venerdì 15 ottobre 2010

Le risposte di Andrea Mandolesi


Domanda 1)
«Il potere logora chi non ce l'ha.» Giulio Andreotti
E’ per questo che tutti vogliono candidarsi, per ottenere il potere per non logorarsi?
E voi come riuscite a capirlo?


Il nostro è un partito che si rivolge soprattutto ad un elettorato giovane che forse non è così attaccato al potere.
Poi, se parliamo di elezioni comunali, non ci sono grandi guadagni. Posso dirlo perché ho anche fatto il consigliere comunale e c’ho anche rimesso di tasca propria. A livelli più alti indubbiamente non è così però nella Lega, prima di venir candidati sono necessari tre anni di militanza attiva all’interno del partito, che è anche il tempo necessario non solo per fare esperienza ma anche per capire le reali intenzione delle persone. 

Domanda 2)
Il candidato ideale lo si riesce a trovare setacciando tra la sabbia sperando di trovare la pepita d'oro, oppure è un lento lavoro di cesello fra il cercare il migliore ma dovendosi alla fine accontentare del meno peggio?


Noi cerchiamo di “cesellare” il più possibile. Li plasmiamo …

Domanda 3)
Ci sono stati molti casi in cui i candidati una volta eletti cambiassero casacca, per evitare ciò non sarebbe giusto farli decadere automaticamente oppure le elezioni sono cose diverse dalle scelte dei partiti?


Anche se mi trova molto d’accordo, questo indubbiamente non sta a me deciderlo, ma al legislatore. Nello statuto non è previsto. A livello nazionale non abbiamo mai avuto politici che hanno cambiato casacca tranne nell’ultima legislatura, dove un deputato è passato al gruppo misto.
La Lega seleziona bene il propri candidati e per candidarsi alle politiche c’è bisogno di almeno tre anni e mezzo di militanza nel partito. Ed in tre anni e mezzo si riesce a capire di che pasta è fatta la persona.

Domanda 4)
Quando iniziate a stilare la prima lista dei candidati e vedete in quanti vorrebbero concorrere per risultare eletti, il vostro pensiero è quello di orgoglio per l'entusiasmo che costoro emanano oppure vi chiedete attoniti come mai abbiano chiuso i manicomi visto l'alto numero di pazzi che circolano liberi di credersi statisti della politica???


Siamo un partito giovane a Fermo perché ci siamo solo da due anni e mezzo. Stiamo lavorando per comporre la lista completa per le prossime comunali e indubbiamente la nostra reazione è di orgoglio nel ricevere nuovi candidati e nel vedere un interesse crescente per i nostri ideali.

Domanda 5)
Una volta i candidati venivano scelti fra certe caste, oppure sorteggiati, altre volte era l'età o la professione che li faceva diventare eletti, al giorno d'oggi la democrazia impone una gara per consensi. Secondo lei, in un prossimo futuro che tipo di soluzioni si potrebbero adottare per cambiare il modello elettorale, un esame teorico-pratico in scienze politiche per chi volesse candidarsi oppure una specie di quiz televisivo per decretare il vincitore?...l'assurdo di eleggere candidati improponibili potrebbe ispirare certe degenerazioni?


Dipende da quale livello di politica si parla. A livello comunale è logico che questa domanda non è pertinente. Noi siamo rappresentanti locali e per quanto concerne altre candidature non siamo deputati a farlo.  E comunque non vedo bene nessuna delle due soluzioni ipotizzate. Bisogna militare all’interno del partito e guadagnarsi la fiducia dei livelli più alti. Esperienza quindi, più che esami e quiz.

Domanda 6)
Lei sente la responsabilità degli insuccessi dei candidati che ha incluso nelle liste elettorali oppure alla fine è come alle olimpiadi dove l'importante è partecipare?


Per la poca esperienza politica qui a Fermo, abbiamo comunque sempre vinto le elezione quindi siamo stati sempre soddisfatti. Speriamo che vada sempre bene. Indubbiamente chi stila le liste se ne assume anche la responsabilità.

Domanda 7)
Spesso il candidarsi è visto come la scorciatoia all'impegnarsi seriamente in un lavoro, ma per alcuni la politica è un vero e proprio lavoro. Lei consiglierebbe questo lavoro oppure indicherebbe altre occupazioni per essere più felici oppure meno oppressi dai problemi altrui?


Tutti aspirano a fare i politici ad alti livelli, quindi di professione. Sicuramente non è così negativo riuscire ad essere eletti. Io dico sempre che la meritocrazia dipende dalle capacità che si hanno e solo chi ne ha le capacità potrà fare il politico di professione.

Domanda 8)
Se una persona volesse provare l'ebbrezza di vedere il proprio nome nella sua lista elettorale, che cosa dovrebbe fare e voi nel caso si presentassero di loro spontanea volontà, cercate di dissuaderli proponendogli solo problemi oppure cercate di non farli scappare raccontandogli solo le mille soluzioni?...e per le donne, servono anche truccatore ed estetista o bastano tempo libero e disponibilità a fare tardi la sera?


Per le donne servono sicuramente disponibilità a fare tardi la sera ed impegno costante in tutte le problematiche che si affrontano nella politica. Però in un mondo come quello in cui viviamo, fatto di immagine, c’è bisogno di un po’ di tutto … quindi una bella donna avrà sicuramente più successo. Bella ed intelligente sarebbe la candidata ideale.

Poi, chi si presenta da noi, ha volontà di impegnarsi in politica. Noi li accogliamo e ne valutiamo le capacità e mettiamo a disposizione la nostra esperienza per cercare di formare soprattutto quelle persone che non hanno molta conoscenza politica. Poi dipende dalle esigenze che il partito ha. Lo statuto prevede la prima iscrizione con una “tessera sostenitore”, un anno di militanza attiva verificata dalla sezione dove si richiede la candidatura, poi si può passare a militante e si può iniziare a svolgere politica attiva. Ma a livello comunale qualche deroga la si può fare anche perché il nostro partito è ancora in una fase costituente qui a Fermo e certe regole ferree possono essere derogate non avendo ancora fatto un congresso e con ancora pochi militanti attivi.

Domanda 9)
Candidare è un potere sublime oppure è una rottura di scatole, è il massimo dell’orgasmo politico oppure la solita minestra riscaldata?


Né l’uno e né l’altro. È una soddisfazione se, in un periodo come quello che stiamo vivendo, di disaffezione verso la politica, vedere che qualcuno abbia voglia invece di partecipare alla vita politica. Cerchiamo sempre di favorire questo inserimento e la composizione della lista fa parte di questa soddisfazione se il percorso che si è intrapreso dà buoni risultati … ma anche sufficienti.


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Le risposte di Mirko Steca

Domanda 1)
«Il potere logora chi non ce l'ha.» Giulio Andreotti
E’ per questo che tutti vogliono candidarsi, per ottenere il potere per non logorarsi?
E voi come riuscite a capirlo?


