venerdì 22 ottobre 2010

CRONACHE FERMANE

Motodromo & dintorni.
di Laura Gioventù


Adriana and Casey Stoner


Ieri ho preso la bici per andare a vedere il nuovo panorama, mi sono fermata in cima al colle ed ho lasciato la bici cadere dolcemente sull’erba, poi mi sono seduta ed ho immaginato di vedere oltre il “colle” la nuova forma di “Infinito” che presto diventerà realtà in questa Marca Fermana sempre in movimento. Ho raccolto le gambe fra le braccia e appoggiando il mento sulle ginocchia ho chiuso gli occhi, e la proiezione è iniziata.
All’inizio ho visto inaugurare il nuovo casello autostradale di Porto Sant’Elpidio, che con la terza corsia modificherà tutto il territorio circostante, perché oggi la localizzazione dei posti, dei luoghi geografici, ma anche di quelli dell’anima, non avviene più per vie, per piazze o per contrade, oramai ci si orienta a fermate della metropolitana e si ragiona per uscite di caselli dell’autostrada. È in prossimità di questi luoghi che nascono e si sviluppano le più importanti concentrazioni commerciali basta guardare Roma, Milano, ma anche altre regioni Italiane … oppure anche la nostra più vicina Civitanova Marche. Ed è quello che presto, molto presto accadrà anche da noi …. tutta la zona vicina allo svincolo autostradale si svilupperà notevolmente … verrà costruito un grande centro commerciale e tutto si sposterà a Porto Sant’Elpidio.
E mentre il vento si infila nei miei capelli penso che Io voto a Fermo … abito vicino Porto San Giorgio e prenderò l’autostrada a Porto Sant’Elpidio, sono già vittima delle localizzazioni urbanistiche.
In effetti vado anche al cinema a Porto Sant’Elpidio e Sere, la mia amica… quella un po’ invadente… quella che fa casini con gli sms, insomma avete capito … quella lì, lei si è anche comprata casa a Porto Sant’Elpidio… PSE fa pure più abitanti di Porto San Giorgio e PSG non ha nemmeno il cinema. Però ha il teatro! Sì … vabbè … ma non ci sono paragoni … quello di PSE è molto più grande per non parlare poi del teatro dell’Aquila di Fermo.. La realtà è che PSG è destinata a scomparire. Piccola e chiusa, senza possibilità di sviluppo resterà praticamente isolata. E quando PSE si organizzerà con la darsena, che cosa succederà? … Porterà via anche i turisti da PSG? ... a quel punto la nostra “perla” dell’Adriatico resterà solo un annoso bijou…
Il vento si allontana e inizio a percepire ora il motodromo, il tanto chiacchierato motodromo pensato nella zona di San Marco alle Paludi.  Sembra perfetto, è l’anello di congiunzione che mancava per lo sviluppo di un unico grande centro urbano che inizia  da Civitanova Marche  per finire a Fermo. E senza il motodromo? Senza rischiamo di essere tagliati fuori proprio come Porto San Giorgio?
Ad occhi chiusi c’ho pensato molto … il motodromo di San Marco alle Paludi è certamente una grande opportunità di sviluppo economico e turistico per tutto il territorio.
C’è chi sin da subito si è detto favorevole all’ipotesi e chi si ostina a non voler dialogare … e  dopo mesi di polemiche i toni della discussione non accennano a calare. La questione resta ancora  molto controversa.
Del resto si tratta di una scelta importante … che deve essere ben ponderata … studiata … valutata …  perché la decisione finale inciderà sulle prossime generazioni …. insieme con le altre strutture che si svilupperanno, insieme all’autostrada, il multisala, i centri commerciali e le zone industriali … si cambierà irrimediabilmente il futuro assetto di tutte le Marche Sporche … poi non si torna indietro ….ma la decisione è politica, e lo sanno tutti  … i tempi della politica sono molto strani … persino più lunghi dell’indecisione di una donna!
Ma alla fine Volontà Politica, Bene Comune ed Interessi Economici riusciranno ad incontrarsi?  Forse sì … forse so … non lo so. Staremo a vedere.
Ma se ci penso bene,  di che cosa si è parlato fino ad ora? Ci siamo fossilizzati sulla tutela ambientale e paesaggistica della valle … tutti a pensare all'impatto ambientale ma nessuno ci spiega cosa avverrà dopo che l’impianto sarà stato costruito...gli alberghi basteranno?....ed i ristoranti?...e per assurdo le prostitute saranno sufficienti per questa invasione di centauri in piena tempesta motoristica e ormonale?...sono domande sciocche? Chissà…
Il paradosso è che per andare veloci serve andarci piano con le parole e con le intenzioni politiche perché il motodromo è una preda elettorale mica una risposta ad un bisogno. L’impressione è che ci stiamo perdendo dietro ripicche politiche mascherate da ipocrite preoccupazioni ambientali …. La realtà è che la politica vive di pregiudiziali, e solo dopo essersi messi d'accordo su cosa ci si guadagna dal punto di vista politico si iniziano i lavori, ma se chi spinge a costruire ci guadagna troppo in termini elettorali, allora chi spinge per non costruire si impunta e non dà il suo permesso...
… ma non basta avere i permessi per costruire, servono anche i servizi, le fogne, le strade, l’illuminazione stradale, le indicazioni di percorso, la raccolta dei rifiuti e tutto il resto. Queste cose chi le farà? sono di competenza comunale, provinciale oppure addirittura regionale???.. e ti pare che chi costruisce ha bisogno solo di permessi per cementificare e non anche di contributi economici a fronte dei quali non verrà data nessuna garanzia per almeno i primi cento anni di gestione???....poi serve sapere anche una cosa, ma gli alberi quanto tempo ci metteranno a crescere per neutralizzare l’impatto ambientale ed acustico?...e chi costruisce che cosa darà in cambio alla comunità?... si promette lo sviluppo dell’intero indotto oppure solo assunzioni di personale?...e se poi la gestione risulta fallimentare, nell’ipotesi che il motodromo venga chiuso, chi lo prenderà in gestione per non mandare a casa le persone che ci lavorano...la Provincia, il Comune, la Regione oppure lo Stato...?
Ora che il nuovo panorama mi appare chiaro la domanda che mi sorge è:... chi gestirà il Motodromo dopo la fine dei lavori?... oppure questo diluvio di cemento nasconde una speculazione umana per mascherare la mancanza di idee imprenditoriali?
Non basta riflettere sull’utilità dell’impianto, se chi gestirà ha le competenze per farlo ed è bravo allora la struttura sarà utile, ma se chi gestirà non sarà in grado di farlo, che cosa succederà? … diventerà la classica cattedrale nel deserto?....e in questo caso è meglio che parlino i futuri gestori e non gli architetti, gli ingegneri o gli ambientalisti che già tanto hanno detto!
Il motodromo è un prodotto, come le scarpe, un prodotto che si deve vendere … ma nessuno sembra saperlo. Danno tutti per scontato che una volta costruito arrivino immediatamente mille moto al giorno per correre, pagando l'affitto e la benzina, dando per certo che i loro conducenti spenderanno milioni di euro fra alberghi e svaghi faraonici che non ci sono. Una volta costruito chi lo pubblicizzerà e come lo si deve "vendere" al meglio?....sarà promosso come la solita  sagra paesana che ha stufato pure i vecchi, oppure verranno chiamati i soliti guru da Milano per indicare la via verso la promozione motoristica come se noi fossimo tutti degli emeriti deficienti manco in grado di accendere le luci???...
E poi … se la gestione non sarà all'altezza, i soldi per non farlo ammuffire ce li dovrà mettere l'intera comunità e senza avere la minima idea di cosa farci con un ex motodromo....a meno che non si studi tutta una serie di manifestazioni per sfruttare oltre le proprie potenzialità tutto l’impianto …. a meno che non ci si organizzi la festa nazionale di Miss Ombrellino, avete presente quelle gentili ragazze che prima della partenza tengono in mano un ombrellino per riparare dal sole i corridori…oppure la gara annuale dei barellieri con un premio al più veloce soccorritore … e perché no, anche una corsa per tricicli per bambini … oppure la corsa a piedi degli ubriachi per vedere chi raddrizza le curve … o invece cene tematiche del tipo “donne & motori, gioie & dolori” con le più belle donne e i centauri di tutta Italia. Nel caso succedesse gli enti pubblici avrebbero la capacità imprenditoriale per gestire il Motodromo?
Una volta che hanno corso moto e macchine si potrebbero pensare mille altre situazioni alternative …. per esempio una scuola di meccanica che organizzi corsi teorico-pratici su come si riparano le moto da competizione per la formazione professionale dei meccanici motoristi … penso ad un’Accademia Nazionale che nasca come un distaccamento della facoltà di ingegneria meccanica del politecnico di Ancona per la formazione di “meccanici da gara”  altamente qualificati … nuove figure professionali che potranno poi trovare collocamento all’interno dei migliori Team sportivi regionali e nazionali, oppure all'interno di aziende produttrici di motociclette in genere, oppure in officine meccaniche specializzate. Non solo motodromo quindi, ma un vero e proprio centro di eventi e ricerche!
E mentre inizio ad immaginare Gran Premi, pistoni e marmitte, camion stratosferici con le gigantesche scritte aziendali e il rumore delle moto che corrono simile a quello dei calabroni in volo, sento il primo refolo di vento freddo dell’autunno che arriva, mi rimetto in piedi e prendo la bici, salgo e inizio a pedalare contenta di essere stata per una volta la donzelletta che, anche venendo dalla campagna, ha avuto la voglia di vedere cosa ci sia dietro il colle. Forse Giacomo Leopardi non sarà contento, ma sono figlia di questa terra e, come è sempre stato, razionale e concreta, e se è vero, come è vero, che per fare le pagnotte servono tante molliche è anche vero che immaginarci il futuro non significa realizzarlo ma per realizzare il futuro serve anche immaginarlo.

