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mercoledì 2 febbraio 2011

CRONACHE MOSTRUOSE

Ovvero, la triste realtà del neorealismo mostrografico.
di Laura Gioventù



Ora immaginate una mostra fotografica con diverse foto in bianco e nero.
Tutte della stessa dimensione.
Tutte montate su cornice nera quadrata con passe-partout avorio.
Che cosa vi dicono queste informazioni?
Esattamente nulla, vero?
Bene.
E se vi dicessi ...Dipinto ad olio su tavola di pioppo.
Dimensioni 77 × 53 cm.
Ancora niente, vero?
Bene, molto bene, anzi malissimo!

A Montegranaro (FM) c’è una mostra fotografica.
Si intitola “Luigi Crocenzi: Borgate Romane” ed è composta da una serie di stampe che documentano la vita delle periferie Romane nel 1947, anno in cui l’autore frequentava gli studi di cinematografia nella capitale.
E sabato pomeriggio è stato il giorno dell’inaugurazione.
Arrivo, come al solito, un’ora dopo i saluti delle autorità e la galleria è ancora piena di gente.
Vedo le foto appese alla parete e comincio ad osservarle una ad una facendo tutto il giro della stanza.
Sono tutte foto in bianco e nero e riproducono istanti di vita vissuta, strade di terra battuta, piccole case, vecchi tram sullo sfondo di grandi palazzi, panni stesi ad asciugare, volti di gente comune, donne, vecchi, e bambini che giocano. Testimoniano la povertà, testimoniano i segni dalle difficoltà della vita dell’epoca. Immagini tristi ma vere di un tempo non troppo lontano ma spesso dimenticato.
Molto interessante!
Ma quali sono le Borgate Romane fotografate?
Non lo so.
Le foto non mi dicono nient’altro.
Credevo di trovare delle didascalie, come si fa in ogni mostra che rispetti e che rispetti il pubblico, ma sotto quelle fotografie non c’è scritto nulla.
Non c’è l’autore.
Non c’è il luogo né la data dello scatto.
Non è dato sapere il tipo di pellicola.
Non è dato sapere il tipo di stampa.
E nemmeno la dimensione della foto è importante.

Da visitatrice deduco siano tutti scatti dello stesso autore. Va bene.
Ma di quali Borgate Romane sto vedendo le immagini?
Il titolo della mostra non specifica nulla.
Borgate Romane potrebbe indicare un solo quartiere  ma anche luoghi diversi.
Gli aspetti del degrado urbano, sempre esistito e mai definitivamente scomparso, sono uguali in ogni città di ogni angolo della terra. E tutte le istantanee in mostra non presentano alcun particolare che permetta di identificare in maniera inequivocabile la città impressa nella fotografia.
Potrebbe essere Roma, ma potrebbe essere qualsiasi altra periferia di qualsiasi altra città italiana del dopoguerra. Le foto potrebbero essere state scattate ovunque.
Come faccio a capire se non c’è scritto niente?

Forse gli organizzatori vogliono far giocare ad indovinello i loro visitatori.
Un indovinello rivolto però solo ai cittadini romani. Ma anche se fossi stata Romana piuttosto che Fermana  per me sarebbe stato comunque impossibile riconoscere i luoghi di quelle immagini. Solo chi nel 1947 era un ragazzo e viveva a Roma potrebbe individuare quelle zone e confrontarle con quello che sono diventate oggi. Ed io, come molti visitatori, non solo non sono Romana ma non ero nata nel 1947!

Hanno dato per scontato che i visitatori non fossero marchigiani, oppure la mostra è stata allestita pensando solo ai turisti romani che arrivano nella nostra provincia a fare shopping?

È evidente che i responsabili dell’evento hanno ritenuto superfluo e persino una perdita di tempo comunicare queste informazioni.
Ma allora mi chiedo, come mai sotto la Primavera di Botticelli c’è scritto il nome, l’autore, l’anno, le dimensioni, il tipo di legno e la tempera utilizzata se quel quadro è talmente famoso che lo conosce il mondo intero?

Il giorno dopo, domenica, a Fermo, c’è una seconda mostra dello stesso autore, ma non solo. È una collettiva sul neorealismo della fotografia italiana e comprende immagini che vanno dal 1945 al 1965.
Ed è sempre il giorno dell’inaugurazione.
Tra le immagini ne riconosco alcune uguali a quelle presenti alla mostra del giorno prima. Chissà, magari saranno state inserite per far numero, ma in questa le didascalie alle foto almeno le hanno messe.

Le fotografie mi piacciono molto, così, viste entrambe le mostre decido di acquistare il catalogo fotografico.
Ma non posso farlo. Il catalogo è terminato e se voglio averlo devo tornare alcuni giorni dopo … forse.   
Ma come, la sera dell’inaugurazione hanno terminato tutti i cataloghi?
È incredibile!
E se non avessi più modo di ripassare?
Ma quanti ne avevano portati? Una decina mi dice qualcuno. Ma il giorno di apertura è sempre quello di massima affluenza perciò come minimo ne avrebbero dovuti avere trecento di cataloghi. Come minimo.
Non li avevano pronti oppure avranno preso tutti quelli avanzati dall’altra esposizione? Che fanno, tra una mostra e l’altra, se li scambiano a vicenda in base alle richieste? Oppure sanno già che non venderanno altri libri all’infuori delle giornate inaugurali per cui trecento pezzi non li hanno prodotti per paura di non venderli?
Anche questa esposizione, come l’altra, resta un mese e in un mese non credono di vendere almeno trecento cataloghi?
Ma l’addetto comunale non sa darmi una spiegazione.
Allora, prima di andarmene, chiedo di poter lasciare un commento nel libro delle presenze.
Ma non posso perché non c’è nessun quaderno.
Il quaderno manca perché hanno finito tutte le pagine e non c’è più spazio disponibile nemmeno per un autografo, oppure perché lo hanno perso?
Caspita, ma dalle 17, ora dei saluti istituzionali, alle 19 quanta gente è andata?
Se hanno terminato i cataloghi ed hanno riempito tutto il quaderno di autografi devo proprio essermi persa un evento memorabile. Eppure è molto strano, quando sono andata io ho trovato solo tre persone ed erano da poco passate le 19.
Il messo comunale ammette candidamente che il libro non c’è mai stato e che anche altre persone hanno fatto la mia stessa osservazione.
Saranno i soliti rompiscatole, ma la gente perché non se ne sta a casa la domenica?
Ma se l’ingresso è libero come fa l’amministrazione comunale oppure gli stessi organizzatori a fare una stima del numero dei visitatori se non hanno manco un libro presenze?
Forse, oltre che sui cataloghi, vogliono risparmiare anche sul libro ed hanno deciso di far contare il numero delle persone che entrano all’addetto alla reception e poi a fine giornata tireranno le somme.
Certo, così è anche più facile mentire sui numeri, altrimenti come fanno a dire che ci sono stati tre mila visitatori?
Eppure l’evento è stato finanziato anche dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo. Questi enti che elargiscono soldi non sono interessati ai numeri oppure danno il contributo agli eventi che giudicano interessanti anche se poi hanno un successo incerto?
Con quale criterio si patrocinano e si sponsorizzano queste manifestazioni?
Per una mostra si spendono anche i soldi dei cittadini quindi si dovrebbe render conto delle spese sostenute e dei riscontri avuti anche in termini di visite.
La mancanza di un costo del biglietto non vuol dire automaticamente che l’evento sia gratuito. Alla fine paghiamo sempre noi cittadini attraverso i fondi degli assessorati.
Ma chi organizza la mostra che lavoro fa?
Che senso ha spendere soldi pubblici se poi le mostre sono così male organizzate?
Se la mostra non ha affluenza significa che qualcosa non funziona. Non piace, non interessa oppure non è stata promossa adeguatamente. E  se non funziona non sarebbe meglio direzionare le risorse su altri tipi di interventi culturali? Perché altrimenti queste iniziative hanno la puzza della solita propaganda politica per compiacersi ed autocelebrasi con la solita cerchia di elettori.


Pensate siano solo dettagli? Pensate che queste cose siano solo sottigliezze?
Non credo.
No. Sono dei segnali importanti.
Dimostrano che le amministrazioni, le associazioni locali e gli stessi organizzatori sottovalutano erroneamente la capacità critica dei loro visitatori.
Dimostrano che in qualità di fruitori di cultura non contiamo nulla per loro, ma solo come contribuenti.
Dimostrano che non serve saper organizzare bene mostre fotografiche e questo mi dispiace profondamente.
Ma se non sono in grado allora credo sia il caso di farle organizzare a chi è più competente. Perché la promozione turistica di questo territorio passa anche per queste manifestazioni culturali e non solo per gli outlet calzaturieri, le verdi colline o il ciabuscolo.

Ah già, è vero, scusatemi, me ne stavo dimenticando, volete sapere a chi appartengono le misure del dipinto ad olio su tavola di pioppo, vero? Ebbene sono della Gioconda di Leonardo Da Vinci!

