giovedì 24 marzo 2011

A Braccetto con Ester

Intervista all'Ing. Ester Maria Rutili,
candidata per lo schieramento di centro destra per la poltrona di Sindaco della città di Fermo.
di Laura Gioventù





Volevo cambiare abitudine, per cui non mi sono fatta anticipare dalla solita telefonata, mi sono presentata a sorpresa per valutare la sua capacità di reazione, e senza preavviso mi ha accolta subito, anche se ero per Lei una perfetta estranea.
Il risultato è stato vedere una donna schietta, disponibile, subito al gioco, e con una singolarità che mi ha molto incuriosito, Lei quando risponde al telefono dice “pronta” al femminile e non “pronto” al maschile, e questa cosa mi è piaciuta, e vi anticipo che è più bella dal vivo che nelle foto, per cui eccovi l’intervista con Ester Rutili, come fossimo a braccetto per il centro….a braccetto con Ester è un titolo molto aderente la realtà, in fondo anche se è la candidata del Centro Destra a Fermo, resta sempre una persona da scoprire…. buona lettura.


 “Il potere logora chi non ce l’ha” Giulio Andreotti.
Perché Lei si è candidata, per orgoglio personale, per miseri calcoli di sezione elettorale, per ottenere il potere per non logorarsi, oppure perché il centro destra le si è messo in ginocchio dicendo …”Ester salvaci tu”? 


Ma magari, è bellissima la scena del centro destra in ginocchio che dice “Ester, salvaci tutti!”.No, mi sono candidata fondamentalmente per amore di Fermo, la mia città, ma anche per un po’ di incoscienza chiamiamola pure pazzia o follia. Ho scelto di dire sì nel senso che non ho deciso io di propormi, ma mi sono venuti a cercare…poi con un po’ di incoscienza e di pazzia  ho detto subito “sì” e mi  sono buttata in questa avventura che credo sarà bellissima comunque vada.

Lei è espressione di una coalizione di centro destra, ma da chi è stata candidata veramente?
 

Sì, io sono espressione di una coalizione e poi come tutti sanno, perché è scritto su tutti i giornali, io ero nella rosa dei candidati proposti dal sindaco Di Ruscio. Il mio nome è stato fatto da lui ma ripeto, sono espressione di tutta la coalizione del centro destra.

Conosceva già Di Ruscio?

Lo conoscevo in quanto Sindaco di Fermo e io, come Presidente dell’ordine degli ingegneri, avevo con lui solo rapporti istituzionali, ma non lo conoscevo personalmente.
E comunque spero di farmi logorare dal potere!

…È ambiziosa..?

No, assolutamente, io la sedia dove mettermi seduta per fare progetti ce l’ho! Questo non significa che farò una campagna di basso profilo, senza metterci sangue, sudore e denti, anzi, ma so dove poi tornare, un lavoro ce l’ho!

Lei stessa ha dichiarato: “Mi spenderò tutta, anche se sono alle prime armi in politica, e vorrei l’appoggio di tutti.”…pensa di chiedere un ampio prestito in banca o ha tanto talento da spendere di suo???

Penso proprio che chiederò un ampio prestito in banca, nonostante ho tanto talento da spendere nel senso che… ho tanto talento da spendere ma pochi soldi in banca.

“Noi mettiamo in pista un volto nuovo, una Ferrari, e non un ferro vecchio come ha fatto qualcun altro…”, è la frase che ha sentenziato Remigio Ceroni durante la presentazione ufficiale della sua candidatura sabato 19 marzo. Ma a Lei lo hanno detto che la Ferrari per oltre 20 anni non vinse più il campionato piloti???

…ma poi lo ha vinto. L’importante è averlo vinto, c’è chi non vince mai!

Chi è il sindaco di una città? Secondo lei deve essere un diplomatico, un politico, un amministratore, un economista, un filosofo, oppure un pazzo incosciente votato al suicidio?

Un sindaco dovrebbe essere un po’ tutte le cose messe insieme. E non lo dovrebbe essere solo il sindaco, ma tutta la sua squadra! Per quanto mi riguarda invece, attualmente mi considero una quasi un’incosciente …

Crede anche lei che per conquistare una crescente fetta di disinteressati alla politica o di delusi, il candidato non deve apparire come espressione diretta del partito e dei retaggi ideologici, ma deve affermare l’immagine di una brava professionista, di una brava presidente, di una brava persona non direttamente legata agli schemi?