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venerdì 15 ottobre 2010

I partiti e le liste civiche alle prese con le liste elettorali.

Candido Ergo Sum
di Laura Gioventù



...la corsa sta per iniziare...


“Il segreto di un candidato politico è di sembrare stupido come chi lo ascolta, così che gli ascoltatori si sentano intelligenti come lui.”

Siamo il paese che è sempre in campagna elettorale, i nostri partiti sono sempre con le prossime elezioni da preparare, se non quelle nazionali ma locali di certo.Votiamo a ritmi forsennati e partiti e liste civiche hanno lo stesso problema insormontabile: i candidati.
Dove trovarli, come convincerli a presentarsi, come a non presentarsi, come arginare il loro impegno e come stimolarne l’interesse, come sceglierli e come evitare errori nelle liste elettorali….sono queste alcune delle domande che riguardano il rapporto fra partiti e liste civiche da una parte, e l’esercito dei candidati dall’altra. Con questo dossier abbiamo voluto capire meglio la posizione di chi li propone e in che rapporto siano costoro con questa massa di variegati apprendisti politici oppure navigati statisti. Abbiamo rivolto le domande ai responsabili dei partiti o delle liste con la speranza di chiarire i sospetti oppure di spiegare le dinamiche relative alla scelta, non sempre facile, di chi dovrebbe rappresentare il “Popolo”. Sono emerse cose curiose e divertenti, ma anche spiegazioni in politichese che andrebbero tradotte con i risultati definitivi alla mano, ma del resto si sa, la politica è anche l’arte di non dire assolutamente nulla anche dopo ore che se ne parla.

Di seguito riportiamo i nomi e le cariche politiche di chi ha risposto, ma anche i nomi e le cariche politiche di chi ha ritenuto giusto non rispondere o non dare nessuna spiegazione per non aver partecipato al dossier. Ognuno è libero di scegliere cosa sia meglio o peggio per se e per i propri elettori, ma certo non se ne ricava una buona impressione da chi neppure risponde ad un invito. Non ci resteremo male per questo, saranno i lettori a decidere se costoro hanno fatto bene o male, noi gli abbiamo invitati ma loro non si sono presentati, amen!

