“Non è vero che vi sia una così grande richiesta di candidature, a volte esse sono forzate, esclusivamente formali (per far numero); altre volte sono serie e credibili, sono preparate e vengono da lontano. A volte vincono i personaggi più strani…” (Renzo Interlenghi – PdCI)
DOMANDA 1
La vostra che tipo di candidatura è?
La mia candidatura non è da riempi lista. Probabilmente la mia prima candidatura proveniva da un numero non proprio completo per comporre la lista di appartenenza nelle amministrative del 2006 anche se comunque all’interno del nostro partito cerchiamo sempre di far entrare in lista gente che abbia un certo entusiasmo per il proprio territorio oltre che per la politica. La candidatura attuale invece proviene da una esperienza di cinque anni per cui il partito ritiene opportuno non farsi sfuggire quella che è un’esperienza acquisita, sicuramente da migliorare e da approfondire, perché nessuno è perfetto, ma sicuramente un’esperienza di cinque anni che ha portato dei buoni risultati per il territorio, perlomeno per la mia circoscrizione.
“Spesso però succede che ci si candida per avere una visibilità per le proprie professioni anche con la speranza di ottenere un domani dei benefici sul proprio lavoro grazie alle conoscenze ed alla possibilità di allargare il proprio pacchetto clienti.” (Mirko Steca – FLI)
DOMANDA 2
Oltre la spinta ideologica perché ci si butta nell’arena pur sapendo, anche, di non poter essere eletti? Chi e/o che cosa ve lo ha fatto fare? Lo si fa solo per spirito di sacrificio e per poter dare il proprio contributo di idee ad un livello più alto?
Che cosa crede o spera di guadagnarci e quanto ci perderà?
Credo che alla base di una candidatura ci siano molte motivazioni ma quella preminente, soprattutto per chi come me sono solo cinque anni che milita nella politica. Posso dire che all’inizio è stata la curiosità di vedere anche il tipo di ambiente e il tipo di mondo che ti si apre. Mondo inteso in tanti sensi, personale, civile, e anche mondo politico fine a se stesso. Quindi credo che la prima motivazione sia la curiosità di capire, ovviamente ci deve essere anche una spinta ideologica perché la curiosità vale poco se non hai un idea su cui credere e per cui lavorare a favore del territorio. Certamente ci si guadagna, a livello personale ci si guadagna in stima personale, è una questione di ambizione e di amor proprio perché comunque nella politica ti devi confrontare a tanti livelli, ti devi confrontare con il tuo stesso collega candidato così come ti devi confrontare con un candidato dell’opposizione e sopratutto ti devi confrontare con i cittadini che ti si propongono e che possono far parte della politica ma che sono anche semplici cittadini e che hanno comunemente le idee di chi vive la realtà quotidiana. E’ una sfida anche con se stessi e credo che questa sia una motivazione fortissima per chi si avvicina a questo mondo perché al di là del lavoro che fai ti aiuta ad avere una personalità diversa da quella che ognuno di noi esprime nel lavoro. Io vengo da un lavoro impiegatizio e sei sempre un po’ costretta in un certo ordine di idee, sei stipendiata e non puoi esprimerti liberamente anche per il tipo di lavoro, credo che la parte politica sia anche una parte di personalità e questo è un punto di forza. Cosa ci si possa perdere, credo nulla, perché comunque è una sfida con se stessi e come va va, bisogna accettare il risultato.
“..la scelta dei candidati deve avvenire soprattutto attraverso il grado di radicamento che le persone hanno nella loro comunità, quindi nel territorio.” (Giuseppe Buondonno – PD)
DOMANDA 3
A voi come vi hanno scelto, oppure vi siete proposti da soli? Hanno messo dentro solo quelli che voleva il partito in base ad una attenta selezione, in base alle vostre capacità, in base hai voti che portereste portare, oppure si sono accontentati dei primi trentadue nomi che hanno trovato? L’attenta selezione tanto vantata nelle interviste del dossier sui candidati è rimasta soltanto un buon proposito perché si sono accorti che le belle intenzioni non bastavano …????
