sabato 8 ottobre 2011

Format siamo tutti noi

Elezioni per categorie
di Laura Gioventù




Ennio Flajano affermò che l’Italia nel futuro, ed ora noi siamo in quel futuro, non sarebbe stata come l’avrebbero fatta i governi, ma come l’avrebbe plasmata la televisione.

Si chiama format quell’apparato di regole che determinano lo svolgersi di un programma attraverso uno specifico procedimento (vedi Wikipedia). Per cui format è un soggetto politico, come format sono le alleanze nelle quali convergono certe liste elettorali, format è la continua ricerca di una ideologia migliore e più aggiornata, come format è una opposizione che svaria le sue critiche da zero a 360 gradi, fino ad arrivare a dire, senza alcun dubbio, che la politica stessa come gestione del sociale è un format in continuo cambiamento. E per ottenere il format migliore o per verificare la tenuta dei format esistenti, ogni tanto si fanno elezioni, (altro format niente male), e a queste elezioni partecipano dei format di varie grandezze e con varie ampiezze chiamati partiti o liste civiche. Ma siccome non sono con identico peso specifico, (il peso specifico non è un format) è quanto mai deleterio che possano partecipare al format chiamato elezioni tutti insieme e con la stessa speranza di vittoria. Non possiamo dire che fra un partito politico a livello nazionale ed una lista civica non ci siano differenze, dove l’uno può vantare una pubblicità (altro format pesante) di una certa rilevanza, l’altro spera in un radicamento sul territorio meno aleatorio possibile, e comunque fra le due compagini esistono differenze notevoli. Per cui ci si chiede come si possa pensare che tutti questi format si possano presentare per la stessa categoria e non invece farli concorrere in categorie diverse, sia per avere alla fine una rappresentanza degli elettori quanto più varia possibile (rappresentanza come format), sia per non far morire certe istanze portate avanti soltanto da piccoli gruppi di cittadini.  Premesso ciò, il tradizionale sistema elettorale dovrebbe tenere conto di queste disparità e, partendo dalle elezioni di San Giorgio, optare per una tornata elettorale a due gironi, in uno e con il 50% dei posti di consigliere a disposizione, il gruppo dei partiti a carattere nazionale, minori come numero ma  più organizzati e più pubblicizzati, nel secondo gruppo, più numeroso di certo ma anche meno attrezzato in quanto ad organigramma e penetrazione di mercato, invece le liste territoriali, meno conosciute a livello nazionale e per questo bisognose di una loro quota di posti di consigliere a disposizione, quindi il 50% del totale. Nel caso di Porto San Giorgio al primo gruppo andrebbe la nomina di 8 consiglieri e per il secondo gruppo la nomina degli altri 8 consiglieri. Ma le percentuali possono essere suscettibili di modifiche a seconda del numero dei consiglieri da eleggere. Del resto le consuete gare canore o sportive (Festival e Olimpiadi sono altri format) non mettono sullo stesso piano artisti o atleti di diversa preparazione o notorietà, ma distinguono per categorie, regalando comunque per ognuno una vittoria con i loro pari grado e con l’assoluto rispetto per la dignità agonistica dei partecipanti. Concretamente si può stabilire questa diversità anche votando nello stesso giorno, magari differenziando le schede (altro format), per categorie e poi eleggere i vincitori in base ai voti ottenuti per ogni categoria, questo per ciò che comporta il consiglio comunale. Nel caso di ballottaggio fra due candidati, (altro format) saranno le classiche alleanza a categoria unica ad essere presentate, ma senza aggiungere o sottrarre consiglieri a chi li ha già ottenuti di suo. Insomma, pari dignità anche se le categorie sono obiettivamente diverse. 

Sembrava un futuro lontanissimo quello che Flajano (un format assolutamente unico) descriveva, ma ci accorgiamo sempre di più che è un presente troppo presente, e non avendo escogitato altri antidoti o altre contromisure adatte a combatterlo, non ci resta che viverlo nel modo più disincantato possibile, magari scrivendo sui muri…. Format di tutti i canali trasmettete!


Pubblicato su ... informazione.tv

2 commenti:

  1. Da alcuni giorni siamo invasi da continue ripetizioni del comandamento che Steve Jobs ha lasciato come suo testamento spirituale, ovvero: siate affamati, siate folli...è facile dirlo e riconoscerlo nel caso di un uomo di grandissimo successo, difficile è dirlo e riconoscerlo, quando chi agisce in maniera folle, dimostrandoci che di fame di novità e di fantasia, siamo tutti noi bisognosi e non solo chi certe cose le dice, sia uno sconosciuto che in un certo momento espone le sue "follie". Con questo "Format" ci troviamo di fronte ad una logica spietata, diverse entità dovrebbero avere diverse opportunità e non solo quella che, guarda caso, fa più comodo ad una sola delle parti in gioco, ( del resto le quote rosa sono in parte questo) ma sono pronto a leggere commenti che parlano di follia intesa come pazzia e non come positiva provocazione con basi lecite e altezze tutte da "valorizzare". Per cui a tutti quelli che leggendo avranno pensato...ma costei è folle...si ricordassero che il genio di Jobs proprio quello spingeva ad osare....la proposta è fuori dalle regole, ma chi lo ha detto che le regole non possono essere cambiate?

    RispondiElimina