Non è facile capirlo, la speranza è che non sia così. Uno si candida per portate il proprio contributo per il bene della collettività. La speranza è questa poi spesso la realtà ci dimostra tutt’altro …. Non lo confermo ma potrebbe essere così. E lo si capisce attraverso l’azione politica ed amministrativa.

Domanda 2)
Il candidato ideale lo si riesce a trovare setacciando tra la sabbia sperando di trovare la pepita d'oro, oppure è un lento lavoro di cesello fra il cercare il migliore ma dovendosi alla fine accontentare del meno peggio?


Buona la seconda! Naturalmente all’inizio si cerca tra i propri iscritti, si studia il curriculum, si guarda il territorio. L’utopia è questa, poi spesso succede che a metà della composizione della lista si mette dentro di tutto e di più! L’obiettivo è coprire tutte le fasce di età e tutte le zone di un territorio, provinciale o comunale che sia, cercando all’interno delle associazioni, sia sociali sia produttive, ed anche tra non iscritti. Si parte sempre dagli iscritti, poi la disponibilità è sempre poca, e per allargare il consenso c’è proprio la strategia di trovare persone di area ed a volte si va addirittura alla ricerca di persone provenienti da altri schieramenti.

Domanda 3)
Ci sono stati molti casi in cui i candidati una volta eletti cambiassero casacca, per evitare ciò non sarebbe giusto farli decadere automaticamente oppure le elezioni sono cose diverse dalle scelte dei partiti?


No, ci vorrebbe un vincolo molto più forte tra il mandato e l’esercizio del proprio mandato e non sarebbe male inserirlo come regolamento interno al partito. Certo, poi le vicissitudini nel corso della legislatura sono tante e lo vediamo attualmente anche a livello nazionale purché sia però sempre all’interno di un filone programmatico di schieramento.
Quelli che cambiano di “casacca” sono dei mercenari. Spesso si cambia perché non si va d’accordo con il proprio gruppo o con l’amministrazione. Poi bisogna vedere da che cosa è dettato il cambiamento, se per ideali, per valori oppure perché non è stata passata la propria pratica oppure quella di qualche amico. Spesso poi succede proprio questo, che un consigliere essendo indispensabile numericamente in consiglio comunale riesca in qualche modo a farlo pesare con il proprio voto.

Domanda 4)
Quando iniziate a stilare la prima lista dei candidati e vedete in quanti vorrebbero concorrere per risultare eletti, il vostro pensiero è quello di orgoglio per l'entusiasmo che costoro emanano oppure vi chiedete attoniti come mai abbiano chiuso i manicomi visto l'alto numero di pazzi che circolano liberi di credersi statisti della politica???


Sia un bene sia un male. È un bene perché comunque più concorrenza porta più consensi e più voti e quindi la possibilità stessa di avere più seggi. In questo senso è meglio mettere dentro quante più persone possibili. L’aspetto negativo è che questo potrebbe poi portare alla nascita di litigi, alla concorrenza esasperata, a parlarsi male a vicenda. Può succedere che in una famiglia si vada in quattro a chiedere il voto elettorale, ognuno dei quali parlando male degli altri. Parlo sinceramente, questo è quello che capita. Un alto numero di persone che partecipano ci fa piacere, ma allo stesso tempo ci preoccupa per quello che successivamente potrebbe verificarsi, dalle incomprensioni all’interno delle proprie liste a quelle all’interno dei gruppi consiliari.

Domanda 5)
Una volta i candidati venivano scelti fra certe caste, oppure sorteggiati, altre volte era l'età o la professione che li faceva diventare eletti, al giorno d'oggi la democrazia impone una gara per consensi. Secondo lei, in un prossimo futuro che tipo di soluzioni si potrebbero adottare per cambiare il modello elettorale, un esame teorico-pratico in scienze politiche per chi volesse candidarsi oppure una specie di quiz televisivo per decretare il vincitore?...l'assurdo di eleggere candidati improponibili potrebbe ispirare certe degenerazioni?


Qui gli aspetti sono diversi. A mio avviso chi dovrebbe filtrare le candidature e garantire una buona politica sono i partiti entrando anche nel merito del dibattito sull’attuale legge elettorale nazionale che condividerei qualora i partiti funzionassero. Si potrebbero fare le liste bloccate qualora esista una reale meritocrazia interna. Se il partito riuscisse veramente a selezionare una classe dirigente in base alle capacità ad al merito si potrebbero anche fare le liste bloccate. Parlo un po’ da utopista della politica. Siccome però i partiti hanno tradito il loro mandato e sono solo centri di potere o mezzi per arrivare a qualcosa, a questo punto occorre una scelta con metodi di selezione democratica. Anche se nella preferenza, a volte può capitare che i vecchi marpioni, il conservatorismo e il potere prevalgono su certe preferenze a discapito della qualità politica. Nelle liste spesso le persone brave ma con meno esperienza e meno conoscenze non riescono ad essere elette a differenza di chi già fa il consigliare da anni, ha un gruppo di consenso ed è più conosciuto e avvantaggiato nel prendere voti.

Domanda 6)
Lei sente la responsabilità degli insuccessi dei candidati che ha incluso nelle liste elettorali oppure alla fine è come alle olimpiadi dove l'importante è partecipare?


Nelle liste comunali il problema non sussiste perché poi nessuno verrà escluso perché servono tanti candidati. Tutti vengono messi dentro. La responsabilità è finale ed è del cittadino che ha votato. Nelle provinciali dove c’è un solo candidato, solo in quel caso possiamo parlare di responsabilità. Se viene scelto un candidato che perde dispiace per lui ma anche per il partito stesso e per chi ha fatto quella scelta.

Domanda 7)
Spesso il candidarsi è visto come la scorciatoia all'impegnarsi seriamente in un lavoro, ma per alcuni la politica è un vero e proprio lavoro. Lei consiglierebbe questo lavoro oppure indicherebbe altre occupazioni per essere più felici oppure meno oppressi dai problemi altrui?


La politica non è un lavoro, ma una passione ed una missine per il bene pubblico. Spesso però succede che ci si candida per avere una visibilità per le proprie professioni anche con la speranza di ottenere un domani dei benefici sul proprio lavoro grazie alle conoscenze ed alla possibilità di allargare il proprio pacchetto clienti.
Ma la politica non deve essere assolutamente un lavoro. Certo, io qui vado un po’ controcorrente, nel senso che tutti dicono che gli stipendi dei politici sono troppo alti. Siccome io credo nella politica e penso che chi fa l’amministratore deve comunque percepire uno stipendio adeguato perché sottrae molto tempo al proprio lavoro. Quindi, secondo me, chi dice che un consigliere regionale oppure un parlamentare prende troppo non è giusto, devono invece fare di più per il bene pubblico. Se rispettano il loro mandato alla fine quella che si percepisce è una retribuzione adeguata perché fare il parlamentare per 5 anni significa smettere di fare il proprio lavoro e trascurare la famiglia. E dopo 5 anni? Comunque è un discorso complicato. L’importante è svolge il proprio dovere, ritornando al già citato senso etico. Sono ben altre le spese superflue che dovrebbero essere eliminate a cominciare dagli enti inutili.

