La Luce e i Sentieri
Associazione Culturale
Dopo l’esperienza di “Gioventù per San Giorgio”, e come promesso nel nostro saluto agli elettori, si è costituita, in questi giorni a Fermo, “ LA LUCE E I SENTIERI” una associazione culturale che non si prefigge di fare miracoli, ne tanto meno promettere di cambiare il corso delle stagioni ma, molto più semplicemente, cercare di sviluppare e, possibilmente, di migliorare la vita di ognuno di noi, grazie alle iniziative culturali e sociali che si potranno realizzare, da prima nel territorio della Provincia di Fermo, e poi anche nel territorio Regionale e Nazionale.
Abbiamo il desiderio di poter andare oltre la siepe della conoscenza, così ben descritta dal Leopardi, vorremmo spingere il nostro sguardo oltre i preconcetti e le barriere ideologiche che, solo per principi troppo spesso incomprensibili, impediscono gli scambi culturali e le positive contaminazioni sociali che hanno fatto del nostro paese quel Luogo Ideale della Cultura e della Bellezza, che in tanti nel mondo cercano di copiare e di imitare.
Portiamo in dote molte idee, la voglia di realizzarle e il sogno che attraverso la loro realizzazione ci possa essere sviluppo e lavoro per molte persone, ragazzi e ragazze, ma anche persone meno giovani, che attraverso la loro futura opera, ed impegno, possano sentirsi realizzati sia per un lavoro che li/le gratifichi, sia per una sicurezza economica personale basata anche sul sentirsi parte attiva della società.
Vorremmo collaborare con gli Enti e le Amministrazioni della Provincia di Fermo, per iniziare, senza doverci porre il quesito se sia politicamente corretto farlo o se sia doveroso farlo per mantenerne le simpatie politiche, perché crediamo fortemente che la Cultura, le iniziative sociali, gli eventi promozionali, soffrano per la presenza di una politica troppo opprimente, troppo invadente, mentre potrebbero evolversi verso traguardi insperati dimostrando, fra l’altro, che la politica, se fatta bene, da impulso e non la castrazione alle proposte culturali.
Ci piacerebbe che “LA LUCE E I SENTIERI” possa diventare un riferimento, una pietra di paragone, una certezza sulla quale contare nel momento di ipotizzare proposte interessanti per i cittadini, e che chiunque volesse proporre iniziative, possa, anche con il nostro aiuto, poterle realizzare.
Un sentiero, se ben illuminato, è sicuramente una strada che arriverà ad un traguardo, e quel traguardo è sempre davanti a noi e mai alle nostre spalle, per cui vorremmo sempre guardare avanti, oltre, di fronte, e superare le difficoltà ricorrendo al massimo della fantasia possibile, e per farlo cercheremo di usare ciò che ogni uomo e ogni donna possiede fin dalla nascita, una mente in grado di pensare.
Noi tutti siamo certi che ogni viaggio inizi con un primo passo, ma contemporaneamente nulla vieta di poterlo illuminare, permettendo a chi viaggia di migliorare la sua marcia e avere le migliori possibilità di arrivare.
Avremmo potuto stupirvi con effetti speciali, come raccontava una passata pubblicità, abbiamo voluto invece parlarvi con semplicità, come si parla davanti ad un falò nei giorni interiori più belli da vivere, ma non ci nascondiamo dietro false speranze, la strada sarà difficile ma noi siamo in grado di poter arrivare.
Il Presidente Laura Gioventù
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giovedì 27 settembre 2012
lunedì 21 maggio 2012
L’Infinita.
Senza Tutto.
Imparare a vivere non avendo più nulla, neppure un paio di scarpe.
Di Laura Gioventù
Sono migliaia la persone che nel sisma hanno salvato la vita, ma hanno perso la casa ed il resto.
Con i soli abiti che indossano vanno incontro ad una esistenza che non avrebbero mai creduto di conoscere. Dove le due parole chiave sono: niente e poco.
