domenica 8 agosto 2010

CRONACHE CATANE

Cronache Catane, 
ovvero, come cucirsi addosso un abito fuori misura.

di Laura Gioventù

Tra le tante proposte culturali (e di divertimento?) della nostra Provincia, vorrei riflettere sulla rassegna Sangiorgese di letteratura e musica dal titolo  “Di Villa in Villa”,
ed in particolare sul secondo appuntamento che, causa tempo incerto, ha avuto luogo presso il teatro Comunale di Porto San Giorgio, per cui neppure nel luogo scelto si è rispettato il titolo della rassegna.

L’evento era incentrato sul tema:
Libri & libertà,  importanza della lettura e dello studio per formare autonomamente la propria coscienza critica ed intellettuale. Titolo ambizioso e forse anche arrogante, e per meritarsi l’attenzione del pubblico si era pensato di presentare stralci di un testo del poeta Spagnolo Federico García Lorca (Fuente Vaqueros, 5 giugno 1898 – Víznar, 19 agosto 1936) tradotto dallo scrittore marchigiano Lucilio Santoni.
Oltre ai testi di Lorca sono stati letti in lingua originale ( Spagnolo ) alcune poesie di
Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo
(Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno 1986)
e di Pablo Neruda
(Parral, 12 luglio 1904 – Santiago, 23 settembre 1973).
A concludere il tutto, il concerto di chitarra classica di Christian Lavenier.

Adesso che abbiamo presentato la forma “Ufficiale” della proposta culturale, veniamo alla sua realizzazione pratica. Ma se vi aspettate la cronaca di una manifestazione intellettualmente onesta vi avviso subito che di “marchetta” si è trattato, ed anche di una delle peggiori riuscite.

“Marchetta” non è un film, qualcuno la vede come una commedia di insuccessi comunque andati in scena, altri ci vedono dentro la solita prepotenza dei potenti, fatto è che sempre di agevolazioni autorizzate si tratta ed in questo caso i fatti dicono che un Assessorato pubblico finanzia iniziative ad uso ed abuso del suo diretto responsabile, l’Assessore alla Cultura del comune di Porto San Giorgio, PSG per i vitelloni del posto.

L’intellettuale Catà Cesare, come direbbe Marcantonio “è uomo d’onore”, tanto d’onore che ha pensato bene di elargire contributi a se stesso in forma trina, autore, presentatore e commentatore, altro che malattia da protagonismo, qui siamo di fronte ad un caso di culto della im-personalità dirompente,  persino i comunicati stampa recano la sua firma.

Costui sarebbe ben raffigurato con le parole …“El purtava i scarp de tennis”… come il protagonista della canzone di Enzo Jannaci e come una signora in preda alle “vampate” della menopausa per quanto si sia  “sventagliato” con il libro della presentazione per buona parte della serata.

Tra il pubblico …. se non ricordo male …. c’erano gli assenti (ingiustificati?) e fra tutti il sindaco di PSG,  Andrea Agostini che a fare le sue veci ha spedito la sua mamma, la Prof.ssa Fioretti, sempre elegantissima e soprattutto truccatissima!
Tra i presenti anche la Prof.ssa Nanda Anibaldi insieme ad Elisa Ravanese dell’Associazione Culturale Armonica-mente.
Assenti giustificatissimi invece i giovani, praticamente sconosciuti come fruitori di cultura dagli organizzatori, anzi … dall’Assessore, visto che ha fatto praticamente tutto da solo!
Sicuramente esiste una strategia precisa dell’Assessorato in merito alla partecipazione del pubblico agli eventi che propone, altrimenti non si spiegherebbe la scelta del luogo, del programma e del clima filosofico voluto. Il tutto aveva il sapore di invito con preghiera di non intervenire, originale come volontà culturale, molto originale.

I ragazzi di PSG avrebbero invece bisogno di stimoli forti per abbandonare gli chalet, grande fratello,  facebook e la noiosa abitudine di perdere tempo fra una vasca e l’altra del lungomare.
Avrebbero bisogno di riconoscersi e di identificarsi per interessarsi e appassionarsi.
Magari se provassimo ad organizzare incontri sulle letterature per i giovani, con i valori per i giovani non sarebbe meglio?
Senza nulla togliere a Lorca & dintorni ma si potrebbero usare altri scrittori, con meno ragnatele sui loro libri e più fascino per i ragazzi …. sarebbe come pretendere che si appassionino al cinema mostrando loro Ladri di Biciclette e non Avatar … ad ognuno la sua cultura senza steccati, please.

E il nostro giovane Holden (l’Ass. Catà) non potrebbe cimentarsi tra un passo di Bukowski e una favola stile Italo Calvino, invece di riproporre le solite storie di gnomi ed elfi irlandesi?

Tuttavia, pur essendo un tema molto interessante, l’appuntamento non ha espresso moltissimo interesse neanche tra i presenti. Dietro me era seduta la signora Rottermaier che con le sue amiche non se la smetteva di fare commenti stile …. capisco tutto io …. quasi a voler suggerire le frasi al traduttore Lucilio Santoni, che durante l’intervista centellinava le parole con una lentezza da imbarazzanti silenzi.
Le care zie non hanno gradito nemmeno molto le letture in lingua spagnola.
A loro poco importava della musicalità del testo e reclamavano ad alta voce la traduzione letterale, magari in dialetto Marchigiano, come lo stesso Catà Cesare usa nelle sue commedie celebrate nel teatro comunale l’inverno scorso … altra forma di marchetta???
Le critiche sono salite allo zenit con l’esibizione del musicista.
Tecnicamente bravissimo ma solo per pochi intenditori. I brani conciliavano il sonno e c’è chi dopo la prima canzone si è alzato ed è andato via.
Dai commenti “Mi sto annoiando da morire” del secondo brano si è passati ad un ronzio fastidioso.
Non stavano russando ma “cubbanavano”. Il russo, lo saprete, non è più la lingua in voga e le russe stanno perdendo punti. Piacciono molto di più le ragazze del mar dei caraibi come la bellissima lettrice Clara Serrano Diaz. Che sembra sia, come l’edicolante della piazza mi ha detto stamane, la nuova fiamma del giovane Assessore.

L’Assessorato sangiorgese se la suona e se la canta!

Insomma, si è trattato della solita cosa fatta in casa come i “vincisgrassi”, eventi in odore di cultura per pochi eletti sponsorizzati da un assessorato minuscolo per punti di vista e respiro culturale che invece di allargare la base dei possibili fruitori, tende sempre di più a rinchiudersi in piccoli posti pur di celebrare il mito della Elitè culturale.

Un assessorato che non ha il coraggio di osare provocazioni culturali ma preferisce seguire la strade del certo, del tranquillo e del fantasy. L’appuntamento non è stato pensato in funzione del pubblico, e probabilmente l’ideatore non è in grado di affrontare una platea che possa criticarlo ed è stato più interessato a chi non c’era.

Tremiamo alla sola ipotesi di una nuova rassegna di questo livello, temiamo la si voglia chiamare … Di Condominio in Condominio …. aiutoooooooo.

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