Idealmente e moralmente mi sento di consigliare l’esperienza politica. Poi però dipende dal carattere della persona. In politica sicuramente ci sono molte più delusioni che successi, per chi ci crede seriamente. Si entra con molto entusiasmo poi si vedono i meccanismi … ndr … può succedere che qualcuno lo faccia per aumentare le proprie entrate, altri che la scelgano come lavoro perché non ne ha uno. E spesso la politica è stressante perché non si riesce ad arrivare ad una soluzione. La politica spesso è solo tanta chiacchiera e pochi fatti concreti. Tante persone e quindi tanti modi diversi di pensare e di fare. Le riunioni fumose nelle sedi di partito spesso altro non sono che un parlar male degli altri piuttosto che discutere sull’utilità dell’arretramento dell’autostrada.

Domanda 8)
Se una persona volesse provare l'ebbrezza di vedere il proprio nome nella sua lista elettorale, che cosa dovrebbe fare e voi nel caso si presentassero di loro spontanea volontà, cercate di dissuaderli proponendogli solo problemi oppure cercate di non farli scappare raccontandogli solo le mille soluzioni?...e per le donne, servono anche truccatore ed estetista o bastano tempo libero e disponibilità a fare tardi la sera?


Li accogliamo a braccia aperte valutando insieme la situazione politica, quella del partito e gli obiettivi che si prefigge la lista. Innanzitutto dovrebbero contattarci. Poi partecipare comunque alle riunioni e creare una comunità individuando gli obiettivi comuni, i problemi e le possibili soluzioni. Se si concordano e c’è un minimo comune denominatore bene, altrimenti si è sbagliato lista. La tessera al partito non è indispensabile, almeno inizialmente. È comunque un “vincolo” e può essere fatta in un passaggio successivo. L’iscrizione al partito non è una condizione indispensabile per poter essere candidati. Come ho già detto, per fare le liste, spesso si parte dagli iscritti  che sono sempre la parte minoritaria di una lista perché nessuno ha, come nel caso di Fermo, 32 iscritti disposti a candidarsi. Nessun partito, credo. Poi anche l’ obiettivo di allargare il consenso porta a cercare fuori dal partito stesso.

Per le donne servono tempo libero, meno estetista e sicuramente più passione!

Domanda 9)
Candidare è un potere sublime oppure è una rottura di scatole, è il massimo dell’orgasmo politico oppure la solita minestra riscaldata?


Candidare è difficile e comunque il potere ce l’hai in base al sistema elettorale. Se è maggioritario, ripeto, allora hai potere perché sei costretto a fare una scelta. Se è proporzionale con liste da 30 persone non hai nessuno potere perché metti dentro tutti e forse li devi anche andare a cercare. Si avrebbe potere se tanti vorrebbero entrare ed i posti fossero limitati ma questo non succede nelle liste comunali. Capita invece nelle provinciali dove in ogni collegio un partito candida una sola persona ed è facile che all’interno di uno stesso gruppo politico ci siano più persone che si vogliono candidare. Chi deve scegliere il candidato ha in questo caso delle responsabilità ed è una gran rottura di scatole perché ti prendi pure le colpe che non hai.
Poi succede che chi verrà escluso non aiuta il candidato del proprio partito, ma tradisce per vendetta e va a sostenere i candidati degli altri partiti come è successo per le provinciali di Fermo.
E purtroppo capita spesso che chi fa le liste il giorno dopo le elezioni viene completamente dimenticato  da chi viene eletto ed ecco poi perché i partiti non funzionano e ci sono i “corti circuiti”...


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Le risposte di Luciano Romanella

Domanda 1)
«Il potere logora chi non ce l'ha.» Giulio Andreotti
E’ per questo che tutti vogliono candidarsi, per ottenere il potere per non logorarsi?
E voi come riuscite a capirlo?


Per quanto mi riguarda, rispondo portando un esempio di quando facevo l’assessore: a me nessuno mi ha mai chiamato “assessore”, mi chiamavano tutti Luciano, questo a dimostrazione che fare politica non è un fatto di potere, è un fatto di voler far qualcosa per la propria cittadinanza. Vale a dire che lo spirito con cui ci si candida a fare il consigliere comunale dovrebbe essere, come ho sempre fatto io, quello di mettersi a disposizione dei cittadini. Ho del tempo libero, allora che faccio? Posso fare volontariato alla Croce Rossa, alla Croce Azzurra, vado a dare una mano agli anziani, vado in un centro sociale oppure mi candido, ho del tempo libero e mi metto a disposizione dei cittadini.
Il potere per me è una parola che non esiste, ce l’ha solo una persona, il Padre Eterno.
Poi, invece, se una persona vuole candidarsi per ottenere visibilità personale invece che per spirito di servizio nei confronti della propria cittadinanza lo capisco subito ad intuito. Non ci sono segnali particolari, solo parlando con la persona, nel complesso, riesco subito a capire. Naturalmente bisogna saper leggere, ed io sono psicologicamente portato perché nella vita ho fatto il venditore per tanti anni, ho venduto di tutto. Per vent’anni ho venduto enciclopedie sviluppando questo “fiuto” ed ho affinato questa fortuna-sfortuna di riuscire a comprendere immediatamente.

Domanda 2)
Il candidato ideale lo si riesce a trovare setacciando tra la sabbia sperando di trovare la pepita d'oro, oppure è un lento lavoro di cesello fra il cercare il migliore ma dovendosi alla fine accontentare del meno peggio?


In riferimento ai canditati da mettere di una lista elettorale non bisogna fare il lavoro di cui parli tu, bisogna solo, attraverso l’intuito, capire chi vuole realmente mettersi  a disposizione dei propri cittadini in base alla propria esperienza. Io non valuto il candidato in base alla popolarità dello stesso in termini di un maggiore ritorno di voti. Non è questo il sistema con cui vengono scelte le persone del mio gruppo perché sono convinto che se dovessi sceglierli in base alla popolarità non renderei un servizio alla città, non darei l’opportunità ad altri di candidarsi. Tutti devono avere la stessa opportunità. Mai dalla popolarità, ma dalla volontà e dalla schiettezza che uno riesce a percepire … si fanno le liste. Ho già cominciato … lo spirito è questo.


Domanda 3)
Ci sono stati molti casi in cui i candidati una volta eletti cambiassero casacca, per evitare ciò non sarebbe giusto farli decadere automaticamente oppure le elezioni sono cose diverse dalle scelte dei partiti?


Decadere automaticamente non si può fare, c’è una legge che attualmente non lo permette. Possiamo proporlo ma sarebbe anche tardi, non si può fare. L’unica cosa che si potrebbe fare è far sottoscrivere un pseudo accordo in cui si dichiara che, in caso di cambio della bandiera, a livello deontologico, ci si dimetta immediatamente. Sarebbe un buon sistema. Quantomeno sarebbe motivo di “sputtanamento”, di perdita di attendibilità  quando, avendo firmato, un domani si arrivi poi a disconoscere anche la propria firma.  Lo potrei proporre, anzi, lo proporrò viste anche le mie esperienze passate….ndr…io sono il più votato di Fermo. Ci sono persone che stanno in Consiglio Comunale nella mia lista con solo 52 preferenze … ed alcuni di questi mi hanno pure tolto il saluto per rispondere ai vari “padroni” che hanno ….