Ma siete proprio sicuri che le misure della Gioconda siano effettivamente 77 x 53 cm? Forse sono giuste, ma andatelo a controllare di persona, tanto Parigi è dietro l’angolo.

Buona mostra a tutti!

Pubblicato su ... informazione.tv
Pubblicato su ... seratiamo.it

mercoledì 11 agosto 2010

180gradi. Una cotta per il pane.

180gradi
Via Montani n. 10/12 - Fermo
tel. 0734-600710

www.180gradi.it
180gradi@gmail.com


Situato nel centro storico, nei pressi dell’ ITIS di Fermo, 180gradi è la panetteria che si trasforma! Al mattino panetteria e bar, dalle 12 alle 15 il locale è pronto per un pranzo buffet con piatti sfiziosi che possono anche essere ordinati da asporto. Nel pomeriggio, dopo il the, dalle 18 le luci si abbassano ed il locale si trasforma in un ambiente nuovo per uno stuzzicante aperitivo-degustazione. Ma è dopo le 21, solo durante il weekend, che 180°gradi regala l’atmosfera speciale, anche un po’ romantica, di una cena a lume di candela con sottofondo musicale. “Indovina chi suona a cena” è la particolare proposta dal locale, una perfetta alchimia tra musica jazz e deliziose idee culinarie. A cena e per tutto il dopo cena, il Jazz, il cibo ed il vino, saranno sublimi animatori indiscussi dei sensi. Un altro imperdibile appuntamento, la prima domenica di ogni mese, è con “The kitchen party”, un ricchissimo aperitivo-cena con musica e mostre d’ arte dove gli artisti locali hanno la possibilità di farsi conoscere. Cibo e arte, un abbinamento rivoluzionario! Questo poliedrico locale nasce nel 2007 sulla base della pluriennale esperienza della famiglia Del Papa, con l’ idea di creare uno spazio-luogo che esprimesse la passione per la tradizione e la cultura per il pane. “Il pane è alla base di tutto”, come sottolinea più volte il titolare Marco Del Papa. Una novità nel panorama della ristorazione del territorio, fantasia nei piatti ma con profonde radici nella tradizione millenaria della panificazione e con una grande attenzione alla scelta delle materie prime e dei sapori locali. Gli ambienti sono ricercati e giocano tra essenzialità e dettagli sofisticati.

http://www.seratiamo.it/fermo/locali/180gradi-330/

domenica 8 agosto 2010

CRONACHE CATANE

Cronache Catane, 
ovvero, come cucirsi addosso un abito fuori misura.

di Laura Gioventù

Tra le tante proposte culturali (e di divertimento?) della nostra Provincia, vorrei riflettere sulla rassegna Sangiorgese di letteratura e musica dal titolo  “Di Villa in Villa”,
ed in particolare sul secondo appuntamento che, causa tempo incerto, ha avuto luogo presso il teatro Comunale di Porto San Giorgio, per cui neppure nel luogo scelto si è rispettato il titolo della rassegna.

L’evento era incentrato sul tema:
Libri & libertà,  importanza della lettura e dello studio per formare autonomamente la propria coscienza critica ed intellettuale. Titolo ambizioso e forse anche arrogante, e per meritarsi l’attenzione del pubblico si era pensato di presentare stralci di un testo del poeta Spagnolo Federico García Lorca (Fuente Vaqueros, 5 giugno 1898 – Víznar, 19 agosto 1936) tradotto dallo scrittore marchigiano Lucilio Santoni.
Oltre ai testi di Lorca sono stati letti in lingua originale ( Spagnolo ) alcune poesie di
Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo
(Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno 1986)
e di Pablo Neruda
(Parral, 12 luglio 1904 – Santiago, 23 settembre 1973).
A concludere il tutto, il concerto di chitarra classica di Christian Lavenier.

Adesso che abbiamo presentato la forma “Ufficiale” della proposta culturale, veniamo alla sua realizzazione pratica. Ma se vi aspettate la cronaca di una manifestazione intellettualmente onesta vi avviso subito che di “marchetta” si è trattato, ed anche di una delle peggiori riuscite.

“Marchetta” non è un film, qualcuno la vede come una commedia di insuccessi comunque andati in scena, altri ci vedono dentro la solita prepotenza dei potenti, fatto è che sempre di agevolazioni autorizzate si tratta ed in questo caso i fatti dicono che un Assessorato pubblico finanzia iniziative ad uso ed abuso del suo diretto responsabile, l’Assessore alla Cultura del comune di Porto San Giorgio, PSG per i vitelloni del posto.

L’intellettuale Catà Cesare, come direbbe Marcantonio “è uomo d’onore”, tanto d’onore che ha pensato bene di elargire contributi a se stesso in forma trina, autore, presentatore e commentatore, altro che malattia da protagonismo, qui siamo di fronte ad un caso di culto della im-personalità dirompente,  persino i comunicati stampa recano la sua firma.

Costui sarebbe ben raffigurato con le parole …“El purtava i scarp de tennis”… come il protagonista della canzone di Enzo Jannaci e come una signora in preda alle “vampate” della menopausa per quanto si sia  “sventagliato” con il libro della presentazione per buona parte della serata.

Tra il pubblico …. se non ricordo male …. c’erano gli assenti (ingiustificati?) e fra tutti il sindaco di PSG,  Andrea Agostini che a fare le sue veci ha spedito la sua mamma, la Prof.ssa Fioretti, sempre elegantissima e soprattutto truccatissima!
Tra i presenti anche la Prof.ssa Nanda Anibaldi insieme ad Elisa Ravanese dell’Associazione Culturale Armonica-mente.
Assenti giustificatissimi invece i giovani, praticamente sconosciuti come fruitori di cultura dagli organizzatori, anzi … dall’Assessore, visto che ha fatto praticamente tutto da solo!
Sicuramente esiste una strategia precisa dell’Assessorato in merito alla partecipazione del pubblico agli eventi che propone, altrimenti non si spiegherebbe la scelta del luogo, del programma e del clima filosofico voluto. Il tutto aveva il sapore di invito con preghiera di non intervenire, originale come volontà culturale, molto originale.

I ragazzi di PSG avrebbero invece bisogno di stimoli forti per abbandonare gli chalet, grande fratello,  facebook e la noiosa abitudine di perdere tempo fra una vasca e l’altra del lungomare.
Avrebbero bisogno di riconoscersi e di identificarsi per interessarsi e appassionarsi.
Magari se provassimo ad organizzare incontri sulle letterature per i giovani, con i valori per i giovani non sarebbe meglio?
Senza nulla togliere a Lorca & dintorni ma si potrebbero usare altri scrittori, con meno ragnatele sui loro libri e più fascino per i ragazzi …. sarebbe come pretendere che si appassionino al cinema mostrando loro Ladri di Biciclette e non Avatar … ad ognuno la sua cultura senza steccati, please.

E il nostro giovane Holden (l’Ass. Catà) non potrebbe cimentarsi tra un passo di Bukowski e una favola stile Italo Calvino, invece di riproporre le solite storie di gnomi ed elfi irlandesi?

Tuttavia, pur essendo un tema molto interessante, l’appuntamento non ha espresso moltissimo interesse neanche tra i presenti. Dietro me era seduta la signora Rottermaier che con le sue amiche non se la smetteva di fare commenti stile …. capisco tutto io …. quasi a voler suggerire le frasi al traduttore Lucilio Santoni, che durante l’intervista centellinava le parole con una lentezza da imbarazzanti silenzi.
Le care zie non hanno gradito nemmeno molto le letture in lingua spagnola.
A loro poco importava della musicalità del testo e reclamavano ad alta voce la traduzione letterale, magari in dialetto Marchigiano, come lo stesso Catà Cesare usa nelle sue commedie celebrate nel teatro comunale l’inverno scorso … altra forma di marchetta???
Le critiche sono salite allo zenit con l’esibizione del musicista.
Tecnicamente bravissimo ma solo per pochi intenditori. I brani conciliavano il sonno e c’è chi dopo la prima canzone si è alzato ed è andato via.
Dai commenti “Mi sto annoiando da morire” del secondo brano si è passati ad un ronzio fastidioso.
Non stavano russando ma “cubbanavano”. Il russo, lo saprete, non è più la lingua in voga e le russe stanno perdendo punti. Piacciono molto di più le ragazze del mar dei caraibi come la bellissima lettrice Clara Serrano Diaz. Che sembra sia, come l’edicolante della piazza mi ha detto stamane, la nuova fiamma del giovane Assessore.

L’Assessorato sangiorgese se la suona e se la canta!

Insomma, si è trattato della solita cosa fatta in casa come i “vincisgrassi”, eventi in odore di cultura per pochi eletti sponsorizzati da un assessorato minuscolo per punti di vista e respiro culturale che invece di allargare la base dei possibili fruitori, tende sempre di più a rinchiudersi in piccoli posti pur di celebrare il mito della Elitè culturale.

