliera di maggioranza che inizia a fare una analisi giusta ma poi si ferma a due passi dalla conclusione, che a nostro parere è la seguente:

si stanno facendo la guerra dei numeri non potendo fare la guerra dei meriti, perché o non sanno come giudicare cose a loro sconosciute come la cultura e il turismo, oppure a loro interessano solo i numeri perché è con quelli che poi faranno campagna elettorale, mentre con i parametri e con i ritorni economici poco ci si guadagna in fatto di voti. Insomma chiediamoci anche quanti soldi si spendono, ma principalmente chiediamoci se questi soldi sono spesi bene oppure sono stati spesi solo per le solite iniziative che non producono altro che altre polemiche, e chiediamoci anche se fra i protagonisti di questa tempesta ci siano quelli capaci di spiegare e giudicare le iniziative e non solo i numeri che le accompagnano, se esiste una classe politica in grado di giudicare non solo i bilanci ma anche la qualità della spesa pubblica…chiediamocelo ora e non solo in campagna elettorale! 

Laura Gioventù
Gioventù per San Giorgio
gioventupersangiorgio@gmail.com


Pubblicato su Corriere Adriatico del 24 ottobre 2013
Pubblicato su Informazione.tv

giovedì 23 maggio 2013

Turismo congressuale, istruzioni per l’uso!




Ogni tanto, e per proporre qualcosa che sembri una cosa praticabile, si avanza l’ipotesi di un “turismo congressuale” come alternativa economica alla crisi che sta costringendo tutti a cercare sempre nuove possibilità di incassi e di mantenimenti occupazionali, ma purtroppo, almeno per il territorio Fermano, prima che il turismo congressuale possa diventare un settore da grandi numeri, di tempo ne dovrà passare, ma non è solo la disponibilità di tempo che serve, servono ben altre cose per poter iniziare a sperare in incassi economici ed occupazionali decenti.

Non basta avere una sala per proporsi come territorio congressualmente disponibile, anzi la sala, o per meglio dire le sale, sono forse la cosa meno determinante per i congressi, ovvio che abbiano la loro importanza ma se oltre le sale non si hanno i servizi collegati, se la città o il territorio non ha quel fascino necessario per convincere le aziende o le imprese, se oltre le sale non ci sono trasporti e strade necessarie, se oltre le sale non ci sono posti letto sufficienti o solo ristoranti aperti, se dopo le sale l’atmosfera non è gradevole e accogliente, si può sognare di tutto meno un turismo congressuale come panacea per tutti i mali, e non sarà il dilettantismo a risollevare le sorti di un territorio poco attrezzato allo scopo come il nostro. Per sviluppare un turismo congressuale degno di un minimo di rispettabilità serve professionismo e serietà di intenti, non bastano alcuni prodotti enogastronimici per diventare sedi richieste per convegnistica e congressistica regionale, nazionale o internazionale.

Di recente a Fermo, zona industriale Girola, si è inaugurato il nuovo “Fermo Forum”, struttura con destinazioni fieristico-congressuali ed ancora in rodaggio, ma ascoltando certe riflessioni degli operatori turistici del Fermano, non si ha la sensazione che possa da sola aprire la strada per un turismo congressuale di una certa ragion d’essere, non tanto per le sue ridotte dimensioni, ma perché intorno non ha le strutture ricettive all'altezza per poter ospitare avvenimenti o eventi superiori a certi numeri, che per ora sono veramente scarsi nel loro non essere interessanti per investimenti economici decisivi.
Per capire meglio si dovrebbe spiegare approfonditamente punto su punto, ma per semplificare stiamo parlando di una ricettività alberghiera risibile, che non ha quel numero di posti letto tali da potersi candidare per congressi che superino i 100/150 ospiti, oppure parliamo di mancanza di strutture operative di contorno che non ci sono proprio, come studi di promozioni aziendali, studi grafici specializzati, service scenotecnica audio-luci, società di interpretariato, accoglienza ospiti, trasporti e parcheggi oltre decine di strutture operative analoghe.

Non si creano le condizioni per un turismo congressuale in due giorni, non basta dire palazzo dei congressi per dare inizio ai convegni, e non è intellettualmente onesto parlarne solo per dire qualcosa che non sia mera propaganda elettorale, e questo vale per tutto il Fermano, Fermo e Porto San Giorgio compresi.

Il turismo congressuale ha un fatturato notevole ma non per tutti, per le grandi città e per i territori di tradizione di certo, per la presenza di figure professionali adeguate o per possibilità di collegare i congressi ad altre tipologie di turismo, non bastano i soliti politici locali senza conoscenza specifica per parlare di turismo congressuale, e prima di poterne parlare sarebbe indispensabile dare vita all'ipotesi organizzando almeno una conferenza dei servizi territoriali, altrimenti sono e resteranno solo belle intenzioni ma senza altra finalità diversa dalla propaganda elettorale.

Laura Gioventù

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LA LUCE E I SENTIERI
Associazione Culturale
info@lucesentieri.com

mercoledì 3 aprile 2013

Metti una riunione a cena. Tutto fa "brodo" per fare turismo e commercio a Porto San Giorgio


Spesso si dice che tutto faccia "brodo" per fare turismo e commercio...ecco la "ricetta" di Catia Ciabattoni - assessore attività produttive del Comune di Porto San Giorgio - per risollevare le sorti turistico-commerciali della città.



giovedì 27 settembre 2012

La Luce e i Sentieri Associazione Culturale

La Luce e i Sentieri
Associazione Culturale




Dopo l’esperienza di “Gioventù per San Giorgio”, e come promesso nel nostro saluto agli elettori, si è costituita, in questi giorni a Fermo, “ LA LUCE E I SENTIERI” una associazione culturale che non si prefigge di fare miracoli, ne tanto meno promettere di cambiare il corso delle stagioni ma, molto più semplicemente, cercare di sviluppare e, possibilmente, di migliorare la vita di ognuno di noi, grazie alle iniziative culturali e sociali che si potranno realizzare, da prima nel territorio della Provincia di Fermo, e poi anche nel territorio Regionale e Nazionale.

Abbiamo il desiderio di poter andare oltre la siepe della conoscenza, così ben descritta dal Leopardi,  vorremmo spingere il nostro sguardo oltre i preconcetti e le barriere ideologiche che, solo per principi troppo spesso incomprensibili, impediscono gli scambi culturali e le positive contaminazioni sociali che hanno fatto del nostro paese quel Luogo Ideale della Cultura e della Bellezza, che in tanti nel mondo cercano di copiare e di imitare.

Portiamo in dote molte idee, la voglia di realizzarle e il sogno che attraverso la loro realizzazione ci possa essere sviluppo e lavoro per molte persone, ragazzi e ragazze, ma anche persone meno giovani, che attraverso la loro futura opera, ed impegno,  possano sentirsi realizzati sia per un lavoro che li/le gratifichi, sia per una sicurezza economica personale basata anche sul sentirsi parte attiva della società.

