giovedì 17 novembre 2011

Candidarsi? Si, ma quanto costa?

La Gioventù presenta i conti della politica, ma quelli delle spese.
di Laura Gioventù 






Troppe volte si parla di quanto prendano in maniera pulita o in maniera poco pulita i politici, o perlomeno gli eletti nelle varie amministrazioni dello Stato, stavolta invece parliamo di quanto costa candidarsi, perché conoscendo i costi si possono capire anche le vere motivazioni che spingono le persone e i vari gruppi a gareggiare.
Dobbiamo anzi tutto separare i costi in costi comuni, ovvero costi di liste e partiti nel loro essere gruppo, e costi singoli, ovvero i costi che ogni candidato sostiene per conto suo.
Alcuni costi sono comuni ma nel senso che le tariffe sono identiche, ciò che cambia è il soggetto che le paga.

Iniziamo dai costi per lista o partito:

1)    Prima di tutto serve una sede, per cui un locale da 40/60 Mq in zone accessibili, possibilmente centrali (dai 400 ai 600 euro mese); il mobilio, ovvero tavoli, sedie, scaffali, fax materiale di segreteria, e almeno un gazebo per dimostrazioni esterne varie, (circa 1.300 euro), aggiungiamo l’allaccio delle utenze, luce, acqua, riscaldamento, pulizie ecct. ecct. (170/200 euro mese).

2)    Passiamo ad uno strumento essenziale per chi si candida: il sito web, costo per la sua realizzazione (500 euro), il costo per il dominio (50 euro), per la gestione integrata con invio newsletter e sms (si può arrivare ai 700 euro per ogni anno).

3)    Sempre restando nelle spese per gruppi ipotizziamo un comizio all’aperto con il palco, (circa 35/40 euro al Mq), impianto audio e luci (circa 600/1000 euro a seconda dello spazio aperto), eventuali complessi musicali di sostegno (si calcola circa 150 euro ad elemento con un minimo di tre elementi -musicisti-). L’energia elettrica e la eventuale SIAE sono a parte.

4)    Passiamo ora ai costi validi sia per gruppi sia per singoli: i costi per la Stampa del materiale propagandistico inizia con la realizzazione di un logo grafico (per cui circa 500 euro), si passa ai manifesti che variano per numero e dimensioni partendo dai piccoli “santini” cm 8,5x5,5 (dal costo di 120 euro ogni mille pezzi), ai volantini (200 euro ogni mille), le locandine A3 (costano 90 euro ogni cento pezzi), i manifesti 70x100 (costano circa 4 euro ognuno), i manifesti grandi da mt 6x3 (costano circa 60 euro ognuno), gli striscioni stradali (costano circa 60 euro Mq), le bandiere (25 euro al Mq senza l’asta), le grandi stampe tipo vela (30 euro al Mq senza sostegno), gli espositori autoportanti per esterno tipo scaffale o parete (da 120 a 360 euro), i “roller” mono facciali (90 euro), i roller bifacciali (150 euro), il noleggio del camion/vela (costa 50 euro al giorno per un minimo di 15 giorni, autista, manifesto e carburante escluso), i vari gadget sono talmente tanti che per ora è meglio non considerarli.

5)    Dopo la stampa ci sono le affissioni: ci sono delle ovvie variazioni a seconda dei formati e del periodo, noi abbiamo fatto una media. 25 manifesti da 70x100 per 30 giorni (60 euro circa), 25 manifesti 100x140 sempre per 30 giorni (120 euro circa), per gli striscioni stradali (il costo è di 17 euro al mq fino a 15 giorni di esposizione).

6)    Passiamo alla pubblicità iniziando con la Radio: le proposte sono varie e le radio mediamente hanno prezzi similari, per cui un esempio possibile è questo: 300 passaggi di 30 secondi per un massimo di 30 giorni (500 euro), fino a 900 passaggi (900 euro), da aggiungere ci sono i costi di realizzazione come voce parlante e fonico (per circa 200/300 euro), abbiamo detto che sono una media su tre preventivi forniteci, per cui sono indicativi ma molto fedeli al reale delle singole emittenti.