Un assessorato che non ha il coraggio di osare provocazioni culturali ma preferisce seguire la strade del certo, del tranquillo e del fantasy. L’appuntamento non è stato pensato in funzione del pubblico, e probabilmente l’ideatore non è in grado di affrontare una platea che possa criticarlo ed è stato più interessato a chi non c’era.

Tremiamo alla sola ipotesi di una nuova rassegna di questo livello, temiamo la si voglia chiamare … Di Condominio in Condominio …. aiutoooooooo.

Montegiorgio e le sue "Muse sotto le stelle"

“Muse sotto le stelle” di Laura Gioventù



 “resta, resta cu' mme'
E allora resta, resta cu' mme'”


non solo resto, ma ritorno molto volentieri!

Sulle note della famosa canzone “Resta con me” di Pino Daniele ha avuto inizio, domenica sera, dopo una brevissima presentazione di Mario Liberati di Archeoclub Montegiorgio, “Muse sotto le stelle”. Uno spettacolo che in un’ora ha unito arte poesia e narrativa, combinando sapienti sonorità acustiche e soavi versi poetici.

Entrando nel Chiostro di Sant’Agostino a Montegiorgio, il rosso dei teli dietro il palco colpisce subito il mio sguardo. L’attenzione è rapita dalle candele ed i lumini accesi sparsi sui tavoli, dai quadri di Giuseppina Pasquali posizionati strategicamente tutt’intorno, e dalle stelle, ah, che belle le stelle! Ma non quelle del cielo, che magari c’erano pure, anche se non ci ho fatto caso. Mi perdonate? Io sto parlando di quelle confezionate con la carta stagnola (voto 8 per l’estro), che impreziosivano le tovaglie di carta dei tavolini. Guardando da lontano, per via della mia miopia, inizialmente non avevo compreso di che cosa si trattasse.
Come mi sono avvicinata ho capito: tutto è stato curato nei minimi dettagli!!!

Il pubblico - bello, elegante e di una certa età - ma non me ne vogliate, per la certa età, era già tutto sistemato ai propri posti ed in silenzio. Che strano! Gli spettatori saranno stati ipnotizzati dal palco oppure suggestionati dall’atmosfera monacale del luogo? (educazione voto 8)

Alle 22, puntuale, è questa volta pure io, è cominciato lo spettacolo.

Il racconto “Il mio primo volo da gabbiano”, interpretato dalla stessa autrice, la montegiorgese Antonella Folchi Vici,  ha emozionato  fino a farmi immedesimare nelle vicende ricordate. Bellissimo. (l’enfasi del racconto voto 9)

Le poesie di Cristina Del Bello, invece, sono state lette da Manuela Cosenza, e non dall’autrice. Hanno toccano temi importanti ed impegnativi tra i quali il viaggio, la zavorra, il tempo, il pozzo e il fondo, ma non sono riuscita a seguirle al meglio, forse per piccoli inconvenienti nell’audio e nella recitazione. Cara Cristina, perché la prossima volta non provi a leggerle tu stessa? (poesie voto 8)

Brava, molto brava anche la giovanissima Rebecca Liberati che, tra una lettura e l’altra, ha magistralmente interpretato i brani di “Resta con me” di Pino Daniele, “Oh che sarà” di Fiorella Mannoia e “La cura” di Franco Battiato. Davvero una bella voce. (Rebecca, voto 8)

Tutto si è concentrato in breve tempo. È bastato poco più di un’ora per emozionarsi senza annoiarsi. Una serata per “la cura” dell’anima e dello spirito.

Pensavate forse che per far bene le cose occorre necessariamente impiegare molto tempo? Assolutamente no. Almeno in questo caso lo spettacolo ha dimostrato l’esatto contrario.
Cosa, meglio della puntualità e dell’ottima organizzazione potrebbe riuscire ad attirare l’attenzione del pubblico sempre più spesso disinteressato e annoiato? 
Il cibo! Ma certo, perché la degustazione finale di vini (delle cantine Dezi di Servigliano), formaggi e dolci (della pasticceria Ilari) alla fine ha messo, come sempre, tutti d’accordo. Interessati e non!

Come mio marito, per esempio, che prima se ne è andato altrove lasciandomi da sola, ma poi di fronte al vassoio pieno di formaggi, non voleva più venir via. (alla superficialità degli uomini voto 4, ai dolci, i miei preferiti, voto 8)

“I montegiorgesi sono bravissimi a fare le cose, ma sono ugualmente bravi a disperderle.”
Con questa considerazione di chiusura, Mario Liberati ha ringraziato e salutato i presenti intervenuti con la speranza di ripetere e diffondere anche altrove questo tipo di appuntamenti!

Ed io invece chiudo riportando alcuni versi della canzone  “Oh Che Sarà” di Fiorella Mannoia (2004) solo perché non ho i testi delle bellissime poesie!

“Ah che sarà che sarà che vanno sospirando nelle alcove
che vanno sussurrando in versi e strofe che vanno combinando in fondo al buio
che gira nelle teste e nelle parole che accende candele nelle processioni
che va parlando forte nei portoni e grida nei mercati che con certezza
sta nella natura nella bellezza quel che non ha ragione ne mai ce l'avrà
quel che non ha rimedio ne mai ce l'avrà quel che non ha misura.”




26/07/2010

pubblicato su .... informazione.tv

CRONACHE FERMANE - Taranta & tarantola. Pizzica & pizzicotto. Di Laura Gioventù


taranta : tarantola = pizzica : pizzicotto

che si legge

taranta sta a tarantola come pizzica sta a pizzicotto

Equazione algebrica oppure funzione matematica?
Non lo so, faccio sempre una gran confusione. Purtroppo durante l’ora di matematica studiavo diritto e ripassavo economia aziendale. E mica ero scema, il Prof. di mate, non faccio il nome per rispetto, era tutto concentrato a scrivere gli articoli per “Il Resto del Carlino”, ed io, secondo te, che dovevo fare? Girarmi i pollici? Infatti so tutto su assegni in bianco, cambiali protestate, ratei e risconti!

Ma oggi è un altro giorno, guardiamo avanti e torniamo a me.

La “taranta”, detta anche “pizzica”, è una danza popolare della Puglia centro-meridionale e della Basilicata. Oggi forse  solo Salentina. (tipo di ballo, voto 7)

E stavo pensando,  sarà perché gli prude il sedere per il troppo peperoncino che mangiano i pugliesi, oppure per il fastidio procurato dal morso del ragno, che hanno inventato questo ballo? (ragni pericolosi voto 2, che paura!)

Buona la seconda, perché è il pepe la spezia che crea questo tipo di disturbi, non certo il peperoncino! (peperoncino, voto troppo pizzicoso) . Per maggiori informazioni vedi su wikipedia, altrimenti perdo il filo del discorso. (enciclopedia libera, ma non troppo, voto 7)

Insomma, stavo dicendo che nel mese di luglio, per tre venerdì consecutivi, lo scrivo se per caso sei uno di quelli che ancora non lo sapeva, in Piazza del Popolo a Fermo, si sono svolti concerti con musiche e balli folcloristici Salentini.

Vorrei spendere una riflessione sul successo di pubblico ma non di critica - perché quella la faccio io - proprio su tale manifestazione.

I miei genitori, classe 1942 e 1951, lo so che non è carino dire l’età, ma l’eccezione conferma la regola, nonostante escano poco, si sono divertiti molto e l’hanno trovata una bella iniziativa. (divertimento dei miei voto 8)
Mi hanno raccontato che il centro storico si è animato, la musica è stata travolgente ed ha coinvolto il pubblico. Iniziativa ben riuscita, hanno detto! E questo mi sembra molto positivo. (la città che vive voto 7)

La curiosità è femmina, e per la proprietà transitiva è pure di Laura. Volevo esserci anche io. Ma, nonostante i miei buoni propositi e tra una cosa e l’altra, non ce l’ho fatta.

Tuttavia, non sono così presuntuosa da raccontare l’evento per interposte impressioni, ci mancherebbe pure, ma una riflessione sorge spontanea. Perché per far vivere il centro storico di Fermo abbiamo bisogno della tarantella o della pizzica pugliese, invece che del nostro “salterello”? Il nostro tipico ballo popolare non avrebbe riscosso altrettanto successo? (6 politico per il saltarello)

Perché la “tarantella” fa più “fico” del “salterello”?

La questione, secondo me, è che ci vergogniamo.  Ma di che cosa?

Il salterello ha una forte connotazione contadina e purtroppo noi, al contrario dei Salentini, ancora ci vergogniamo per la “presenza” storica nelle Marche dell’agricoltura.
Il senso di umiltà, di umiliazione del contadino ce lo portiamo dietro tutti quanti. La mezzadria, il riconoscere l’autorità degli altri. Va considerato anche che per secoli questa Regione è stata uno stato pontificio e tutte queste condizioni hanno lavorato alla base del marchigiano. (provare vergogna per le proprie origini voto 2)

“La tarantella racconta un popolo e una terra. Racconta la storia, i costumi, i luoghi, l’essenza e la radice profonda.”