Vorremmo collaborare con gli Enti e le Amministrazioni della Provincia di Fermo, per iniziare,  senza doverci porre il quesito se sia politicamente corretto farlo o se sia doveroso farlo per mantenerne le simpatie politiche, perché crediamo fortemente che la Cultura, le iniziative sociali, gli eventi promozionali, soffrano per la presenza di una politica troppo opprimente, troppo invadente, mentre potrebbero evolversi verso traguardi insperati dimostrando, fra l’altro, che la politica, se fatta bene, da impulso e non la castrazione alle proposte culturali.

Ci piacerebbe che “LA LUCE E I SENTIERI” possa diventare un riferimento, una pietra di paragone, una certezza sulla quale contare nel momento di ipotizzare proposte interessanti per i cittadini, e che chiunque volesse proporre iniziative, possa, anche con il nostro aiuto, poterle realizzare.

Un sentiero, se ben illuminato, è sicuramente una strada che arriverà ad un traguardo, e quel traguardo è sempre davanti a noi e mai alle nostre spalle, per cui vorremmo sempre guardare avanti, oltre, di fronte, e superare le difficoltà ricorrendo al massimo della fantasia possibile, e per farlo cercheremo di usare ciò che ogni uomo e ogni donna possiede fin dalla nascita, una mente in grado di pensare.

Noi tutti siamo certi che ogni viaggio inizi con un primo passo, ma contemporaneamente nulla vieta di poterlo illuminare, permettendo a chi viaggia di migliorare la sua marcia e avere le migliori possibilità di arrivare.

Avremmo potuto stupirvi con effetti speciali, come raccontava una passata pubblicità, abbiamo voluto invece parlarvi con semplicità, come si parla davanti ad un falò nei giorni interiori più belli da vivere, ma non ci nascondiamo dietro false speranze, la strada sarà difficile ma noi siamo in grado di poter arrivare.

Il Presidente Laura Gioventù


Pubblicato su ... informazione.tv
Pubblicato su ... lindiscreto.it


sabato 14 aprile 2012

Imballi d'autore

Imballi d’autore
di Laura Gioventù


Si parla sempre di Porto San Giorgio come la città dei negozi e del commercio, ed in effetti la media dei negozi del centro abitato è decisamente alta.

Che siano gli stessi negozi, con il loro giro d’affari, a rendere Porto San Giorgio una città meno povera delle altre, potrebbe essere anche questo vero, del resto per fare ricco un paese tutti contribuiscono per quello che possono, ma se solo dessimo una occhiata agli imballi delle mercanzie vendute ci accorgeremo che non c’è un rapporto altrettanto stretto e diretto fra negozi/negozianti e promozione turista.

Scatole o scatoloni, buste o pacchi, in nessuno di questi imballi è presente la città ma solo la marca dell’oggetto, o il nome del negozio o negoziante, oppure ci troviamo di fronte anonime carte da imballo.

In altri luoghi o nazioni, oltre che dai prodotti caratteristici, anche dall’imballo si percepisce il senso di appartenenza che i negozianti, attraverso la vendita delle loro mercanzie, dimostrano di avere con le loro città o la loro nazione.

Un esempio su tutti l’Irlanda che, con le sue icone storiche o alimentari, è presente, a vario titolo, su ogni imballo o busta che nei negozi si consegna al cliente. L’immagine della nazione e del popolo Irlandese, e di tutte le sue città, è presente addirittura sui capi d’abbigliamento, facendo diventare gli imballi veri e propri mezzi di comunicazione o di informazione turistica allo scopo di promuovere sempre di più l’afflusso dei visitatori.

E visto che a Porto San Giorgio i negozianti si vantano di essere così importanti per i destini cittadini, si potrebbe prendere esempio dall’Irlanda e studiare una serie di iniziative legate ai pacchi o alle carte da imballo. Si potrebbe cominciare dall’ideazione di un imballo, o meglio ancora di una carta da imballo comune che contenga caratteristiche estetiche, artistiche e promozionali tali da risultare gradevole ma allo stesso tempo efficace per diventare mezzo di utilizzo turistico per tutta la città di Porto San Giorgio.

Per ottenere ciò si potrebbe indire, ogni anno, un concorso artistico e creativo fra tutti i ragazzi della città, per lo studio e la realizzazione di una carta da imballi in questo senso, allargando poi il concorso ai giovani di altre regioni e nazioni, e ripetendolo periodicamente si otterrebbe una collezione grafica da conservare negli anni per esporla in mostre o fiere del settore turistico o solo merceologico. Oltre al concorso si potrebbe sviluppare la ricerca sui contenitori utilizzando materiali nuovi o sperimentali compatibili con l’ambiente. Insomma, un concorso ideale per la creatività e per la funzionalità, dedicato ai giovani ma non solo. Il tutto da tenersi a Porto San Giorgio all’interno di una manifestazione pubblica, con tanto di giuria di esperti scelti fra le personalità dell’arte figurativa o della grafica nazionale e internazionale.

L’iniziativa promossa dal Comune dovrebbe essere supportata dall’interesse dei negozianti stessi, attraverso la loro disponibilità ad usare tutti lo stesso imballo vincente per quell’anno, e contribuire al finanziamento ed alla vendita, a prezzi controllati, di una serie di prodotti merceologici creati dagli stessi ragazzi del concorso, e simili a quelli che vengono usati per promuovere le squadre di calcio, sciarpe, magliette, manifesti e tantissime altri prodotti. Insomma, Porto San Giorgio come un squadra, ma vincente.

E tutti i partecipanti al concorso, attraverso l’esposizione delle loro creazioni, oltre ad avere la visibilità necessaria per farsi conoscere dal pubblico e dai loro possibili clienti, darebbero vita ad una mostra annuale da tenersi nella città dal titolo “Imballi d’autore” che potrebbe diventare l’unico evento in questo senso nel panorama nazionale e forse internazionale, facendo risaltare la vivacità artistico-commerciale dei negozianti e di tutta la cittadinanza di Porto San Giorgio.

(Proprietà letteraria riservata)

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mercoledì 7 marzo 2012

Profumiamo la città

Profumiamo la città, 
fiori e non solo opere di bene
di Laura Gioventù



Kew gardens palm house of London


Si parla e si sparla troppo spesso di rispetto urbano, di arredo urbano, di urbanizzazione selvaggia e di urbanistica, come se un paese, anche piccolo come Porto San Giorgio, sia fatto solo dalle strade che lo compongono, spesso dissestate e prigioniere della loro stessa rete topografica. Poco o nulla invece viene destinato alla componente floreale della città e alla presenza e dislocazione di piante o arbusti, come se la loro distribuzione sul territorio sia lasciata al caso o peggio alle alterazioni climatiche.

Porto San Giorgio non brilla, né per luminarie stradali né per cromaticità edilizia, ma non possiede neppure un suo “profumo”, una sua “fragranza” aromatica che la distingua dal puzza delle macchine o dall’olezzo dei rifiuti, cioè non ha quella caratteristica olfattiva che ne determina un segno caratteriale e floreale sul quale poter sviluppare una promozione turistica, come invece avviene per altre località balneari o borghi antichi.
Ci sono piante che da sole riempiono l’aria circostante della loro fragranza, che addolciscono la visione dei palazzi con i loro meravigliosi colori, e ricordo a memoria il Gelsomino, oppure la Lavanda o la pianta di Mimosa, oltre tutto piante belle anche dal punto di vista estetico. Per non parlare della Salvia, del Rosmarino o delle Bouganville, belle e mediterranee.