Non dovrebbe dare l’idea di essere una brava presidente, di una brava persona non direttamente legata agli schemi , dovrebbe solo esserlo ed io spero di essere proprio questo. Anche perché quello che già sono è l’unica cosa che posso promettere! Spero di non fare promesse che poi non potrò mantenere…metterò al servizio di tutti il mio talento e la mia professionalità!

Lei è un ingegnere e potrebbe presiedere all’esame di guida e rilasciare la patente. Ma l’esame con politica lo ha già fatto? Chi glielo ha fatto oppure se ancora non l’ha sostenuto, chi la sta preparando?

Però credo dopo aver preso un brevetto specifico...comunque l’esame della politica no, ancora lo devo sostenere, l’esito sarà il risultato elettorale. Mi stanno preparando tutte le persone della coalizione che mi affiancano…però è senz’altro un bell’esame!

I suoi studi e i suoi titoli la definiscono una donna di calcolo e di precisione, come sono del resto gli ingegneri, come pensa di riuscire a far convivere una caratteristica come la sua con la politica, arte del compromesso perenne?

Hum, non lo so…(sorride) forse ci metterò la mia intuizione di donna, la femminilità, il sesto senso a volte aiuta…
Io sono un tecnico, sono abituata alla sintesi…le mie risposte sono stringate…

Una figura come lei, estranea alla politica, garantirebbe una giunta pulita oppure permetterebbe i soliti giochi e calcoli di partito con maggiore fascino?

No, io spero in una giunta pulita. Io me lo auguro e spero di scegliere le persone giuste. Logico che in politica bisogna scendere a compromessi ma un conto sono i compromessi, un altro conto sono le cose sporche!

…vorrà dire che saranno i compromessi che farà con maggiore fascino!
 

Speriamo visto che la mia bellezza è quella a cui guardano subito tutti. Speriamo si guardi anche oltre, e poi non vedo comunque quale sia il peccato o la colpa dell’essere bella…

“La vita è un insieme di avvenimenti, di cui l’ultimo potrebbe cambiare il senso di tutto l’insieme” (Italo Calvino) …Lei è sicura che la candidatura potrebbe cambiare in meglio la sua vita?

Sì, comunque sì. La candidatura già me l’ha cambiata la vita, lo sto già vedendo e sono molto contenta di questo. Tutta la gente con cui entro in contatto, che conosco ed incontro ogni giorno è per me una cosa molto stimolante ed affascinante…in questo senso ho già vinto.
E poi anche perché non è da tutti i giorni vedere la propria faccia stampata su manifesti di sei metri per cinque …

Che effetto le ha fatto vedere i manifesti appesi?

Vedere la mia gigantografia appesa per la città mi ha lasciata un po’ così…ancora mi ci devo abituare…. (sorride)

Quando una donna si candida in politica, come Lei, le donne elettrici che cosa dovrebbero chiedere ad un'altra donna, di vincere per dimostrare la forza delle donne o di perdere per dimostrare che le donne non devono occuparsi di cose maschili?

Sono sempre stata contro le quote rosa perché in una società ormai civile, se una persona è valida, non si dovrebbe più guardare al sesso, se si è uomo oppure donna. Almeno spero sia così.
Io non mi sento un essere da privilegiare o da tutelare in quanto donna. Se si hanno le capacità si deve andare avanti indipendentemente dal sesso.
Le altre donne dovrebbero essere contente del fatto che finalmente una donna è arrivata ai piani alti perché in effetti i piani alti sono quasi tutti maschili, purtroppo.
Tra donne non dovremmo chiederci niente, dovremmo invece chiedere ai maschi di lasciarci più spazio. Il che è difficile…
Da donne a donne dovremmo forse chiedere di farci meno la guerra nel momento in cui facciamo poco gioco di squadra, non so se per invidia o altro…

Nel Rigoletto, la celeberrima opera di Giuseppe Verde, il Duca di Mantova, parlando delle donne dice “questa o quella per me pari sono”. A parte la battuta operistica, in politica per gli elettori le donne sono come gli uomini, pari sono, oppure hanno qualcosa di diverso che potrebbe diventare un vantaggio o un’opportunità e forse anche una novità per le amministrazioni locali?
 