7)    Pubblicità Web: si passa da un Banner per un mese (120 euro), per un sito locale, ad un banner su un sito regionale (per 360 euro), fino ad arrivare (a 600 euro) per un sito semi nazionale.

8)    Pubblicità sulla carta stampata: in questo caso conta molto quale giornale si considera, lo spazio sulla pagina e che tipo di edizione sia; tentiamo una media dicendo che il “piede” (costa da 150 euro a 600 euro), la mezza pagina (da 250 a 960 euro), la pagina intera va calcolata in maniera diversa (ma non meno da 1.550 a 3.000 euro), tutti i costi sono ad edizione (al giorno) ovviamente.

9)    Pubblicità televisiva: prima di tutto serve realizzare lo spot, ed il costo varia da chi lo realizza e da cosa viene usato, le indicazioni possono per forza essere vaghe ma per dare una idea si parte (da 300 euro) per gli spot tipo intervista, (ai 3.000 euro) per una ripresa costruita con uno storyboard, per cui il costo è quanto di più oscillante ci sia, dipende anche dal grado di esibizionismo del singolo o dalla voglia di meravigliare del partito. I passaggi televisivi invece hanno dei costi che vanno dai 6 passaggi al giorno da 7 secondi (100 euro), ai 42 passaggi al giorno o 6 a settimana sempre da 7 fino a 15 secondi (1.000 euro).

10)    Passiamo al costo di sale e rinfreschi: una sala in un albergo da100 posti (220 euro) da 220 posti (450 euro), sempre al giorno, vanno aggiunti i costi per microfoni, luci particolari, cartelli grafici e videoproiettori. Il Comune di Porto San Giorgio mette anche a disposizione la sala Imperatori ed è gratuita per i partiti in periodi elettorali, salvo pagare una assicurazione per le responsabilità civili (da 150 a 250 euro). Per rinfreschi in alberghi o locali alla moda consideriamo: aperitivi (dai 5 agli 8 euro a persona) coffeè breack (dai 4 ai 7 euro a persona), pranzo di lavoro (da 18 a 25 euro a persona) light lunch (da 24 a 35 euro a persona) cena elegante  (da 30 a 50 euro a persona).

E dopo aver elencato i costi che potrebbero andare bene sia per i singoli che per i partiti o liste, divertiamoci a segnare i costi per i singoli, iniziando con delle fotografie scattate da professionisti ( 300/500 euro), al costo di un minimo di guardaroba per i maschi (300 euro), per le donne almeno il doppio, e dico poco, poi periodicamente un salto dal parrucchiere (messa in piega e colore dai 30 agli 80 euro), spese di trasporto, di comunicazioni telefoniche, di segretariato personale, di vitto e di piccole regalie, chiamiamoli gadget, costi per ospiti o presentatrici o presentatori per le singole esigenze, per le baby sitter per chi ha i figli piccoli (8/10 euro l’ora per i fortunati che le trovano), costi per tenersi un minimo in forma andando in palestra (100 euro in abbonamento), costi per le medicine contro lo stress, il colesterolo che si impenna ad ogni pranzo, l’insonnia a forza di stare svegli e l’ansia per le mille cose da fare che non si riuscirà mai a terminare, il costo per i giornali su cui informarsi (5 euro al giorno) e sui prevedibili corsi di dizione (50 euro due ore) per non fare la figuraccia di non saper parlare in pubblico, i costi per un eventuale corso di politica o filosofia (40 euro per 4 lezioni collettive) per essere aggiornati sui fatti del mondo, corso che consigliamo a tutti, e altri mille costi che per ora non elenchiamo ma che chiunque fosse stato alle prese con una campagna elettorale conosce benissimo.

Che considerazione trarre da tutte queste cifre?