La recente e tragica scossa di terremoto in Emilia Romagna e quella che ha coinvolto la città de L’Aquila e la sua Provincia tre anni fa, oltre ai molti defunti, a causa dell’ora in cui si sono manifestate, hanno generato una particolare situazione per i sopravvissuti, l’ora notturna ha impedito alla maggior parte delle popolazioni interessate, di potersi allontanare dai luoghi del sisma senza poter organizzare nessuna particolare preparazione personale, con la singolare incongruenza di non poter neppure indossare le scarpe per scappare, sia per la situazione oraria sia perché per drammi come questi non basterebbe il primo paio di scarpe ma servirebbe una scarpa apposita con determinate caratteristiche di confort e di praticità.
Ed è proprio partendo da questa assurda drammaticità, che proponiamo un modo preciso per aiutare fattivamente queste popolazioni, sia per non disperdere in mille rivoli gli aiuti umanitari, sia per dare vita ad un nuovo modo di considerare il rapporto fra aiuti e capacità professionali.
La Regione Marche e il distretto Fermano in particolare, sono famosi nel mondo per le loro numerose e prestigiose aziende calzaturiere, che oltre ad un ottimo rapporto produzione-qualità, hanno la tradizione di essere aziende con una componente umana molto forte grazie alla quale si potrebbe dare vita ad una produzione specifica di un determinato tipo di calzatura. Un tipo di calzatura progettata dai giovani stilisti Fermani, realizzata dalle aziende calzaturiere Fermane, promossa e finanziata direttamente dalla Regione Marche, grazie agli aiuti economici che si verranno a raccogliere, in modo da dare vita ad una scarpa appositamente studiata per i casi di calamità naturali.
La calzatura diventerebbe sia un primo aiuto umanitario diretto e funzionale, sia patrimonio culturale e produttivo dell’intera Regione al punto da, per raccogliere ulteriori aiuti economici, poter eventualmente avviare una vendita comune al pubblico attraverso prezzi controllati e controllo dei rivenditori.
La Regione Marche diventerebbe in questo modo, da un lato dispensatrice di commesse di lavoro, per le proprie aziende territoriali, dall’altra svilupperebbe nel comparto calzaturiero un concetto di solidarietà produttiva precisa e non generalizzata, proponendo uno dei prodotti per i quali la Regione stessa è famosa nel mondo.
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Imparare a vivere non avendo più nulla, neppure un paio di scarpe.
Di Laura Gioventù
Sono migliaia la persone che nel sisma hanno salvato la vita, ma hanno perso la casa ed il resto.
Con i soli abiti che indossano vanno incontro ad una esistenza che non avrebbero mai creduto di conoscere. Dove le due parole chiave sono: niente e poco.
La recente e tragica scossa di terremoto in Emilia Romagna e quella che ha coinvolto la città de L’Aquila e la sua Provincia tre anni fa, oltre ai molti defunti, a causa dell’ora in cui si sono manifestate, hanno generato una particolare situazione per i sopravvissuti, l’ora notturna ha impedito alla maggior parte delle popolazioni interessate, di potersi allontanare dai luoghi del sisma senza poter organizzare nessuna particolare preparazione personale, con la singolare incongruenza di non poter neppure indossare le scarpe per scappare, sia per la situazione oraria sia perché per drammi come questi non basterebbe il primo paio di scarpe ma servirebbe una scarpa apposita con determinate caratteristiche di confort e di praticità.
Ed è proprio partendo da questa assurda drammaticità, che proponiamo un modo preciso per aiutare fattivamente queste popolazioni, sia per non disperdere in mille rivoli gli aiuti umanitari, sia per dare vita ad un nuovo modo di considerare il rapporto fra aiuti e capacità professionali.
La Regione Marche e il distretto Fermano in particolare, sono famosi nel mondo per le loro numerose e prestigiose aziende calzaturiere, che oltre ad un ottimo rapporto produzione-qualità, hanno la tradizione di essere aziende con una componente umana molto forte grazie alla quale si potrebbe dare vita ad una produzione specifica di un determinato tipo di calzatura. Un tipo di calzatura progettata dai giovani stilisti Fermani, realizzata dalle aziende calzaturiere Fermane, promossa e finanziata direttamente dalla Regione Marche, grazie agli aiuti economici che si verranno a raccogliere, in modo da dare vita ad una scarpa appositamente studiata per i casi di calamità naturali.