Perché dovremmo votarvi? Quali sono le caratteristiche che più vi contraddistinguono? Definitevi con tre aggettivi …
La candidatura mi è stata proposta dal partito per la semplice ragione che in questo primo mandato ho espresso tutte la mie motivazione nell’espletare l’incarico che mi è stato affidato dal partito con la prima candidatura grazie ai cittadini che mi hanno dato fiducia e che mi hanno chiesto con il loro voto di rappresentarli sul loro territorio. Credo che il partito abbia riconosciuto con la mia candidatura il lavoro svolto sul territorio. I tre aggettivi che mi contraddistinguono sono la trasparenza, la coerenza nell’esprimere le mie idee e i miei progetti per il mio territorio e soprattutto la forte motivazione. Vorrei fare riferimento alla candidata del SEL (Lucia Interlenghi) quando dice che sono ancora troppo poche le donne in politica, perché la motivazione per una donna deve essere tanta soprattutto per restare in politica. Entrare può anche essere facile, per uno spirito di curiosità, questa è una motivazione ovviamente personale che va unita al senso del dovere di poter servire la propria città, ma restare all’interno della politica per una donna non è affatto facile parchè comunque si deve combattere con i diversi ruoli che la donna riveste nella società e spesso la donna viene sottovalutata nelle proprie capacità anche imprenditoriali di se tessa. Secondo me la capacità imprenditoriale nella politica è essenziale e la donna la può esprimere molto bene. Spero che i cittadini capiscano veramente il valore della presenza dell’elemento femminile nell’amministrazione di una città perché la donna ci mette quella stessa sensibilità che ha per la propria famiglia e la città per una candidata donna è una famiglia allargata. Fermo è una famiglia allargata.
“Molte volte, ed è questo il bello della democrazia, vince chi ha i consensi e non chi ha le idee. …
La democrazia è questo. Qualcuno mi vorrebbe far credere che questa è un po’ la degenerazione della democrazia, cioè che quando la democrazia degenera valgono solo i numeri e poco le idee. Rispetto i bombardamenti dei media, rispetto a certe armi “scorrette” che vengono utilizzate in politica questo dà da riflettere, ma alla fine contano solo i numeri. Se noi accettiamo questo dato la democrazia è il 50+1% dei voti favorevoli e quindi dobbiamo inchinarci agli elettori. Non vince il più bravo, quello che ha più idee e che farà sicuramente più cose con impegno e capacità. Vince quello più mediatico. Vince quello che è più conosciuto, quello che ha più voti. Ma avere più voti non significa necessariamente avere più capacità: non farei mai l’equazione voti uguale capacità. (Adolfo Marinangeli – IDV)
La democrazia è questo. Qualcuno mi vorrebbe far credere che questa è un po’ la degenerazione della democrazia, cioè che quando la democrazia degenera valgono solo i numeri e poco le idee. Rispetto i bombardamenti dei media, rispetto a certe armi “scorrette” che vengono utilizzate in politica questo dà da riflettere, ma alla fine contano solo i numeri. Se noi accettiamo questo dato la democrazia è il 50+1% dei voti favorevoli e quindi dobbiamo inchinarci agli elettori. Non vince il più bravo, quello che ha più idee e che farà sicuramente più cose con impegno e capacità. Vince quello più mediatico. Vince quello che è più conosciuto, quello che ha più voti. Ma avere più voti non significa necessariamente avere più capacità: non farei mai l’equazione voti uguale capacità. (Adolfo Marinangeli – IDV)
DOMANDA 4
Se visibilità è uguale a possibilità di voto, a prescindere dalle capacità individuali,
quanto conta essere popolari?
Essere candidato significa farsi vedere, dimostrarsi visibile, voi che cosa vi siete inventati per esserlo sempre di più? Quante cene e quanti pranzi organizzate? Partecipate a comizi, dibattiti e incontri pubblici? Vi aiuta qualcuno a contattare la gente?
Infatti, premettendo che indipendentemente dalle proprie capacità, di sicuro una campagna elettorale basata su una buona pubblicità sortisce un effetto migliore perché è fondamentale avere idee e progetti per la propria città ma non riuscire a diffonderli in qualche maniera ti fa escludere a priori dalla competizione. La mia campagna elettorale ho pensato di gestirla all’inizio tramite face book perché comunque è un canale di massa facilmente raggiungibile in qualsiasi momento ed in qualsiasi posto, poi ovviamente ho fatto i classici santini lasciati porta a porta e negli ultimi giorni ho pensato anche di utilizzare il canale della comunicazione radiofonica con degli spot ed anche il manifesto. Anche se sul manifesto ci sono ovviamente delle difficoltà per il numero di candidati…per cui cercherò di mantenere la correttezza e di non pestare i piedi agli altri. Non mi piace fare una campagna elettorale scorretta nei confronti dei miei colleghi della coalizione. Insomma una buona campagna elettorale gestita su più canali di comunicazione con l’intento di raggiungere tutti i diversi strati sociali della popolazione. Face book è più rivolto a un pubblico giovanile, il manifesto lo legge anche la persona anziana che passa per strana, ben tenendo presente però che se non c’è un lavoro fatto a monte, una tua messa in gioco precedente, una campagna elettorale mediatica poco fa. Se si viene già da una esperienza politica dove poco si è reso credo che il cittadino insomma non abbia gli occhi chiusi per cui potresti essere poco credibile se hai già avuto un’opportunità di lavorare per la città e non l’hai saputa sfruttare bene, nessuna campagna elettorale, per quanto mediatica possa essere, riesce a superare questo limite.