Ci piacerebbe sviluppare altri dossier sulla politica, ma vista in modo meno tecnico e più umanizzato, magari in un prossimo futuro lo faremo, e non sappiamo se questa sia una promessa o una minaccia: parlare di politica non è difficile, è parlare con i politici che è molto faticoso.

Grazie a tutti coloro che hanno partecipato, e a tutti coloro che vorranno leggere il dossier.


I BUONI (quelli che hanno risposto)


Avv. Renzo Interlenghi (coordinatore provinciale) per il PdCi

Daniele Fortuna per il Partito Socialista

Prof. Giuseppe Buondonno per il Partito Democratico

Ing. Adolfo Marinangeli (coordinatore provinciale) per l’Italia dei Valori

Arch. Guidomassimo Postacchini per Con Fermo Di Ruscio (Lista Civica)

Dott. Michele Rastelli per Fermo Libera (Lista Civica)

Luciano Romanella  per Pro Territorio R.e C. (Lista Civica)

Mirko Steca per Futuro e Libertà

Andrea Mandolesi per Lega Nord 



E I CATTIVI (quelli che non hanno risposto)


Dott. Gaetano Massucci per Il Centro del Fermano (Lista Civica)

Dott. Fabio Pagnotta (coordinatore regionale) per l’UDC

Avv. Pietro Alberto Brugnoni (coordinatore provinciale) per il PDL


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Le risposte di Andrea Mandolesi


Domanda 1)
«Il potere logora chi non ce l'ha.» Giulio Andreotti
E’ per questo che tutti vogliono candidarsi, per ottenere il potere per non logorarsi?
E voi come riuscite a capirlo?


Il nostro è un partito che si rivolge soprattutto ad un elettorato giovane che forse non è così attaccato al potere.
Poi, se parliamo di elezioni comunali, non ci sono grandi guadagni. Posso dirlo perché ho anche fatto il consigliere comunale e c’ho anche rimesso di tasca propria. A livelli più alti indubbiamente non è così però nella Lega, prima di venir candidati sono necessari tre anni di militanza attiva all’interno del partito, che è anche il tempo necessario non solo per fare esperienza ma anche per capire le reali intenzione delle persone. 

Domanda 2)
Il candidato ideale lo si riesce a trovare setacciando tra la sabbia sperando di trovare la pepita d'oro, oppure è un lento lavoro di cesello fra il cercare il migliore ma dovendosi alla fine accontentare del meno peggio?


Noi cerchiamo di “cesellare” il più possibile. Li plasmiamo …

Domanda 3)
Ci sono stati molti casi in cui i candidati una volta eletti cambiassero casacca, per evitare ciò non sarebbe giusto farli decadere automaticamente oppure le elezioni sono cose diverse dalle scelte dei partiti?


Anche se mi trova molto d’accordo, questo indubbiamente non sta a me deciderlo, ma al legislatore. Nello statuto non è previsto. A livello nazionale non abbiamo mai avuto politici che hanno cambiato casacca tranne nell’ultima legislatura, dove un deputato è passato al gruppo misto.
La Lega seleziona bene il propri candidati e per candidarsi alle politiche c’è bisogno di almeno tre anni e mezzo di militanza nel partito. Ed in tre anni e mezzo si riesce a capire di che pasta è fatta la persona.

Domanda 4)
Quando iniziate a stilare la prima lista dei candidati e vedete in quanti vorrebbero concorrere per risultare eletti, il vostro pensiero è quello di orgoglio per l'entusiasmo che costoro emanano oppure vi chiedete attoniti come mai abbiano chiuso i manicomi visto l'alto numero di pazzi che circolano liberi di credersi statisti della politica???


Siamo un partito giovane a Fermo perché ci siamo solo da due anni e mezzo. Stiamo lavorando per comporre la lista completa per le prossime comunali e indubbiamente la nostra reazione è di orgoglio nel ricevere nuovi candidati e nel vedere un interesse crescente per i nostri ideali.

Domanda 5)
Una volta i candidati venivano scelti fra certe caste, oppure sorteggiati, altre volte era l'età o la professione che li faceva diventare eletti, al giorno d'oggi la democrazia impone una gara per consensi. Secondo lei, in un prossimo futuro che tipo di soluzioni si potrebbero adottare per cambiare il modello elettorale, un esame teorico-pratico in scienze politiche per chi volesse candidarsi oppure una specie di quiz televisivo per decretare il vincitore?...l'assurdo di eleggere candidati improponibili potrebbe ispirare certe degenerazioni?


Dipende da quale livello di politica si parla. A livello comunale è logico che questa domanda non è pertinente. Noi siamo rappresentanti locali e per quanto concerne altre candidature non siamo deputati a farlo.  E comunque non vedo bene nessuna delle due soluzioni ipotizzate. Bisogna militare all’interno del partito e guadagnarsi la fiducia dei livelli più alti. Esperienza quindi, più che esami e quiz.

Domanda 6)
Lei sente la responsabilità degli insuccessi dei candidati che ha incluso nelle liste elettorali oppure alla fine è come alle olimpiadi dove l'importante è partecipare?


Per la poca esperienza politica qui a Fermo, abbiamo comunque sempre vinto le elezione quindi siamo stati sempre soddisfatti. Speriamo che vada sempre bene. Indubbiamente chi stila le liste se ne assume anche la responsabilità.

Domanda 7)
Spesso il candidarsi è visto come la scorciatoia all'impegnarsi seriamente in un lavoro, ma per alcuni la politica è un vero e proprio lavoro. Lei consiglierebbe questo lavoro oppure indicherebbe altre occupazioni per essere più felici oppure meno oppressi dai problemi altrui?


Tutti aspirano a fare i politici ad alti livelli, quindi di professione. Sicuramente non è così negativo riuscire ad essere eletti. Io dico sempre che la meritocrazia dipende dalle capacità che si hanno e solo chi ne ha le capacità potrà fare il politico di professione.

