giovedì 9 dicembre 2010

CRONACHE FERMANE

La cena dei sapori.
di Laura Gioventù





Ieri sera ero in libreria per comprare un libro da regalare a mia cognata. Non so mai cosa scegliere. Alla fine mi sono lasciata convincere dal libraio ed ho preso l’ultimo della Mazzantini, ma non sono molto convinta della mia scelta perché è un romanzo che non ho letto.
Se poi non le piace e lo lascia a metà?!? Non vorrei aver sbagliato genere.
Mi avvicino alle casse ancora piena di dubbi quando all’improvviso la luce va via per un black-out .
Il buio mi prende di sorpresa ma continuo a muovere qualche passo per poter raggiungere il bancone,  allungo una mano, cerco un appoggio ma urto qualcosa, il libro scivola a terra insieme al mio cellulare, cerco di raccoglierli, mi abbasso, tasto il pavimento intorno a me ma non riesco a trovarli.
Comincio subito ad innervosirmi, e mi chiedo dove saranno finiti, non possono essere andati troppo lontano. Ma appena qualche minuto dopo la luce ricompare.

     - Finalmente, ecco dove eravate finiti…per fortuna nessuno si è più mosso.-  dico ad alta voce mentre raccolgo velocemente il libro ed il telefonino da terra. Mi rialzo ed accanto a me trovo la mia amica Chiara.

     - Chiara, che sorpresa, anche tu qua?!? …ma allora devo essermi scontrata con te un attimo fa…scusami!-

     - Sì, ero io, ma non ti preoccupare, piuttosto…spero non si sia rotto nulla… hai recuperato tutto? – mi domanda Chiara guardando a terra.

     -…Per fortuna non è successo nulla. Libro e cellulare intatti! Sai, nell’oscurità qualcuno, muovendosi… temevo ci potesse passare sopra per sbaglio. Per un momento mi son fatta prendere dal panico…non vedevo più nulla!-

     - Ti capisco bene, ma pensa invece che io conosco un ragazzo che non vede da trent’anni. Sta ancora aspettando che torni la luce…-

     -…e nel frattempo?-    

     -…nel frattempo mi ha invitata a cena!-

     - A cena? Un non vedente che ti ha invitato a cena??? Dai racconta, sono curiosa…-

     - Sì, in un ristorante, una cena in un ristorante, ma in una situazione particolare, completamente particolare, tutto il ristorante era al buio!-

    - Al buio???- ribatto io - dai racconta che mi incuriosisce.-

     - Arrivo in anticipo, il mio amico è all’ingresso del ristorante che mi attende, ci salutiamo ed entriamo nel locale ma la sala è completamente buia.
 Mi dice di seguirlo, sembra conoscere benissimo la strada, mi guida fino al tavolo e mi fa sedere. Ma la stanza continua a restare senza luce ed io continuo a non vedere nulla. Non riesco a capire cosa stia succedendo così domando al mio amico come mai non accendono le luce, ma lui risponde… “Noi viviamo nell’oscurità, non abbiamo bisogno della luce” e se ne va lasciandomi seduta là con la promessa che sarebbe tornato presto.
A quel punto ho capito che il buio sarebbe durato per tutta la sera.
Il mio amico mi aveva invitata a cena, ma non mi ha  parlato di una cena al buio! Non sapevo cosa fare…non sapevo se restare… volevo andarmene! Pensavo di non poter resistere nell’oscurità per così tanto tempo. Tanto tempo, ma quanto tempo? Quanto dura una cena, un paio d’ore? E un paio d’ore sono tanto tempo? Loro vivono tutta la vita in un mondo senza luce che cosa sono in confronto due ore???-


     - E poi come è andata?- domando io sempre più incuriosita.

     - Sono rimasta! Una volta seduta ho cominciato ad ispezionare lo spazio circostante per capire cosa ci fosse davanti a me …ho sentito un piatto, poi ancora un altro…ed un altro ancora….poi ho trovato le posate, coltello e forchetta ed anche i bicchieri. Due, per l’acqua e per il vino…il tovagliolo…la tovaglia…e poi una mano! Scatto all’improvviso ritirando il braccio. Era la mano del mio vicino che stava facendo le mie stesse indagini…che spavento!-

     - Che cosa è successo dopo?-

     - Poi una voce dietro me interrompe l’imbarazzo di quel momento
“prego signora assaggi questo..” e cominciano a servirmi da mangiare.
Non so dove guardare, mi giro, fisso un punto qualsiasi nell’oscurità e chiedo al cameriere dove sia andato a finire il mio amico.
“Il suo amico sta servendo la cena ad un altro tavolo.”
Rimango basita e continuo con le domande…
“Scusi mi può dire che cosa mi ha messo nel piatto?”
”sono gli antipasti”… e come faccio ad esserne sicura, potrebbe essere di tutto!
“c’è del formaggio”…e chi mi dice che non sia avariato?
“ci sono due tartine”…e se la maionese è rovinata?
“poi abbiamo degli affettati, prosciutto, salame, olive verdi piccanti, carciofini, una frittatina con patate e zucchine e dei crostini. Buon appetito signora!”
Buon appetito?
E come faccio a mangiare?
Non ci vedo!
Del formaggio non mi fido. Cerco il prosciutto, ma dove sarà? Provo con la forchetta ad infilzare nel piatto. Riesco a prendere qualcosa, la porto alla bocca ma è la frittata! L’assaggio ed è squisita, ed anche il formaggio era delizioso!