Le donne in politica NON dovrebbero essere una novità, il guaio è che invece siamo viste ancora come delle rarità, delle mosche bianche. Le esclamazioni che si sentono sono ancora di stupore. Le donne “dovrebbero” essere viste come gli uomini. In teoria una società civile dovrebbe arrivare a questo, ma di fatto non sono ancora considerate al pari dell’altro sesso dal momento in cui si ha bisogno di una legge sulle quote rosa per essere tutelate.
Qualcosa di diverso poi ce l’hanno, e questo lo dicono pure gli uomini: le donne hanno una marcia in più perché sanno fare più cose contemporaneamente, è nel nostro Dna. Poi è anche vero che c’è ancora una certa reticenza delle donne a candidarsi…

Nei suoi comizi e nelle sue presentazione in campagna elettorale Lei sta pensando ad un messaggio elettorale comune oppure ad una divisione tra elettori maschili ed elettrici femminili perché è a conoscenza della stranezza per cui le donne non votano le altre donne.

Nooo, è vero? Non credo, non lo sapevo…
Io spero che le donne votino un’altra donna non perché dello stesso sesso, ma perché la reputano capace. Poi ci sono donne che hanno le capacità e donne che non ne hanno. Così come per le donne, ci sono uomini bravi e uomini meno bravi. Secondo me un elettore non fa differenza, l’elettore guarda alle capacità e non vota per solidarietà alla specie. Inoltre la politica è un mondo di uomini, per cui anche il fatto che si candidano meno donne incide moltissimo. Ma è perché la società vuole questo, lo sto vedendo adesso, in politica le decisioni si prendono tutte a cena oppure dopo cena, è logico che una donna che ha famiglia la sera deve tornare a casa per un uomo invece è diverso…abbiamo dodici ore a disposizione nell’arco della giornata, se le cose si facessero tra le  otto del mattino e le venti della sera, tutti tornerebbero a casa tranquilli, invece qua la politica la si fa dopo le venti di sera…

Infatti conosco gente che va a dormire alle 22.30 e per loro sarebbe impensabile la partecipazione a riunioni ed appuntamenti politici che si protraggono fino alle due di notte. Ma Lei è una nottambula per cui condivide questo modo di fare, oppure vorrebbe dare un taglio netto a questa abitudine?
 

Me ne sto accorgendo, fare politica significa fare la nottambula. Certo, il bicchiere di vino ed il piatto di pasta è la condizione più favorevole per discutere ma questo non vuol dire che ci si debba per forza incontrare a cena, ci si potrebbe riunire anche a pranzo…
Dovremmo dare un taglio netto a questa brutta abitudine, sarebbe giusto, ma è molto difficile riuscirci proprio perché il mondo politico è composto prevalentemente da uomini.

I nuovi mezzi di comunicazione, internet e i social network che ruolo avranno nella sua campagna elettorale? Come pensa di strutturare il team per le elezioni? Lo slogan è stato pensato all’interno della coalizione oppure avete ingaggiato un esperto in comunicazione?
 

Beh, io sono giovane e li uso, non avranno un ruolo esclusivo nel senso che non sostituiranno i canali tradizionali ma si affiancheranno ad essi in maniera molto importante.
Stiamo già preparando il sito e le foto da pubblicare…oggi con i cellulari di ultima generazione si è sempre connessi alla rete. Internet è un mezzo veloce, capillare ed economico, permette di essere aggiornati in tempo reale, permette di comunicare con immediatezza con un grande numero di utenti, soprattutto con le fasce più giovani dell’elettorato, e costa meno di altri mezzi, anche degli sms!
Per quanto riguarda il team per le elezioni lo stiamo predisponendo, avrò i miei amici e amiche fidate che mi appoggiano come segreteria personale, tre o quattro ragazze che seguiranno il sito, gestiranno gli appuntamenti e l’ufficio stampa. Poi ci  saranno due o tre persone che mi affiancheranno i partiti della coalizione che si relazioneranno con la mia segreteria, si occuperanno di gestire le varie sedi, faranno volantinaggio e così via.
Lo slogan non è ancora pronto. Ne abbiamo diversi suggeriti dalla coalizione, dagli amici e dai sostenitori e forse ne saranno più di uno, almeno sul sito. Via internet ne sono arrivati tanti e sono tutti bellissimi. Il bello dei social network è che ti mettono in contatto con tante persone, c’è un sacco di gente che ha idee e voglia di partecipare, ognuno dice la sua!
Attualmente, nei manifesti, è uscito “energie nuove”, poi vedremo. Naturalmente nei volantini, nelle stampe e nelle vele è più difficile cambiarlo per ovvie esigenze di stampa, nella rete è più facile …

Nessuno esperto in comunicazione…

No,  non abbiamo contattato nessuno, ma certo, sarebbe opportuno, ognuno deve fare il proprio mestiere e se ti affidi ad un professionista … perché no, è un’idea, ci penseremo … d'altronde siamo solo all’inizio.