Domanda 4)
Quando iniziate a stilare la prima lista dei candidati e vedete in quanti vorrebbero concorrere per risultare eletti, il vostro pensiero è quello di orgoglio per l'entusiasmo che costoro emanano oppure vi chiedete attoniti come mai abbiano chiuso i manicomi visto l'alto numero di pazzi che circolano liberi di credersi statisti della politica???


Obbiettivamente la tua è una riflessione simpatica  e me ne sto già preoccupando. Essendo la città di Fermo messa un po’ a “macchia di leopardo” perché non è concentrata in un unico nucleo, Fermo è formata da sei/sette quartieri messi insieme, allora io cosa faccio? Sarebbe troppo semplice scegliere in ogni quartiere cinque candidati e farli “correre” per te. Noi invece stiamo cercando, una volta individuate le persone, di fare delle riunioni per capire quel è quella persona che può essere più attendibile nel quartiere e convogliare tutto su di lei. Questo è il modo di operare che ci siamo dati. Non cerchiamo mai la persona che porta più voti, ma quella più credibile per quel quartiere. Essendo un movimento civico basato sulla mia persona, se prenderò 10 voti, 7 saranno di simbolo. 40 è un fatto politico, 60 non è più un fatto politico. Se andiamo a vedere, nel 2006 si votarono le comunali a Fermo e le politiche a Roma. C’è gente che mi diceva che avrebbe vinto due volte, a sinistra con Prodi ed alle comunali con me, che ero candidato con una lista civica di destra. Nelle comunali i cittadini votano in tutt’altra maniera. Il voto è più personale e si può usufruire del voto disgiunto. Si può votare il consigliere di rifondazione e votare Romanella sindato oppure viceversa. È più un lavoro di territorio, di porta a porta.
Invece i partiti che cosa fanno? Siccome sanno che quel 40% che ha ogni partito gli serve per fare il salto e vincere, gli serve il potere nel controllare il partito.
A Fermo, un segretario politico di un partito, chiunque esso sia, che si candida alle comunali, prende 60 voti perché non lo conosce nessuno però all’interno del partito ha potere.
Quello che non capisce la gente è come mai i partiti che dovrebbero fare a cazzotti per avermi invece non mi vogliono. I partiti non ti vogliono perché se uno come me entra in un qualunque partito fa primo. I partiti ti mandano via, così come nella tua stessa coalizione, quando prendi molti voti e non rispondi a nessuno ti debbono far fuori. Sei scomodo, è normale. Se sei di una lista civica ti fa fuori lo stesso sistema politico, se sei di un partito ti fa fuori il partito stesso, qui c’è la caccia ... come per il prato inglese, a tagliarlo come uno va su … il problema grosso è questo. Più voti si hanno e più si prendono le bastonate.
Chiunque vuole gestire il potere, destra e sinistra è indifferente. Gli altri sono solo soldati.
Io sono stato assessore e perché mi hanno cacciato? Il più bravo, riconosciuto da tutti, il più mediatico … perché allora? C’è un motivo. Parchè gli dai fastidio, parlo, dico, mi confronto, chiedo … alla fine sei un gran rompiscatole e cammini. Questo è il prezzo della popolarità delle persone come me. Sono stato cacciato ma oggi sono in auge più di prima. Perché la città di Fermo, una città capoluogo di provincia, di 38mila abitanti, oggi, a sette mesi dalle elezioni, in qualunque posto tu vai, se chiedi chi è il candidato sindaco tutti ti rispondono Romanella. In ogni angolo di Fermo Romanella è conosciuto….nessuno domanderà “chi è? Non lo conosco…” magari ti diranno che è un delinquente, un puttaniere, che è bravo. Ne dicono di tutti i colori ma tutti mi conoscono.
Se avrei voluto fare il soldatino lo avrei potuto anche fare, bastava che mi mettevo lì e stavo buono e zitto ma non avrei dato soddisfazione a chi mi ha mandato su, ai miei elettori che mi hanno votato per dire, controllare e fare e non per dissetare la sete di potere.
Che cosa è successo nel centro-destra fermano? Hanno perso le provinciali per la sete di potere di Di Ruscio, della Romagnoli e di Ceroni. La città ti suona quando fai lo strafottente. Aver perso a Fermo, questo è il dato politico. È semplice, la politica non è fatta al servizio del cittadino, ma di loro stessi per danaro più che per il potere.
Apparentemente sono tutti precisi, pieni di moralità, poi di fatto se tu vai all’interno di un partito ci sono solo mezzi per ammazzare l’altro attraverso la denigrazione della persona. Non si entra nel merito della incompetenza specifica. Per esempio se io sono “un culattone” non posso esserlo? Posso comunque fare bene l’assessore allo sport!?! No, si grida allo scandalo! Insomma, è ora di farla finita di valutare con questi metri … andiamo avanti…dai…

Domanda 5)
Una volta i candidati venivano scelti fra certe caste, oppure sorteggiati, altre volte era l'età o la professione che li faceva diventare eletti, al giorno d'oggi la democrazia impone una gara per consensi. Secondo lei, in un prossimo futuro che tipo di soluzioni si potrebbero adottare per cambiare il modello elettorale, un esame teorico-pratico in scienze politiche per chi volesse candidarsi oppure una specie di quiz televisivo per decretare il vincitore?...l'assurdo di eleggere candidati improponibili potrebbe ispirare certe degenerazioni?


È una domanda lunga e variegata. È come se fossero dieci domande messe insieme. Io penso che ogn’uno debba avere comunque l’opportunità di candidarsi a prescindere dall’istruzione e dalla famiglia a cui appartiene ed io ne sono l’esempio vivente: un pollo di periferia come me è entrato a palazzo con una scia di voti e non era mai successo prima a Fermo. Per il nostro territorio questa domanda sembra quasi inopportuna. Un tempo era la casta che comandava, all’interno delle mura, ora le periferie sono diventate più popolose e forti e non hanno una fermanità radicata dentro. Nella zona costiera a nord per esempio, ci sono 6 mila abitanti di cui 3 mila sono arrivati negli ultimi 10 anni dal sud e dal nord per seguire il lavoro. Oggi le cose sono nettamente cambiate e credo che ogn’uno deve avere la possibilità di candidarsi indipendentemente dal grado di cultura anche perché, per esperienza personale, appena fui eletto, andai in Consiglio Comunale nel 2001 e cominciai a vedere che c’erano tra destra e sinistra 4 avvocati, un ex senatore, un ex deputato, ed io pensavo ora che faccio? Ora che dico? Mi sentivo un po’ in imbarazzo e si cominciava a vedere la differenza tra chi, mediatico come me, aveva raccolto molti consensi e questi politici. Ogni volta che si sedeva in Consiglio c’era una sorta di sudditanza nei confronti dell’alone che circondava questi personaggi. Poi li senti parlare una volta, poi la seconda e anche la tersa e la quarta e capisci subito che non hanno niente di più di te, ma anzi, ti rendi conto che quelli che stanno lì sono degli pseudo falliti nella propria professione e si sono buttati in politica. Io credo che quando una persona è acculturata e si esprime al massimo nella propria professione quando mai andrà a fare il Consigliere Comunale. Un grande avvocato, un grande ingegnere, un grande architetto, un grande filosofo, non hanno nemmeno tempo….chi va nella politica locale siamo un po’ noi che di cultura ne abbiamo per sopravvivere.
Quindi nessun test e nessun quiz. Assolutamente. Con il quiz televisivo ci sarebbe sicuramente da ridere … se senti in Consiglio Comunale ci sono delle vere e proprie macchiette …. ndr…. ci vuole l’interprete … non faccio nomi …