Possiamo dire la stessa cosa per il nostro “salterello”?

Non abbiano nulla di valido da proporre  o da inventare in alternativa? Dobbiamo sempre importare dagli altri?

E se è vero, come è vero, che non abbiamo nulla da invidiare a nessuno, come mai le amministrazioni scelgono tradizioni non nostre per fare spettacolo?

Svegliamoci con un pizzicotto e smettiamola di vergognarci!

Prendiamo coscienza, acquistiamo consapevolezza, tiriamo fuori il coraggio. Meglio prima che mai.
         

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CRONACHE FERMANE

Preti al cinema. I sacerdoti e l’immaginario cinematografico. visti da Laura Gioventù

(Fermo, 22 luglio – 30 agosto 2010)


“la camera prende fiato pure lei
attraverso questi odiosi facciotti immortalati in troppi poster”


No, no, no. Per piacere, non confondiamo la lana con gli stracci, gli stracci di lana sono un’altra cosa!

Queste sono le frasi di una famosa canzone di Luciano Ligabue del 1990, mentre quella di ieri sera era una mostra fotografica, e quelli che mi sono vista di fronte non erano poster e nemmeno immagini ferme, ma fermi immagine. Istantanee scattate da famosi fotografi sui set cinematografici italiani dal periodo dal muto ad oggi.
E non ci troviamo in una camera, ma nella Chiesa del Carmine di Fermo!

La scenografia è perfetta che mette quasi soggezione, ma evidentemente non a tutti, visto come andavano vestite certe persone.  Purtroppo le belle stagioni e le donne eleganti non esistono più! ‘Ste donne tutte “gnude” è ‘na vergogna! (voto 3 al cattivo gusto. Voto 8 alle suore, le più eleganti di tutti!)

Ma che cosa ritraggono tutte queste foto?

Sempre e solo un unico soggetto: i preti! Sì, sì, proprio loro, che bello!

C’è il faccione di Totò, nel film La mandragola di Alberto Lattuata (1965).
Il film, mai visto! Ma gli occhi a palla e lo sguardo da matto di Totò sono davvero unici. Con i capelli da “frate”, la faccia quadrata e il sorriso un po’ arcigno sembra quasi Frankenstein! (voto 8, ma girato di 180° per gli occhi a palla)

Si arriva poi alla foto di Don Camillo. Come non ripescare nei confusi ricordi della mia prima giovinezza (sono arrivata alla seconda, ma poi, si spera, ci sarà pure la terza e la quarta) il dubbio di allora, che ancora non ho compreso del tutto, sul perché Don Camillo e Peppone litigassero sempre … ma certo, è ovvio! E’ perché Peppone era “comunista”. E i comunisti con i preti, lo sanno tutti, non sono andati mai d’accordo! (voto 2 all’intolleranza, voto 7+ al film)

Poi lo splendido Alberto Sordi, bello, giovane e snello nel film “Venezia, la luna e tu.” di Dino Risi (1958). Unica foto a colori! Il rosso forse fa troppo “comunista” ma quanto sono belli questi preti tutti in fila sulla gradinata! E le scarpe … mi avvicino per vederle meglio … le scarpe indossate da Sordi sembrano le  antenate delle “Clarks”. Ma quanto sono vecchie ‘ste scarpe? (voto 8 agli oggetti “senza tempo”)

Amarcord di Federico Fellini – 1973. Pure i preti mangiano! Ho sempre pensato che vivessero di “Spirito Santo”! Genuina, come il panino che stanno mangiando, è la foto che ritrae Fellini mentre si rifocilla con il parroco. Nel senso che il regista è seduto vicino al prete e non si mangia il prete, ma il panino! Non so se Fellini era comunista, ma che questi si mangiavano i bambini ne sono certa!!!

Non pensarci troppo su, Albertone! Chissà a che cosa pensava. E’ un po’ più maturo e serio, l’Alberto Sordi che si vede nella foto del film “Anastasia mio fratello ovvero il presunto capo dell’Anonima Assassini di Steno (1973). Che titolo lungo, ma non potevano accorciarlo? (voto 2 ai titoli lunghi)

C’è anche la faccia di un altro matto, quella di Roberto Benigni ne “Il piccolo diavolo” di Roberto Benigni (1988). Praticamente fa tutto lui, lo sceneggiatore, il regista, l’attore. Denti gialli, capelli da “diavolo” e fronte a porta aerei, ma quant’è brutto! La natura non è stata molto clemente con lui, ma lo ha fatto intelligente! Vi pare poco? (voto 8+ con grande stima)

Andando avanti “appare” il facciotto da “bambolotto nevrotico” di Carlo Verdone in “Io, loro e Lara.” di Carlo Verdone (2010). Simpaticissimo, un grande! Lui sì, che ha fatto un “patto” col diavolo. Non invecchia mai. Ma quanti anni ha?!?

A fare da ciliegina sulla torta ci manca solamente la foto di Richard Chamberla  che negli anni ottanta ha tenuto mamme e zie incollate ai teleschermi. Ve lo ricorderete sicuramente! (voto 3 agli assenti ingiustificati) nella parte dello scandaloso padre Ralph in Uccelli di rovo.

Tuttavia una bella esposizione! Nessuno aveva mai pensato prima di allestire una mostra sui “preti al cinema” e l’idea è davvero originale! (voto 7+ all’idea)

Ma le foto, oltre che ricordi e sorrisi, fanno “scattare” degli interrogativi interessanti! Perché i sacerdoti si chiamano tutti “Don”? Qualcuno se lo sarà pure chiesto. Non voglio pensare che sono solo mie elucubrazioni mentali. Prima di incontrare qualche prete, che magari potrebbe essermi di aiuto, la rete estesa soccorre tutti nell’epoca del bite! Chiederò all’oracolo “internet”. Chissà cosa mi tirerà fuori …

E poi, ma quanti sinonimi ci sono per il termine di “prete”? Pescando nel dizionario troviamo sacerdote, parroco, curato (perché è il dottore delle anime perdute?), padre (ma di chi, se non ha figli?), pastore (perchè rincorre le pecorelle smarrite?), monsignore, eccellenza … e chi più ne ha più ne metta!

Vabbè, questo è solo il mio punto di vista, fatevene uno pure voi!

La mostra resta aperta fino al 30 agosto …. Approfittatene, ne vale la pena!

Buona "vista" a tutti!

    
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Fermo, ritorno al futuro di Laura Gioventù

Fermo, ritorno al futuro di Laura Gioventù

23/07/2010

Mi sono sempre chiesta se la Provincia di Fermo sia nata un anno fa oppure già esisteva prima di mio nonno che faceva l’olio e prima del nonno di mio nonno che faceva  pure il vino. Questa nostra caratteristica di essere testardi è di ieri oppure ce la portiamo dietro già da molto prima? Queste domande non mi fanno dormire, perché i grammi diventano chili, i giorni diventano anni,  sul viso compare pure una piccola ruga, i capelli imbiancano, e non possiamo sapere dove andare se prima non sappiamo da dove veniamo.
Ma con sorpresa, questa mattina, di tutto mi sarei aspettata meno che di trovare le risposte ai miei angoscianti quesiti esistenziali. Mi preparo psicologicamente per infilare, con questo caldo asfissiante, i mie amati jeans (voto 0 in estate) e tutta carina e profumata salgo in auto, direzione Provincia, per assistere alla presentazione di un libro sulla Provincia. Sembra un gioco di parole, ma così mi avevano detto!

Il pregiudizio non risparmia nessun fermano ed ho pensato alla solita autocelebrazione di quanto siamo bravi  e quanto siamo belli, siamo dei fotomodelli! (voto 2 al provincialismo)

Fortunatamente c’è sempre un buon motivo per cambiare idea.
Con mio grande stupore ho trovato un’opera davvero interessante: il libro della nostra memoria!

Un libro per quelli come me, che nei primi anni ottanta mangiavano le pappe ed eravamo troppo piccoli per poter ricordare, ma che desiderano conoscere. (voto 8 alle buone intenzioni)
Un libro per quelli che vogliono mantenere vivo il ricordo ripescando il passato dal dimenticatoio! (voto 5 alla nostalgia)

Un volume per non dimenticare tutti gli uomini, molti dei quali usciti dalla scena politica odierna, che con impegno costante hanno contribuito con il loro “piccolo sassolino”, a costruire il percorso di una strada arrivata fino ad oggi.

Ma che cosa c’è scritto di tanto interessante in questo libro per comprarlo e leggerlo?

Che Fermo era una grande città di origine preromana, piena storia e di cultura. Con l’Università e la Chiesa. Piena di signori nobili dall’aria un po’ demodè … ma forse c’è scritto anche dell’altro ….