Anche in politica è pericoloso far partecipare troppo l’elettorato per evitare inutili confusioni e discussioni, oppure è proprio la mancanza di partecipazione che ci lascia con politici alle prese con troppe discussioni e con evitabili confusioni?

Sono vere entrambe le affermazioni. C’è un detto che dice “quando ci sono troppi galli a cantare non si fa mai giorno” ma è anche vero che l’elettorato non se ne deve totalmente fregare perché è anche roba loro, la politica è il governo della loro casa “grande”. Amministrare il comune dovrebbe essere come amministrare casa propria, deve essere fatto con responsabilità. L’elettorato che non partecipa percepisce l’amministrazione e la politica come una cosa che non lo riguarda. Ci vorrebbe più partecipazione a partire dal voto. Il voto è lo strumento democratico per decidere chi mandare a casa e non certo il non andare a votare…

“Fra 30 anni l'Italia sarà non come l'avranno fatta i governi, ma come l'avrà fatta la televisione.”
(Ennio Flaiano).
In dieci anni di amministrazione Di Ruscio, Fermo che cosa è diventata e che cosa potrebbe diventare nel caso in cui verrà proclamata sindaco di Fermo? E nel caso in cui vinca la sua rivale, che cosa potrebbe diventare?


All’amministrazione Di Ruscio va tutto il mio plauso perché in dieci anni ha fatto. L’importante è fare, poi è logico che nel fare la torta qualche volta può anche uscire male ma l’importante è farla, metterla in forno e farla lievitare. Fermo veniva da trenta/quaranta anni di governo di centro sinistra che non ha fatto nulla, e spero, se avrò l’onore di governare questa bellissima città, di renderla vivace, frizzante, giovane e vivibile e questo non significa doverla tenere sotto una campana di vetro…Fermo deve essere in movimento.

Fermo in movimento, ecco lo slogan!

Infatti, sul sito qualcuno mi ha scritto “Fermo, eppur si muove”, ora non mi ricordo il nome ma lo ringrazio, è molto bello.

E nel caso vinca la sua rivale…

Spero renda Fermo viva e vivace come la vorrei io. Le auguro di fare un buon lavoro. In quel caso sarò all’opposizione e mi batterò affinché questo avvenga.

“Il mondo è pieno di donne tradite e di uomini abbandonati” …ma anche di candidati “trombati”, nel caso lei suona qualche strumento oppure predilige dirigere l’orchestra?
 

Non suono nessuno strumento e prediligo dirigere l’orchestra. Naturalmente si corre per vincere e non per partecipare, chi è che non corre per vincere? Poi, se si perde non bisogna farne un dramma, ci mancherebbe, non si deve diventare astiosi o cattivi nei confronti dell’avversario, siamo persone educate e civili… 

“D'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.” Italo Calvino.  Fermo a quale domanda potrebbe essere la risposta?
Non lo so…non saprei dire…ci dovrei riflettere con attenzione…

Quale è il vero tabù delle donne, il sesso, i soldi, i figli, la bellezza oppure la carta di identità?

 …sicuramente la carta d’identità. Per le donne il tabù più grande è l’età, anche se io non ho problemi in questo senso. Ed è stato molto buffo il grafico che, prima di mandare in stampa i manifesti, mi ha chiesto se volessi  farmi ritoccare qualche ruga, ma io sono così, se ce le ho me le tengo! Una correzione per la verità è stata fatta, ma perché avevo perso un orecchino e il fotografo non se n’era accorto per cui poi è stato tolto.

“Sentirsi speciali è la peggiore delle gabbie che uno possa costruirsi” (La solitudine dei numeri primi. – P. Giordano) Ci elenchi i suoi tre difetti più grandi.

Testarda come un ariete, da segno zodiacale! Testarda sia in negativo che in positivo nel senso di perseveranza nel perseguire gli obiettivi…e poi a volte sono troppo razionale ed a volte troppo istintiva e irrazionale. Passo da un eccesso ad un altro. Il terzo difetto non mi viene in mente … non saprei, ne ho tanti … ecco, dovrei imparare ad essere più diplomatica, a volte sono troppo categorica, per me è bianco o è nero.