La calzatura diventerebbe sia un primo aiuto umanitario diretto e funzionale, sia patrimonio culturale e produttivo dell’intera Regione al punto da, per raccogliere ulteriori aiuti economici, poter eventualmente avviare una vendita comune al pubblico attraverso prezzi controllati e controllo dei rivenditori.
La Regione Marche diventerebbe in questo modo, da un lato dispensatrice di commesse di lavoro, per le proprie aziende territoriali, dall’altra svilupperebbe nel comparto calzaturiero un concetto di solidarietà produttiva precisa e non generalizzata, proponendo uno dei prodotti per i quali la Regione stessa è famosa nel mondo.
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sabato 5 maggio 2012
“Gioventù per San Giorgio” diventa Associazione Culturale
“Gioventù per San Giorgio” diventa
Associazione Culturale
di Laura Gioventù
Appena dopo la crisi istituzionale dello scorso autunno, nella quale assistemmo alle dimissioni della Giunta Comunale di Porto San Giorgio e alla conseguente necessità di nuove elezioni, sviluppammo e realizzammo l’idea di un nuovo soggetto elettorale che chiamammo “Gioventù per San Giorgio”.
Nei nostri scopi doveva essere un onesto contributo per il dialogo ed il confronto di idee e di progetti da poter realizzare, per migliorare ed elevare la vita di tutta la città e dei suoi abitanti, nei fatti divenne molto di più, perché partendo dall’essere un semplice elenco di possibili eventi cittadini, è arrivato perfino a diventare un elemento di riferimento, di paragone, sia dal punto di vista propositivo che provocatorio, per tutte quelle realtà cittadine in cerca di novità e di cambiamenti culturali necessari per migliorare la vita di tutti noi.
Ed ora che sta finendo questa campagna elettorale e che, contrariamente a ciò che in troppi avevano pensato, non ci ha visto diretti concorrenti, vorrebbe salire di livello e predisporci nel modo migliore e più adeguato, per poter passare dalla fase ideativa alla fase realizzativa di alcune delle proposte espresse nei numerosi comunicati, e per farlo abbiamo deciso di cambiare veste, per cui vorremmo passare da soggetto elettorale ad Associazione Culturale, per meglio dare il nostro contributo e per meglio incidere nel contesto sociale.
Abbiamo registrato molti attestati di stima verso le nostre proposte, ma anche e per fortuna molte critiche, che forse sono state fatte solo nel timore di vederci avversari elettorali, ma volendo ora raggruppare il maggior numero di persone e di esperienze umane possibili, speriamo che anche chi ci criticò voglia contribuire alla riuscita dell’Associazione dandoci il proprio contributo di idee e di controllo, per cui l’invito è per tutti quelli che vorranno partecipare.
Sappiamo che l’inizio di ogni avventura è sempre difficoltoso, ma la futura Associazione Culturale potrà partire contando sulle idee da realizzare, sulla stima e la simpatia dimostrate e anche sulle critiche come patrimonio indispensabile per potersi migliorare.
Per cui, ora che si stanno spegnendo le luci elettorali, inizieremo a dare corpo e anima alle idee, certi che, dopo i veleni elettorali, sia vincitori che vinti si trovino d’accordo con noi nel considerare che, per migliorare la vita dei cittadini di PSG, non basta dirsi di dover fare qualcosa, ma fare qualcosa dopo che l’Associazione Culturale “Gioventù per San Giorgio” l’abbia proposta.
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Associazione Culturale
di Laura Gioventù
Appena dopo la crisi istituzionale dello scorso autunno, nella quale assistemmo alle dimissioni della Giunta Comunale di Porto San Giorgio e alla conseguente necessità di nuove elezioni, sviluppammo e realizzammo l’idea di un nuovo soggetto elettorale che chiamammo “Gioventù per San Giorgio”.
