domenica 8 agosto 2010
CRONACHE FERMANE - Taranta & tarantola. Pizzica & pizzicotto. Di Laura Gioventù
taranta : tarantola = pizzica : pizzicotto
che si legge
taranta sta a tarantola come pizzica sta a pizzicotto
Equazione algebrica oppure funzione matematica?
Non lo so, faccio sempre una gran confusione. Purtroppo durante l’ora di matematica studiavo diritto e ripassavo economia aziendale. E mica ero scema, il Prof. di mate, non faccio il nome per rispetto, era tutto concentrato a scrivere gli articoli per “Il Resto del Carlino”, ed io, secondo te, che dovevo fare? Girarmi i pollici? Infatti so tutto su assegni in bianco, cambiali protestate, ratei e risconti!
Ma oggi è un altro giorno, guardiamo avanti e torniamo a me.
La “taranta”, detta anche “pizzica”, è una danza popolare della Puglia centro-meridionale e della Basilicata. Oggi forse solo Salentina. (tipo di ballo, voto 7)
E stavo pensando, sarà perché gli prude il sedere per il troppo peperoncino che mangiano i pugliesi, oppure per il fastidio procurato dal morso del ragno, che hanno inventato questo ballo? (ragni pericolosi voto 2, che paura!)
Buona la seconda, perché è il pepe la spezia che crea questo tipo di disturbi, non certo il peperoncino! (peperoncino, voto troppo pizzicoso) . Per maggiori informazioni vedi su wikipedia, altrimenti perdo il filo del discorso. (enciclopedia libera, ma non troppo, voto 7)
Insomma, stavo dicendo che nel mese di luglio, per tre venerdì consecutivi, lo scrivo se per caso sei uno di quelli che ancora non lo sapeva, in Piazza del Popolo a Fermo, si sono svolti concerti con musiche e balli folcloristici Salentini.
Vorrei spendere una riflessione sul successo di pubblico ma non di critica - perché quella la faccio io - proprio su tale manifestazione.
I miei genitori, classe 1942 e 1951, lo so che non è carino dire l’età, ma l’eccezione conferma la regola, nonostante escano poco, si sono divertiti molto e l’hanno trovata una bella iniziativa. (divertimento dei miei voto 8)
Mi hanno raccontato che il centro storico si è animato, la musica è stata travolgente ed ha coinvolto il pubblico. Iniziativa ben riuscita, hanno detto! E questo mi sembra molto positivo. (la città che vive voto 7)
La curiosità è femmina, e per la proprietà transitiva è pure di Laura. Volevo esserci anche io. Ma, nonostante i miei buoni propositi e tra una cosa e l’altra, non ce l’ho fatta.
Tuttavia, non sono così presuntuosa da raccontare l’evento per interposte impressioni, ci mancherebbe pure, ma una riflessione sorge spontanea. Perché per far vivere il centro storico di Fermo abbiamo bisogno della tarantella o della pizzica pugliese, invece che del nostro “salterello”? Il nostro tipico ballo popolare non avrebbe riscosso altrettanto successo? (6 politico per il saltarello)
Perché la “tarantella” fa più “fico” del “salterello”?
La questione, secondo me, è che ci vergogniamo. Ma di che cosa?
Il salterello ha una forte connotazione contadina e purtroppo noi, al contrario dei Salentini, ancora ci vergogniamo per la “presenza” storica nelle Marche dell’agricoltura.
Il senso di umiltà, di umiliazione del contadino ce lo portiamo dietro tutti quanti. La mezzadria, il riconoscere l’autorità degli altri. Va considerato anche che per secoli questa Regione è stata uno stato pontificio e tutte queste condizioni hanno lavorato alla base del marchigiano. (provare vergogna per le proprie origini voto 2)
“La tarantella racconta un popolo e una terra. Racconta la storia, i costumi, i luoghi, l’essenza e la radice profonda.”
Possiamo dire la stessa cosa per il nostro “salterello”?
Non abbiano nulla di valido da proporre o da inventare in alternativa? Dobbiamo sempre importare dagli altri?
E se è vero, come è vero, che non abbiamo nulla da invidiare a nessuno, come mai le amministrazioni scelgono tradizioni non nostre per fare spettacolo?
Svegliamoci con un pizzicotto e smettiamola di vergognarci!
Prendiamo coscienza, acquistiamo consapevolezza, tiriamo fuori il coraggio. Meglio prima che mai.
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