Insomma, Porto San Giorgio non possiede questa ricchezza olfattiva, e neppure visiva, ma potrebbe averla, basterebbe solo dare spazio a questo tipo di piante per ingentilire l’aria e proporsi come meta turistica anche di percorsi olfattivi unici e meravigliosi. A questo scopo si potrebbe dare vita ad un concorso internazionale aperto a tutti i grandi architetti floreali e a tutti i più famosi esperti di profumi per la cosmesi per ridisegnare la mappa cittadina dei giardini o delle aiuole. E dare un nome agli spazi destinati alle piante profumate, per cui quartieri o solo strade della Lavanda, oppure del Gelsomino. E se poi proprio non sappiamo cosa farci con l’area Ex Grand’Hotel allora si potrebbe costruire una grande struttura in ferro battuto e vetro, simile ai bellissimi giardini d’inverno inglesi, per ricreare una serra con le più belle piante ornamentali del mondo. Un luogo di sicuro impatto architettonico e di nessuna controindicazione speculativa, oltre tutto la serra potrebbe diventare la sede di una scuola di alta specializzazione per arredatori floreali urbani, figura professionale sempre più ricercata sia dai privati sia da molte amministrazioni pubbliche.

Profumiamo la città usando le piante, e magari anche grazie a loro potremmo proporci meglio sul mercato del turismo moderno.

(Proprietà letteraria riservata)

Pubblicato su  ... informazione.tv

domenica 8 agosto 2010

CRONACHE FERMANE

"A far l'amore dove si va?"
Di Laura Gioventù





È un pigro martedì pomeriggio ed è una di quelle giornate un po’ strane, fa caldo e non ho voglia di fare niente.
Mi trascino apaticamente per casa e non so se cominciare a battere la testa contro il muro oppure uscire. Beh sì, forse sì, ho la luna è un po’ di traverso, capita a tutte, ma questo non significa mica essere lunatici. Bloccata all’ingorgo del malessere svolto a destra in un divieto di eccesso: decido di andare dal parrucchiere per farmi fare i colpi di sole. Ma sì, voglio cambiare un po’!
Una botta di matto, ogni tanto ci vuole.
Arrivo senza un appuntamento pensando di non trovare nessuno ma sono subito scoraggiata dalla fila che mi attende. Non è possibile, è sempre la solita storia pure di martedì. Oggi non ho proprio voglia di aspettare e mentre sto decidendo di andarmene via, mi accorgo che tra le clienti ce una ragazza che conosco.

- Ciao Chiara, scusami ma non ti avevo riconosciuta con la carta stagnola in testa! È tanto che non ci si vede! Raccontami che combini di bello … come mai da queste parti? -

Nel frattempo appoggio la borsa e mi accomodo su uno sgabello. E chiacchiera che ti passa … che fai … che non fai … come butta, decido di restare, tanto la giornata è comunque andata.

- Mi sto facendo le meches Laura, voglio darmi una sistemata perché ho la ricrescita che si vede troppo. Questa sera con le amiche e i fidanzati ce ne andiamo al Babaloo, per lo schiuma party. Si festeggia il compleanno di una ragazza .… ma prima ce ne andiamo tutti a mangiare una pizza. -

- Non mi dirai che ti sei fatta il ragazzo- le dico io.

Non faccio neanche in tempo a finire di pronunciare la parola “ragazzo” che lei comincia a sorridere a trentadue denti ed inizia a raccontarmi tutta euforica!

- Si, si chiama Luca, è alto, con gli occhi scuri e i capelli riccioluti sempre spettinati, la barba un po’ incolta e la faccia da bambolotto.
Quant’è bello!
È l’amico di un’amica della mia amica Antonella. Ci siamo incontrati lo scorso inverno per caso ad una festa e mi sono subito detta che questo è l’uomo della mia vita! -

Beh ad ascoltarla, mi viene da pensare che io non mi sbilancerei troppo con questi paroloni, a 20 anni i ragazzi si prendono e si lasciano, ma gli occhi a cuore non mentono mai! Sembra proprio innamorata, cotta e stracotta … che carina!

- È appassionato di musica, prosegue lei, e suona pure la chitarra. Insieme ad un gruppo di amici ha messo in piedi una piccola band. Per mantenersi agli studi, fa il cameriere in uno chalet d’estate e in un ristorante d’inverno così nel fine settimana lavora quasi sempre. Ultimamente non riusciamo a vederci tanto spesso. Le sere in cui non lavora e quando non suona con i suoi amici, ci vediamo da lui, ma i suoi genitori gironzolano sempre per casa e non c’è privacy nemmeno per vedere un film. E a casa mia la camera è sempre occupata da mia sorella con il suo ragazzo.
Qualche volta ce ne restiamo in macchina più per forza che per scelta …. sembra essere l’unica alternativa.
In inverno si gela e in estate sembra di stare dentro un forno a legna!
Ma diciamoci la verità, oltre che scomodo può essere molto pericoloso! Lo scorso 18 giugno, di ritorno dal concerto di Vasco Rossi a Rimini, alle quattro del mattino, stanchi ma al tempo stesso euforici, ci siamo guardati e non sapevamo che fare, se fermarci in qualche posto un po’ isolato o proseguire dritti verso casa . Ogni volta dobbiamo impazzirci nel trovare un luogo non troppo nascosto ma nemmeno troppo in pubblico. Ci siamo allora inoltrati per una stradina di campagna molto isolata, vicino ad un casolare che sembrava all’apparenza abbandonato. Ad un certo punto abbiamo sentito dei rumori, poi una luce, c’era qualcuno in lontananza, forse un guardone, oppure un maniaco, o solamente il proprietario della casa, so solo che la mia mente in preda al panico ha iniziato subito a viaggiare per le ipotesi peggiori, ed ho cominciato a dire “andiamo via, portami a casa”. Ci siamo spaventati moltissimo ma per fortuna, solo molta paura.
L’altra sera siamo usciti in bicicletta, ci siamo visti con gli amici per bere qualcosa in uno chalet ma a un certo punto ce ne siamo andati via, volevamo stare un po’ da soli in santa pace. Non sapevamo dove andare. Abbiamo fatto una passeggiata sulla spiaggia e ci siamo accucciati stretti stretti in due su un lettino a chiacchierare e ci siamo addormentati. Più di quello non potevamo fare, c’è sempre gente e si corre pure il rischio di una denuncia. A un certo punto siamo stati svegliati di soprassalto dal rumore di vetri rotti, c’erano dei ragazzi un po’ strani che facevano un gran chiasso, degli esaltati che si divertivano a rompere le bottiglie di birra e cominciavano ad alzare le mani.
Stasera in discoteca faremo tardi, e vorrei organizzarmi, non solo con i capelli, per trovare un posto dove poter avere un po’ più d’intimità e stare tranquilli. Ma tu, quando eri fidanzata, come facevi? -

Eh, eh, bella domanda mia cara. Questo è un problema per la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze, a meno che non si abbiano genitori che si danno alla pazza gioia tutte le sere o magari solo  i fine settimana lasciando la casa libera, o a meno che non si possegga un'altra casa.
E mentre pensavo alle parole di Chiara,  lì dal parrucchiere, seduta dall’altra parte c’era pure la madre della ragazza, che ha ascoltato tutto il racconto in silenzio senza dire una sola parola in merito. E allora mi sono rivolta a lei e le ho chiesto che cosa ne pensasse.