Nei nostri scopi doveva essere un onesto contributo per il dialogo ed il confronto di idee e di progetti da poter realizzare, per migliorare ed elevare la vita di tutta la città e dei suoi abitanti, nei fatti divenne molto di più, perché partendo dall’essere un semplice elenco di possibili eventi cittadini, è arrivato perfino a diventare un elemento di riferimento, di paragone, sia dal punto di vista propositivo che provocatorio, per tutte quelle realtà cittadine in cerca di novità e di cambiamenti culturali necessari per migliorare la vita di tutti noi.
Ed ora che sta finendo questa campagna elettorale e che, contrariamente a ciò che in troppi avevano pensato, non ci ha visto diretti concorrenti, vorrebbe salire di livello e predisporci nel modo migliore e più adeguato, per poter passare dalla fase ideativa alla fase realizzativa di alcune delle proposte espresse nei numerosi comunicati, e per farlo abbiamo deciso di cambiare veste, per cui vorremmo passare da soggetto elettorale ad Associazione Culturale, per meglio dare il nostro contributo e per meglio incidere nel contesto sociale.
Abbiamo registrato molti attestati di stima verso le nostre proposte, ma anche e per fortuna molte critiche, che forse sono state fatte solo nel timore di vederci avversari elettorali, ma volendo ora raggruppare il maggior numero di persone e di esperienze umane possibili, speriamo che anche chi ci criticò voglia contribuire alla riuscita dell’Associazione dandoci il proprio contributo di idee e di controllo, per cui l’invito è per tutti quelli che vorranno partecipare.
Sappiamo che l’inizio di ogni avventura è sempre difficoltoso, ma la futura Associazione Culturale potrà partire contando sulle idee da realizzare, sulla stima e la simpatia dimostrate e anche sulle critiche come patrimonio indispensabile per potersi migliorare.
Per cui, ora che si stanno spegnendo le luci elettorali, inizieremo a dare corpo e anima alle idee, certi che, dopo i veleni elettorali, sia vincitori che vinti si trovino d’accordo con noi nel considerare che, per migliorare la vita dei cittadini di PSG, non basta dirsi di dover fare qualcosa, ma fare qualcosa dopo che l’Associazione Culturale “Gioventù per San Giorgio” l’abbia proposta.
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sabato 28 aprile 2012
Il Gran Ballo dei Perdenti
Il Gran Ballo dei Perdenti
di Laura Gioventù
Una campagna elettorale è come un bel viaggio con persone che prima di allora non si conoscevano, oppure si era frequentato poco.
Magari stavolta esse sono dall’altra parte della barricata, ma potrebbero essere i nostri futuri alleati la prossima volta che andremmo a votare, per cui da un possibile confronto aspro, si potrebbe passare ad un accordo morbido, ma solo se ci si è lasciati con educazione e cortesia, cosa che purtroppo non capita spesso.
E poi tutta l’energia, la voglia di partecipare che accomuna tutti, sia chi vince sia chi poi, malauguratamente, perderà, rende tutti i partecipanti orgogliosamente membri di uno stesso circolo sociale fatto di comizi e volantinaggio, di dibattiti e di esternazioni, per cui sarebbe un peccato se questa esperienza, per molti esaltante e irripetibile, finisse nel dimenticatoio oppure senza darle il saluto che merita.
Per questo abbiamo pensato di proporre una serata di addio da chiamare
“Il Gran Ballo dei Perdenti”
e non per sfottere chi non abbia vinto, ma per rendere omaggio a chi, nonostante si sia speso molto, non è riuscito ad ottenere la vittoria.
E per realizzare una serata-evento del genere si potrebbe usare il Palazzetto dello Sport, renderlo adatto per una grande cena e poi a seguire, dopo i discorsi di saluto e di ringraziamento dei candidati vincitori e perdenti, per il ballo finale di tutti i partecipanti alle elezioni, come fosse il terzo tempo di una partita di Rugby.
E la cena di regola, dovrebbe essere offerta da chi vince, come accade a chi ottenga una bella vincita al gioco, e magari rendendola ancora di più folkloristica facendo si che a servire a tavola siano i candidati eletti, in testa a tutti il futuro sindaco, e tutto ciò per dimostrare come a Porto San Giorgio le contese elettorali siano aspre e combattute, ma che alla fine non manca il giusto riconoscimento a chi ci ha partecipato, insomma un onore della tavola oltre che l’onore delle armi.