Domanda 8)
Se una persona volesse provare l'ebbrezza di vedere il proprio nome nella sua lista elettorale, che cosa dovrebbe fare e voi nel caso si presentassero di loro spontanea volontà, cercate di dissuaderli proponendogli solo problemi oppure cercate di non farli scappare raccontandogli solo le mille soluzioni?...e per le donne, servono anche truccatore ed estetista o bastano tempo libero e disponibilità a fare tardi la sera?


Per le donne servono sicuramente disponibilità a fare tardi la sera ed impegno costante in tutte le problematiche che si affrontano nella politica. Però in un mondo come quello in cui viviamo, fatto di immagine, c’è bisogno di un po’ di tutto … quindi una bella donna avrà sicuramente più successo. Bella ed intelligente sarebbe la candidata ideale.

Poi, chi si presenta da noi, ha volontà di impegnarsi in politica. Noi li accogliamo e ne valutiamo le capacità e mettiamo a disposizione la nostra esperienza per cercare di formare soprattutto quelle persone che non hanno molta conoscenza politica. Poi dipende dalle esigenze che il partito ha. Lo statuto prevede la prima iscrizione con una “tessera sostenitore”, un anno di militanza attiva verificata dalla sezione dove si richiede la candidatura, poi si può passare a militante e si può iniziare a svolgere politica attiva. Ma a livello comunale qualche deroga la si può fare anche perché il nostro partito è ancora in una fase costituente qui a Fermo e certe regole ferree possono essere derogate non avendo ancora fatto un congresso e con ancora pochi militanti attivi.

Domanda 9)
Candidare è un potere sublime oppure è una rottura di scatole, è il massimo dell’orgasmo politico oppure la solita minestra riscaldata?


Né l’uno e né l’altro. È una soddisfazione se, in un periodo come quello che stiamo vivendo, di disaffezione verso la politica, vedere che qualcuno abbia voglia invece di partecipare alla vita politica. Cerchiamo sempre di favorire questo inserimento e la composizione della lista fa parte di questa soddisfazione se il percorso che si è intrapreso dà buoni risultati … ma anche sufficienti.


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(Proprietà letteraria riservata)

Le risposte di Mirko Steca

Domanda 1)
«Il potere logora chi non ce l'ha.» Giulio Andreotti
E’ per questo che tutti vogliono candidarsi, per ottenere il potere per non logorarsi?
E voi come riuscite a capirlo?


Non è facile capirlo, la speranza è che non sia così. Uno si candida per portate il proprio contributo per il bene della collettività. La speranza è questa poi spesso la realtà ci dimostra tutt’altro …. Non lo confermo ma potrebbe essere così. E lo si capisce attraverso l’azione politica ed amministrativa.

Domanda 2)
Il candidato ideale lo si riesce a trovare setacciando tra la sabbia sperando di trovare la pepita d'oro, oppure è un lento lavoro di cesello fra il cercare il migliore ma dovendosi alla fine accontentare del meno peggio?


Buona la seconda! Naturalmente all’inizio si cerca tra i propri iscritti, si studia il curriculum, si guarda il territorio. L’utopia è questa, poi spesso succede che a metà della composizione della lista si mette dentro di tutto e di più! L’obiettivo è coprire tutte le fasce di età e tutte le zone di un territorio, provinciale o comunale che sia, cercando all’interno delle associazioni, sia sociali sia produttive, ed anche tra non iscritti. Si parte sempre dagli iscritti, poi la disponibilità è sempre poca, e per allargare il consenso c’è proprio la strategia di trovare persone di area ed a volte si va addirittura alla ricerca di persone provenienti da altri schieramenti.

Domanda 3)
Ci sono stati molti casi in cui i candidati una volta eletti cambiassero casacca, per evitare ciò non sarebbe giusto farli decadere automaticamente oppure le elezioni sono cose diverse dalle scelte dei partiti?


No, ci vorrebbe un vincolo molto più forte tra il mandato e l’esercizio del proprio mandato e non sarebbe male inserirlo come regolamento interno al partito. Certo, poi le vicissitudini nel corso della legislatura sono tante e lo vediamo attualmente anche a livello nazionale purché sia però sempre all’interno di un filone programmatico di schieramento.
Quelli che cambiano di “casacca” sono dei mercenari. Spesso si cambia perché non si va d’accordo con il proprio gruppo o con l’amministrazione. Poi bisogna vedere da che cosa è dettato il cambiamento, se per ideali, per valori oppure perché non è stata passata la propria pratica oppure quella di qualche amico. Spesso poi succede proprio questo, che un consigliere essendo indispensabile numericamente in consiglio comunale riesca in qualche modo a farlo pesare con il proprio voto.

Domanda 4)
Quando iniziate a stilare la prima lista dei candidati e vedete in quanti vorrebbero concorrere per risultare eletti, il vostro pensiero è quello di orgoglio per l'entusiasmo che costoro emanano oppure vi chiedete attoniti come mai abbiano chiuso i manicomi visto l'alto numero di pazzi che circolano liberi di credersi statisti della politica???


Sia un bene sia un male. È un bene perché comunque più concorrenza porta più consensi e più voti e quindi la possibilità stessa di avere più seggi. In questo senso è meglio mettere dentro quante più persone possibili. L’aspetto negativo è che questo potrebbe poi portare alla nascita di litigi, alla concorrenza esasperata, a parlarsi male a vicenda. Può succedere che in una famiglia si vada in quattro a chiedere il voto elettorale, ognuno dei quali parlando male degli altri. Parlo sinceramente, questo è quello che capita. Un alto numero di persone che partecipano ci fa piacere, ma allo stesso tempo ci preoccupa per quello che successivamente potrebbe verificarsi, dalle incomprensioni all’interno delle proprie liste a quelle all’interno dei gruppi consiliari.