Domanda 6)
Lei sente la responsabilità degli insuccessi dei candidati che ha incluso nelle liste elettorali oppure alla fine è come alle olimpiadi dove l'importante è partecipare?


L’importante è partecipare. Lo spirito di gruppo contraddistingue la mia lista civica come anche il mio gruppo giovani. Mettiamoci insieme e andiamo avanti. Se viene eletto uno piuttosto che un altro alla fine non ha importanza. Se arriviamo al successo, come crediamo di fare, ci sarà visibilità per tutti. Noi crediamo per esempio che l’assessore debba avere un pool. Noi non proporremo un assessore e basta. Se riusciremo, non istituiremo un assessorato ma un pool formato da 3 o 4 persone con a capo l’assessore. Lo stipendio dell’assessore stesso verrà ripartito tra i componenti del gruppo pur avendo sempre il primo la responsabilità dell’immagine. Uno dei primi punti del mio programma elettorale è che l’assessore alle politiche giovanili del Comune di Fermo non dovrà avere più di 30 anni. Non è una questione di  limite di età, potrebbe diventare anche uno che ha 31 anni, il fatto è che dobbiamo mettere un giovane. I giovani si devono gestire le loro politiche giovanili e non quelli della mia età che possono essere educatori.

Domanda 7)
Spesso il candidarsi è visto come la scorciatoia all'impegnarsi seriamente in un lavoro, ma per alcuni la politica è un vero e proprio lavoro. Lei consiglierebbe questo lavoro oppure indicherebbe altre occupazioni per essere più felici oppure meno oppressi dai problemi altrui?


Io penso quello che dico sempre ai miei giovani. Che cosa veniva fuori sentendo parlare i giovani? Un certo disinteresse …”a me che me ne frega”….”io nemmeno ci vado a votare..” ed ho fatto capire dell’importanza del voto comunale. Non si può rinunciare ad un qualcosa che è fondamentale. È come se ti scippassero di qualcosa. Il giovane deve mettere nel circuito il proprio nome perché deve cercare lavoro, deve farsi conoscere per quelle che sono le proprie attitudini, le proprie qualità ed esperienze. Si deve far conoscere nel proprio territorio ed il miglior modo è entrare in un movimento civico e far veicolare il proprio nome a prescindere dal fatto che poi prenda 15 voti perché ha dimostrato che lui è parte attiva della città. Uno non può aspettare il lavoro stando a casa, deve anche muoversi e far parte di un movimento. Ed un movimento civico significa anche star fuori dalla politica perché non si viene etichettati con il PDL oppure con il PD, ma perché ci si vuole mettere in gioco e far veicolare il proprio nome, è questo lo spirito.

Domanda 8)
Se una persona volesse provare l'ebbrezza di vedere il proprio nome nella sua lista elettorale, che cosa dovrebbe fare e voi nel caso si presentassero di loro spontanea volontà, cercate di dissuaderli proponendogli solo problemi oppure cercate di non farli scappare raccontandogli solo le mille soluzioni?...e per le donne, servono anche truccatore ed estetista o bastano tempo libero e disponibilità a fare tardi la sera?


La domanda è doppia. Per la prima la risposta è semplice. A me capita spesso che la gente mi fermi per strada e mi dica che vuole entrare a far parte del mio movimento e la mia prima risposta è che bisogna iscriversi e dare 2 mila euro. Ovviamente la mia battuta è provocatoria e scherzosa. Naturalmente mi fa molto piacere perché è gente che io non conosco. L’ultimo poi mi ha detto….”voglio venire a sentire, mi voglio documentare e poi se serve ti ci metto anche la faccia indipendentemente dal risultato”. Quindi questo è molto importante. …la donna…la donna…io sono un cultore delle donne….si dice…si sa...Romanella, le donne e quantaltro…ma in politica ci vuole la testa. Le belle donne non servono. Purtroppo io contesto questo fatto anche a livello nazionale. Capisco che una bella donna può essere più appetibile, ma in politica bisogna guardare la testa delle persone. Per quel che mi riguarda, nel mio movimento ho già tre quattro donne con grandi teste ma di aspetto normale. Non mi fido della bella donna….le belle donne servono in altri settori.  

Domanda 9)
Candidare è un potere sublime oppure è una rottura di scatole, è il massimo dell’orgasmo politico oppure la solita minestra riscaldata?


Un segretario politico che ricopre quella carica di un partito di espressione nazionale potrebbe avere una sorta di pseudo potere, una sorta di orgasmo. Per uno come me che ha creato una lista civica dal nulla e c’ha messo il proprio nome non è niente di tutto questo. C’è solo da riuscire a mettere insieme più esperienze di persone per arrivare al risultato. Io c’ho messo il nome e non vengo appagato dal fatto che candido una persona piuttosto che un’altra. Invece mi appago molto e fino all’orgasmo, come dici tu, quando vedo che le persone vengono con me con un certo entusiasmo. Ad oggi abbiamo fatto due riunioni e solo con il passa parola telefonico siamo riusciti a radunare dalle 150 alle 200 persone cosa che non riesce a fare nemmeno un partito politico. Per l’under 21, ovvero il movimento giovanile, ho fatto una riunione di sabato sera in piena estate e vedere 60 ragazzi riuniti è stato un successo enorme. È questo il massimo dell’orgasmo politico per me.


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(Proprietà letteraria riservata)

Le risposte del Dott. Michele Rastelli

Domanda 1)
«Il potere logora chi non ce l'ha.» Giulio Andreotti
E’ per questo che tutti vogliono candidarsi, per ottenere il potere per non logorarsi?
E voi come riuscite a capirlo?


Possiamo dividere i politici in due grandi gruppi:quelli che ci sono, o vorrebbero esserci, per avere e quelli che ci sono, o vorrebbero esserci, per dare. Mi pare evidente che la finalità della ricerca del potere sia profondamente diversa nei due casi. Capire preventivamente in quale dei due gruppi annoverare un ipotetico candidato a volte è difficile se non impossibile.