Durante la serata potrebbero essere raccolti dei fondi per la solidarietà umana, si potrebbe premiare il migliore manifesto o lo slogan politico di maggiore effetto, stabilire per le successive elezioni una nuova forma comunicativa oppure una location più variegata e meno soggetta alle poche risorse logistiche della città, oppure nominare il capo dell’opposizione che dirà che tipo di opposizione sia intenzionato a portare avanti, oppure promuovere eccellenze culinarie locali attraverso l’uso di prodotti di volta in volta scelti dai vincitori per onorare gli sconfitti, che si richiamino alla tradizione Fermana, così da far diventare la serata un momento di promozione umana e turistica ulteriore per la città di Porto San Giorgio.
Insomma perché non sfruttare al massimo l’emozione e la capacità di saper essere comunità anche in occasione delle elezioni comunali?
Sarebbe l’unico caso in Italia in cui i vincitori servirebbero a tavola ai vinti, ribaltando l’assurdo clima da ultima spiaggia a cui purtroppo le dispute elettorali ci hanno abituato.
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di Laura Gioventù
Una campagna elettorale è come un bel viaggio con persone che prima di allora non si conoscevano, oppure si era frequentato poco.
Magari stavolta esse sono dall’altra parte della barricata, ma potrebbero essere i nostri futuri alleati la prossima volta che andremmo a votare, per cui da un possibile confronto aspro, si potrebbe passare ad un accordo morbido, ma solo se ci si è lasciati con educazione e cortesia, cosa che purtroppo non capita spesso.
E poi tutta l’energia, la voglia di partecipare che accomuna tutti, sia chi vince sia chi poi, malauguratamente, perderà, rende tutti i partecipanti orgogliosamente membri di uno stesso circolo sociale fatto di comizi e volantinaggio, di dibattiti e di esternazioni, per cui sarebbe un peccato se questa esperienza, per molti esaltante e irripetibile, finisse nel dimenticatoio oppure senza darle il saluto che merita.
Per questo abbiamo pensato di proporre una serata di addio da chiamare
“Il Gran Ballo dei Perdenti”
e non per sfottere chi non abbia vinto, ma per rendere omaggio a chi, nonostante si sia speso molto, non è riuscito ad ottenere la vittoria.
E per realizzare una serata-evento del genere si potrebbe usare il Palazzetto dello Sport, renderlo adatto per una grande cena e poi a seguire, dopo i discorsi di saluto e di ringraziamento dei candidati vincitori e perdenti, per il ballo finale di tutti i partecipanti alle elezioni, come fosse il terzo tempo di una partita di Rugby.
E la cena di regola, dovrebbe essere offerta da chi vince, come accade a chi ottenga una bella vincita al gioco, e magari rendendola ancora di più folkloristica facendo si che a servire a tavola siano i candidati eletti, in testa a tutti il futuro sindaco, e tutto ciò per dimostrare come a Porto San Giorgio le contese elettorali siano aspre e combattute, ma che alla fine non manca il giusto riconoscimento a chi ci ha partecipato, insomma un onore della tavola oltre che l’onore delle armi.
Durante la serata potrebbero essere raccolti dei fondi per la solidarietà umana, si potrebbe premiare il migliore manifesto o lo slogan politico di maggiore effetto, stabilire per le successive elezioni una nuova forma comunicativa oppure una location più variegata e meno soggetta alle poche risorse logistiche della città, oppure nominare il capo dell’opposizione che dirà che tipo di opposizione sia intenzionato a portare avanti, oppure promuovere eccellenze culinarie locali attraverso l’uso di prodotti di volta in volta scelti dai vincitori per onorare gli sconfitti, che si richiamino alla tradizione Fermana, così da far diventare la serata un momento di promozione umana e turistica ulteriore per la città di Porto San Giorgio.
Insomma perché non sfruttare al massimo l’emozione e la capacità di saper essere comunità anche in occasione delle elezioni comunali?