Nei suoi sogni da bambina lei voleva diventare una maestra, una ballerina, un’attrice o magari un’ingegnere aspirante sindaco?

Volevo diventare un ingegnere. Già da bambina giocavo con le costruzioni…
Invece non ho mai pensato alla politica, ma è una bella avventura, c’è sempre da studiare nella vita, è sempre bello imparare cose nuove. Se mi appassionerò continuerò…

Quando la dott.ssa Ester deve comprarsi dei vestiti li scegli in base al colore, alla forma o all’etichetta, oppure in base all’immagine di gioventù o di autorevolezza che trasmettono? Quali sono i suoi parametri e com’è la donna Ester nell’abbigliamento?

Nell’abbigliamento sono spendacciona. Comprerei continuamente vestiti, scarpe e borse. Mi piace vestire bene! A volte scelgo in base alla marca ma se non c’è va bene lo stesso, l’importante è che nel momento in cui li indosso mi facciano sentire subito bene e mi facciano dire…”questo non ce lo posso proprio lasciare in negozio, lo devo comprare, me lo devo portare a casa”. Per il colore…principalmente vado sul nero e sui colori scuri. Non mi vedrei mai con indosso colori accesi del tipo verde, giallo o rosso anche se tutti mi dicono che sono molto solare.

Spesso le donne impazziscono per i diamanti. L’oggetto superfluo a cui non rinuncia la donna Ester?

Le borse! Che poi non sono superflue…la borsa per una donna è necessaria!
Borse, borse … ma anche scarpe! Poi dipende dalla quantità, c’è un numero oltre il quale potrebbero essere superflue…    

Doppiopetto, tubino o tailleur?

Doppiopetto no, mai, assolutamente. Tubino e tailleur dipende dalle occasioni, ma preferisco il tubino.

A sinistra ci si veste “scasciati” e a destra tutti “griffati”? …….esiste un etica che diventa estetica della politica…
 

Ovvio che non ci si può presentare a maniche corte a presiedere un consigo di amministrazione, ma è opportuno andare in giacca e cravatta! Un’etica nel vestire ci deve sempre stare, non solo in politica.
Un vestito adeguato all’occasione è forse il primo biglietto da visita per dare una buona immagine di se.


…e poi abbiamo continuato a parlare di vestiti, di maschi e pure di esperienze in comune, ma siccome sono argomenti che le donne vogliono condividere solo con le amiche, non vi dirò come sia proseguito il discorso, in fondo anche Ester ha diritto al suo tempo libero e, perché no, anche a stare a braccetto mentre passeggiando guarda le vetrine dei negozi nel centro storico della nostra bella città. Magari la prossima volta che ci incontreremo continueremo a parlare delle altre mille cose importanti per le quali Lei si candida, per risolverle o per discuterne, per ora lasciamola serena, di giornate campali ne avrà molte nel suo calendario elettorale. Grazie Ester, felice di averti presentata ai miei lettori, sono certa che apprezzeranno la tua sincerità.




(Proprietà letteraria riservata)
 

domenica 13 marzo 2011

Metti una Gamberale sul comodino e non te ne pentirai

Intervista a Chiara Gamberale
di Laura Gioventù

Sabato 12 marzo, presso la Sala conferenze di Villa Baruchello di Porto Sant’ Elpidio (FM) Chiara Gamberale ha presentato il suo ultimo romanzo “Le luci nelle case degli altri” (Mondadori) e noi l’abbiamo intervistata cercando di passare dalle zone cieche alle luci delle persone di fronte.




La “zona cieca” è una stanza dove non abbiamo acceso la luce oppure un distacco per morosità?

Eheh….(ride) … cominciamo bene…la “zona cieca” è questo e quello…però mi piace più pensare la prima, una stanza dove non abbiamo acceso la luce, perché così la responsabilità è nostra … (ride)

L’intelletto distingue fra il possibile e l’impossibile, la ragione distingue fra il sensato e l’insensato. Ma a questo punto noi donne coma facciamo a scegliere l’uomo giusto?