Domanda 2)
Il candidato ideale lo si riesce a trovare setacciando tra la sabbia sperando di trovare la pepita d'oro, oppure è un lento lavoro di cesello fra il cercare il migliore ma dovendosi alla fine accontentare del meno peggio?


Il candidato ideale lo si trova tra la gente normale.

Domanda 3)
Ci sono stati molti casi in cui i candidati una volta eletti cambiassero casacca, per evitare ciò non sarebbe giusto farli decadere automaticamente oppure le elezioni sono cose diverse dalle scelte dei partiti?


"Per restare sempre dello stesso partito bisogna cambiare spesso opinione." Parto da questo pensiero di Retz per dire che non condanno certo chi decide di passare ad un altro partito a patto che prima si dimetta da ogni carica ottenuta in nome del precedente. Trovo invece vergognoso che si prendano i voti da una parte e li si portino da un'altra. E' uno sberleffo agli elettori.

Domanda 4)
Quando iniziate a stilare la prima lista dei candidati e vedete in quanti vorrebbero concorrere per risultare eletti, il vostro pensiero è quello di orgoglio per l'entusiasmo che costoro emanano oppure vi chiedete attoniti come mai abbiano chiuso i manicomi visto l'alto numero di pazzi che circolano liberi di credersi statisti della politica???


Un alto numero di pretendenti e una lotta senza esclusione di colpi per poter essere in lista difficilmente si verificano nelle elezioni comunali ma solo dalle regionali in su. Ovviamente la prospettiva di un lauto stipendio e quella di maturare il diritto alla pensione dopo 5 anni di lavoro, 35 in meno di quelli occorrenti ad un comune mortale, non c'entrano nulla. Lo si fa solo per spirito di sacrificio e per poter dare il proprio contributo di idee ad un livello un pò più alto. E voi invece di ammirarli li definite pazzi?

Domanda 5)
Una volta i candidati venivano scelti fra certe caste, oppure sorteggiati, altre volte era l'età o la professione che li faceva diventare eletti, al giorno d'oggi la democrazia impone una gara per consensi. Secondo lei, in un prossimo futuro che tipo di soluzioni si potrebbero adottare per cambiare il modello elettorale, un esame teorico-pratico in scienze politiche per chi volesse candidarsi oppure una specie di quiz televisivo per decretare il vincitore?...l'assurdo di eleggere candidati improponibili potrebbe ispirare certe degenerazioni?


"Salto della quaglia" legalizzato, diritto di esprimere la preferenza alle elezioni politiche negato, attribuire il premio di maggioranza non alla coalizione vincente ma al partito con più voti proposto. E si, credo proprio che per correggere l'andazzo qualche test dovrebbe essere fatto. Al legislatore.

Domanda 6)
Lei sente la responsabilità degli insuccessi dei candidati che ha incluso nelle liste elettorali oppure alla fine è come alle olimpiadi dove l'importante è partecipare?


Come in tutte le competizioni, anche in quella elettorale è previsto che alla fine della gara ci saranno concorrenti che saliranno sul podio e altri no.

Domanda 7)
Spesso il candidarsi è visto come la scorciatoia all'impegnarsi seriamente in un lavoro, ma per alcuni la politica è un vero e proprio lavoro. Lei consiglierebbe questo lavoro oppure indicherebbe altre occupazioni per essere più felici oppure meno oppressi dai problemi altrui?


Spesso il candidarsi è visto come la scorciatoia all'impegnarsi seriamente in un lavoro? Spesso si vede bene. Negli altri casi invece il consiglio che mi sento di dare, politica o altro che sia, è che si faccia ciò che si sente di fare. Nell'ambito del lecito, ovviamente.

Domanda 8)
Se una persona volesse provare l'ebbrezza di vedere il proprio nome nella sua lista elettorale, che cosa dovrebbe fare e voi nel caso si presentassero di loro spontanea volontà, cercate di dissuaderli proponendogli solo problemi oppure cercate di non farli scappare raccontandogli solo le mille soluzioni?...e per le donne, servono anche truccatore ed estetista o bastano tempo libero e disponibilità a fare tardi la sera?


Per le donne come pure per gli uomini basta il parrucchiere. Nel senso che abbiano...la testa a posto.

Domanda 9)
Candidare è un potere sublime oppure è una rottura di scatole, è il massimo dell’orgasmo politico oppure la solita minestra riscaldata?


E' un'incombenza.


Pubblicato su informazione.tv


(Proprietà letteraria riservata)

Le risposte dell'Arch. Guidomassimo Postacchini

Domanda 1)
«Il potere logora chi non ce l'ha.» Giulio Andreotti
E’ per questo che tutti vogliono candidarsi, per ottenere il potere per non logorarsi?
E voi come riuscite a capirlo?


Non credo che tutti sfruttino la politica per ottenere potere. Io credo che, e parlo soprattutto per la realtà che conosco, che frequento, e che in parte rappresento, c’è ancora chi crede nella politica come strumento per migliorare la propria città sia dal punto di vista sociale, sia urbanistico, sia culturale, insomma, per tutti gli aspetti.
Come si capisce se uno entra in politica per il potere? Beh, lo si capisce in base all’operato ed alle scelte che uno fa.
Dal momento in cui si redigono le liste elettorali bisogna distinguere i due casi, quello del partito politico che segue delle logiche e delle teorie che magari noi non conosciamo e quello delle liste civiche, come in questo caso, che per definizione sceglie gente attiva socialmente e gente che è capace. Naturalmente si fanno degli errori. All’inizio magari si ha una certa visione che poi strada facendo cambia totalmente. Non ci sono dei segnali specifici, ma solo con l’operato ce ne possiamo rendere conto. All’inizio, perlomeno per quello che ci riguarda, abbiamo pensato che tutti fossero mossi da buoni propositi, poi invece in corso d’opera è evidente che saltano fuori le reali intenzioni.
Ripeto, solamente con l’operato si può capire. Questo comunque è un bene perché poi il cittadino giudica quello che vede ed io non credo che la gente sia stupida. Assolutamente, anzi, forse è molto più intelligente di quello che noi crediamo o vogliamo credere. E non è un caso infatti che il 30-40% di cittadini si sono rifiutati di votare. Percentuale altissima e preoccupante che, secondo me, non andrà a diminuire.

Domanda 2)
Il candidato ideale lo si riesce a trovare setacciando tra la sabbia sperando di trovare la pepita d'oro, oppure è un lento lavoro di cesello fra il cercare il migliore ma dovendosi alla fine accontentare del meno peggio?


Naturalmente rispondo per la nostra lista civica, perché credo che un partito segua logiche ben diverse. Nel nostro caso il candidato va cercato sicuramente, setacciato. Setacciato nel senso di capire bene se è una persona capace. Il nostro rappresentante deve avere un vissuto assolutamente credibile, serio ed onesto, che ha già dimostrato, con le proprie abilità, di saper fare e di voler fare non per se stesso ma per gli altri. È chiaro che delle capacità ci devono essere.
Il candidato va cercato assolutamente.