- Cosa ne penso, cosa ne penso … Ovviamente faccio il tifo per mia figlia, perché alla sua età avevo gli stessi problemi, ma eravamo tutte noi talmente inesperte, piene di falsi retaggi e paurose di apparire delle sconsiderate che non sapevamo come fare e non ne potevamo nemmeno parlare.
I tempi cambiano al punto che ora sono le ragazze che si preoccupano dimostrando di non avere false vergogne e dimostrandosi molto responsabili, forse più responsabili dei maschietti, e con tutti i delinquenti che ci sono in giro i pericoli aumentano, ma la questione rimane sempre la stessa "A far l'amore dove si va?".
Non c’è niente di scandaloso nell’affrontare questi discorsi, del resto con quell’atto siamo venuti al mondo tutti quanti. È impossibile e inutile pensare di poterlo impedire ai nostri figli, è una cosa naturale, perché non parlarne serenamente? Ma soprattutto sono molto preoccupata per la sua sicurezza. Sono terrorizzata al solo pensiero di non vederla rientrare. Vorrei avere la certezza che torni a casa sana e salva, e magari anche felice, invece che trovarla sfracellata contro ad un lampione sulla statale adriatica all’altezza del kilometro 372 -

Come darle torto, la sua preoccupazione accomuna tutti i genitori ed è inutile mettere la testa sotto la sabbia e continuare a fare finta di niente. La sera i giovani fanno tardi, le stragi non sono solo quelle del sabato sera e il rischio di venir violentati oppure malmenati esiste e sono problemi reali.
Allora ho cominciato a riflettere sulle strutture alberghiere della nostra Provincia.
Gli alberghi si potrebbero organizzare riservando delle camere a basso prezzo per quei giovani che di rientro da concerti e discoteche non vogliono più correre il rischio di ammazzarsi per strada ma anche per le loro esigenze sessuali lecite e logiche. Un appoggio sicuro ad un prezzo ragionevole per le loro tasche, per le tasche di quei giovani che hanno un’età compresa tra i diciotto e i ventisette anni.
Oppure ci si potrebbe organizzare con l’affitto ad ore delle camere ed ipotizzare due fasce orarie, per esempio dalle 12 alle 20, e dalle 20  in poi, con uno sconto del 10% come incentivo per il secondo orario.
Si tratterebbe di una soluzione turistica umana adeguata alla realtà, perché non dimentichiamolo, il problema esiste e non è nascondendo la testa nella sabbia che lo si risolverà, e poi potrebbe essere anche vantaggioso per gli alberghi perché le stanze potrebbero essere occupate a doppio turno con un maggiore incasso totale per i gestori a fronte comunque dell’abbassamento dei prezzi per singola stanza.
Non ci nascondiamo dietro alibi religiosi, è da ipocriti non parlarne. Le politiche giovanili potrebbero sensibilizzare al problema e insieme con le Associazioni alberghiere potrebbero sviluppare una serie di ipotesi in merito e non si tratterebbe di un’operazione da burocrati di partito ma da politici illuminati.

Pubblicato su ....  seratiamo.it

CRONACHE FERMANE

Autobus panoramici e motofette.
di Laura Gioventù



Ieri sera ho incontrato due ragazzi, miei amici.
I soliti Fidanzati Storici di cui la nostra Provincia è satura,
di quelli che “stanno insieme da bambini” e ora pare stiano per andare a convivere. Pare, perché lei, smaniosa come tutte le donne delle nostre parti, si vorrebbe sposare, accasare suona meglio,
e lui al solo sentirselo chiedere,
chiedere è solo un eufemismo sarebbe giusto dire comandare,
per poco non collassata, si è fatto prendere dallo spavento e, per la solita codardia tutta maschile, al grido di…non sono pronto per un passo del genere…. cosa ha fatto di edificante?….l’ha mollata…
si ma solo per due giorni… poi,
preso dai soliti rimorsi tutti maschili, chiamasi anche confusione aggravata, è tornato sui suoi passi, ha chiesto scusa per la reazione e per farsi perdonare le ha offerto un bel fine settimana a Roma.
La promessa di matrimonio ancora no, ma la vacanza a Roma almeno si.
E ci mancherebbe pure, era il minimo che potesse fare per farsi perdonare.
E poi, diciamoci la verità, che pizza ‘sto Porto San Giorgio.
Basta! Non se ne può più di passeggiare su e giù per il lungomare come i pesci rossi nella vasca!
Ma la cosa più originale e buffa della storia è che sono andati a Roma con la corriera.
-          Con la corriera?
-          Ma non potevano prendere la macchina?
-          E perché, ci sono autobus che vanno a Roma?
La corriera?…si perché ci sono due compagnie di viaggio con otto corse al giorno. In pratica ne parte uno ogni ora e mezza.
La corriera?…si perché non volevano preoccuparsi del parcheggio e stressarsi con il traffico, e poi la strada e il rischio…
La corriera?…si, e si sono trovati benissimo.
Sono stati come dei pascià.
Ma, secondo te, pascià è un principe o un sultano? Da dove sarà mai nato questo modo di dire?  Hum …. Chissà … vabbè
… comunque, le tre ore di viaggio sono praticamente volate.
Hanno dormicchiato un po’, lei ha letto un libro e lui ha ascoltato un po’ di musica. Si sono alzati alle 5 del mattino, ma tanto è estate e con il caldo comunque non si riesce a dormire. Ed alle nove, puntuali, sono arrivati a Roma Capoccia.
-          Una volta arrivati a destino, come hanno fatto per spostarsi?
Semplice, arrivati alla Stazione Termini hanno trovato un punto informativo e pure un’edicola che vende i biglietti della metropolitana. Con pochi passi a piedi sono arrivati alla metropolitana. Insieme ai biglietti della metropolitana l’edicolante gli ha fornito una piantina della città e già sapevano dove scendere e salire, che cosa vedere e che cosa evitare.
Pazzesco!
Non avevano nemmeno prenotato l’albergo ma, al punto informativo, hanno trovato una ragazza tanto “servizievole” che vedendoli con la faccia da “squattrinati” li ha sistemati in un albergo che con 45euro ha dato loro una “doppia” e  se la sono cavata.
Aria condizionata e prima colazione.
Pulitissimo, e per dirlo lei che fa sempre la “schicchignosa”…!
Tra metro, autobus e “motofette” in due giorni hanno visto parecchie cose!
-          Con le che?
Le “motofette”! Sì, sì, a piedi,
ma da dove vieni, da Porto San Giorgio che non hai mai sentito questo termine????  Roma è tutta in pianura, a parte sette colli e altri “montarozzi” vari, ma tutto scalabile a piedi, mica come Fermo! Ed è meno faticoso spostarsi a piedi.
Insomma, si sono divertiti da morire, hanno conosciuto un po’ di mondo, si son fatti le coccole e hanno fatto la pace. Meglio di così non poteva andare!…anche la pizza a Trastevere hanno mangiato.