Dobbiamo fare un movimento di “pancia” e di cuore. Personalmente, sia l’intelletto che la ragione, dopo averli coltivati per una vita, li trovo un po’ sopravvalutati nella scelta dell’uomo giusto perché si potrebbe rischiare di voler corrispondere troppo al principe azzurro che sognavamo da piccole e che non è mai esattamente quello che poi ci aspettiamo…è fatto per deluderci…

…le attese poi rischiano di essere disattese…

…certo… non potrà mai corrispondere a questa figura perché il principe azzurro non esiste…

Ma fra Francesco Totti e Roberto Saviano chi scartiamo?  

Io sono romanista, da sempre, quindi…
Vabbè, sono state senza dubbio le due interviste più belle della mia vita radiofonica ed è stato molto curioso far parlare di Dio Francesco Totti e di sesso Roberto Saviano trattandoli in maniera diversa dal solito… diciamo che già basterebbe uno a metà strada tra i due…

…ma se dovessimo proprio scegliere?


Tra i due? Ma poi per farci cosa? …È questo l’importante da sapere…

Come uomo per la vita oppure perché no, anche solo come amante…?!?

…sono sposata con uno scrittore e quindi sceglierei Totti. Insomma, me la giocherei diversamente proprio perché già conosco gli scrittori. Sceglierei una cosa che non ho mai conosciuto, anche se però Saviano è unico perché non è “lo scrittore” …

Quale è il vero tabù delle donne, il sesso, i soldi, i figli, la bellezza oppure la carta d’identità?

Tabù nel senso che le donne non hanno il coraggio di parlarne o di parlarsene tra loro?

…entrambe!

…secondo me la donna ha ancora un problema con il piacere, dunque direi con i soldi ed il sesso perchè con tutto quello che le da piacere ha ancora un senso di colpa atavico, mentre con il camuffare l’età, con i figli e con tutto ciò che ha a che fare con la gravosità dell’esistenza la donna è molto allenata anche a livello inconscio. Con i soldi invece, con la bellezza ed il sesso la donna ancora potrebbe fare dei passi avanti e dire “sì, me lo merito, sì, me la godo”.

“Il mondo è pieno i donne tradite e di uomini abbandonati” (Chiara Gamberale in “La zona cieca”) Qual è la differenza?

Beh, questa è una frase di una ascoltatrice della protagonista del romanzo e non della protagonista stessa, infatti io non l’avrei mai scelta per metterla in quarta di copertina, però queste sono esigenze editoriali. Questa frase nel libro non è una frase delle mie che secondo me mi riguarda, è una frase che dice una donna che è amante di un uomo da sei anni… Di sicuro però, se ci si guarda intorno, generalmente l’uomo ha difficoltà con le scelte e sembra che non ci sia scampo, se gli uomini tradiscono le donne abbandonano. La vulgata vuole che l’uomo un malessere lo gestisca senza gestirlo e la donna sia invece da taglio netto però in effetti non è detto sia sempre così, queste sono delle generalizzazioni…

…secondo lei le donne hanno più coraggio di lasciare un uomo?

Beh, io non ce l’ho mai avuto! Faccio tanta fatica a lasciare…

…è stata sempre lasciata?

Ho lasciato…ma sono stata anche lasciata! Ho fatto tutte e due le cose, però ho sofferto di più a lasciare, ma io ho una forte componente maschile dentro di me … poi però arrivata ad una situazione pesante ho lasciato.

Nel romanzo “Una passione sinistra” la protagonista Nina tradisce Bernardo con Giulio. “Questo però non toglie che Bernardo sia la sua vita. Non qualcosa a cui DOVER fare ritorno ogni sera, qualcosa a cui VOLER fare ritorno.”
Il sesso disgiunto dall’amore è una cosa riprovevole, eppure perché le donne fanno sesso anche se non c’è tutto questo amore?


Perché l’amore è qualcosa di raro, e secondo me le donne, come gli uomini, fanno sesso anche quando non c’è amore perché noi viviamo tutti i giorni anche senza che le nostre siano tutte giornate eccezionali, perché è una sfumatura …penso che il sesso unito al sentimento capiti poche volte nella vita, gli amori sono esperienze sconvolgeti….il sesso, il sesso  è un’altra cosa, ma certo, se fatto bene può darti un’illusione d’amore.

La protagonista del romanzo è appagata sessualmente dall’amante ma non per questo avverte il ritorno dal marito come dovere, anzi, tutt’altro…lei vuole tornare da Bernardo…

La protagonista ha ben chiara la differenza tra sesso e amore…e forse il sesso va così bene con l’amante anche perché, ma questa è una grande provocazione, lo rispetta meno! Forse chissà che il sesso, come in questo racconto, quando c’è meno rispetto del partner possa venire fuori più animalesco e quindi più fedele e se stesso…

C’è una frase …“La vita è un insieme di avvenimenti, di cui l’ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto ’insieme.” (Italo Calvino) Che ne pensa?