Certamente!

Si ricorda, tra tutti gli avvenimenti e i personaggi, dell’intuizione e della caparbietà di un uomo, Abramo Mori (presidente del comitato popolare), vero “profeta e ispiratore” della Provincia di Fermo.  Un “rompiscatole”, stravagante ed originale, quasi un “pazzo” per le sue idee. Ma forse lo era pure, e che con il suo comportamento petulante e assillante, è riuscito a smuovere le coscienze di politici locali scettici e inizialmente poco convinti della realizzabilità di una ricostituzione provinciale. (voto 10 per la tenacia dell’uomo Mori)
Lo sappiamo benissimo, le novità, specialmente in Provincia, fanno sempre un po’ paura e non oso pensare a quanti insulti gli avranno lanciato!

Bisogna insistere parecchio e non stancarsi di portare avanti con coraggio le proprie idee. Su queste riflessioni mi sono ritornate alla mente le parole di una lunghissima intervista di un altro  genio incompreso dei giorni nostri, l’Ing. Vallesi (Ass. al Lavoro, Formazione Professionale, Attività produttive della provincia di Fermo)   “Bisogna tenere sempre presente che anche piccole intuizioni possono portare a grandi risultati. A volte una buona idea, anche se sostenuta da una sola persona, senza avere necessariamente il consenso di tutti, può essere una valida idea!” (voto 7 + per il genio incompreso)

Ma occorre anche lungimiranza! Erasmo da Rotterdam nel 1500 diceva “le decisioni rappresentative sono spesso frutto di una visione lungimirante della realtà”.

L’IDEA di un singolo si è unita in un felice matrimonio con VOLONTA’ POLITICA e dopo 22 anni di travaglio (voto 7 per la pazienza) è nata PROVINCIA. Solida, giovane, bella e pure intraprendente!

Lei è il “riscatto” del nostro Territorio, della nostra storia e delle nostre tradizioni, ricordiamolo anche con questo libro!

Naturalmente non sono mancati i complimenti di tutti i presenti ed in particolare quelli del Presidente On. Avv. Fabrizio Cesetti che ha trovato l’iniziativa molto interessante e il libro “una ricostruzione puntuale e fedele”. Purtroppo la vanità del nostro Presidente è risaputa da tutti e come unica nota di demerito ha segnalato che la foto, che nel libro lo ritrae, non gli è piaciuta! (voto 6 meno meno per la vanità, voto 8 per la bellezza, perché con il passare degli anni, caro Presidente, Lei diventa sempre più affascinante!).

Dopo questa bellissima recensione sono sicura che la molla della curiosità sarà scattata in voi!
Non vi resta che acquistarlo!

Ma ancora non si capisce quale sia il titolo di questo libro …. il caldo mi dà alla testa, i voti mi mettono l’ansia, ma forse non ve l’ho scritto prima proprio per non farvi “dimenticare”:

La Provincia di Fermo. Dalla soppressione alla ricostituzione. Paolo Bartolomei e Bruno Ficcadenti
 (Andrea Livi Editore)


Buona “memoria” a tutti!



Pubblicato su .... informazione.tv

CRONACHE FERMANE

Non siamo più dei “provinciali”,  anche noi facciamo le “marchette”. 
Punti di vista e punti ciechi di Laura Gioventù




La crisi della calzatura ma anche del cappello, attività manifatturiere prevalenti sulle quali si regge l’intera l’economia del Fermano, insieme alla difficile situazione economica nazionale, fanno preoccupare le famiglie, alle prese con i conti della fine del mese, i giovani, alla ricerca disperata di un posto di lavoro che non c’è, ma anche economisti e professori universitari che filosofeggiano su ricerche di mercato e piani strategici di rilancio e politici, sensibili solo alla ricerca costante di voti. (giovani preoccupati voto 10)

Per cui in alternativa c’è il gusto di parlare di “Distretto Culturale”, di sviluppo turistico del Territorio attraverso la valorizzazione e il potenziamento dell’offerta culturale, delle strutture ricettive e delle possibilità di divertimento.

Allora mi chiedo come sia possibile far diventare attraente, per un visitatore, il nostro territorio sia dal punto di vista turistico sia culturale se mancano programmi coordinati, una organizzazione seria e professionale ed un’adeguata comunicazione promozionale???

Purtroppo mi trovo costretta a dover riconoscere, con rammarico e grande tristezza, che è improbabile se non addirittura impossibile che ci si possa far conoscere se nemmeno siamo capaci di presentarci adeguatamente a noi stessi!

Abbiamo una grande potenzialità che però non sappiamo sfruttare e sviluppare.

Come tutti sottolineano con grande orgoglio Marchigiano,

“Abbiamo a disposizione un meraviglioso paesaggio, abbiamo la fortuna di avere le montagne più belle d’ Italia - i Monti Sibillini - e una spiaggia incantevole ed attraente come quella adriatica, il tutto a una distanza davvero minimale: il che rende il nostro territorio un caso preziosamente unico. Non abbiamo nulla da invidiare agli altri.” (Monti  Sibillini voto 8)

Ma ne siamo proprio sicuri? Grandi discorsi in pompa magna e da riempirsi la bocca, ma poi nei fatti, la realtà qual è?

L’offerta ci sarebbe ma è troppo disordinata, poco promossa, scarsamente pubblicizzata e comunque non coordinata, per cui è come non ci fosse.

Ci sono momenti in cui gli appuntamenti si accavallano e altri giorni in cui non c’è nulla.

Manca un programma unitario di iniziative culturali al di sopra delle singole realtà locali. Un nuovo metodo di lavoro che la nuova Provincia di Fermo dovrebbe sviluppare se vuole dimostrarsi davvero “nuova”.

Martedì 20 luglio 2010, per esempio, ero indecisa nello scegliere tra la lettura di alcune poesie della mia ex professoressa di italiano delle superiori, Nanda Anibaldi,(voto 9 di stima) che con la sua verve da “Son Fumino, se non lo dico mi sento male” sa sempre essere accattivante e travolgente, oppure andare alla serata di apertura del cinema all’aperto di Porto San Giorgio (FM).

Per entrambe le iniziative ho travato solamente due articoli online pubblicati da Media Comunicazione sul sito “Infomazione.tv”.

Il 16 luglio 2010 era comparso un articolo proprio sull’inaugurazione di Cinemagnolie 2010 che “avrebbe” dovuto avere come ospite speciale l’attore Giorgio Pasotti. Andando a rileggere l’articolo mi sono accorta che, nonostante la dettagliata biografia della carriera dell’attore, l’autore (voto 4) ha tralasciato una piccola ma importante informazione: l’ora di inizio. Un dettaglio non di poco conto.

Come capita di frequente, gli eventi culturali si sono accavallati anche con quelli famigliari, per altro a volte pure un po’ noiosi.

Sta di fatto che, pur essendo stata invitata da mia suocera in occasione del suo compleanno, appena cenato mi sono alzata in fretta e furia senza poter neppure assaggiare il dolce, per andare alla presentazione cinematografica, curiosa di assistere all’intervista del Dott. Adolfo Leoni. (voto 6)

Mi presento, come al solito, “just in time” e al momento dell’acquisto del biglietto prendo anche la piccola brochure con il programma però, con mio grande stupore, mi accorgo immediatamente che, non solo non verrà trasmesso il film “Baciami ancora” come era stato previsto, ma di Pasotti nemmeno l’ombra. (Pasotti, voto 8 per la bellezza)

Sul palco viene presentato Andrea Montovoli, attore a me sconosciuto, come anche ai più presenti in platea, coprotagonista insieme a Raul Bova (voto 9) nel film “Scusa ma ti voglio sposare”.

Si è trattata, forse, di una tecnica commerciale, quella di dare un nome famoso in pasto al pubblico, per attirare l’attenzione e richiamare spettatori? Il dubbio ci sta tutto visto che l’arena è stata sistemata dalla società Multi Movie, la stessa che il prossimo novembre avvierà il Multiplex di Campiglione di Fermo e che probabilmente ha bisogno di farsi conoscere, ma principalmente di far conoscere al pubblico la prossima apertura commerciale!

Come mai lo stesso sito internet “Informazione.tv” (voto 5) non ha comunicato il cambio di programma?

Forse una variazione improvvisa, di cui però non è stato fatto il minimo cenno al pubblico presente pensando probabilmente che i giornali e le notizie non le legga “quasi” più nessuno, tutti distratti dalla grande discussione “Motodromo sì, motodromo no”. (voto entro i limiti di velocità)

Forse un cambiamento inaspettato pure per lo stesso presentatore Leoni che, alla domanda su come avessero reagito i genitori dell’attore nell’apprendere la volontà del figlio di intraprendere la carriera cinematografica, scopre, con costernazione più nostra che sua, che Andrea Montovoli (voto 7 di stima) è orfano di padre dall’età di 12 anni. Tutto fortunatamente passa inosservato con grande eleganza.