Domanda 5)
Una volta i candidati venivano scelti fra certe caste, oppure sorteggiati, altre volte era l'età o la professione che li faceva diventare eletti, al giorno d'oggi la democrazia impone una gara per consensi. Secondo lei, in un prossimo futuro che tipo di soluzioni si potrebbero adottare per cambiare il modello elettorale, un esame teorico-pratico in scienze politiche per chi volesse candidarsi oppure una specie di quiz televisivo per decretare il vincitore?...l'assurdo di eleggere candidati improponibili potrebbe ispirare certe degenerazioni?


Qui gli aspetti sono diversi. A mio avviso chi dovrebbe filtrare le candidature e garantire una buona politica sono i partiti entrando anche nel merito del dibattito sull’attuale legge elettorale nazionale che condividerei qualora i partiti funzionassero. Si potrebbero fare le liste bloccate qualora esista una reale meritocrazia interna. Se il partito riuscisse veramente a selezionare una classe dirigente in base alle capacità ad al merito si potrebbero anche fare le liste bloccate. Parlo un po’ da utopista della politica. Siccome però i partiti hanno tradito il loro mandato e sono solo centri di potere o mezzi per arrivare a qualcosa, a questo punto occorre una scelta con metodi di selezione democratica. Anche se nella preferenza, a volte può capitare che i vecchi marpioni, il conservatorismo e il potere prevalgono su certe preferenze a discapito della qualità politica. Nelle liste spesso le persone brave ma con meno esperienza e meno conoscenze non riescono ad essere elette a differenza di chi già fa il consigliare da anni, ha un gruppo di consenso ed è più conosciuto e avvantaggiato nel prendere voti.

Domanda 6)
Lei sente la responsabilità degli insuccessi dei candidati che ha incluso nelle liste elettorali oppure alla fine è come alle olimpiadi dove l'importante è partecipare?


Nelle liste comunali il problema non sussiste perché poi nessuno verrà escluso perché servono tanti candidati. Tutti vengono messi dentro. La responsabilità è finale ed è del cittadino che ha votato. Nelle provinciali dove c’è un solo candidato, solo in quel caso possiamo parlare di responsabilità. Se viene scelto un candidato che perde dispiace per lui ma anche per il partito stesso e per chi ha fatto quella scelta.

Domanda 7)
Spesso il candidarsi è visto come la scorciatoia all'impegnarsi seriamente in un lavoro, ma per alcuni la politica è un vero e proprio lavoro. Lei consiglierebbe questo lavoro oppure indicherebbe altre occupazioni per essere più felici oppure meno oppressi dai problemi altrui?


La politica non è un lavoro, ma una passione ed una missine per il bene pubblico. Spesso però succede che ci si candida per avere una visibilità per le proprie professioni anche con la speranza di ottenere un domani dei benefici sul proprio lavoro grazie alle conoscenze ed alla possibilità di allargare il proprio pacchetto clienti.
Ma la politica non deve essere assolutamente un lavoro. Certo, io qui vado un po’ controcorrente, nel senso che tutti dicono che gli stipendi dei politici sono troppo alti. Siccome io credo nella politica e penso che chi fa l’amministratore deve comunque percepire uno stipendio adeguato perché sottrae molto tempo al proprio lavoro. Quindi, secondo me, chi dice che un consigliere regionale oppure un parlamentare prende troppo non è giusto, devono invece fare di più per il bene pubblico. Se rispettano il loro mandato alla fine quella che si percepisce è una retribuzione adeguata perché fare il parlamentare per 5 anni significa smettere di fare il proprio lavoro e trascurare la famiglia. E dopo 5 anni? Comunque è un discorso complicato. L’importante è svolge il proprio dovere, ritornando al già citato senso etico. Sono ben altre le spese superflue che dovrebbero essere eliminate a cominciare dagli enti inutili.

Idealmente e moralmente mi sento di consigliare l’esperienza politica. Poi però dipende dal carattere della persona. In politica sicuramente ci sono molte più delusioni che successi, per chi ci crede seriamente. Si entra con molto entusiasmo poi si vedono i meccanismi … ndr … può succedere che qualcuno lo faccia per aumentare le proprie entrate, altri che la scelgano come lavoro perché non ne ha uno. E spesso la politica è stressante perché non si riesce ad arrivare ad una soluzione. La politica spesso è solo tanta chiacchiera e pochi fatti concreti. Tante persone e quindi tanti modi diversi di pensare e di fare. Le riunioni fumose nelle sedi di partito spesso altro non sono che un parlar male degli altri piuttosto che discutere sull’utilità dell’arretramento dell’autostrada.

Domanda 8)
Se una persona volesse provare l'ebbrezza di vedere il proprio nome nella sua lista elettorale, che cosa dovrebbe fare e voi nel caso si presentassero di loro spontanea volontà, cercate di dissuaderli proponendogli solo problemi oppure cercate di non farli scappare raccontandogli solo le mille soluzioni?...e per le donne, servono anche truccatore ed estetista o bastano tempo libero e disponibilità a fare tardi la sera?


Li accogliamo a braccia aperte valutando insieme la situazione politica, quella del partito e gli obiettivi che si prefigge la lista. Innanzitutto dovrebbero contattarci. Poi partecipare comunque alle riunioni e creare una comunità individuando gli obiettivi comuni, i problemi e le possibili soluzioni. Se si concordano e c’è un minimo comune denominatore bene, altrimenti si è sbagliato lista. La tessera al partito non è indispensabile, almeno inizialmente. È comunque un “vincolo” e può essere fatta in un passaggio successivo. L’iscrizione al partito non è una condizione indispensabile per poter essere candidati. Come ho già detto, per fare le liste, spesso si parte dagli iscritti  che sono sempre la parte minoritaria di una lista perché nessuno ha, come nel caso di Fermo, 32 iscritti disposti a candidarsi. Nessun partito, credo. Poi anche l’ obiettivo di allargare il consenso porta a cercare fuori dal partito stesso.

Per le donne servono tempo libero, meno estetista e sicuramente più passione!

Domanda 9)
Candidare è un potere sublime oppure è una rottura di scatole, è il massimo dell’orgasmo politico oppure la solita minestra riscaldata?