E mentre ascoltavo il racconto che mi facevano riflettevo su un paradosso.
La scorsa settimana, è venuto un nostro amico di Roma, per trascorrere qualche giorno nella nostra Provincia, e anche lui è arrivato con il pullman.
Sì, perché da e per Roma tanti ne partono e altrettanti ne arrivano.
-          Tutta testa, non pensavo!
Lui, vivendo nella capitale è molto abituato a spostarsi con i mezzi pubblici, e non aveva voglia di guidare ma solo di riposarsi. E invece si è solo incazzato.
-          Perché?
Perché non pensava che per andare da Sant’Elpidio a Mare a Fermo devi fare l’autostop. Per spostarti da Fermo a Servigliano devi sperare che qualche amico ti carichi in auto.
Da Porto Sant’Elpidio a Porto San Giorgio tra un autobus e l’altro devi aspettare minimo un’ora.
E più si va verso l’interno e più la situazione peggiora.
Per andare a Ortezzano oppure a Falerone devi solo pregare in un miracolo o in qualche Santo.
-          Direte voi … non poteva noleggiare una macchina?
Certo, è un’ottima idea, ma se si conoscono le strade e i posti!
Ha provato anche a chiedere a degli amici che ha in zona ed ha scoperto che spesso noi  marchigiani non conosciamo nemmeno i nostri paesi.
Che tristezza!
Poi mi ha raccontato che faceva caldo e voleva prender fiato in un bar.
Ma anche qui, dopo aver chiesto più volte dell’acqua minerale naturale, gli hanno portato l’acqua gassata e per di più pure calda. Senza un vassoio e senza nemmeno un tovagliolino.
Non è che a Roma siano tutte rose e fiori, ma si sperava che la famosa accoglienza delle Marche Sporche fosse una realtà mentre invece si è rivelata la solita leggenda Provinciale.

Eppure noi marchigiani, da turisti, siamo tanto esigenti, e come mai allora i nostri, di turisti, li mettiamo nella condizione di stare male al punto da volerli cacciare via?
Sembriamo infastiditi se non addirittura scocciati dalla loro presenza. Noi ci troviamo molto bene da loro ma non succede altrettanto per loro da noi  … eppure i nostri emigrati hanno contribuito molto alla bellezza di posti come Roma, anche dal punto di vista turistico, ma nella nostra terra non riusciamo a fare la stessa cosa quando dovremmo addirittura dare il massimo.
E’ inutile avere le spiagge con le bandiere blu, verdi e arancioni, i teatri, le chiese e l’arte, le colline e la natura, le mostre e gli eventi culturali se poi non sappiamo che cosa abbiamo persino a due metri dal naso e non conosciamo nemmeno il paese dove viviamo.

Abbiamo imparato a fare le scarpe, ma perché continuiamo a passare le sole?

Eppure, basterebbe così poco. Volete un esempio?… bene, eccovelo!
Già in altre città lo fanno, a Londra, per esempio, ma anche nella stessa Roma.
Oltre ai soliti e molteplici servizi di trasporto pubblico, inesistenti dalle nostre parti, nelle arterie più importanti e davanti ai siti turistici di maggiore risonanza, passano dei pullman aperti, la gente da seduta può ammirare il panorama seguendo un percorso studiato proprio per chi avrebbe difficoltà per trovare presto certi luoghi turistici. Oltre al costo ragionevole la vera comodità è vedere ed ascoltare guide turistiche che spiegano i luoghi e danno le indicazioni migliori per altri percorsi, culinari e di acquisti compresi … insomma un vero servizio per il turista …. Perché la Provincia di Fermo, che potrebbe fare altrettanto mettendo a disposizione un pullman di quelli a due piani, sta cosa non la fa??
Hai presente un autobus cabrio? Sì, sì, proprio quello!
Una corriera che si muova dal mare alla collina fino alla montagna, attraversando tutta la Marca Fermana, dove i turisti si possano sedere al piano superiore e godere della vista del nostro paesaggio meraviglioso, spiegato e commentato da una guida turistica.
Prendiamo tutti i laureati in Beni Culturali che stanno a spasso perché non trovano lavoro e diamo loro questa occasione per sviluppare una idea fino a farla diventare realtà! Costerebbe anche poco se ci fossero privati interessati alla pubblicità …
e poi, ma vuoi mettere che cosa sarebbe osservare il nostro splendido panorama dall’alto?!?!… vedere la dolcezza del paesaggio mentre oltre la siepe non copre più l’infinito ma lo mostra in salsa marchigiana???
 
Si potrebbero organizzare pullman che servano anche per i più piccoli.
I bambini impazzirebbero solo all’idea e le mamme di questi piccoli turisti sarebbero ben contente di affidare i loro pupi a guide e animatori motivati e sorridenti, in fondo è ricchezza che si crea mica rapine a mano armata.
Stesso discorso per chi l’età la tiene d’argento ma non vuole stare tutto il giorno a ciondolarsi fra bagnanti e passeggiate senza carte da giocare.
 Ma la vera “figata” (si può dire, no?) sarebbe quella di organizzare giri notturni per i turisti esigenti ma rispettosi dell’ambiente, tra le suggestioni delle luci della notte e la scoperta di antiche vestigia medioevali di sicuro sarebbero contenti per l’unicità della proposta e del risultato…. Sarebbe uno spettacolo davvero unico! 
-          E si potrebbero studiare itinerari diversi per i diversi pubblici.
Certo che si potrebbe.
Ci ho riflettuto parecchio e credo che sia il nostro stesso orgoglio che ci invalida! Altrimenti, com’è possibile che nessuno ci abbia mai pensato?
Mi dirai pure che qualcosa è stato organizzato, ma sono i soliti bus con il tetto per gli anziani che vanno alle terme.
Niente da obiettare, anzi, ci mancherebbe pure, ma io sto parlando di un’altra cosa!

Non si sta parlando di fare grandi studi di marketing. Non dobbiamo mettere in piedi grandi organizzazioni. Non dobbiamo costruire strade, alberghi e residence. Abbiamo già tutto, allora sfruttiamolo!

Dobbiamo solo cambiare la prospettiva, cambiare il punto di vista dal quale vediamo o non vediamo il mondo che si evolve.
Dobbiamo cambiare il punto di vista! Ma che cosa stiamo aspettiamo? Che passino gli anni e pure le voglie? La Provincia non ha un autobus decappottato? Non sarebbe una spesa insostenibile e comunque potremmo pure farcene prestare uno dal Comune di Roma? Gratuitamente! E perché no? In cambio potremmo offrire ogni mese ai turisti capitolini un giro turistico mensile per i loro bambini! … insomma il pullman non sarebbe il problema … il problema non è un pullman ma la direzione che si vuole dare alla proposta e alla strategia turistica della Provincia di Fermo.