La parola poi passa al Sindaco della città, Andrea Agostini, (voto 4) che ha tenuto a sottolineare l’inizio di “interessanti” rapporti di collaborazione con la società Molti Movie sia per il nuovo allestimento dell’arena, sia per la programmazione invernale di cinema d’essai e cinema per scolaresche a Porto San Giorgio (FM).

E non si è capito se intenderanno riaprire il vecchio cinema Sangiorgese oppure creare una nuova sede. Collaborazioni di cui non si conoscono seguiti e costi per l’amministrazione cittadina, e sottolineiamo costi e non guadagni, perché sembra una eresia dire che con una politica culturale attenta e precisa si potrebbero anche guadagnare dei soldi. Stranamente ci riescono i privati ma mai le amministrazioni comunali. Che strano, vero?

Un cambio di programma non avvertito, un pessimo inizio ed un film, “Baciami ancora”, che non compare nemmeno sul programma. Solo un’occasione ben studiata ma male eseguita di pubblicità per la Multi Movie: una chiara operazione di “marchetta”, venuta pure male! (Marchetta mal riuscita voto 2)

Questo non è sicuramente l’unico episodio negativo.

Si fa sempre un gran parlare di giovani, di cultura e di arte.

Domenica 18 luglio 2010 mi sono trovata a Fermo, spinta dalla curiosità e dal mio orgoglio Fermano, davanti ad una scena desolante. Mi sono recata in centro storico per vedere una collettiva di arte moderna di giovani talenti locali in mostra a Piazzale Azzolino in occasione della prima edizione di “Fermento Festival” (voto zero).

L’arte moderna è considerata effimera e, da queste parti, riceve poco interesse. La tristezza è stata grande quando, arrivata là, non c’era praticamente nessuno.

Come si può pensare di “fare cultura” se le organizzatrici stesse della mostra hanno disertato e degli artisti nemmeno l’ombra?

La mostra iniziava, come da programma alle 19 e pur essendo solo le 20 di una domenica di piena estate, il pubblico, dov’era? Gli artisti vanno presentati e intervistati, le opere, moderne e quindi di libera interpretazione andrebbero spiegate. Quantomeno per evitare la passiva e insignificante fruizione di un’arte che così presentata è solo un inutile “perder tempo”. Ed invece niente di niente. Le opere stavano là, appese sulle grate di quei pannelli, solitarie ed abbandonate a loro stesse.

Le giovani generazioni rivendicano spazio e occasioni di lavoro, ci si auto elegge o ci si celebra come artisti e organizzatori di eventi quando a mancare è proprio la professionalità.

Ci si improvvisa senza essere dei professionisti; quantomeno dovremmo cercare di essere professionali!

Non vorrei fare di tutta un’erba un fascio perché poi ci sono delle manifestazioni che funzionano bene come, per citarne una recente, il recital “Love of my life” messo in piedi da Ortomagico Musical (Voto 7). Uno spettacolo di prima classe che comunque la stampa locale non ha evidenziato nella giusta maniera.

Tuttavia, anche in questa occasione, ci sono stati disguidi nella prenotazione dei posti. La vendita dei biglietti è stata affidata anche a una tabaccheria Sangiorgese ma, arrivata all’ingresso di Villa Vitali, pur avendo prenotato il giorno precedente per un posto numerato in platea, mi sono vista assegnare un posto non numerato sulle gradinate. Altro esempio, questo, di poca professionalità nella gestione e nell’organizzazione dello spettacolo. Uno spiacevole inconveniente che non si sarebbe verificato se non ci si improvvisasse in lavori che non sono di propria competenza.

Ha ragione il Prof. Evio Ermas Ercoli, (voto 8 per la competenza) autore, promotore e provocatore di eventi culturali, che in una recente intervista, parlando degli sbocchi lavorativi che le manifestazioni culturali possono offrire ai giovani del territorio, ha dichiarato:

“…in una situazione come quella che abbiamo vissuto di tuttoingioco c’era coinvolto dallo 0,1% al 3% dell’occupazione giovanile e questo è il massimo che può esprimere un appuntamento del genere o altre situazioni. Secondo me siamo al minimo perché non abbiamo obblighi, impegni e relazioni sul territorio. Io credo che questi appuntamenti possano essere la vera sponda di quest’occupazione e si parla di un settore che va dagli istituti tecnici professionali fino agli uffici stampa ecc. Quale futuro c’è di occupazione nel settore degli eventi, nei settori degli appuntamenti culturali? Si può fare economia in questo settore? Si può rispondere in tantissimi modi: da una parte bisognerebbe avere la certezza degli investimenti, dall’altra ci vuole un minimo di professionalità nella risposta. Siccome le due cose non entrano sempre in sintonia, io investo, però non mi fido di te e tu non esisti per me, alla fine non ci si incrocia. Questa è la questione. Quindi io alla fine faccio occupazione per gli esterni, per i NON marchigiani, per quelli che sono fuori dal giro, mentre quelli che rimangono nel giro si occupano delle Pro Loco, della festa di campanile e non riescono ad entrare in questo tipo di sistema. Non so se mi sono spiegato …”

Occorre un minimo di professionalità nella risposta, altrimenti non si va da nessuna parte e trasformare la vocazione di questo territorio resterà sempre una pura utopia! (utopia voto 10…i sogni sono gratis ma sempre ben pagati!)



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http://www.seratiamo.it/serate/soft-13/cronache-fermane-43/redazionale/

LA LOCANDA DEL BACCI - Mangeria

 Piazza Matteotti 1 - Sant' Elpidio a Mare - FM di Laura Gioventù




Si affaccia sulla suggestiva Piazza Matteotti di Sant’Elpidio a Mare (FM) in posizione strategica, LA LOCANDA DEL BACCI è un bar gastronomico dall’atmosfera intima ed accogliente. Il nome trae ispirazione da Andrea Bacci, personaggio del 1500 nativo di Sant’Elpidio a Mare, che pubblicò una sorta di “enciclopedia” in sette volumi, sui tipi di vino dell'epoca, di cui una copia è conservata all'interno dello stesso locale. I proprietari, che sentono forte l’amore per il proprio paese e per le tradizioni, si augurano che questo locale contribuisca alla rivalutazione di uno dei più affascinanti borghi medievali marchigiani e della sua splendida piazza che rischia di rimanere sconosciuta ai più, e di rivalutare la cultura culinaria locale puntando sulla genuinità e la semplicità della cucina tradizionale di un tempo. La passione per la tradizione non si esprime solo attraverso i cibi offerti, tutti selezionati con grande attenzione, ma anche attraverso l'arredamento del locale, composto da mobili e oggetti trovati nelle case e nei mercatini dell'usato. I prodotti sono solo ed esclusivamente Marchigiani e provengono da produttori locali che non sono inseriti nei circuiti della grande distribuzione. I piatti base sono taglieri di salumi e formaggi affiancati da piatti unici che variano ogni giorno a seconda della disponibilità dei prodotti di stagione. I vini proposti sono sempre e soltanto di cantine marchigiane, così come sono locali le birre e tutti i tipi di bibite analcoliche. La locanda è aperta tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 18,00 all'01,00 sia in estate sia in inverno. A pranzo, solo su prenotazione.


















http://www.seratiamo.it/sant-elpidio-a-mare/locali/la-locanda-del-bacci--573/


AUDACE, SOLARE O IRONICA? di Laura Gioventù

Per distinguersi in ogni caso, pur rimanendo se stesse in ogni momento, ecco tutti i “must” del make-up della nuova stagione per soddisfare ogni tipo di donna che c’e’ in te: audace cacciatrice, preda sofisticata e protagonista irriverente.

La nuova stagione esalta gli anni 80 e propone colori vivaci che vanno dal turchese al viola.
Persistono gli smoky eyes, trucco di tendenza lo scorso inverno, ma la vera novità è il colore turchese. La nuova stagione si tinge di un fresco e scintillante mix di verde e blu. Dalle passerelle all'home decor, dal make-up alle emozioni, tutto è turchese. Polveri scintillanti e impalpabili oppure ombretti mat dai toni più decisi, usati in modo classico oppure per esaltare gli angoli degli occhi ed avere un make-up veramente glamour. Il turchese si rivela, a sorpresa, un incantesimo adatto a tutte.

Alla pelle chiara regala un aspetto principesco, alla carnagione abbronzata dona luce ed effetti abbaglianti. Si abbina benissimo con l'oro per un look fantasy o nature ma anche con le labbra rosse. Chi ha occhi scuri può puntare sul contrasto naturale mentre chi ce li ha blu o chiari può impreziosire lo sguardo con una linea di eye-liner o di matita. Il segreto per usare il turchese nel make-up é avere una pelle luminosa, usate un blush color pesca e un gloss color corallo.