Candidare è difficile e comunque il potere ce l’hai in base al sistema elettorale. Se è maggioritario, ripeto, allora hai potere perché sei costretto a fare una scelta. Se è proporzionale con liste da 30 persone non hai nessuno potere perché metti dentro tutti e forse li devi anche andare a cercare. Si avrebbe potere se tanti vorrebbero entrare ed i posti fossero limitati ma questo non succede nelle liste comunali. Capita invece nelle provinciali dove in ogni collegio un partito candida una sola persona ed è facile che all’interno di uno stesso gruppo politico ci siano più persone che si vogliono candidare. Chi deve scegliere il candidato ha in questo caso delle responsabilità ed è una gran rottura di scatole perché ti prendi pure le colpe che non hai.
Poi succede che chi verrà escluso non aiuta il candidato del proprio partito, ma tradisce per vendetta e va a sostenere i candidati degli altri partiti come è successo per le provinciali di Fermo.
E purtroppo capita spesso che chi fa le liste il giorno dopo le elezioni viene completamente dimenticato  da chi viene eletto ed ecco poi perché i partiti non funzionano e ci sono i “corti circuiti”...


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 (Proprietà letteraria riservata)

Le risposte di Luciano Romanella

Domanda 1)
«Il potere logora chi non ce l'ha.» Giulio Andreotti
E’ per questo che tutti vogliono candidarsi, per ottenere il potere per non logorarsi?
E voi come riuscite a capirlo?


Per quanto mi riguarda, rispondo portando un esempio di quando facevo l’assessore: a me nessuno mi ha mai chiamato “assessore”, mi chiamavano tutti Luciano, questo a dimostrazione che fare politica non è un fatto di potere, è un fatto di voler far qualcosa per la propria cittadinanza. Vale a dire che lo spirito con cui ci si candida a fare il consigliere comunale dovrebbe essere, come ho sempre fatto io, quello di mettersi a disposizione dei cittadini. Ho del tempo libero, allora che faccio? Posso fare volontariato alla Croce Rossa, alla Croce Azzurra, vado a dare una mano agli anziani, vado in un centro sociale oppure mi candido, ho del tempo libero e mi metto a disposizione dei cittadini.
Il potere per me è una parola che non esiste, ce l’ha solo una persona, il Padre Eterno.
Poi, invece, se una persona vuole candidarsi per ottenere visibilità personale invece che per spirito di servizio nei confronti della propria cittadinanza lo capisco subito ad intuito. Non ci sono segnali particolari, solo parlando con la persona, nel complesso, riesco subito a capire. Naturalmente bisogna saper leggere, ed io sono psicologicamente portato perché nella vita ho fatto il venditore per tanti anni, ho venduto di tutto. Per vent’anni ho venduto enciclopedie sviluppando questo “fiuto” ed ho affinato questa fortuna-sfortuna di riuscire a comprendere immediatamente.

Domanda 2)
Il candidato ideale lo si riesce a trovare setacciando tra la sabbia sperando di trovare la pepita d'oro, oppure è un lento lavoro di cesello fra il cercare il migliore ma dovendosi alla fine accontentare del meno peggio?


In riferimento ai canditati da mettere di una lista elettorale non bisogna fare il lavoro di cui parli tu, bisogna solo, attraverso l’intuito, capire chi vuole realmente mettersi  a disposizione dei propri cittadini in base alla propria esperienza. Io non valuto il candidato in base alla popolarità dello stesso in termini di un maggiore ritorno di voti. Non è questo il sistema con cui vengono scelte le persone del mio gruppo perché sono convinto che se dovessi sceglierli in base alla popolarità non renderei un servizio alla città, non darei l’opportunità ad altri di candidarsi. Tutti devono avere la stessa opportunità. Mai dalla popolarità, ma dalla volontà e dalla schiettezza che uno riesce a percepire … si fanno le liste. Ho già cominciato … lo spirito è questo.


Domanda 3)
Ci sono stati molti casi in cui i candidati una volta eletti cambiassero casacca, per evitare ciò non sarebbe giusto farli decadere automaticamente oppure le elezioni sono cose diverse dalle scelte dei partiti?


Decadere automaticamente non si può fare, c’è una legge che attualmente non lo permette. Possiamo proporlo ma sarebbe anche tardi, non si può fare. L’unica cosa che si potrebbe fare è far sottoscrivere un pseudo accordo in cui si dichiara che, in caso di cambio della bandiera, a livello deontologico, ci si dimetta immediatamente. Sarebbe un buon sistema. Quantomeno sarebbe motivo di “sputtanamento”, di perdita di attendibilità  quando, avendo firmato, un domani si arrivi poi a disconoscere anche la propria firma.  Lo potrei proporre, anzi, lo proporrò viste anche le mie esperienze passate….ndr…io sono il più votato di Fermo. Ci sono persone che stanno in Consiglio Comunale nella mia lista con solo 52 preferenze … ed alcuni di questi mi hanno pure tolto il saluto per rispondere ai vari “padroni” che hanno ….

Domanda 4)
Quando iniziate a stilare la prima lista dei candidati e vedete in quanti vorrebbero concorrere per risultare eletti, il vostro pensiero è quello di orgoglio per l'entusiasmo che costoro emanano oppure vi chiedete attoniti come mai abbiano chiuso i manicomi visto l'alto numero di pazzi che circolano liberi di credersi statisti della politica???