DOMANDA 5
Per Fermo c’è un alto numero di pretendenti (quasi 600 candidati) e sarà una lotta senza esclusione di colpi. Come in tutte le competizioni, anche in quella elettorale è previsto che alla fine della gara ci saranno concorrenti che saliranno sul podio e altri no.
Quanti voti vi servono per diventare un Consigliere Comunale e quanti voti in più sperate di ricevere?
Onestamente non ne ho proprio idea, non me ne sono mai interessata. Credo che cambino anche in funzione del monte complessivo dei candidati…quest’anno sono diminuiti. Se non sbaglio il nostro ultimo candidato nella scorsa tornata amministrativa è entrato con 100 voti e forse quest’anno ne serviranno anche meno perché siamo meno candidati. Per i voti che spero di ricevere, io non mi fisso l’obiettivo del voto, spero di avere quel monte di voti che io so appartenere alla gente che veramente mi è stata accanto. Non ne sono tantissimi ma neanche pochi ma confermerebbero la stima che sino ad oggi mi hanno dimostrato…è il riconoscimento per le attività concrete svolte per il mio territorio in questi cinque anni. Avere quei voti lì, che non sono tantissimi, ripeto, e che forse probabilmente non saranno nemmeno sufficienti per essere eletta, per me sarebbe sufficiente.
DOMANDA 6
Come si supera la ritrosia di chiedere i voti agli amici, ai parenti, agli amici degli amici ed ai conoscenti? Sicuramente vi sarà capitato di restare infastiditi da persone che avevate perso di vista e che poi in prossimità della scadenza elettorale si sono fatti di nuovo vivi per chiedervi il voto ma ora che dall’altra parte ci siete voi come vi sentite? E chissà quanti di voi avranno buttato via i santini e cestinato immediatamente i volantini elettorali, ma ora che siete voi che li avete pagati vi dispiacerebbe vederli gettati via, come ci rimanete, che effetto vi fa?
Io in effetti non ho mai contattato persone che conoscevo ma nel tempo avevo perso di vista perché veramente sarebbe stato solo per la richiesta del voto. Mi avrebbe fatto piacere sentirle sicuramente ma proprio in quell’occasione non le avrei mai chiamate per non dare spunto a questa cosa. Non l’ho fatto la prima volta che mi sono candidata e non l’ho fatto nemmeno quest’anno. Ovviamente mi sono rivolta agli amici e alla famiglia in senso allargato (i parenti), perché non è così scontato che ti votino. La ritrosia credo la si può superare solo con molta ironia perché comunque dall’altra parte ti conoscono e quindi comprendono il tuo imbarazzo nel chiederli e quindi ti anticipano e magari sono loro che ti dicono …”tranquilla, tranquilla!” Per i santini io onestamente non li ho mai buttati, anche quando non ero candidata. Non ho precedenti appartenenze politiche ma onestamente ogni volta che me li davano non li ho mai buttati, da entrambe le parti. Credo sia veramente la democrazia il fatto di voler conoscere le persone candidate che fanno parte dell’intero schieramento di destra e di sinistra. Il confronto è importantissimo, perché le idee le portano prima di tutto gli uomini e poi i partiti che sono composti di uomini, basta che le idee siano buone! E se buttassero via i miei santini mi dispiacerebbe.
DOMANDA 7
Quando finisce la “gavetta” in politica?
Penso proprio non finisca mai, è un continuo mutamento della società e di conseguenza della politica, ogni atto, ogni progetto, ogni idea è sempre nuova.
“I partiti non ti vogliono perché se uno come me entra in un qualunque partito fa primo. I partiti ti mandano via, così come nella tua stessa coalizione, quando prendi molti voti e non rispondi a nessuno ti debbono far fuori. Sei scomodo, è normale. Qui c’è la caccia ... come per il prato inglese, a tagliarlo come uno va su … il problema grosso è questo. Più voti si hanno e più si prendono le bastonate. Chiunque vuole gestire il potere, destra e sinistra è indifferente. Gli altri sono solo soldati.” …. ”Se avrei voluto fare il soldatino lo avrei potuto anche fare, bastava che mi mettevo lì e stavo buono e zitto.” (Luciano Romanella Movimento Civico Pro Territorio Romanella e C.)
DOMANDA 8
Cosa ne pensate di questa dichiarazione?
Non credo sia una questione di voti, probabilmente è una questione di coerenza nelle idee. Io ho sempre pensato che non sia una buona norma uniformarsi alle idee perché comunque la società muta quindi, in linea di massima, è giusto essere ”elastici” nella propria visione delle idee per seguire le esigenze di una società mutevole ma a livello partitico la coerenza è assolutamente necessaria nel senso di appartenenza. Se tu hai un tuo senso di appartenenza hai una propria identità e ti puoi riconoscere nella società per cui vai a lavorare. Credo che non sia proprio un problema di voti, credo che sia proprio un problema di coerenza nel seguire le proprie idee probabilmente portate per altri scopi che spesso non coincidono con il bene comune.