     - quindi i vostri camerieri erano delle persone non vedenti?-

     - Sì, tutti, e mi hanno versato anche il vino, senza rovesciarne nemmeno una goccia.
Ho provato una gran pietà. Sì, pietà, ma non per loro, pietà di me stessa, per il mio scetticismo,per i miei mille sospetti, per tutto!!!
I non vedenti si fidano pur non avendo visto e mentre mangiavo ho capito quanto sia difficile avere fede senza aver visto. Fede in ciò che ti dicono e in ciò che fanno. Fede in senso laico ma anche religioso, perché per continuare a vivere senza vedere nulla serve credere e non soltanto fidarsi. Ed io ho voluto credere. Ed io ho voluto avere fede. Ho abbandonato le posate ed ho iniziato a mangiare con le mani.
Molto più che una cena al buio, è stata la cena dei sapori! Il trionfo del gusto. Era tutto buonissimo.
Senza la vista, tutto si amplifica. Quindi il tatto, la porcellana fredda, la mano umida del mio vicino, il tessuto della tovaglia, e poi l’olfatto e il gusto, il sapore dei cibo, il profumo del vino. E l’udito, non riuscivo a capire quante persone ci fossero in quella sala, non riuscivo a distinguere la voce del mio amico, i suoni erano confusi, sovrapposti e non mi rendevo conto nemmeno del tempo che passava. Tutto sembrava essersi dilatato!
Siamo continuamente bombardati da immagini, siamo talmente assuefatti della figure e dall’aspetto delle cose che ci basta vedere! Mangiamo con gli occhi! Non assaporiamo, non ascoltiamo, non sentiamo,non tocchiamo! Siamo superficiali.
 E quando ho chiesto dove avessero preso un cibo così buono mi hanno risposto che non  lo avevano comprato già pronto, ma lo avevano cucinato loro stessi!
A quel punto Ti giuro, mi sono sentita morire perché mi lamento addirittura se devo fare un piatto di pasta!
Questa gente è molto più felice di noi. Sembrano più sereni e più consapevoli. Noi, noi invece non facciamo altro che lagnarci. Ci sono persone che non hanno mai visto il colore del mare, non hanno mai ammirato un tramonto, la luce di una giornata di primavera, non sanno che cos’è il verde, il giallo o il rosso..e noi, noi senza la televisione ci sentiamo persi, ne abbiamo una persino in ogni stanza, e non siamo soddisfatti. Eppure c’è chi la televisione non l’ha mai vista.
È stata un esperienza indimenticabile che mi ha profondamente stupita..
È stata la cena più “sensibile” della mia vita, il più bel regalo di Natale che potessi ricevere: ho capito di avere un dono prezioso, la vista, ma anche la capacità di credere, di avere fede!
Un dono importantissimo, un dono che troppo spesso dimentichiamo.
Puoi pure chiudere gli occhi per un paio di minuti, ma non è la stessa cosa. Puoi fare tutti gli esperimenti che vuoi, ma sai benissimo che quando vuoi puoi aprire gli occhi e vedere.
Loro no.
Una cena non dura cinque minuti, ma nemmeno tutta la vita ed è una esperienza che invito tutti a fare per capire, almeno tentare, quello che significa vivere nell’oscurità."


La confezione regalo del mio libro è pronta da oltre dieci minuti. Presa dal racconto della mia amica Chiara, non me ne sono accorta. Pago, saluto la mia amica Chiara e le auguro buon Natale, e mentre mi allontano mi chiedo come avrei potuto scegliere il libro se non avessi avuto la vista….
Il suo racconto mi ha molto colpita. Penso anche io che tutti debbano provare un’esperienza di questo genere, un regalo di Natale molto particolare.

Pubblicato su ... informazione.tv

2 commenti:

  1. Ho letto l’articolo e non riesco a commentarlo, ovvero come al solito hai scritto più che bene riuscendo a coinvolgere chi legge. E’ sul tema che faccio molta fatica e mi chiamo fuori. Però lo spunto per fare una riflessione, su cose che appunto ci sfuggono, lo hai dato e quindi ti ringrazio molto.

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  2. Ciao, Laura!

    Del tuo bell'articolo, mi ha colpito una frase. Questa: ".. ho capito di avere un dono prezioso, la vista, ma anche la capacità di credere, di avere fede!"

    Credere in qualcosa non è solo avere fede in una religione o quant'altro. Tutto il "nostro" mondo è fatto di cose nelle quali crediamo. Ad esempio, il denaro.

    Abbiamo avuto la fortuna di vedere cambiare una valuta in un'altra. Se oggi chiedessi di cambiare centomila lire in euro, non te lo permetterebbe nessuno. Perché "non valgono più". Ma allora quanto valgono i soldi che abbiamo in tasca? Quello che *crediamo* possano valere.

    Non è uno scherzo.

    E moltissime altre cose funzionano in questo stesso modo. Fede e Volontà sono i motori della nostra esistenza. Anche se non lo sappiamo.

    BuonTutto,
    maspi'10

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