Domanda 3)
Ci sono stati molti casi in cui i candidati una volta eletti cambiassero casacca, per evitare ciò non sarebbe giusto farli decadere automaticamente oppure le elezioni sono cose diverse dalle scelte dei partiti?


La prima riga della domanda mi trova perfettamente d’accordo.
Ovvio che non è corretto nei confronti degli elettori, una volta ottenuta la nomina, cambiare “casacca”. E non è assolutamente giusto prima di tutto nei confronti di quelli che lo hanno votato. Si presuppone poi che, qualsiasi sia il cambio, pur tradendo quello che è il mandato iniziale, ci sia dietro una motivazione più o meno valida.
Ed è chiaro che i motivi per cui una persona o un gruppo lascia un altro gruppo difficilmente sono motivi ideologici. Per lo meno, all’interno di una lista civica, non sono mai motivi ideologici, anzi. Se uno lascia una lista civica per creare un altro gruppo è perché non si condividono più le linee guida per le quali ci si è spesi per entrare.

Non sarebbe male annullare la nomina ma non sarà possibile farlo per una questione legale, del resto assistiamo a questi episodi anche a livello nazionale.

Domanda 4)
Quando iniziate a stilare la prima lista dei candidati e vedete in quanti vorrebbero concorrere per risultare eletti, il vostro pensiero è quello di orgoglio per l'entusiasmo che costoro emanano oppure vi chiedete attoniti come mai abbiano chiuso i manicomi visto l'alto numero di pazzi che circolano liberi di credersi statisti della politica???


Quattro anni fa le avrei risposto che sarei molto entusiasta di vedere questa gente, come è successo, e purtroppo allora non abbiamo potuto soddisfare tutte le richieste. Poi però l’esperienza insegna e tornando alla domanda n. 2 oggi rispondo che non sarei tanto contento, o meglio, vorrei, prima di candidare una persona, conoscerla meglio e vedere se ha i requisiti che ho elencato prima. Sono contento se poi alle riunioni comunque c’è una partecipazione molto alta e se riusciamo a creare un seguito ed un interesse per qualsiasi argomento come abbiamo fatto. È proprio per la numerosa partecipazione politica che le liste civiche si sono contraddistinte.

Domanda 5)
Una volta i candidati venivano scelti fra certe caste, oppure sorteggiati, altre volte era l'età o la professione che li faceva diventare eletti, al giorno d'oggi la democrazia impone una gara per consensi. Secondo lei, in un prossimo futuro che tipo di soluzioni si potrebbero adottare per cambiare il modello elettorale, un esame teorico-pratico in scienze politiche per chi volesse candidarsi oppure una specie di quiz televisivo per decretare il vincitore?...l'assurdo di eleggere candidati improponibili potrebbe ispirare certe degenerazioni?


Mi permetto di contestare la prima parte della domanda: già a livello nazionale non è più così perchè i candidati vengono imposti. Non ho paura a dirlo, ma non è possibile che la segreteria di un partito decida quali persone. Perché è vero che poi dopo noi dobbiamo scriverle, ma possiamo scegliere solamente quelle, quindi, si dà la possibilità di ottenere certe poltrone per poi però esserne completamente prigionieri. A livello locale è ancora vero ma a livello nazionale non c’è più questa possibilità di scelta. Io sono molto critico e non mi interessano i discorsi sul proporzionale etcetera, ma credo che in questa maniera la politica si stia allontanando completamente da quella che è la realtà locale. Un politico deve stare nel territorio e deve guadagnarsi la candidatura ma attualmente a livello nazionale non funziona così. Chi dall’alto decide poi è completamente padrone di questi personaggi e chi è che rinuncia a 20 mila euro al mese, autostrade pagate, concerti pagati e quant’altro  per una alzata di mano contraria? No. Se invece quel posto fosse stato guadagnato prendendo degli impegni con la gente, credo che, nonostante 20 mila euro al mese, qualcuno ci pensa bene prima di alzare o meno la mano. Valuta, se non altro, secondo il proprio impegno.
A livello locale credo che sia sufficiente che i palazzi fossero frequentati da gente mossa da un sano principio che non  sia quello di manager d’azienda, ma di manager del cittadino a servizio della collettività. Deve essere un grande ascoltatore, un buon esecutore ed un buon organizzatore della macchina comunale. È sufficiente questo, senza lauree, senza esami, solo molta etica.

Domanda 6)
Lei sente la responsabilità degli insuccessi dei candidati che ha incluso nelle liste elettorali oppure alla fine è come alle olimpiadi dove l'importante è partecipare?


No, l’importante non è partecipare. Io sento la responsabilità addirittura per il 2006, anche se all’epoca non ho messo penna. Credo che la responsabilità ci sia, ma non parlo di insuccessi piuttosto di delusioni. Delusioni dal punto di vista umano prima di tutto e subito dopo sento di aver perso delle opportunità per delle persone che invece avrebbero potuto fare bene ed invece sono state lasciate fuori.

Domanda 7)
Spesso il candidarsi è visto come la scorciatoia all'impegnarsi seriamente in un lavoro, ma per alcuni la politica è un vero e proprio lavoro. Lei consiglierebbe questo lavoro oppure indicherebbe altre occupazioni per essere più felici oppure meno oppressi dai problemi altrui?


C’è chi fa veramente il politico per professione. Penso, senza con questo volermi schierare politicamente a livello nazionale,  che ci sono politici che, come dichiarato in un intervista da Carlo Giovanardi, pur prendendo 18 mila euro al mese, non hanno altre fonti di entrata oltre quelle politiche ed io credo sinceramente che lui sia sincero. Prendendo poi come esempio altri politici invece, quei 18 mila euro al mese di stipendio potrebbero rappresentare  solo un dettaglio rispetto alle proprie reali entrate.
Ma al di là di questo, quello che a me preoccupa è che la gente non fa della politica un lavoro ma ne fa uno strumento per poi utilizzarlo nel proprio lavoro. Ripeto, la cosa principale e più importante è la reale motivazione del politico.
A me potrebbe anche andar bene che un politico durante quell’attività sospenda il proprio lavoro perchè non è che si nasca politico però quello che proprio non sopporto, perché non lo ritengo giusto nei confronti di chi si alza alla mattina alle 6 e torna a casa la sera tutto sporco e di chi fa lavori faticosi, è che si sfrutti la politica per poi avere un tornaconto nella propria attività principale. Questo credo sia veramente una cosa deplorevole e forse è proprio questo quello che sta distruggendo la politica. Non mi domanderei se fare il politico di professione oppure no anche perché magari un politico di professione potrebbe fare cose molto meno corrette di chi comunque fa l’avvocato o l’imprenditore. Però quando poi queste cariche politiche vengono sfruttate  e utilizzate per se stessi e per la propria azienda credo sia veramente deleterio. Credo nelle capacità morali delle persone, ma anche nelle capacità professionali a patto che siamo mosse dalla missione servizio alla collettività, non da altro. Poi che sia solo politico oppure che sia un politico-architetto oppure un politico-avvocato l’importante è che faccia del bene e che ogni propria azione tenga conto del bene della città, della Provincia, della Regione, dell’Italia.  Credo sia questa la domanda più importante da farsi.