…che ahimè è proprio così, il destino…lo dice anche Mandorla, la protagonista del mio ultimo romanzo, mentre guarda le macchie di umidità che si sono formate sul soffitto. Sono macchie sparpagliate e ci piacerebbe unirle con un senso logico ma a volte quel senso non c’è…è un liquido amniotico …qualcosa di spirituale e di misterioso.

C’è un avvenimento particolare che ad un certo punto ha cambiato il senso della sua vita?

A volte mi dico di sì, altre volte dico di no. Se cambiare il senso della vita vuol dire anche darti un altro senso su te stessa, cioè darti un altro punto di vista da cui guardare te stessa, allora l’avvenimento determinante è stato senza dubbio l’incontro con la persona che oggi è mio marito.

Per parlare un po’ di politica, nel suo libro “Una passione sinistra” la “piccola” storia di due coppie di persone si intreccia con la “grande” storia, dalla caduta del muro di Berlino all’ultima vittoria elettorale di Silvio Berlusconi. Pensando al libro mi viene in mente una frase di Giorgio Gaber che dice “Non temo Berlusconi in se, temo Berlusconi in me.”

È esattamente questo il senso del libro! La coppia “di sinistra” rifiuta così tanto certi modelli e poi è proprio la donna di questa coppia che prova questa forte ed oscura attrazione per qualcosa di così tanto diverso da lei, un uomo dagli ideali di destra, appunto. In questo senso il libro vuole anche essere la metafora di una Sinistra che, anziché fare la Sinistra, prova a giocarsi su territori che non sono suoi. Ovviamente vince l’amante “di destra”…

La Destra fa tanto riferimento alla famiglia, poi però stranamente i suoi leader sono tutti separati mentre a Sinistra sono tutti ancora (felicemente ?) sposati…

Sì, questo è uno dei famosi paradossi… (ride)

Sinceramente lei teme più Berlusconi o se stessa?

Ah, me stessa! Senza dubbio, non c’è proprio paragone!

Sempre restando in tema, quando una donna si candida in politica, secondo lei noi donne elettrici che cosa dovremmo chiedere a un’altra donna?

Dovremmo chiederle di rimanere se stessa, cioè di non imitare gli uomini, ma anzi, di portare, nel suo fare politica, tutto il suo essere donna e di non annullarlo dal momento in cui ricopre una carica storicamente maschile. Nella sua avventura deve portare anche e soprattutto il suo essere donna, è un presupposto molto importante affinché possa poi fare delle scelte che sostengano le donne …

Nella letteratura femminile, chi siamo noi donne che leggiamo e chi siamo noi donne che scriviamo?

Sia quando leggiamo, sia quando scriviamo, è esattamente la stessa cosa, siamo persone che hanno paura del mondo ed hanno bisogno di rifugiarsi in un mondo ideale, un mondo che poi trasformano in un laboratorio dove riuscire ad elaborare ciò che più le spaventa per comprendere meglio la realtà.

Se il libro è un viaggio, il continuo proliferare di premi letterari, secondo il suo parere, sono il percorso mentale meno accidentato per scoprire nuovi talenti, oppure rappresentano i luoghi di sosta meno fantasiosi  per imporre le nuove letture per un pubblico sempre meno viaggiatore, sempre meno appassionato?

Dovrebbe essere un modo per scoprire nuovi talenti, ma temo che in alcuni casi, purtroppo, sia anche un modo per imporre le letture. In alcuni premi letterari regionali, più piccoli, c’è ancora una ricerca vera, una lettura attenta di vera “scoperta”  … certo, poi, i premi letterari più grandi e più famosi sono un po’ come Sanremo. Anche per la musica ci sono moltissime manifestazioni piccole e meno conosciute ma dove quella ricerca è tenuta ancora ben presente.

Filosofia e Psicologia sono madre e figlia che stanno sempre a litigare oppure sono due complici?

No, sono sorelle, sorelle che ogni tanto litigano. Anzi, sono sorelle gemelle eterozigoti!

Ecco ... io sono una gemella…..etegozigote!


Ah, bene, chi sei allora, Filosofia o Psicologia?

