sabato 5 novembre 2011

Programmi a buste chiuse

Programmi a buste chiuse
di Laura Gioventù 




La principale preoccupazione di tutte le liste civiche e dei partiti che si presentano alle elezioni è la stesura dei programmi elettorali.
Spesso sono riassunti di vecchi propositi, altre volte sono solo delle fotocopie sbiadite di antiche dispute elettorali, quasi sempre si somigliano per la loro banalità, e solo la presentazione tramite comizi o tramite interviste, grazie alle capacità personali o carisma dei vari leader,  li rende diversi ove nella realtà non lo sono.
Ci sono stati anche casi in cui non si presentano affatto rimandando il tutto a dopo gli scrutini elettorali, in caso di sconfitta è una fatica in meno, ed in caso di vittoria è solo una soddisfazione che non costerà nulla tanto si è già vinto.
Nelle recenti elezioni di Fermo si arrivò addirittura a chiedere agli elettori stessi di compilare un programma così da mascherare proprie debolezze e dando, nello stesso tempo, la colpa di una eventuale incompiutezza non a se stessi ma agli elettori.
Quindi per evitare sia la suggestione dovuta all’appartenenza partitica, che per valutare asetticamente i programmi presentati, si potrebbe usare lo stesso metodo di giudizio di quello che da anni usano i sommelier e le varie esposizioni di vini nel mondo…una valutazione a bottiglia coperta.
Praticamente per una certa selezione si presentano i migliori vini di una certa categoria con delle bottiglie coperte, senza cioè conoscerne il produttore né  la gradazione, e neppure il colore. Una giuria di esperti assaggia, assapora il prodotto, e poi senza farsi condizionare dalla marca nè dalla zona di produzione, stabilisce una graduatoria quanto più vicina al reale valore del vino proposto. Dopo le prime contestazioni, è diventata una pratica sempre più apprezzata, in quanto arriva a premiare vini e produzioni minori e poco conosciute solo per la qualità del prodotto e non solo per la notorietà di chi lo produce.
Lo stesso meccanismo si potrebbe applicare ai programmi delle liste e dei partiti che si presenteranno alle elezioni di Porto San Giorgio, mettendo cioè i loro programmi in buste chiuse e senza riferimenti di appartenenza partitica, sottoporli al vaglio di una commissione di esperti che li giudichi per la loro concretezza e fattibilità mediante parametri concreti e non ideologici, eleggendo alla fine quello che per loro è il miglior programma senza poterne conoscere il partito estensore.
Per cui non una indicazione di voto, ma una valutazione sulle credibilità di chi lo proponga, e grazie alla quale gli elettori potranno farsi una idea quanto più aderente la realtà, e non solo in base alla loro fede politica.
Molti anni fa in uno dei primi concorsi internazionali a bottiglia chiusa, si doveva valutare lo Champagne migliore fra i dieci proposti, la giuria dopo una approfondita selezione scelse il vincitore, liberarono la bottiglia dalla sua copertura e, fra le sorprese sbigottite dei Francesi, comparve l’etichetta di uno Spumante, e per giunta Italiano. La casa di produzione è famosa oggi e poco conosciuta allora…Ferrari. Per cui la vittoria arrise ad un prodotto non Francese e non Champagne, ma molto ben confezionato e apprezzato anche oggi. A volte oltre gli involucri si celano sorprese incredibili sulle quali è bene riflettere.



Articolo pubblicato su
www.informazione.tv

Il commento del prof. Umberto Curi 
Programmi politici da scoprire. Una proposta niente male. 

2 commenti:

  1. Eccola di nuovo. Provocatrice come sempre. Ma, come sempre, una boccata d'ossigeno, che, magari, se ne prendi troppo, ti fa girare la testa. Laura Gioventù stavolta ne tira fuori un'altra delle sue. Si occupa di programmi elettorali – forse pensa alla futura “Gioventù” di Porto san Giorgio – e li vorrebbe celati in prima battuta, coperti, come una bottiglia di buon (o meno buono) vino da scoprire.

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  2. Questa tua idea dei programmi senza etichette, bizzarra e stravagante (un po' come chi la ha formulata) non è niente male. Va sviluppata e approfondita. Si tratterebbe anche di individuare i sommeliers che dovrebbero giudicare il "vino". Tutti i cittadini o una giuria di esperti?

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