Obbiettivamente la tua è una riflessione simpatica  e me ne sto già preoccupando. Essendo la città di Fermo messa un po’ a “macchia di leopardo” perché non è concentrata in un unico nucleo, Fermo è formata da sei/sette quartieri messi insieme, allora io cosa faccio? Sarebbe troppo semplice scegliere in ogni quartiere cinque candidati e farli “correre” per te. Noi invece stiamo cercando, una volta individuate le persone, di fare delle riunioni per capire quel è quella persona che può essere più attendibile nel quartiere e convogliare tutto su di lei. Questo è il modo di operare che ci siamo dati. Non cerchiamo mai la persona che porta più voti, ma quella più credibile per quel quartiere. Essendo un movimento civico basato sulla mia persona, se prenderò 10 voti, 7 saranno di simbolo. 40 è un fatto politico, 60 non è più un fatto politico. Se andiamo a vedere, nel 2006 si votarono le comunali a Fermo e le politiche a Roma. C’è gente che mi diceva che avrebbe vinto due volte, a sinistra con Prodi ed alle comunali con me, che ero candidato con una lista civica di destra. Nelle comunali i cittadini votano in tutt’altra maniera. Il voto è più personale e si può usufruire del voto disgiunto. Si può votare il consigliere di rifondazione e votare Romanella sindato oppure viceversa. È più un lavoro di territorio, di porta a porta.
Invece i partiti che cosa fanno? Siccome sanno che quel 40% che ha ogni partito gli serve per fare il salto e vincere, gli serve il potere nel controllare il partito.
A Fermo, un segretario politico di un partito, chiunque esso sia, che si candida alle comunali, prende 60 voti perché non lo conosce nessuno però all’interno del partito ha potere.
Quello che non capisce la gente è come mai i partiti che dovrebbero fare a cazzotti per avermi invece non mi vogliono. I partiti non ti vogliono perché se uno come me entra in un qualunque partito fa primo. I partiti ti mandano via, così come nella tua stessa coalizione, quando prendi molti voti e non rispondi a nessuno ti debbono far fuori. Sei scomodo, è normale. Se sei di una lista civica ti fa fuori lo stesso sistema politico, se sei di un partito ti fa fuori il partito stesso, qui c’è la caccia ... come per il prato inglese, a tagliarlo come uno va su … il problema grosso è questo. Più voti si hanno e più si prendono le bastonate.
Chiunque vuole gestire il potere, destra e sinistra è indifferente. Gli altri sono solo soldati.
Io sono stato assessore e perché mi hanno cacciato? Il più bravo, riconosciuto da tutti, il più mediatico … perché allora? C’è un motivo. Parchè gli dai fastidio, parlo, dico, mi confronto, chiedo … alla fine sei un gran rompiscatole e cammini. Questo è il prezzo della popolarità delle persone come me. Sono stato cacciato ma oggi sono in auge più di prima. Perché la città di Fermo, una città capoluogo di provincia, di 38mila abitanti, oggi, a sette mesi dalle elezioni, in qualunque posto tu vai, se chiedi chi è il candidato sindaco tutti ti rispondono Romanella. In ogni angolo di Fermo Romanella è conosciuto….nessuno domanderà “chi è? Non lo conosco…” magari ti diranno che è un delinquente, un puttaniere, che è bravo. Ne dicono di tutti i colori ma tutti mi conoscono.
Se avrei voluto fare il soldatino lo avrei potuto anche fare, bastava che mi mettevo lì e stavo buono e zitto ma non avrei dato soddisfazione a chi mi ha mandato su, ai miei elettori che mi hanno votato per dire, controllare e fare e non per dissetare la sete di potere.
Che cosa è successo nel centro-destra fermano? Hanno perso le provinciali per la sete di potere di Di Ruscio, della Romagnoli e di Ceroni. La città ti suona quando fai lo strafottente. Aver perso a Fermo, questo è il dato politico. È semplice, la politica non è fatta al servizio del cittadino, ma di loro stessi per danaro più che per il potere.
Apparentemente sono tutti precisi, pieni di moralità, poi di fatto se tu vai all’interno di un partito ci sono solo mezzi per ammazzare l’altro attraverso la denigrazione della persona. Non si entra nel merito della incompetenza specifica. Per esempio se io sono “un culattone” non posso esserlo? Posso comunque fare bene l’assessore allo sport!?! No, si grida allo scandalo! Insomma, è ora di farla finita di valutare con questi metri … andiamo avanti…dai…

Domanda 5)
Una volta i candidati venivano scelti fra certe caste, oppure sorteggiati, altre volte era l'età o la professione che li faceva diventare eletti, al giorno d'oggi la democrazia impone una gara per consensi. Secondo lei, in un prossimo futuro che tipo di soluzioni si potrebbero adottare per cambiare il modello elettorale, un esame teorico-pratico in scienze politiche per chi volesse candidarsi oppure una specie di quiz televisivo per decretare il vincitore?...l'assurdo di eleggere candidati improponibili potrebbe ispirare certe degenerazioni?


È una domanda lunga e variegata. È come se fossero dieci domande messe insieme. Io penso che ogn’uno debba avere comunque l’opportunità di candidarsi a prescindere dall’istruzione e dalla famiglia a cui appartiene ed io ne sono l’esempio vivente: un pollo di periferia come me è entrato a palazzo con una scia di voti e non era mai successo prima a Fermo. Per il nostro territorio questa domanda sembra quasi inopportuna. Un tempo era la casta che comandava, all’interno delle mura, ora le periferie sono diventate più popolose e forti e non hanno una fermanità radicata dentro. Nella zona costiera a nord per esempio, ci sono 6 mila abitanti di cui 3 mila sono arrivati negli ultimi 10 anni dal sud e dal nord per seguire il lavoro. Oggi le cose sono nettamente cambiate e credo che ogn’uno deve avere la possibilità di candidarsi indipendentemente dal grado di cultura anche perché, per esperienza personale, appena fui eletto, andai in Consiglio Comunale nel 2001 e cominciai a vedere che c’erano tra destra e sinistra 4 avvocati, un ex senatore, un ex deputato, ed io pensavo ora che faccio? Ora che dico? Mi sentivo un po’ in imbarazzo e si cominciava a vedere la differenza tra chi, mediatico come me, aveva raccolto molti consensi e questi politici. Ogni volta che si sedeva in Consiglio c’era una sorta di sudditanza nei confronti dell’alone che circondava questi personaggi. Poi li senti parlare una volta, poi la seconda e anche la tersa e la quarta e capisci subito che non hanno niente di più di te, ma anzi, ti rendi conto che quelli che stanno lì sono degli pseudo falliti nella propria professione e si sono buttati in politica. Io credo che quando una persona è acculturata e si esprime al massimo nella propria professione quando mai andrà a fare il Consigliere Comunale. Un grande avvocato, un grande ingegnere, un grande architetto, un grande filosofo, non hanno nemmeno tempo….chi va nella politica locale siamo un po’ noi che di cultura ne abbiamo per sopravvivere.
Quindi nessun test e nessun quiz. Assolutamente. Con il quiz televisivo ci sarebbe sicuramente da ridere … se senti in Consiglio Comunale ci sono delle vere e proprie macchiette …. ndr…. ci vuole l’interprete … non faccio nomi …

Domanda 6)
Lei sente la responsabilità degli insuccessi dei candidati che ha incluso nelle liste elettorali oppure alla fine è come alle olimpiadi dove l'importante è partecipare?


