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domenica 8 agosto 2010

CRONACHE CANINE Lascialo qui e poi scompari! Di Laura Gioventù

La fila sulla Nazionale in certe ore del giorno è micidiale, l’idea che una arteria del genere possa passare dentro i paesi lacerandone il tessuto urbano è demenziale, costringe a restare fermi, immobili e il sole estivo poi cuoce le scatole a motore peggio di come certi ristoratori facciano con gli arrosticini.
Vedere la gente camminare crea rabbia e pure della sana invidia, e ci si chiede perché si è preso la macchina invece della bicicletta, poi fra le tante facce sconosciute una faccia amica.
- Ciao Giovanna, dove stai andando con quel cane al guinzaglio, è il tuo?-
E mentre mi sbraccio per salutare Giovanna il cane mi osserva e movendo la coda sbatte il sedere sulle gambe della mia amica, ho idea che voglia farsi accarezzare da me anche se sono in macchina.
Giovanna ricambia il saluto e mi fa cenno di parcheggiare in una delle stradine laterali, cosa che non senza difficoltà provo a fare.
Stavolta la sorpresa, è solo la Nazionale ingolfata di carburante bruciato, le stradine laterali sono addirittura vuote, parcheggio, scendo e mi dirigo verso Giovanna, ma dopo pochi passi il suo cane mi salta sulle ginocchia per farsi accarezzare.
- Ma questo chi sarebbe?,-
e lo dico mentre cerco sorridendo di allontanare la sua festosa baldanza canina.
- Questo tanto per cominciare è una lei, e ora ti racconto dove l’ho trovata, però andiamo a sederci al bar perché è l’ora del caffè per me.-
Giovanna è sempre una bella donna anche se gli anni passano, occhi vellutati di azzurro, capelli mossi da riccioli perfetti, una mente fervida e viva, e una predilezione per l’originalità dei comportamenti positivi, in sintesi non è una comare pettegola.
-Dai che ti racconto, nel frattempo dimmi cosa vuoi da bere…eravamo in viaggio, io e Luigi (suo marito), la solita autostrada, il solito autogrill, la solita sosta in bagno, e mentre tornavo verso il bar un cartello ha colpito la mia curiosità, era scritto solo…
”Lascialo qui e poi scompari!”,
 sulle prime pensavo ad uno scherzo, poi ad una provocazione, alla fine chiesi al benzinaio come spiegava la stranezza del cartello, e lui, senza neppure dire parola mimò una portiera che si apre, due mani che prendono un pacco da dentro l’abitacolo e lo gettano via lontano da loro, poi la portiera si richiedeva e la macchina sgommando ripartiva. Sulle prime feci fatica a ragionarci sopra, e mi servì molto la sua disponibilità per capire meglio. Il benzinaio finì di servire l’ennesimo cliente e poi mi fece cenno di seguirlo, svoltammo prima a destra e poi a sinistra per arrivare in un piccolo spiazzale dove un altro cartello, identico nel messaggio al precedente, ma molto più grande, direi più colpevolizzante, ripeteva.
”Lascialo qui e poi scompari!”
e sotto al cartello due cucce e tre cani che stavano mangiando da una ciotola delle crocchette per cani.
Non realizzai nulla finché il benzinaio non mi spiegò il mistero, lui mi disse che era stufo di ritrovare spesso cani abbandonati nella sua pompa di benzina, che sti cani gli facevano molta pena, ma era la rabbia verso chi li abbandonava che lo aveva convinto a fare sta cosa, in sintesi aveva predisposto un luogo di prima accoglienza per queste povere bestioline, con due cucce e delle ciotole, poi in un cestino di vimini aveva messo dieci euro ed un cartello con scritto:
…ora che sei diventato un animale peggiore di quello che stai abbandonando, almeno contribuisci alla sua NON morte lasciando qualche euro per le crocchette!…
Io restai basita per la semplicità dell’idea, un modo per ribattere in maniera umana ad una cosa schifosa e bestiale, e mentre guardavo la scena lei, si lei la MIA canetta, mi si avvicinò per farsi accarezzare, la cosa mi intenerì il cuore e chiesi al benzinaio che fine facessero questi cani, e lui mi ha colpito nello stomaco dicendo una cosa semplicissima…questi cani sono qui per aspettare una come lei che, dandole la prima carezza la prenderà con sé per non abbandonarla più!-
Finito il racconto calò un silenzio assordante dentro di me, sta cosa mi faceva piangere per la sua semplicità, e per la sua umanità, non tanto per il gesto di Giovanna, prendere la canetta e portala via con se, ma del benzinaio, poteva anche fregarsene, invece ha voluto denunciare il fatto non con petizioni spesso inutili, ma con l’esempio, un novello Francesco d’Assisi al sapore di idrocarburi.
E mentre il cameriere cercava di fare lo spiritoso servendoci il caffè, pensavo a tutti i distributori della nostra provincia che sempre più spesso la sola azione sociale che fanno è aumentare il costo dei carburanti in maniera a dir poco selvaggia, mentre nella realtà potrebbero dare vita ad una catena di prima accoglienza mettendo due semplici cucce a disposizione e un cestino di vimini per raccogliere le offerte in denaro per il sostentamento di questi nostri amici a quattro zampe in disgrazia, spesso si parla di grandi progetti mentre iniziando dal basso e da queste minime forme di umanità potremmo dimostrare che apparteniamo ancora alla razza umana, sempre meno razza e sempre più umana.

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