È chiaro che con la politica la popolarità e la visibilità aumentano e spesso si entra nel sistema anche per questo. Un avvocato aumenta la propria visibilità e di conseguenza per lui la politica rappresenta anche un’opportunità per farsi conoscere. Se poi io, cittadino, decido di andare da quel professionista-avvocato-politico piuttosto che da un altro penso che non ci sia nulla di male. Come anche l’essere presidente di una società sportiva o di una associazione culturale. Se invece l’avvocato utilizza il proprio ruolo politico per ottenere degli incarichi o comunque per ottenere degli ingressi o delle partecipazioni in altre società questo proprio no!

Domanda 8)
Se una persona volesse provare l'ebbrezza di vedere il proprio nome nella sua lista elettorale, che cosa dovrebbe fare e voi nel caso si presentassero di loro spontanea volontà, cercate di dissuaderli proponendogli solo problemi oppure cercate di non farli scappare raccontandogli solo le mille soluzioni?...e per le donne, servono anche truccatore ed estetista o bastano tempo libero e disponibilità a fare tardi la sera?


Se c’è gente interessata a far politica io assolutamente la invoglio raccontando com’è la realtà nuda e cruda ma non per farla scappar via, per convincerla ancora di più ad entrare ed essere protagonista attiva per questo cambiamento.
Accoglierei veramente con molto calore chiunque si voglia avvicinare a questo mondo ma per cercare di far bene. Bisogna sapere di far bene, pensare di far bene, ma anche sentire di far bene…
Magari…magari…! Naturalmente non possiamo dire a tutti sì, e credo che, per chi entra la soluzione migliore sia quella di avvicinarsi alle liste civiche piuttosto che ai partiti perché sono due realtà completamente diverse. La lista civica non è più un supporto ai partiti ma sta diventando la vera alternativa ai partiti altrimenti questo 40% di astensionismo non avrebbe senso. Noi vediamo le cose concrete e cerchiamo di risolverle senza nessun condizionamento. Solamente per far bene perché veniamo da realtà concrete. Non siamo messi lì da qualcun altro, non dobbiamo rispondere a qualcun altro. Siamo noi. Se riteniamo che una cosa vada bene per la città la proponiamo e ci battiamo.
Non è necessario che tutti quelli che partecipano debbano poi presentarsi per consigliere comunale. All’interno di un gruppo civico ci sono diverse figure che potrebbero rispondere alle proprie attitudini. In base alle proprie caratteristiche, capacità e competenze c’è un ruolo specifico. Un buon segretario deve saper fare anche questo. Un po’ come l’allenatore di una squadra, deve cercare di capire quali sono le potenzialità  di un giocatore per tirare fuori dallo stesso il meglio di sé ma anche per saperlo sfruttare in una eventuale zona piuttosto che in un’altra. Non tutti possono candidarsi. Le persone che si stanno avvicinando da noi, e sto notando un interesse crescente a partire dalla fine di quest’estate, forse perché si sta avvicinando la scadenza elettorale,  chiedono “cosa possono fare?” e non dicono cosa vogliono fare. Magari quelli che dicono cosa vogliono fare vanno da qualcun altro …
Dire “cosa posso fare?” è già l’approccio giusto. C’è per tutti qualcosa da fare, ripeto, a qualsiasi livello e il ruolo di ogni persona può essere diverso. Per essere candidati invece bisogna vedere bene le capacità che si hanno ma soprattutto se la mentalità è rivolta verso il fare per la città oppure il fare per se stessi. Il dubbio, e lo sottolineo, è che magari qualcuno all’inizio ci fa credere che è mosso da sane intenzioni mentre invece dietro c’è tutta una teoria che è molto lontana da quella iniziale che ci ha fatto credere.

Quando sono entrato in politica, parliamo del 2001, ovvero quando mi è stato chiesto di dare il mio contributo, mi sono confrontato con Pasqualino Macchini. Purtroppo adesso non c’è più, ma è stata una figura molto importante a Fermo. All’epoca non avevo nessun altro riferimento e quando gli chiesi un suo parere mi disse “è comunque un’esperienza e comunque vada imparerai a conoscere la gente”. A me questa frase ha colpito molto e me la ricordo ancora come fosse ieri ed in effetti la politica ci aiuta a conoscere la gente e per imparare a conoscere la gente si devono prendere anche delle bastonate tra i denti. Purtroppo il rischio c’è. Le esperienze negative servono anche a questo, a capire, e cercare di non commettere più errori. Poi penso che alla fine quando uno si ripresenta alla gente, ripeto, la gente non è stupida, può essere ingannata una volta ma poi non più. È un gioco che a livello locale dura poco, anche se ad alti livelli invece può durare molto…ndr

Per le donne, credo che le donne siamo veramente importanti. Tutte. Estetiste, commercianti, avvocati.
Le donne hanno un modo di vedere le cose diverso da quello degli uomini e per certi aspetti anche più pratico. Possono dare un contributo importante e completare quello che darebbe un uomo. Poi la persona, uomo o donna che sia, va sempre vista nel suo specifico. C’è anche bisogno di molta disponibilità,  ci vuole tempo, dedizione e partecipazione e capisco che questo forse è uno dei motivi per cui non sono tante le donne impegnate in politica,  ma le posso assicurare che quelle che partecipano sono molto agguerrite e battagliere. È nel dna delle donne.

Domanda 9)
Candidare è un potere sublime oppure è una rottura di scatole, è il massimo dell’orgasmo politico oppure la solita minestra riscaldata?


È una sorta di responsabilità. Non c’è nessuno potere, nessun orgasmo, nessuna rottura di scatole.
È un lavoro di grande responsabilità. Di enorme responsabilità. Io la sento molto proprio perché degli errori li abbiamo commessi e capisco la delicatezza dell’operazione. Invece che buttar dentro tutti bisogna valutare molto attentamente perché poi dietro si possono nascondere motivazioni diverse.
È una responsabilità non tanto per il successo della lista perché magari una scelta potrebbe essere più popolare rispetto ad un’altra, ma poi bisogna vedere sul campo … mi spiego, se andiamo a vedere le persone che ci rappresentano sono quelle che si danno maggiormente da fare, con tutto rispetto per le altre, però insomma, la differenza si vede. C’è.
Il rischio è che delle volte la lista civica potrebbe essere utilizzata e sfruttata per poi arrivare a qualcos’altro e noi dobbiamo essere bravi a capire questo. L’esperienza che abbiamo maturato in questi anni l’abbiamo fatta diventare costruttiva. Cerchiamo di non commettere gli stessi errori.
La responsabilità non è tanto per il successo o l’insuccesso della lista, per quel punto percentuale in più che un nome ti può portare o meno, ma per quello che poi la persona può dare una volta ottenuto quel risultato. Preferisco avere un 3% in meno ma avere persone sicure e propositive. Non c’è nessuno che ci bacchetta per un 2% in meno. Qualcun altro magari ce l’ha, ma noi no!


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