La prima è che candidarsi costa mediamente dai 300 euro ai 700 euro a persona, considerando almeno 16 candidati per lista e come minimo 16 liste, si arriva al numero di 256 come minimo, e facendo un semplice calcolo aritmetico si arriva a dire che una campagna elettorale smuove da un minimo di 76.800,00 euro ad un ipotetico massimo di 179.200,00 euro senza considerare il costo dell’IVA, e scusate se è poco, come direbbe qualcuno, per cui anche il capire da chi arrivano questi soldi ci chiarisce sul perché arrivano proprio a certe liste o a determinate persone.
La seconda considerazione è che a queste cifre i partiti ne aggiungono altre come spese aggiuntive, ma se ne sottraggono molte come volontariato o come solidarietà verso l’idea politica comune, costi che a volte sono delle cambiali elettorali da pagare in seguito tramite raccomandazioni o permessi deliberati senza altro motivo se non quello di ricambiare il favore.
Terza considerazione è che ovviamente la parte del leone la fanno i partiti maggiori visto che, avendo già di loro sedi e manovalanza, possono abbattere certi costi oppure ottimizzarli, mentre le piccole liste devono spendere di tasca loro senza nessuna garanzia di successo.
Altra considerazione nasce dalla cifra pro capite, e ci fa chiedere a noi stessi a quale scopo una persona normale dovrebbe spendere tanti soldi, fatica, e tempo, per arrivare, se ci arriva, ad un posto da consigliere che, se va bene, frutterà qualche euro ogni tanto. Il dubbio che non lo si faccia solo per la gloria è fortissimo e se non ricordiamo male, nelle recenti elezioni di Fermo ci fu una persona che spese di tasca sua oltre i 3.000 euro per arrivare ad essere solo un consigliere, e neppure di maggioranza, e chiederci cosa lo abbia spinto a farlo non è vietato se poi lo scopo sperato non è stato forse quello finale.
La considerazione conclusiva è relativa ai soldi stessi, da dove arrivano, chi li amministra, come si scaricano e quanto lavoro “sommerso” ci sta dietro una elezione visto che non tutti vogliono pagare anche l’Iva oltre che l’imponibile. Insomma, domande lecite ma a cui pochissimi rispondono con le carte in mano. Per tanto i costi della politica sono alti anche per ripagare, chi riesce a salire di importanza, dei soldi spesi in precedenza, e chi arriva è, come dice la canzone, uno su mille se va bene.

Chiunque di noi ora, vedendo le varie manifestazioni o eventi della campagna elettorale, può per suo divertimento fare i conti in tasca ai politici, per divertimento ma anche come forma di controllo verso chi spende e spande ma non si capisce da dove prenda il denaro per farlo. Altri potrebbero chiedere chiarezza, ai futuri amministratori, fin dalla spesa per la campagna elettorale vedendo quando, quanto ed in che modo spendono per loro stessi. Qualcuno in fine, i più critici nei miei confronti si presume, si chiederà quanto avrei speso io da quando è partita la corsa al Comune di Porto San Giorgio, e magari vorrebbe conoscere i costi nel dettaglio. Bene. Li accontento prima che me lo chiedano loro direttamente, e allora li dico pubblicamente: ho speso 30 euro per una ricarica telefonica, altre 30 euro per le cartucce e la carta per la stampante, un pc lo avevo già e la stanza è quella di casa mia, qualche invito a cena oppure per un caffè per amiche e amici che abbiamo consumato in casa, e niente altro che non sia stato il mio tempo e la mia, permettetemelo per una volta, fantasia. Altre spese fino ad ora non ne ho fatte e dovrò sicuramente farmi bene i conti prima di spendere oltre le mie scarse finanze, ma anche spendessi dei soldi, documentandone l’uso ovviamente, non penserei mai di volermeli riprendere tramite raccomandazioni o qualcosa di simile con altre forme di ricatto politico, penserei solo di aver speso dei soldi per proporre una mia idea di politica, che magari non avrà nessun successo, e questo fa parte del gioco e non sarebbe neppure un dramma, che di certo l’averlo fatto non mi farebbe vergognare davanti ai miei lettori, e questo mi sembra molto importante per il rispetto che ho per me stessa e per il rispetto che ho verso i miei stessi lettori.


P.S.: Tutti i costi e le relative cifre sono documentate attraverso preventivi scritti, per cui in caso di dubbi o di sorprese, possiamo tranquillamente mostrare i preventivi giuntici allo scopo di redigere questo comunicato. La prima regola per essere attendibili è dare sempre le informazioni documentate.



Pubblicato su ... informazione.tv
Pubblicato su ... L'indiscreto.it

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