Abbiamo imparato a fare le scarpe, perché continuiamo a passare sole?

Mi auguro che VOLONTA’ POLITICA non sia troppo presa da PROVINCIA, che oramai è grandicella e cammina da sola, per corteggiare e conquistare NUOVA IDEA. Prima che questa gli metta le corna con una PROVINCIA più intraprendente!








pubblicato su .... informazione.tv

IL DIVERTIMENTO VISTO DA...

Laura Gioventù incontra il Prof. Gugliemo Massucci, Assessore al Turismo, Agricoltura, Patrimonio e Edilizia Scolastica della Provincia di Fermo.


Fermo, 28 aprile 2010


Leopardi scrive della Donzelletta che venendo dalla campagna sogna di un sabato pieno di speranze. A oggi l'immagine agreste e campagnola dei Marchigiani com’è cambiata e chi potrebbe essere il prototipo simbolo del cambiamento, il solito "scarparo” arricchito sfornando suole e tacchi nel sottoscala di casa, oppure una nuova considerazione di se stessi non più come provinciali ma come partecipanti attivi nel contesto Europeo tramite la Cultura e il Turismo sempre più adeguati ai tempi che cambiano?

Noi abbiamo un grosso patrimonio sia come Provincia di Fermo ma credo anche come Regione Marche ed è la nostra ruralità e sono sicuro che la Donzelletta del Leopardi oggi possa essere inserita in questo contesto rurale, perché quando parliamo di ruralità, parliamo di borghi antichi, di agriturismi e parliamo di sapori che provengono dai saperi antichi del territorio. Credo quindi che la “Donzelletta che rientra in sul calar del sole” si può ambientare facilmente in questo nostro contesto attuale. La ruralità sarà sicuramente l’arma e il motore più forte per il nostro inserimento nell’ambito turistico europeo: abbiamo avuto alcuni turismi particolari come il mare, la montagna, la Cultura e ora si inserisce il nuovo filone dell’ambiente, dei prodotti agro-alimentari, dei prodotti sani, del recupero del territorio, della salubrità dell’aria. Queste saranno le nostre nuove potenzialità da mettere in campo per avere un riscontro proficuo nel contesto europeo. Si punta sulla ruralità, anche perché in questo momento sono disponibili finanziamenti europei, c’è il nuovo PSR (Programma di Sviluppo Rurale) che concede aiuti, ci sono i Piani Integrati Territoriali, i famosi PIT, che danno supporti, e si tratta appunto di sostegni che vanno verso il recupero di una produzione agricola sana, che poi va riversata nel settore turismo.

Il Turismo, specialmente del nostro litorale, è sempre stato considerato idoneo per le famiglie, ed anche le offerte alberghiere lo confermano, oltre al già consolidato turista-famiglia cosa e con quali forme strutturali potremmo far divenire spazio e tempo libero interessanti anche per i ragazzi, sia Italiani sia Europei? Un nuovo rapporto Cultura-Divertimento-Turismo è possibile?
Possibile lo è, ma sicuramente difficoltoso per noi, soprattutto come Provincia di Fermo. La nostra costa è stata sempre a servizio della famiglia almeno fino al raggiungimento di una certa età dei figli, infatti, quando i genitori cominciano ad avere un’età matura, seria, importante (ride) e i figli entrano nella maggiore età, chiaramente il nostro turismo non è più adatto alle esigenze giovanili, di conseguenza, scattano turismi come Rimini oppure San Benedetto del Tronto e i ragazzi si spostano più a Nord o più a Sud; questi luoghi rappresentano una grande attrattiva per i giovani.

Come possiamo invertire questo trend? Quale potrebbe essere la caratteristica seducente per attirare, nella nostra Provincia, il Turismo giovanile, strutture più ricettive o programmi più intriganti?

Io credo che le risorse ci siano, forse, per il momento possiamo dire che si tratta di risorse un po’ “virtuali”: parliamo della riorganizzazione dei piani spiaggia. Oggi la Regione Marche sta consentendo ai gestori delle concessioni demaniali l’uso di piscine, l’utilizzo di strutture per feste sulla spiaggia e l’offerta degli chalet si stanno modificando per andare incontro alle esigenze delle nuove generazioni e questo potrebbe rappresentare un valido aiuto per avere un turismo più giovane. Tuttavia, questa grande risorsa che è il nostro litorale oggi è molto a rischio, ci sono, infatti, disposizioni europee e nazionali che limitano a sei anni i tempi della gestione delle concessioni. Se questa legge è già in vigore a livello statale e della Comunità Europea, se noi non riusciremo a modificare questa normativa, sicuramente cadrà anche questo discorso perché i nostri gestori balneari non avranno più interesse ad investire in queste strutture; del resto, perché riversare denaro su qualcosa di cui si è responsabili per soli sei anni? Di questo passo si rischia la “desertificazione” delle nostre spiagge e delle nostre strutture.

Questo considerando solo la costa, nell’entroterra, invece, che cosa potremmo fare?

Per il discorso della montagna e delle zone interne, lì certo, diventa più difficoltoso organizzare un turismo per i giovani. Qualcosa sta avvenendo a livello organizzativo e nelle strutture dei piccoli paesi dove sono nate nuove Associazioni che stanno organizzando diverse feste, soprattutto “feste della birra”, riservate principalmente ai giovani e che comunque, soprattutto nella stagione estiva, sono anche motivo di attrazione turistica. L’entroterra sta facendo diverse proposte, tra cui rassegne enogastronomiche e festival musicali, che potrebbero essere una valida attrattiva per il divertimento giovanile, ma siamo ancora all’inizio!

Per un discorso coordinato su tutto il territorio, avete mai pensato di aprire un “Assessorato al Divertimento”, che unisca Cultura, Turismo ed Ambiente, con lo scopo preciso di attirare il mercato turistico straniero sulla falsa riga dell’ industria dell’intrattenimento della riviera romagnola?

Questa è una domanda che a me piace molto. Da qualche mese sono Assessore al Turismo e all’Agricoltura e a ogni occasione cerco sempre di ribadire che non si può fare Turismo se non si lavora contestualmente in sinergia con Cultura, Ambiente ed Agricoltura. Quello che propongo, per un recupero del territorio, è un lavoro che coinvolge questi quattro aspetti; e l’idea, ottima, di un “Assessorato al Divertimento” dovrebbe essere un po’ la sintesi di questi quattro settori che, dialogando, si propongono proprio come “Assessorato all’Intrattenimento” e sopratutto all’Intrattenimento Giovanile.

Per formulare proposte, per dare risposte, per stabilire compiti, mansioni, finalità, sia per il mondo del divertimento ma anche per quello del Turismo e della Cultura, in genere, si vocifera di una prossima Conferenza Provinciale dei Servizi. Una Conferenza che coinvolga non solo i soggetti turistici, ma anche quelli culturali di tutti i quaranta Comuni della Provincia. E’ un’iniziativa concreta o è soltanto un auspicio?