Oddio…abbiamo invertito i ruoli, ora è lei che fai le domande a me? …non saprei…forse filosofia…forse nessuna delle due…(rido)…
Un’altra domanda…c’è un famoso psicologo analista junghiano, Hillman, che dice “I miei pazienti finiscono la terapia nel momento in cui capiscono che sono più matto di loro”….ma secondo lei, andiamo dallo psicoterapeuta perché speriamo di trovare uno più matto di noi così ci sentiamo “normali”?


Il transfert potrebbe anche essere definito così, certo, Hillman appartiene ad un'altra scuola di pensiero perché i freudiani invece ti dicono molto poco di loro, però, già essere compreso nella tua “mattanza” è un segno della “mattanza” dell’altro, quindi in un certo senso potrebbe essere proprio così….

Jean-Jacques Rousseau diceva “Nulla è più indispensabile del superfluo”. Per Chiara qual è l’indispensabile e qual è il superfluo?

Se fosse per me l’economia non andrebbe avanti. Per me sono indispensabili pochissime cose…il cellulare per telefonare, il computer per scrivere…ho un rapporto strano con gli oggetti materiali, ho un rapporto molto labile con essi…li dimentico spesso…li perdo. Essenziali sono invece le persone, la mia famiglia è il punto fermo della mia vita.

Qualcosa di superfluo a cui non rinuncia?

…le sigarette, senza dubbio, perché fumo! E poi… poi le serie televisive americane. Mi piacciono molto! I cofanetti di dvd….

Qual è la vera differenza tra un bambino ed un adulto? La taglia dei pantaloni o lo sguardo con il quale guardano il lato B delle donne?

Purtroppo e per fortuna a volte sono simili. A me di solito piacciono gli uomini che lo sguardo lo mantengono intatto come i bambini, mi piacciono quelli un po’ poetici…però poi il guaio e che non ti guardano da maschio … (ride) …è un problema anche quello!!!

Perché continuiamo a preoccuparci di non sapere dove andiamo, non sarebbe più saggio preoccuparsi di sapere dove non stiamo andando?

Sì, assolutamente sì, ci sto provando soprattutto in questo periodo della mia vita, mi dico vabbè, se non riesco a capire dove voglio andare, l’importante per me, è capire e tenere ben presente dove non andare, per non correre il rischio di dover fare poi delle scelte che non somigliano veramente a me.

“Le luci nelle case degli altri” è il suo ultimo romanzo edito da Mondadori. Ce lo descriva in quattro aggettivi!


….ma io non sono brava a farmi i complimenti…la butto là.
Necessario, per me, di averlo scritto; è un romanzo corale; senza dubbio sentito, ma ho già detto necessario….poi, faticato, molto faticato …e familiare.

Quali sono i suoi progetti futuri, stai già pensando al tema del prossimo romanzo oppure ad una nuova trasmissione radiofonica?

No, sto pensando al tema del prossimo romanzo, ma prima devo però capire bene che cosa sto vivendo in questo momento perché la mia scrittura riguarda molto i momenti della mia vita…

Ora non so più che cosa chiederle…che cosa domanderebbe ad una che di cognome fa “gioventù”?

Quanti anni hai… (ride)….!!!

Se la penultima domanda è “sei felice?”, quale vorrebbe fosse l’ultima domanda?

Prima rispondo alla penultima perché mi piace: sono felice in parte, sto lavorando per! La domanda successiva è “è vero che sai che te lo meriti?” ….sìììììì.



Nota sull’autrice.
Chiara Gamberale, conduttrice radiofonica e televisiva, è nata nel 1977 a Roma, dove vive. 
Ha scritto “Una vita sottile” (Marsilio, 1999)” Color Lucciola” (Marsilio, 2001) “Arrivano i pagliacci” (Bompiani, 2003) ” La zona cieca” (Bombiani, 2008, Premo Selezione Campiello), “Una passione sinistra” (Bompiani, 2009). “Le luci nelle case degli altri” (Mondadori) è il suo ultimo romanzo. E’ stata anche autrice e conduttrice di programmi televisivi e radiofonici, come”Gap” (Raiuno),” Quarto piano scala a destra” (Raitre) e “Trovati un bravo ragazzo” (Radio24). Da gennaio 2010 conduce tutte le mattine su Radio2 “Io, Chiara e l’Oscuro”. Collabora con “La Stampa”, “Vanity Fair” e “Il Riformista”.

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