"Per restare sempre dello stesso partito bisogna cambiare spesso opinione."
(Jean-Francois Paul Retz)
(Jean-Francois Paul Retz)
DOMANDA 9
Durante la campagna elettorale avrete degli input suggeriti dalla coalizione o dal partito…qual è la cosa che stona passando dall’ideologia ai fatti concreti? Un cavallo di battaglia della propaganda elettorale è il lavoro, come anche la questione sanità anche se in realtà né il lavoro né la sanità sono materie di competenza comunale…ma serve spesso solo per ingraziarsi gli elettori…
Il programma della nostra candidata sindaco per il centro destra è un programma che è stato portato avanti come sintesi dei programmi dell’intera coalizione. È un programma che non ha grandi pretese e che non fa grandi promesse per il territorio perché ovviamente ci sono limiti di budget di bilancio quindi è inutile fare una campagna elettorale con grandi sfarzosità quando poi sappiamo benissimo che non potranno essere concretizzate. Il lavoro e la sanità sono argomenti che vengono correlati al programma di base perché nella realizzazione delle opere comuni, se il cittadino vive bene in un territorio che lo fa vivere bene, si sviluppa anche il lavoro e l’economia e di conseguenza si vive bene per cui anche la sanità può avere un risvolto diverso. Benché queste due problematiche, il lavoro e la sanità, sono di competenza di altre istituzioni (provinciali e regionali) la classe politica che andrà a gestire questo territorio si può comunque far portavoce verso queste istituzioni preposte. È inteso solo in questo senso, e comunque no, non c’è nulla che stoni tra l’idea e la concretezza dei fatti. Ripeto, il nostro è un programma molto semplice che si avvicina al cittadino con semplicità.
“La donna…la donna…io sono un cultore delle donne….si dice…si sa...Romanella, le donne e quantaltro…ma in politica ci vuole la testa. Le belle donne non servono. Purtroppo io contesto questo fatto anche a livello nazionale. Capisco che una bella donna può essere più appetibile, ma in politica bisogna guardare la testa delle persone. Per quel che mi riguarda, nel mio movimento ho già tre quattro donne con grandi teste ma di aspetto normale. Non mi fido della bella donna….le belle donne servono in altri settori.” (Luciano Romanella – Movimento Civico PRO TERRITORIO Luciano Romanella e C.)
DOMANDA 10Le donne e la politica, cosa ne pensate di questa dichiarazione?
Una donna in politica è qualcosa in più, quel quid necessario, quella sensibilità in più nel trattare certe tematiche specifiche come magari il sociale. La donna nella politica può dare molto, come ho già espresso prima, per quella sensibilità che ha nel trattare la propria famiglia e che manifesta nei vari aspetti della vita, lavorativo, di mamma, anche di figlia perché credo che nella politica la donna guardi la società come fosse l’allargamento della propria famiglia. La donna ha una praticità e una determinazione superiore accentuata anche dal fatto che ci siano poche donne in politica. Quelle poche sono ancora più determinate perché vogliono dimostrare il valore della donna nella politica e nell’amministrazione di una qualsiasi istituzione per cui l’impegno che mettono è doppio.
Cosa dire in merito all’espressione citata? È disarmante, spero e mi auguro che non sia l’equazione “bella donna uguale stupida”. È una dichiarazione assolutamente inqualificabile … non trovo proprio le parole per definirla.
DOMANDA 11
Prima della fine di questa campagna elettorale che cosa potrebbe stravolgere, oltre ogni previsione, in maniera determinante il risultato elettorale, l’arrivo di un marziano, l’arrivo del Presidente della Repubblica oppure del nostro Presidente del Consiglio?
Penso che alla fine non incida. Non credo ci possa essere un ultimo evento in grado di poter condizionare la volontà del cittadino. Sono onesta, non è questo quello che cambia la volontà del cittadino. Il cittadino sa già cosa vuole, vuole la persona che gli è vicino. Sul territorio non si vota il partito, si vota la persona. Io sono fiera di appartenere al PDL e di far quarte di questo partito che ha come Presidente Silvio Berlusconi ma è sciocco dire che una presenza, seppur così importante, possa sviare la volontà di un cittadino. Il cittadino se è per il PDL vota PDL al di là che Silvio possa esserci o meno. Chi non è del PDL lo vota anche se non lo vede ma chi ha già deciso per chi voterà, se dovesse arrivare il Presidente del Consiglio in persona non cambierebbe nulla perché non muoverebbe altre coscienze.