Per le labbra e le unghie vengono proposti i toni del lilla, del ciclamino, dell'orchidea e del mandarino per rievocare lo stile anni 80. E’ tramontata la moda delle unghie ricostruite con gel oppure acrilico. La nuova tendenza impone mani curate, unghia corte e colori decisi. La famosa french è decisamente tramontata!

Ma la vera novità delle nuove collezioni make-up è la nuova base trucco “attivatore di melanina” proposta da Diego Dalla Palma. Un fresco gel viso, ricco di phototan (procuratore di melanina), betacarotene (stimolante dell’abbronzatura), litchederm (protettivo antiossidante) e mourera fluviatilis (azione idratante). Favorisce lo sviluppo di un’abbronzatura più intensa e duratura, preserva dalla disidratazione e prepara la pelle per difendersi dall’azione dei radicali liberi. Si utilizza quatto o cinque giorni prima dell’esposizione e durante l’esposizione al sole per un risultato eccezionale.

Turchese anche in casa.
Il turchese tinge l'home decor. Nei migliori show design da Parigi a Las Vegas dettagli in blu-verde acceso rendono speciali gli angoli della vostra casa. Una lampada in vetro, un vaso, o un cambio radicale: tappezzeria e pareti. D'altronde se Pantone, il guru in fatto di colori, ha eletto il torquoise la tonalità talismano dell'anno un motivo ci sarà. Forse per l'energia che regala, per la sensazione di spaziare, per il sogno.
Se riuscite a farlo, dipingete anche la vostra anima di turchese...

IRONICA E TRENDY



Una donna dallo spirito giovane e spensierato che ama circondarsi di colori di ispirazione pop.

Per lei un colore sofisticato ed elegante sia per le labbra che per le mani: il rosa. Gli occhi sono scuri, delineati da eye liner nero ed ombretto in polvere compatta color antracite. Per le labbra rossetto rosa baby opaco a lunga tenuta con lucidalabbra effetto “nude look”. Lo smalto, un rosa lucido intenso, da abbinare al rossetto.
Il profumo sarà una fragranza leggera e frizzante come il nuovo Tresor in Love di Lancome.

L’Happy Hour è la sua serata: “la terra di mezzo”. Quando l'ora di transizione tra pomeriggio e sera può diventare il fulcro della vita mondana.

Per lei il divertimento comincia dall’aperitivo...al Saltatappo Bollicine lungomare Dante Alighieri di Senigallia  http://www.seratiamo.it/senigallia/locali/saltatappo-bollicine-208/

Prosegue a cena … al Newyorkese Restaurant di Recanati
http://www.seratiamo.it/recanati/locali/newyorkese-restaurant--268/

E per finire in bellezza …. Taboo di Civitanova Marche
http://www.seratiamo.it/civitanova-marche/locali/taboo-247/


SOLARE E SOFISTICATA


Per una donna che vuole risplendere attraverso effetti di luminosità morbida e naturale.

Per lei un colore fresco e nuovo: il turchese. Gli occhi saranno evidenziati con una matita con glitter dalla consistenza medio-morbida per un rilascio immediato ed intenso di colore. Per uno sguardo più scenografico applicare la matita solamente nella parte esterna degli occhi. L’incarnato dovrà essere perfetto con l’aiuto del nuovo Melanin activator Make-up Base e la terra abbronzante Multibronzer di Dalla Palma. Le labbra saranno naturali con un rossetto liquido neutro effetto “nude look” oppure illuminate con un semplice lucidalabbra trasparente. Un suggerimento: per i gloss preferite quelli con pigmenti azzurrati che per un effetto di correzione cromatica rendono la tonalità dei denti più bianca per un sorriso luminoso e smagliante. Per le mani invece un colore gioioso e vivace come il rosa ciclamino intenso. Il risultato sarà armonioso, unico ed originale!

Il profumo? Delicato e floreale come la nuova fragranza Ange ou de mon di Le secret.

Per lei la serata ideale è On Stage: Concerti dal vivo, dj set, rassegne culturali e cabaret. Tutti gli appuntamenti artistici più coinvolgenti dei locali e delle città marchigiane.

Aperitivo al … Sui Suite Club Porto turistico Marina Dorica – Ancona
http://www.seratiamo.it/ancona/locali/sui-suite-club-205/

Segue la cena al ristorante … Papilla di Ancona
http://www.seratiamo.it/ancona/locali/papilia-154/

e poi di corsa al …. Teatro delle Muse di Ancona
http://www.seratiamo.it/tutti/locali/teatro-13/0/0/0/0/


GLAMOUR E SEDUCENTE

Per una donna audace ed anticonformista che non rinuncia ad un make-up deciso e seducente.

Incarnato perfetto con SOS Make-Up sempre di Diego Dalla Palma: un prodotto unico in morbida polvere compatta per occhi, guance e labbra. Un alleato ideale da tenere sempre in borsetta che in un solo gesto ti regala un make-up completo e last minute. Sguardo evidenziato da eye liner nero, matita nera ed ombretti in polvere compatta lunga tenuta color grigio scuro. Le labbra sono definite da colori decisi per un effetto assolutamente magnetico con rossetto semi-mat a lunga tenuta. Il colore? Pieno ed uniforme: rosso geranio, naturalmente! Risultato: una donna dalla prorompente femminilità!

Per la donna audace Versus di Versace è la nuova fragranza sexi e provocante.

La sua serata speciale è Clubbing: Club alla moda e circoli privè. Notti all'insegna del movimento sfrenato in un connubio di balli e brindisi. Clientela selezionata per locali di prima scelta. Ambientazioni e arredi a tema diversi tra loro che incarnano le esigenze degli adepti e diventano un vero e proprio stile di vita. Un calcio alla monotonia e una corsa verso il risveglio dei sensi.

Aperitivo nel lussuoso Caffè 900 di Porto San Giorgio
http://www.seratiamo.it/porto-san-giorgio/locali/caffe-900-129/

A cena nell’esclusivo ristorante La madonnina del pescatore di Senigallia
http://www.seratiamo.it/senigallia/locali/madonnina-del-pescatore-206/

E per scatenarsi …. Miù DiscoDinner di Mondolfo
http://www.seratiamo.it/mondolfo/locali/miu-discodinner-73/



8 aprile 2010 pubblicato su ...
 http://www.seratiamo.it/serate/soft-13/audace-solare-o-ironica-di-laura-gioventu-31/redazionale/





giovedì 5 agosto 2010

Il Crepuscolo. Hosteria, Ristorante, enoteca

Il Crepuscolo

 

Situato a Porto San Giorgio, Lungomare Sud, vicino all’ Hotel Timone, in seconda fila mare, IL CREPUSCOLO è un’ osteria-enoteca dove le bottiglie dei vini sono a vista, sistemate su degli scaffali in legno e ricoprono un’ intera parete. Circondato da ampie vetrate ricoperte da scritte che lodano il vino, l'interno è curato, accogliente, e molto romantico, con luci soffuse e colori caldi. Quasi un bistrot de la cote de Provence ma anche un’italica hostaria: i tavoli sono piccoli ed in legno apparecchiati con stuoie di cotone centrale con sopra delle tovagliette di carta piene di scritte, vignette, poesie e frasi, alcune delle quali scritte dalla titolare del locale, che nell’attesa dell’arrivo dell’ordinazione, è molto simpatico soffermarsi a leggere. Il servizio è molto cortese e rispettoso dei giusti tempi. Non esiste una carta dei vini, che vengono consigliati informalmente dalla simpatica e travolgente proprietaria Patrizia. Il ristorante propone una cucina quasi esclusivamente di carne, di tipo tradizionale, semplice ma allo stesso tempo ricercata. Per gli amanti della “ciccia”, consigliamo l’entrecote di angus irlandese oppure la bistecca di scottona marchigiana ma anche il tenerissimo filetto. Da non tralasciare poi gli aperitivi-cena con innumerevoli e sfiziosi antipasti. E per i golosi, non potete non assaggiare il famoso croccantino della casa con crema chantilly e frutti rossi. Imperdibile!

vedi su ...
http://www.seratiamo.it/porto-san-giorgio/locali/il-crepuscolo-344/

L'OROSCOPO DEL DIVERTIMENTO Segno per segno il tipo migliore di locale per passare le serate.

  ARIETE (21 Marzo - 19 Aprile) 

…un cocktail tra cocco di mamma e il “teppistello” del branco…

”hanno detto di me che sono arrogante, pomposo, vanitoso, prolisso e che mi metto in mostra. Naturalmente è tutto vero.” Howard Cosel, cronista sportivo (25 Marzo).

Se volete un compagno maturo, premuroso e altruista provate con qualche illuminato della Vergine o con uno dei rari Pesci equilibrati.

Amanti della vita mondana… Il locale che fa per loro è Caffè 900
di Porto San Giorgio (FM).

www.caffenovecento.com
www.seratiamo.it/porto-san-giorgio/locali/caffe-900-129/


  TORO (20 Aprile - 20 Maggio)
Siete in cerca di una storia turbinosa, di balli fino all’ alba, matte risate e vacanze all’avventura? Allora evitate questo segno.

