Quando la statistica si racconta senza citare i colpevoli diventa solo un esercizio dialettico che non serve a nulla, eppure per dire le cose come stanno servirebbe avere il coraggio della realtà e la voglia di correre anche il rischio di non risultare tanto simpatici dicendo le cose per come stanno.
In Italia abbiamo circa la stessa ripartizione di elettori, tanti sono donne e tanti sono uomini, e siamo alla parità, ma poi ci si accorge - guarda caso sempre dopo aver sottolineato le solite riflessioni elettorali - che se ci sono 50 uomini che votano, ce ne sono 80 che vengono eletti, mentre se ci sono 50 donne che votano, le elette sono solo 20, e per spiegare questo si dicono sempre le stesse amenità senza mai arrivare al nucleo principale del dramma, ovvero che, se ci sono poche donne che vengono elette è principalmente perché le donne non votano per le altre donne.
E le ragioni di questa sfiducia sono ataviche, strutturali, umane, antropologiche e anche politiche, ma non sempre, solo qualche volta, per il resto il voto femminile è sempre più un voto viscerale, e quando votiamo, noi donne, pensiamo a tante cose, usando per ultima la solidarietà femminile. Il caso delle dimensioni forzate imposte all’ex Sindaco di Fermo, Nella Brambatti, ne sono la dimostrazione, infatti non ottennero quella solidarietà femminile che ci si sarebbe aspettata specialmente dalle donne del suo stesso partito.
Ogni tanto si sentono certe citazioni che sconcertano, per esempio una dice che come si odiano le donne fra loro neppure i maschi riescono a farlo con i loro simili, ma quella che più mi fece ridere la disse un tale riguardo le operazioni di chirurgia estetica femminile, mi disse che le donne si rifanno le tette non per attirare i maschi, ma per fare un dispetto alle altre donne, e ripensandoci trovai giustissima la frase, anche se a lui non dissi altro che fosse il solito luogo comune.
E se partiamo dalla pochissima voglia delle donne di far emergere altre donne che non siano loro stesse, e se ci aggiungiamo la cronica mancanza di grandi stimoli politici diversi dal diventare come i maschi, e ci aggiungiamo ancora la totale mancanza di una forma e di una sostanza politica coniugata al femminile, il quadro sarebbe più chiaro e dovremmo ammettere che tra i tanti partiti o movimenti, l’unico in grado di dare almeno la parvenza di parità dovremmo dire che sia il Movimento 5 Stelle.
Per citare il colpevole non bisognerebbe ricorrere all’ipocrisia di dare la colpa ad altre situazioni perché le prime ad essere colpevoli di non mandare tante donne, per quanti sono gli elettori, in amministrazioni o Parlamenti vari sono in prima istanza le donne stesse.
Infatti ai maschi si tende a scusare tutto, del resto l’istinto materno questo ci comanda, ma verso le donne non perdoniamo niente, che siano le chiacchiere da bar o solo le ingiuste considerazioni maschili circa certi lati B delle giovani politiche. Noi donne scusiamo ai maschi pance prominenti e villanerie degne del peggiore postribolo, mentre verso le altre donne siamo sempre pronte a sparare le solite invidie represse o le infamie che raccontiamo alle amiche con il piacere sottile dell’ingiuria fine a se stessa.
Ricordiamoci alle prossime elezioni di votare le altre donne per smentire il luogo comune, ma sono quasi certa che le mie saranno parole al vento. La prossima volta, magari, le elette saranno ancora meno del previsto, ma a quel punto il vero colpevole lo conosceremo prima che commetta il reato.
Laura Gioventù