La funzione del Tavolo Azzurro è un po’ questa qui, perché comunque sta mettendo insieme cinquanta rappresentanti di altrettante sigle di Associazioni che si occupano di Turismo e di Cultura come gli Istituti Superiori a Indirizzo Turistico, l’Università di Fermo, l’Assessorato alla Cultura e tutti i vari soggetti interessati; poi c’è anche un Tavolo Verde per l’Agricoltura che è già stato costituito, che è già operante e che funge chiaramente da supporto a quello turistico. All’interno del Tavolo Azzurro anche l’ambiente è ampiamente rappresentato da tutte le più importanti Associazioni ambientali da Italia Nostra al WWF, perciò la si potrebbe chiamare già Conferenza dei Servizi, questo non esclude però l’organizzazione di un vero e proprio congresso, che faremo sicuramente non appena il Tavolo Azzurro sarà operativo. Operativo significa che, dopo essere stato approvato dai cinquanta rappresentanti all’unanimità,  domani (29 aprile) sarà approvato in Giunta. Dopodiché, al prossimo Consiglio, ci sarà il passaggio per l’approvazione del Consiglio Provinciale, passaggio che, a questo punto sarebbe pure superfluo, ma il nostro Presidente vuole la massima trasparenza e la massima condivisione con il territorio. Una volta arrivati a questo punto, si programmerà anche questa Conferenza dei Servizi.

Il Tavolo Azzurro, come mai questo nome?

Io ho già costituito il Tavolo Verde per l’Agricoltura, il colore azzurro, in questo caso ci ricorda il mare e quindi il Turismo, ciò nonostante, durante la prima riunione ho sottolineato che lo chiameremo così solo momentaneamente, fino a quando non ci sarà la costituzione ufficiale e poi l’assemblea ne deciderà il nome definitivo, lo potranno confermare oppure cambiare. Tavolo Azzurro è un nome provvisorio.

Il Tavolo Azzurro per il Turismo potrebbe essere il riferimento strutturale e organizzativo per chi volesse far conoscere della nostra Regione anche quelle eccellenze professionali che operano nel mondo delle mostre e degli eventi culturali? ...mi vengono alla mente le figure professionali quali: restauratori di affreschi e decori, oppure il recupero e il restauro d’importanti scritti antichi su carta prodotta a Fabriano, da sempre nell'Olimpo della produzione cartaria mondiale. Queste figure professionali, oltre ad essere un eventuale futuro per i nostri giovani, come potrebbero diventare "Evento" nel panorama turistico nazionale?


Io gradirei molto che queste figure diventassero evento nel panorama nazionale, perché il mio mestiere è quello di restauratore, lo faccio per le Sopraintendenze e lo faccio da una vita. Certo, lavorare sul recupero dei nostri beni più importanti e farlo diventare un avvenimento nazionale a me piacerebbe moltissimo. Nel Tavolo Azzurro sono rappresentate tutte le Associazioni degli Artigiani e sono sicuro che ogni Associazione proporrà il meglio per essa stessa e per gli stessi membri del Tavolo Azzurro. Questa idea non l’avevo presa in considerazione, ti ringrazio molto e accetto volentieri l’input che è veramente positivo e che ri-proporrò ai rappresentanti degli Artigiani che fanno parte del Tavolo Azzurro e speriamo di farne nascere qualcosa.
Proprio in questo momento, per esempio, c’è in atto - non perché lo sto facendo io, ma perché è una cosa straordinaria - il restauro della villa napoleonica di Porto San Giorgio, la Villa Bonaparte e tra poco diventerà operativa nell’ambiente del turismo. Si tratta di una struttura architettonica straordinaria con pitture di valore eccezionale e questo potrebbe diventare un evento, credo che già ad Agosto questa struttura potrebbe funzionare e si dovrebbe aprire ai turisti e al pubblico. Sarà un luogo che porterà tanto valore aggiunto al nostro territorio e dobbiamo ringraziare l’attuale proprietario, perché bisogna credere nel proprio territorio per sostenere uno sforzo economico del genere; bisogna credere nell’arte e capire la preziosità che la villa napoleonica rappresenta per la sua specificità. A me fa paura solo pensare a quanto hanno investito i proprietari …
 
Raffaello Sanzio è il nostro portabandiera universale per la pittura, ma da sempre le Marche hanno avuto un legame stretto e molto particolare con Roma, sia come capitale sia come centro di potere. Dal suo punto di vista questo scambio è tuttora presente oppure i flussi culturali delle Marche si stanno spostando verso altre direzioni e per tanto anche il Turismo deve cambiare target e non puntare più sui "romani"?può esistere una "Via Marchigiana" circa il Turismo di nuova generazione?


Sostengo che, come Regione Marche, e soprattutto come Provincia di Fermo, dobbiamo ancora credere nei flussi turistici provenienti da Roma e provincia. I marchigiani sono ampiamente rappresentati nel Lazio e soprattutto a Roma, pertanto questo scambio turistico oramai è molto consolidato: noi andiamo spesso nel Lazio e a Roma per le nostre vacanze e viceversa i romani arrivano nelle nostre zone. Credo anzi che il rapporto con Roma vada ulteriormente consolidato e stiamo cercando di rafforzarlo preparando un incontro presso la Biblioteca del Ministero dell’Agricoltura, dove, con un’iniziativa mirata presenteremo i nostri prodotti locali e una nostra pubblicazione, che riguarda il nostro Turismo e la nostra Agricoltura. Inoltre, stiamo dando adesione a una manifestazione che si terrà sempre a Roma, a Piazza Venezia, con le Pro Loco dei Comuni della Provincia di Roma, dei Comuni della Provincia di Fermo e dei Comuni della Sabina  proprio per promuovere il territorio e le nostre eccellenze agro-alimentari e consolidare questi antichi legami.

Come vive Lei la sua sera, è all’insegna della produzione ulteriore di responsabilità, oppure è impostata sullo “staccare la spina” per fare cose che gratificano l’uomo? Come si “diverte” l’Assessore Massucci?

Con una premessa: l’Assessore oramai è vecchio e ha i suoi vizi. Le serate di norma sono occupate da impegni politici, ma quando io non ho obblighi, “stacco la spina”, vado al bar e mi faccio una “briscola” e un “tressette” e guai a chi me le tocca, perché un’ora passata al bar con gli amici -con i quali ci sfottiamo e ce ne diciamo di tutti i colori- per me è un’esigenza! Poi chiaramente rientro a casa e dedico un paio di ore alla lettura dei giornali e alla televisione. Di norma seguo tutto il Tg3 di mezzanotte e poi magari vedo se ho qualcosa da preparare per la giornata successiva. Dedico poco tempo alla lettura di libri, comunque la mia lettura è rivolta soprattutto alle cose che sono a me più congeniali, leggo soprattutto di antiquariato, di restauro e di arte.