Sarebbe l’unico caso in Italia in cui i vincitori servirebbero a tavola ai vinti, ribaltando l’assurdo clima da ultima spiaggia a cui purtroppo le dispute elettorali ci hanno abituato.
(Proprietà letteraria riservata)
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sabato 14 aprile 2012
Imballi d'autore
Imballi d’autore
di Laura Gioventù
Si parla sempre di Porto San Giorgio come la città dei negozi e del commercio, ed in effetti la media dei negozi del centro abitato è decisamente alta.
Che siano gli stessi negozi, con il loro giro d’affari, a rendere Porto San Giorgio una città meno povera delle altre, potrebbe essere anche questo vero, del resto per fare ricco un paese tutti contribuiscono per quello che possono, ma se solo dessimo una occhiata agli imballi delle mercanzie vendute ci accorgeremo che non c’è un rapporto altrettanto stretto e diretto fra negozi/negozianti e promozione turista.
Scatole o scatoloni, buste o pacchi, in nessuno di questi imballi è presente la città ma solo la marca dell’oggetto, o il nome del negozio o negoziante, oppure ci troviamo di fronte anonime carte da imballo.
In altri luoghi o nazioni, oltre che dai prodotti caratteristici, anche dall’imballo si percepisce il senso di appartenenza che i negozianti, attraverso la vendita delle loro mercanzie, dimostrano di avere con le loro città o la loro nazione.
Un esempio su tutti l’Irlanda che, con le sue icone storiche o alimentari, è presente, a vario titolo, su ogni imballo o busta che nei negozi si consegna al cliente. L’immagine della nazione e del popolo Irlandese, e di tutte le sue città, è presente addirittura sui capi d’abbigliamento, facendo diventare gli imballi veri e propri mezzi di comunicazione o di informazione turistica allo scopo di promuovere sempre di più l’afflusso dei visitatori.
E visto che a Porto San Giorgio i negozianti si vantano di essere così importanti per i destini cittadini, si potrebbe prendere esempio dall’Irlanda e studiare una serie di iniziative legate ai pacchi o alle carte da imballo. Si potrebbe cominciare dall’ideazione di un imballo, o meglio ancora di una carta da imballo comune che contenga caratteristiche estetiche, artistiche e promozionali tali da risultare gradevole ma allo stesso tempo efficace per diventare mezzo di utilizzo turistico per tutta la città di Porto San Giorgio.
Per ottenere ciò si potrebbe indire, ogni anno, un concorso artistico e creativo fra tutti i ragazzi della città, per lo studio e la realizzazione di una carta da imballi in questo senso, allargando poi il concorso ai giovani di altre regioni e nazioni, e ripetendolo periodicamente si otterrebbe una collezione grafica da conservare negli anni per esporla in mostre o fiere del settore turistico o solo merceologico. Oltre al concorso si potrebbe sviluppare la ricerca sui contenitori utilizzando materiali nuovi o sperimentali compatibili con l’ambiente. Insomma, un concorso ideale per la creatività e per la funzionalità, dedicato ai giovani ma non solo. Il tutto da tenersi a Porto San Giorgio all’interno di una manifestazione pubblica, con tanto di giuria di esperti scelti fra le personalità dell’arte figurativa o della grafica nazionale e internazionale.
L’iniziativa promossa dal Comune dovrebbe essere supportata dall’interesse dei negozianti stessi, attraverso la loro disponibilità ad usare tutti lo stesso imballo vincente per quell’anno, e contribuire al finanziamento ed alla vendita, a prezzi controllati, di una serie di prodotti merceologici creati dagli stessi ragazzi del concorso, e simili a quelli che vengono usati per promuovere le squadre di calcio, sciarpe, magliette, manifesti e tantissime altri prodotti. Insomma, Porto San Giorgio come un squadra, ma vincente.
E tutti i partecipanti al concorso, attraverso l’esposizione delle loro creazioni, oltre ad avere la visibilità necessaria per farsi conoscere dal pubblico e dai loro possibili clienti, darebbero vita ad una mostra annuale da tenersi nella città dal titolo “Imballi d’autore” che potrebbe diventare l’unico evento in questo senso nel panorama nazionale e forse internazionale, facendo risaltare la vivacità artistico-commerciale dei negozianti e di tutta la cittadinanza di Porto San Giorgio.