I nati sotto il segno del Toro sono schiavi dell’ abitudine, cena alle otto, con o senza appetito, sesso alle dieci, eccitati o meno.

L’ amore di questo segno per il cibo è rinomato. Il modo migliore per portare a letto un Toro è fargli trovare un panino e una bibita sul comodino. Il Toro deve avere la pancia piena, perché è nel cibo che identifica la fonte dei piaceri sensoriali.

Per conquistarli definitivamente consigliamo una cena a lume di candela presso il ristorante Il Melograno
di Sant’ Elpidio a Mare (FM).

www.ristoranteilmelograno.it



  GEMELLI (21 Maggio – 20 Giugno)

…Fatti coraggio, fatteli tutti… i nati in questo segno sono i re e le regine dell’ avventura di una notte. Nemmeno il matrimonio li calmerà. Per l’astrologia convenzionale i Gemelli sono degli ammaliatori versatili e intelligenti e degli instancabili animali sociali.

La verità è che avere a che fare con loro è come essere ospiti fissi per il thè dal Cappellaio Matto.

Se cercate cena alle otto, famiglia tradizionale e uscita solo sabato sera provate con un segno di Terra. Non chiedetevi a che ora torneranno... la parola chiave di questo segno è il divertimento…

BB DISCO DINNER di Cupra Marittima (AP)

www.bbdiscodinner.it
www.seratiamo.it/cupra-marittima/locali/bb-disco-dinner-180/



  CANCRO (21 Giugno – 22 Luglio)

…sembrava un boa di struzzo, era un boa soffocante.

Sono dei tipi appiccicosi, e appena possono cercano di mettervi il guinzaglio… attenzione!

Se non siete preparati a recitare il ritornello dell’ avremo-bambini-stupendi e di andare a pranzo con la loro mamma la domenica, fingetevi almeno interessati a quello che vi dicono finché siete con loro sotto le lenzuola.

Per loro il cibo è sia un conforto che una necessità frequente. I nati sotto questo segno sono cuochi nati e preferiscono  il cibo di casa alla cucina del ristorante….

il suo locale  preferito è una cena a base di piatti tradizionali da 180gradi Una cotta per il pane in Via Montani a Fermo.

www.180gradi.it
www.seratiamo.it/fermo/locali/180gradi-330/



  LEONE (23 Luglio – 22 Agosto)

…Il Re della giungla. Se siete tipi tranquilli fermatevi qui. Non stanno mai in casa il sabato sera. Se vi piace trascorrere il fine settimana con un buon libro, davanti alla tv  o a fare le pulizie lo passerete da soli, non certo con loro.

I nati in questo segno vogliono partner estroversi, che sposino il loro amore per le feste, il gioco e la baldoria. ll Leone vive per divertirsi e, spendere i soldi, è in cima alla lista delle sue preferenze. Meglio se sono quelli altrui.

Per la serata ideale del Leone…
Attico sul Mare, lungomare Nord a Grottammare (AP).


www.atticosulmare.it



  VERGINE (23 Agosto – 22 Settembre)

Quelli che la sanno lunga (ma hanno tanto bisogno d’ amore).

Se siete in cerca di trasporto romantico, gesti istintivi, o anche solo di un “ti amo” occasionale, trovatevi un segno di fuoco, perché la Vergine è meticolosa in amore quanto lo è in ufficio.

Come gli altri segni di terra la Vergine preferisce la sostanza e la tradizione all’apparenza e alle mode. Anche per quanto riguarda il cibo, i mobili, i vestiti. Quando li invitate a cena, non servite cibo pronto o in scatola.

Se non sapete cucinare portateli al ristorante… Il Picciolo di Rame… piccolo ristorante ambientato in un frantoio del 1500 situato in una torre della cinta muraria del
Castello di Vestignano.

www.picciolodirame.com



  BILANCIA (23 Settembre – 22 Ottobre)

Specchio, specchio delle mie brame... che vanità!!!!

La Bilancia è il segno del glamour. Hollywood è la capitale mondiale dei nati sotto il segno della Bilancia: se ne trovano a frotte con l’ aria di essere appena usciti da un laboratorio di sperimentazione della chirurgia plastica. Adorano ballare:  sono i re  e le regine del sabato sera.

Se volete conquistarli portateli nel ristorante di tendenza… e nelle discoteche più alla moda di tutta la Regione…

LE GALL si trova a Porto San Giorgio ed una splendida discoteca in riva al mare di nuovissima costruzione con annesso ristorante, il CALAMARO. La Discoteca è aperta nelle serate del Sabato e del Mercoledi (Baciami Signorina). Le Gall è ufficialmente gemellato con il Club Pineta di Milano Marittima.

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  SCORPIONE (23 Ottobre – 21 Novembre)

Che i giochi abbiano inizio. I nati in questo segno non giocano, studiano strategie; non flirtano, vi assediano.

Affascinati dal sesso, compresi quelli casti (ebbene sì, ce ne sono). Stare con uno Scorpione è una questione di karma. Ma anziché dare per scontato che sia una punizione, vedetela in un altro modo: l’Universo vi sta facendo un grosso favore costringendovi a sopportarne uno, perché qualsiasi relazione con uno scorpione vale centomila punti di bonus nel cammino  verso la redenzione.

Se riuscite addirittura a passare tutta la vita con uno di loro, potreste saltare diverse reincarnazioni. Per incontrare un po’ di gente…
Bar Piccolo Aragno di Porto Sant’ Elpidio (FM).

www.piccoloaragno.com
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  SAGITTARIO (22 Novembre – 21 Dicembre)

E’ l’attore dello Zodiaco e mette un tocco circense in ogni aspetto della sua vita frenetica.

Se siete in cerca di un partner divertente che sia anche un sostegno e vi dia forza, se desiderate la routine, la fedeltà eterna e un po’ di pace innamoratevi di un segno di terra.

Se siete alla ricerca di scappatelle, divertimento ed un mucchio di esperienze estemporanee, il Sagittario fa per voi. La spontaneità è la chiave che apre il loro cuore.  E così anche le risate, i viaggi, le chiacchiere notturne e le feste...

fate un salto da
Lido di Civitanova Marche (MC).

www.seratiamo.it/civitanova-marche/locali/lido-restaurant-cafe-128/
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  CAPRICORNO (22 Dicembre – 19 Gennaio)

Una capra, in altre parole.

Se volete che il lui o la lei del Capricorno di cui siete innamorati non scappi dopo la vostra prima avance sessuale, dovete dimenticare tutto quello che sapete sulla seduzione esplicita. L'invito diretto ad una notte di passione non è l’ approccio giusto se qualcuno di questo segno vi interessa davvero. Il vostro primo appuntamento potrebbe somigliare a un colloquio di lavoro, visto che non si faranno scrupoli a ficcare il naso nei vostri diritti ereditari e nella vostra stabilità finanziaria.

Per il primo appuntamento consigliamo un locale elegante e raffinato…
Belle Epoque di Porto san Giorgio (FM).

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  ACQUARIO (20 Gennaio – 18 Febbraio)

Mamma era una spia, papà uno psicopatico. Ci troviamo di fronte un eccentrico sputa sentenze che propone ideologie stravaganti a chiunque riesca a incastrare.

Dopo lo Scorpione, l’ Acquario entra ed esce dalle case di cura psichiatriche più di qualunque altro segno.

Come coniugi o compagni stabili, in genere sono fedeli. La loro curiosità innata è tutta volta a risolvere gli enigmi delle piramidi, dell’ Universo e del funzionamento della lavatrice. Le complicazioni sentimentali li confondono e li mandano in bestia.

Buone chiacchiere davanti ad una cioccolata da
Maga Cacao a Macerata.

www.magacacao.com
www.seratiamo.it/macerata/locali/cioccolateria-maga-cacao-342/



  PESCI (19 Febbraio – 20 Marzo)

Benvenuti ai confini della realtà. Se vi sentite pronti per un viaggio magico e mistico su di un autobus che perde olio, sputa fumo e si smarrisce spesso nella nebbia, ecco quello che fa per voi.

I Pesci sono il punto misterioso dello zodiaco. Governato dall’ illusione, sospinto dall’amore, e alimentato da superalcolici e filosofia metafisica, questo segno è la placidità fatta persona.

Non basta una bottiglia di vino per ritrovarvi a letto con un Pesci  fremente di desiderio. Ci vogliono un po’ di fantasia, un paio di bugie e la giusta miscela di dolcezza e perversione.

Per questi amanti dell’ alcool, una birra cruda da Hops, lungomare Sud di Civitanova Marche (MC) è la serata ideale.

www.hopscivitanovamarche.it

www.seratiamo.it/civitanova-marche/locali/hops-173/ 




   di Laura Gioventù