Quello del restauro è il principale lavoro rispetto a quello della politica oppure è solo un grande hobby?

E’ difficile da decidere, ha sempre fatto l’insegnante, anche se ora sono in pensione, ed ho sempre fatto il Sindaco di un piccolo paese, l’ho fatto per trent’anni e ho sempre svolto seriamente il mestiere di restauratore per le due Sopraintendenze di Ancona e di Urbino. Il lavoro di restauratore, oltre ad essere una grande passione però è anche una fonte di guadagno, perché “fare il politico” è costoso. Quello della politica è un hobby, un hobby che costa caro e se non ci aiutassimo con un altro lavoro non ce lo potremmo permettere.

Come era il divertimento quando era ragazzo, che cosa faceva?

Il divertimento c’era sempre, anche a letto noi ci divertivamo: nei nostri sogni c’erano le cose più belle! E’ stato un bel periodo, io non rimpiango niente. Il divertimento era andare a ballare, nella balera, più che in discoteca … andavamo negli chalet al mare …. frequentavamo Riva Fiorita a Porto San Giorgio, poi c’era un altro posto a Grottammare … di cui non ricordo il nome … da Monte Vidon Combatte ci spostavamo sempre sulla costa oppure ci organizzavamo per conto nostro, con un registratore in un cortile, di notte, un qualsiasi posto poteva diventare un ritrovo. A noi bastava poco, un po’ di musica e ci organizzavamo.

Il cinema?

Il cinema era un appuntamento settimanale, si andava a Fermo ed a San Benedetto del Tronto, in qualche caso straordinario si arrivava anche a Civitanova Marche. Il teatro invece, molto poco. Io ho cominciato a seguire il teatro spostandomi da Fermo a Roma dove ho frequentato l’Accademia delle Belle Arti.

… a Roma come si divertiva?

In modo diverso da qui. A Roma ci s’incontrava sempre. L’Accademia, più che un luogo di studio, era un punto d’incontro per noi, che poi eravamo considerati artisti, e se eravamo troppo preparati e studiosi … diciamo che il secchione non si confaceva all’artista, quindi studiavamo poco (ride). Ci incontravamo di continuo, dappertutto, all’interno della scuola, poi io ho fatto il 67,68,69 il 70, il periodo delle occupazioni. Ero un attivista! Allora avevamo a disposizione tutta Roma, eravamo i “padroni”, si occupava Architettura, rimanevamo all’interno per mesi, si occupava l’Accademia … insomma, non avevamo problemi! E poi c’era sempre il ballo nei locali per ragazzi, un po’ li conoscevamo tutti. Durante il giorno invece, c’erano Porta Portese e Via Sannio, i mercati dove ci ritrovavamo. Eravamo degli habitué di queste cose, ci spostavamo con moto e motorini, avevamo vari punti di ritrovo ed a tutto pensavamo meno che allo studio!

Quindi è stato sempre un attivista della politica?

Sì, ma diciamo sempre a livelli molto bassi, infimi …

In che senso?

Beh, l’ho fatto sempre per hobby, non ho mai pensato a una carriera, non l’ho mai fatto a tempo pieno e perciò con una preparazione sempre limitata, perché si eccelle quando queste cose si fanno a tempo pieno … mentre io a tempo pieno ho sempre svolto almeno tre mestieri...l’insegnante, il restauratore ed il Sindaco.

Il “teatro” della politica, oltre ad essere quindi una passione, e per alcuni solo un palco per esibirsi, potrebbe diventare una forma di “divertimento” per quei giovani che non ne hanno subito il fascino in epoche passate senza però le contrapposizioni violente che abbiamo registrato nei decenni scorsi?
Penso a conferenze politiche tenute da filosofi o comici, e non solo dai politici di professione.


Io dico continuamente che un giovane dovrebbe sempre interessarsi di politica, anche se non in modo attivo, dovrebbe comunque partecipare agli incontri e agli eventi politici, perché intanto è formazione ed è una formazione seria e chi lo farà se lo ritroverà sicuramente come credito, come background culturale per il futuro. Poi, se c’è anche passione e si entra un po’ nel meccanismo politico, credo che per un ragazzo sia un grosso aiuto oltre che per la sua formazione ideologica e culturale anche per quella professionale, qualunque essa sia. I giovani dovrebbero credere di più nella politica e noi, allo stesso tempo, dovremmo agevolarli in questo senso; spesso invece non lo facciamo. Io, per esempio, sono uno di quelli che predica bene ma razzola male, infatti, ho sessantacinque anni e mi trovo ancora a fare politica, quando a posto mio ci potrebbe essere benissimo un giovane.
Ovviamente, poi, è difficile trovare il politico che si fa “infilzare” sullo spiedo, io darei la mia disponibilità anche perché non mi sono mai considerato un politico. Quando facevo il Sindaco, mi paragonavo sempre ad un amministratore di condominio, perché il mio è un piccolo paese. Poi ho fatto il Consigliere Provinciale e ora l’Assessore, ma, come ho già ripetuto, non posso considerarmi un politico. Il vero politico è quello che vive con le sole risorse della politica. Bisogna arrivare ad un livello più alto per essere veri e propri politici. Ripeto, questo è un hobby, e dobbiamo lavorare sodo per potercelo permettere. Uno come me sarebbe pronto a discutere con i giovani, anche perché riconosco che gli stiamo togliendo spazio, e sono sempre il primo a dirlo, così evito che mi aggrediscano. Indubbiamente, per noi, è importante pensare e tentare qualcosa di nuovo; la tua proposta infatti, sarebbe ottima per dare ai giovani la possibilità di ritrovare un feeling in positivo con la politica.

La Regione Marche ha usato un famoso attore americano per divenire il testimonial di una campagna pubblicitaria molto discussa, secondo lei che tipo di personaggio, o personaggi, e con quale messaggio, potrebbero essere idonei per diventare i testimonial della Provincia Fermana?

La Regione Marche ha questo obiettivo: si riserva di fare la promozione del territorio, noi, come Provincia, siamo preposti all’accoglienza e dobbiamo lavorare sulle strutture ricettive. Ritengo giusto questo progetto: ho piena fiducia in quello spot, e nel suo modo di associare i nostri paesaggi infiniti, Leopardi ed Hoffman. La Regione Marche ha fatto una cosa veramente importante per promuovere il nostro territorio regionale e le singole realtà locali: è stato un connubio ideale e non ne vedrei altri migliori. E’ la prima volta che la Regione si “sprovincializza” per proiettarsi su una dimensione europea e mondiale. Lo ha fatto molto bene e con pochissima spesa. Nella stessa cifra, infatti, circa un milione e settecento mila euro, se non ricordo male, è tutto compreso: il compenso dell’attore, il costo dello spot e di tutti i vari passaggi sulla televisione nazionale e sui principali canali europei.

Noi dobbiamo ora focalizzarci sull’accoglienza, perché fare singolarmente la promozione di Ascoli Piceno, di Fermo, di Recanati e di tutte le altre città, non avrebbe senso.

Pubblicato sul sito: Provincia di Fermo  e su PdCi