Che siano gli stessi negozi, con il loro giro d’affari, a rendere Porto San Giorgio una città meno povera delle altre, potrebbe essere anche questo vero, del resto per fare ricco un paese tutti contribuiscono per quello che possono, ma se solo dessimo una occhiata agli imballi delle mercanzie vendute ci accorgeremo che non c’è un rapporto altrettanto stretto e diretto fra negozi/negozianti e promozione turista.
Scatole o scatoloni, buste o pacchi, in nessuno di questi imballi è presente la città ma solo la marca dell’oggetto, o il nome del negozio o negoziante, oppure ci troviamo di fronte anonime carte da imballo.
In altri luoghi o nazioni, oltre che dai prodotti caratteristici, anche dall’imballo si percepisce il senso di appartenenza che i negozianti, attraverso la vendita delle loro mercanzie, dimostrano di avere con le loro città o la loro nazione.
Un esempio su tutti l’Irlanda che, con le sue icone storiche o alimentari, è presente, a vario titolo, su ogni imballo o busta che nei negozi si consegna al cliente. L’immagine della nazione e del popolo Irlandese, e di tutte le sue città, è presente addirittura sui capi d’abbigliamento, facendo diventare gli imballi veri e propri mezzi di comunicazione o di informazione turistica allo scopo di promuovere sempre di più l’afflusso dei visitatori.
E visto che a Porto San Giorgio i negozianti si vantano di essere così importanti per i destini cittadini, si potrebbe prendere esempio dall’Irlanda e studiare una serie di iniziative legate ai pacchi o alle carte da imballo. Si potrebbe cominciare dall’ideazione di un imballo, o meglio ancora di una carta da imballo comune che contenga caratteristiche estetiche, artistiche e promozionali tali da risultare gradevole ma allo stesso tempo efficace per diventare mezzo di utilizzo turistico per tutta la città di Porto San Giorgio.
Per ottenere ciò si potrebbe indire, ogni anno, un concorso artistico e creativo fra tutti i ragazzi della città, per lo studio e la realizzazione di una carta da imballi in questo senso, allargando poi il concorso ai giovani di altre regioni e nazioni, e ripetendolo periodicamente si otterrebbe una collezione grafica da conservare negli anni per esporla in mostre o fiere del settore turistico o solo merceologico. Oltre al concorso si potrebbe sviluppare la ricerca sui contenitori utilizzando materiali nuovi o sperimentali compatibili con l’ambiente. Insomma, un concorso ideale per la creatività e per la funzionalità, dedicato ai giovani ma non solo. Il tutto da tenersi a Porto San Giorgio all’interno di una manifestazione pubblica, con tanto di giuria di esperti scelti fra le personalità dell’arte figurativa o della grafica nazionale e internazionale.
L’iniziativa promossa dal Comune dovrebbe essere supportata dall’interesse dei negozianti stessi, attraverso la loro disponibilità ad usare tutti lo stesso imballo vincente per quell’anno, e contribuire al finanziamento ed alla vendita, a prezzi controllati, di una serie di prodotti merceologici creati dagli stessi ragazzi del concorso, e simili a quelli che vengono usati per promuovere le squadre di calcio, sciarpe, magliette, manifesti e tantissime altri prodotti. Insomma, Porto San Giorgio come un squadra, ma vincente.
E tutti i partecipanti al concorso, attraverso l’esposizione delle loro creazioni, oltre ad avere la visibilità necessaria per farsi conoscere dal pubblico e dai loro possibili clienti, darebbero vita ad una mostra annuale da tenersi nella città dal titolo “Imballi d’autore” che potrebbe diventare l’unico evento in questo senso nel panorama nazionale e forse internazionale, facendo risaltare la vivacità artistico-commerciale dei negozianti e di tutta la cittadinanza di Porto San Giorgio.
(Proprietà letteraria riservata)
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