L’importante è partecipare. Lo spirito di gruppo contraddistingue la mia lista civica come anche il mio gruppo giovani. Mettiamoci insieme e andiamo avanti. Se viene eletto uno piuttosto che un altro alla fine non ha importanza. Se arriviamo al successo, come crediamo di fare, ci sarà visibilità per tutti. Noi crediamo per esempio che l’assessore debba avere un pool. Noi non proporremo un assessore e basta. Se riusciremo, non istituiremo un assessorato ma un pool formato da 3 o 4 persone con a capo l’assessore. Lo stipendio dell’assessore stesso verrà ripartito tra i componenti del gruppo pur avendo sempre il primo la responsabilità dell’immagine. Uno dei primi punti del mio programma elettorale è che l’assessore alle politiche giovanili del Comune di Fermo non dovrà avere più di 30 anni. Non è una questione di  limite di età, potrebbe diventare anche uno che ha 31 anni, il fatto è che dobbiamo mettere un giovane. I giovani si devono gestire le loro politiche giovanili e non quelli della mia età che possono essere educatori.

Domanda 7)
Spesso il candidarsi è visto come la scorciatoia all'impegnarsi seriamente in un lavoro, ma per alcuni la politica è un vero e proprio lavoro. Lei consiglierebbe questo lavoro oppure indicherebbe altre occupazioni per essere più felici oppure meno oppressi dai problemi altrui?


Io penso quello che dico sempre ai miei giovani. Che cosa veniva fuori sentendo parlare i giovani? Un certo disinteresse …”a me che me ne frega”….”io nemmeno ci vado a votare..” ed ho fatto capire dell’importanza del voto comunale. Non si può rinunciare ad un qualcosa che è fondamentale. È come se ti scippassero di qualcosa. Il giovane deve mettere nel circuito il proprio nome perché deve cercare lavoro, deve farsi conoscere per quelle che sono le proprie attitudini, le proprie qualità ed esperienze. Si deve far conoscere nel proprio territorio ed il miglior modo è entrare in un movimento civico e far veicolare il proprio nome a prescindere dal fatto che poi prenda 15 voti perché ha dimostrato che lui è parte attiva della città. Uno non può aspettare il lavoro stando a casa, deve anche muoversi e far parte di un movimento. Ed un movimento civico significa anche star fuori dalla politica perché non si viene etichettati con il PDL oppure con il PD, ma perché ci si vuole mettere in gioco e far veicolare il proprio nome, è questo lo spirito.

Domanda 8)
Se una persona volesse provare l'ebbrezza di vedere il proprio nome nella sua lista elettorale, che cosa dovrebbe fare e voi nel caso si presentassero di loro spontanea volontà, cercate di dissuaderli proponendogli solo problemi oppure cercate di non farli scappare raccontandogli solo le mille soluzioni?...e per le donne, servono anche truccatore ed estetista o bastano tempo libero e disponibilità a fare tardi la sera?


La domanda è doppia. Per la prima la risposta è semplice. A me capita spesso che la gente mi fermi per strada e mi dica che vuole entrare a far parte del mio movimento e la mia prima risposta è che bisogna iscriversi e dare 2 mila euro. Ovviamente la mia battuta è provocatoria e scherzosa. Naturalmente mi fa molto piacere perché è gente che io non conosco. L’ultimo poi mi ha detto….”voglio venire a sentire, mi voglio documentare e poi se serve ti ci metto anche la faccia indipendentemente dal risultato”. Quindi questo è molto importante. …la donna…la donna…io sono un cultore delle donne….si dice…si sa...Romanella, le donne e quantaltro…ma in politica ci vuole la testa. Le belle donne non servono. Purtroppo io contesto questo fatto anche a livello nazionale. Capisco che una bella donna può essere più appetibile, ma in politica bisogna guardare la testa delle persone. Per quel che mi riguarda, nel mio movimento ho già tre quattro donne con grandi teste ma di aspetto normale. Non mi fido della bella donna….le belle donne servono in altri settori.  

Domanda 9)
Candidare è un potere sublime oppure è una rottura di scatole, è il massimo dell’orgasmo politico oppure la solita minestra riscaldata?


Un segretario politico che ricopre quella carica di un partito di espressione nazionale potrebbe avere una sorta di pseudo potere, una sorta di orgasmo. Per uno come me che ha creato una lista civica dal nulla e c’ha messo il proprio nome non è niente di tutto questo. C’è solo da riuscire a mettere insieme più esperienze di persone per arrivare al risultato. Io c’ho messo il nome e non vengo appagato dal fatto che candido una persona piuttosto che un’altra. Invece mi appago molto e fino all’orgasmo, come dici tu, quando vedo che le persone vengono con me con un certo entusiasmo. Ad oggi abbiamo fatto due riunioni e solo con il passa parola telefonico siamo riusciti a radunare dalle 150 alle 200 persone cosa che non riesce a fare nemmeno un partito politico. Per l’under 21, ovvero il movimento giovanile, ho fatto una riunione di sabato sera in piena estate e vedere 60 ragazzi riuniti è stato un successo enorme. È questo il massimo dell’orgasmo politico per me.


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